La Luna e le maree

Anche se con qualche controversia, fin dall'antichità le maree vennero associate al movimento della Luna nel cielo.

La teoria delle maree si deve però a Isaac Newton. Essa prevede che l'attrazione gravitazionale lunare sulle diverse parti del nostro pianeta, provochi due "rigonfiamenti" del globo terracqueo, che restano sempre all'incirca allineati con la linea che congiunge il centro della Terra e la Luna. Come risultato, si sviluppano negli oceani terrestri due onde di alta marea che girano intorno alla Terra "inseguendo" la direzione della Luna: in ogni data località, la marea si ripete ogni 12 ore e 25 minuti, che è la metà dell'intervallo di tempo dopo il quale la Luna ritorna più o meno nella stessa posizione nel cielo. Le due onde di alta marea, allineate approssimativamente con la direzione della Luna, incontrano attrito nel loro moto intorno alla Terra: i continenti poi sono ostacoli non aggirabili. Ciò causa un rallentamento della rotazione terrestre. Questo attrito delle maree provoca due conseguenze importanti. In primo luogo, la durata del giorno terrestre aumenta costantemente di una piccola quantità, circa due millesimi di secondo ogni secolo. La seconda conseguenza è la variazione della distanza media Terra-Luna. Si è notato che mediamente la Luna si allontana di circa un centimetro l'anno.

Un'altra teoria per la descrizione delle maree è dovuta a G.H. Darwin che considera la Terra e la Luna come un unico sistema ruotante intorno al Sole. Il centro di tale sistema si troverebbe nella Terra a circa 2/3 dal centro del pianeta dalla parte della Luna. Considerando perciò due punti sulla Terra A e A' (diametralmente opposti), si avrebbe che le acque poste in A si solleverebbero per diretta attrazione lunare, mentre quelle poste in A', si solleverebbero per la maggiore forza centrifuga dovuta alla rotazione del sistema; in corrispondenza dei punti B e B' la bassa marea sarebbe dovuta invece alla maggiore forza centripeta.

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