Meno denaro contante, meno evasione fiscale.
E’ usuale notare che alle casse dei supermercati, al momento di pagare, molte persone estraggono ancora oggi numerose banconote di carta. Recentemente una ricerca specializzata sulla diffusione delle carte di plastica ha evidenziato una situazione di arretratezza del nostro Paese rispetto alla media europea. I dati dicono che il 60% dei nostri connazionali non può rinunciare alle banconote, un terzo predilige il prelievo con il cassiere a quello con bancomat. Inoltre, si ricorre al pagamento con le carte di plastica solo per spese che superano in media i 143 euro. Questa modalità “tradizionale” di maneggiare il denaro, porta al risultato che su 10 banconote che girano per l’Europa, ben 2 si trovano nei portafogli degli italiani. Perché non ci fidiamo delle carte e ci sentiamo al sicuro con il contante in tasca, più che con bancomat o carta di credito? Sfiducia delle istituzioni finanziarie e dei circuiti telematici ? Alti costi di gestione di carte di credito e bancomat? La principale motivazione addotta è quella di gestire l'imprevisto o l'emergenza (48%) o poter far fronte all'acquisto non programmato o d'impulso. La maggior parte delle famiglie possiede inoltre in casa un gruzzoletto medio di 270 euro e meno male che sono scomparsi comunque i soldi "nel materasso". Questa situazione, oltre a collocare l’Italia in coda ai paesi più evoluti dove la spesa viene regolarmente fatta con l’utilizzo delle cards, comporta un effetto negativo di una certa rilevanza. Maggiore denaro contante gira e più è facile sottrarre i guadagni al fisco. Eppure basterebbe imporre tutti i pagamenti con carte o assegni o, ancora meglio, tracciare obbligatoriamente tutti i movimenti ad una soglia bassissima, oltre la quale scatta la segnalazione all’anti riciclaggio. E' da questi particolari che si evince chi è davvero contro la scandalosa evasione. ........................................................ 5553 .................................................24/10/2010