A quanto sembra tocca farcene una ragione. Siamo un Paese corrotto e corruttore. La Corte dei Conti alcuni giorni ha stimato che questo triste e incivile fenomeno nel 2009 è aumentato del 229% e ha parlato di "tumore maligno" e in molti casi sappiamo che da questa malattia si può uscire solo con la morte. Il paziente però in questo caso è l'Italia intera. E' difficile stimare il "costo" della corruzione, perchè se è semplice quantificare i soldi messi in tasca dai ladri (non solo politici), è quasi impossibile identificare il risvolto sull'economia nazionale, che però è certamente enorme. Si pensi, ad esempio, agli appalti pubblici che vengono assegnati alle imprese corrutrici e pagati dai soldi dei contribuenti con gli immancabili "revisione dei csti in corso d'opera". A Milano, prima che i magistrati smantellassero il sistema deliquenziale dei partiti durante Tangentopoli, i costi per costruire la metropolitana erano il doppio. Si aggiungano i costi ex-post, ovvero i soldi spesi per sistemare i lavori spesso fatti male o non fatti per niente. E questo avviene anche nel privato, dove i costi sono poi scaricati sui cittadini-clienti. Ci si aspettava (sarebbe forse meglio dire ci si augurava ...) che dopo il 1992, Tangentopoli, le cose sarebbero cambiate. I partiti-banditi beccati con le mani sporche furono decapitati nei loro vertici e molte cose sarebbero potute cambiare. Non si sa se piangere o ridere quando qualche politico continua a berciare contro i giudici. Forse dovrebbero prendersela con i colleghi ladri che hanno spolpato il Paesem(e lo spolpano tutt'ora). E invece, dopo Tangentopoli, poi sono arrivate Bancopoli, Calciopoli, Sanitopoli,Vallettopoli etc. . Non ce n'è. Tangentopoli fu solo la prima. Coloro che hanno lucrato (imprenditori, politici e chiunque altro) sul terremoto in Abruzzo, in altre epoche sarebbero stati fucilati in piazza. La corruzione è come un virus in continua espansione che sta contagiando larghe fette della società civile e per il quale non esiste sinora alcun vaccino. Si ha l'impressione che qualsiasi coperchio della vita sociale si alzi, il tanfo che ne esce è enorme e ci pervade. La Marcegaglia (Presidente confindistria) e Montezemolo hanno dichiarato che è tutta colpa della politica: non si sono fatte le riforme. A dire il vero di leggi sulla giustizia che favoriscono la corruzione, l'evasione, i condoni, etc ne sono state fatte sin troppe. Poi, verrebbe da chiedersi da che pulpito, visto che se c'è uno che prende i soldi (politico) c'è sempre uno che li da (industriale) e la Marcegaglia ne sa qualcosa, visto che il fratello è stato condannato a 11 mesi di reclusione. Il problema è sempre lo stesso : uno scarso senso dello Stato, delle istituzioni, una spesso inesistente coscienza civica che ci impedisce di vedere oltre la sfera dell'interesse privato. In particolare in politica, ci si attenderebbe una maggiore sensibilità dai nostri rappresentanti (che però di fatto non lo sono perchè ci hanno anche scippato la possibilità di scrivere il nome del candidato sulle schede elettorali). Vero, verissimo che chi fa politica è espressione del popolo (i politici non vengono da Marte...), ma dovrebbero cercare di dare loro per i primi il buon esempio. Dovrebbero cercare di modificare per quanto possibile il carattere nazionale correggendo i nostri difetti. E invece si accomodano sulla società, si fanno trasportare dall'onda enfatizzandone le brutture e i difetti (appunto uno dei principali è la corruzione). In pratica attualmente rappresentano la peggiore immagine del Paese. In occasione della prima Tangentopoli, qualche politico ebbe almeno la coerenza di dimettersi. Oggi, no. Oggi non si usa più e abbiamo le istituzioni, anche ai massimi livelli, zeppi di inquisiti, pregiudicati, condannati etc. I politici che si fanno corrompere dovrebbero essere buttati fuori a calci nel sedere dai partiti e dalle istituzioni. Maggioranza e opposizione dovrebbero cercare di ripulirsi, espellendo le tante mele marce. Anche perchè, soprattutto a livello locale, di politici-amministratori onesti ce ne sono fortuantamente ancora tanti. E invece a livello nazionale ci troviamo parlamentari condannati in via definitiva che ci rappresentanto. Adesso siamo alla vigilia (o forse già siamo nel bel mezzo ma non si può dirlo ufficialmente) di una nuova Tangentopoli, probabilmente peggiore della prima, perchè intanto i poltici si sono fatti più furbi (sono tornati alla grande concetti come depenalizzazioni, immunità parlamentare etc..), i mezzi di informazione che un tempo cavalcavano lo sdegno sono saldamente nelle mani della pòotica e, forse peggio di tutto, non si sa più a che santo votarsi. Gianfranco Fini ha lanciato una proposta "minimale" : i politici condannati per reati contro la pubblica amministrazione non possono essere rieletti per cinque anni. Vedremo le reazioni della "casta", anche se i primi commenti lasciano intendere niente di buono. Nel privato, come si diceva, la cosa non è migliore, anche se resta spesso confinata agli aspetti finanziari e di bilancio delle singole società. Francamente ci si chiederebbe a questo punto quanta strada potrà ancora fare un paese ridotto così. La speranza è che gli itialiani (quelli del paese reale, di quella parte della società civile ancora onesta e i politici onesti che fortunatamente ancora ci sono), abbiano un sussulto e costringano al cambiamento la classe politica e dirigente, premiando gli onesti cercando di allontare quindi il contagio del virus della corruzione. Del resto ci sono molti settori che devono infondere speranza, come quello del volontariato, dove l'impegno gratuito per il prossimo ne rappresenta l'essenza. Contemporaneamente i partiti (dai quali non si può prescindere) dovrebbero davvero ripulirsi, espellere i banditi e presentarsi ai cittadini con un rinnovato patto di fiducia. |