Edimburgo, eutanasia per la pecora Dolly

La sua creazione in laboratorio aveva rivoluzionato la scienza

L'annuncio dell'Istituto Roslin dove il mammifero era stato clonato nel 1996.
Da tempo l'animale soffriva per una malattia polmonare

di Claudia di Giorgio da www.repubblica.it

ROMA - A poco più di sei anni dalla sua clonazione, è morta la pecora Dolly.
Nata per mano dell'uomo, è stato ancora l'uomo a deciderne l'uscita di scena, hanno spiegato questo pomeriggio i responsabili del Roslin Institute, il centro di ricerche scozzese dove era stata "creata" nel 1996.
Dolly è stata sottoposta a eutanasia dopo una diagnosi di malattia polmonare progressiva.

"Le pecore possono vivere fino a 11/12 anni di età,e le infezioni polmonari sono molto frequenti in quelle più anziane, specialmente se vivono in recinti al chiuso" ha spiegato il
dott.
Harry Griffin, ed ha aggiunto che è in corso l'autopsia e che qualunque scoperta di rilievo sarà resa pubblica.

I problemi di salute di Dolly, in realtà, sono cominciati da tempo.

Nel 1999, le cellule del suo organismo rivelarono segni di usura
tipici di una pecora molto più vecchia, praticamente equivalente in età a quella da cui Dolly era stata clonata.

Ai primi del 2002, Ian Wilmut, il "padre" della pecora più famosa della storia, aveva reso noto che Dolly, che nel frattempo aveva partorito sei agnellini in perfetta salute, soffriva di artrite, specificando che non era possibile capire se la malattia fosse legata alla sua condizione di clone.

Molti altri animali clonati si sono ammalati e sono morti senza che sia stato possibile stabilire con esattezza la responsabilità dei loro problemi.

"La morte di Dolly mi dispiace moltissimo," spiega Pasqualino Loi, dell'Università di Teramo.
"Una polmonite in una pecora adulta non è un evento eccezionale, per cui non penso che la sua morte sia significativa rispetto alla clonazione.

Va sottolineato che Dolly non ha avuto una vita da pecora.

E' stata sempre regalata al chiuso, non ha mai conosciuto un pascolo all'aperto, ha trascorso tutta la sua esistenza
nei capannoni del Roslin, in mezzo a misure di sicurezza eccezionali.

Dolly era unica, quindi la sua fine non ci può dire nulla sul destino dei cloni.

Dolly è stata importantissima perché è stato dopo di lei che si è cominciato a parlare di clonazione terapeutica, che questo genere di studi ha conosciuto un grande sviluppo.

E' stata Dolly a spingere tanti biologi molecolari verso le ricerche sulla clonazione e quindi a permetterci di raggiungere gli
straordinari progressi di oggi.", conclude Loi.

di Claudia di Giorgio da www.repubblica.it


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