Per allacciarsi le scarpe basta fare un'equazione
da Repubblica.it del 5/12/2002

Un matematico australiano ha dimostrato il sistema migliore per fare i nodi: dall'alto in basso e, poi, s'incrocia

E' il modo più economico perché si risparmiano i lacci
di ALESSANDRA RETICO

Sarà anche di poco conto, di fronte a problemi piuttosto seri.

Eppure la vita quotidiana è fatta di grandi e piccole fatiche che poi fanno la qualità di una giornata e chissà, forse anche il benessere di una persona.

Prendi quel problema di allacciarsi le scarpe la mattina.
Mica un gioco da ragazzi.

Ci sono persone che si dichiarano decisamente allergiche, e infatti hanno solo mocassini.
Per i più giovani la cosa è stata eliminata alla base, con modelli di scarpe che si infilano come un calzino dribblando così lo scoglio stringhe.

Ma per tutti gli altri, non solo per bambini frignosi e adulti imbranati, che incubo.
Eppure ce le siamo inventate proprio tutte: fai passare i lacci a dritto, per traverso, un po' in un modo e un po' in un altro.
Ma alla fine è comunque troppo complicato, i lacci lunghi chilometri, il tempo e la pazienza pochi.

Tutto perché non abbiamo mai fatto, come spesso accade, 2+2. Meno male che ci ha pensato un matematico australiano, Burkard Polster, dell'università di Monash, che con il rigore di un'equazione ha dimostrato matematicamente "che il modo più veloce per infilare le stringe alle scarpe è quello della cosiddetta allacciatura piegata o a fiocco", come il professore ha assicurato a "Nature".

In che cosa consiste?
Nel far scorrere i lacci da un passante all'altro, dall'alto in basso e poi nell'incrociarli nel mezzo.

In questo modo, pur sfruttando tutti i passanti, si impiega minore quantità di laccio. Se quasi tutti usano il metodo a dritto o incrociato, che sono, ammette Polster, "i più solidi", tuttavia quello "piegato" è più efficace.
"Se ci pensiamo, imparare ad allacciarsi le scarpe è uno degli ostacoli più grossi nella nostra crescita", spiega il professore.

Una questione così complessa che per Polster ha significato mettere nella sua operazione più termini: l'attrito, le asole e il materiale dei lacci.

Ecco fatta l'equazione dal cui risultato, Polster dice, non si aspetta che la gente cominci ad allacciarsi le scarpe in un altro modo.
"E' stato divertente, un problema curioso cui pensare per un po'" per lo scienziato.
Per tutti gli altri, alle prese con nodi pratici o simbolici, l'alternativa c'è. Lo stretch, per esempio.

da Repubblica.it del 5/12/2002


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