di Ottaviano Turrioni
Cannara è un piccolo comune
d’origine medievale che sorge nel mezzo della Valle Umbra, sulla riva sinistra
del fiume Topino[1][1], ad appena 9 chilometri da Assisi. Fu questo un
territorio anticamente lacustre (il lacus Umber dei Romani, di cui parla
anche Properzio in alcune sue Elegiae), poi condizionato da acque
palustri fino ad un secolo fa,
quando si concluse il millenario processo di regolazione idraulica dell’intera
valle. I primi insediamenti di Cannara[1][2] sono dagli storici situati attorno al 1100. Tra i più autorevoli di essi, il Pellini, il Ciatti ed il
Bianconi accettano la tradizione secondo cui tale castrum sarebbe stato
edificato al tempo di Federico Barbarossa dal conte Valerio Ranieri, un nobile
perugino di parte guelfa costretto alla fuga quando l’imperatore tedesco
scese in Italia per la terza volta (1162). I
documenti che in varia forma riportano l’antico nome di Cannara risalgono, in
effetti, ai secc. XII e XIII: insula de Cannaio (1170), in territorio
Cannaiae (1211), castrum Cannariae (metà del 1200), mentre è del
1291 la prima citazione che si conosca di Comune Cannarii.
Agli inizi del 1200 il castrum ha
le sue mura perimetrali, il palazzo della corte e numerose chiese, alcune delle
quali ancor oggi sussistono: di San Biagio, di San Sebastiano, dei santi
Giovanni e Donato. E’ questo il tempo di san Francesco, della sua predicazione,
dei suoi miracoli. Una lunga tradizione, formatasi sulla base degli Actus Beati
Francisci et sociorum eius (II metà del Duecento), rafforzata da un celebre
passo dei Fioretti (cap. XVI), ripresa nei secoli dalla cosiddetta
“storiografia erudita” del francescanesimo ed arricchita dall’arte pittorica,
vuole che sia Pian d’Arca, in territorio cannarese, il sito della famosa Predica
agli uccelli, ed il castello di Cannara il luogo in cui il santo di Assisi ideò
il Terz’Ordine detto dei Continenti.
Alla fine del Duecento appare
concluso il processo di insediamento e di colonizzazione del territorio
palustre ad opera della comunità ormai distinguibile come cannarese. Il che
disturba non poco i progetti di espansione assisana verso la valle, al punto
che nel 1291 la già difficile convivenza tra i due comuni sta per sfociare in
guerra aperta. Le forze della piccola Cannara sarebbero impari di fronte a
quelle nemiche: il Consiglio chiede allora l’aiuto della potente Perugia, che accetta,
e si dichiara disposto alla sommissione. D’ora in poi la storia di Cannara si intreccia
strettamente con quella di Perugia, anche quando Malatesta Baglioni nel 1424
otterrà in feudo tale castello, grazie alla investitura ad opera del potente
capitano di ventura Braccio Fortebraccio da Montone. Nello stesso anno papa
Martino V conferma il Baglioni signore di Cannara concedendogli anche il
dominio di Spello, l’uno e l’altro “a beneplacito suo e dei suoi discendenti”[1][3].
La signoria dei Baglioni avrà termine nel 1648, alla morte del
vescovo Malatesta (V), ultimo discendente di questa antica famiglia perugina.
Dalla seconda metà del Seicento, pertanto, e fino al costituirsi del Regno
d’Italia, Cannara diventa parte integrante dello Stato della Chiesa senza più
intermediari principeschi.
Agli inizi dell’Ottocento è a
capo di tre comuni limitrofi appodiati: Castelbuono, Limigiano, Collemancio.
Quest’ultimo, sorto dopo il Mille su un’area prossima all’insediamento romano
di Urvinum Hortense (secc. III a.C. e successivi), divenuto comune attorno al
1200, come entità giuridica cessa di esistere subito dopo l’Unità, assorbito da
Cannara.
Oggi Cannara ha una
popolazione di circa 4 mila abitanti, con una economia prevalentemente
agricolo-artigianale, comprende un territorio di 32,65 kmq. distribuito in
pianura ed in collina, dove supera i 500 m. di altitudine. A valle, la terra
argillosa e ricca di silice favorisce la coltivazione della cipolla, prodotto
per il quale Cannara è famosa, di cereali e di viti. Vi crescono bene anche il
pioppo, il salice, la quercia, l’acero e, sulle colline di Collemancio,
soprattutto l’olivo, contornato da spontanea crescita dell’odorosa ginestra.
[1][1] Intra Tupino e l’acqua che discende/del colle eletto dal
beato Ubaldo… (Dante Alighieri, Paradiso, c. XI, vv. 43-44). Facendo l’elogio
di San Francesco, così il Poeta introduce la descrizione del luogo in cui
nacque il Poverello. Cannara è situata sotto il Monte Subasio, sulle cui
propaggini sorge, appunto, Assisi.
[1][2] Il toponimo deriva con ogni probabilità da canna, pianta
erbacea che cresce in abbondanza nei territori palustri.
[1][3] L. BONAZZI, Storia di Perugia dalle origini al 1860,
Città di Castello 1860, p. 516. Chi volesse approfondire il rapporto tra
Cannara, i Baglioni e Perugia troverà utile la consultazione di O. TURRIONI, Cannara tra Medioevo ed
Età Moderna, vol. 3, in AA.VV., Cannara
tra Medioevo ed Età Moderna e lo Statuto del secolo XVI, Cannara 2001, e di G.
BIZZOZZERO, Origini e vicende di
Cannara e dintorni, Foligno 1976.