Nel suo piccolo anche questo Blog lo aveva scritto : la tentazione dell'astensione dalle urne per le elezioni regionali del 28-29 marzo era davvero tanta. Ed in effetti alla fine 1 avente diritto su 3 non ha votato, un secco - 10% rispetto alla precedente simile tornata elettorale del 2005. Del resto cosa ci si poteva aspettare dopo una pessima campagna elettorale in cui si è discusso e litigato su tutto tranne che di programmi, di candidati ai consigli regionali. Primo vincitore delle elezioni l'astensionismo quindi, come risposta contro la casta corrotta e chiaccherona dei professionisti della politica. Secondo vincitore delle ultime elezioni, la rete, il web. Grazie alla demenziale misura per vietare i dibattiti politici in TV presa dalla commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI, la quale dimostra tutta la miopia di questa sempre più inadatta classe politica, la rete ha dimostrato che il futuro dell'informazione sarà sempre più canalizzato via web. Corriere.it, Repubblica.it e altri siti, insieme a molti blog hanno garantito l'informazione con dibattiti, faccia-a-faccia, peraltro molto più educati e corretti, quasi che la presenza in TV stimolasse l'effetto pollaio e la zuffa. La stessa trasmissione Raiperunanotte di Michele Santoro, pubblicizzata di fatto solo in rete, ha ottenuo til 13% di share. La Rete sta avanzando e visto l'impossibilità di fatto di "regolamentarla" in base alla convenienza della Casta (ovvero di metterla sotto censura), quella del 2010 sarà una tornata elettorale storica, in cui per la prima volta la gente ha potuto informarsi sulla politica senza l'ausilio della TV. Qualcuno dirà, giustamente, peccato. Peccato che la TV pubblica (pagata da tutti noi) abbia vergognosamente abdicato al suo ruolo di canale informativo pubblico ed in effetti il caso italiano è davvero unico. Ma al di là del dispiacere del primo momento, una successiva riflessione può farci dire che da un fenomeno negativo (la censura appunto della TV pubblica che non ha paragone nel mondo occidentale), ne può derivare un'opportunità per la libertà di informazione e per lo sviluppo economico. Tutti coloro che hanno davvero a cuore la libertà (quella vera, non quella strapazzata da movimenti e partiti che ad essa si richiamano) devono pressare le isitutuzioni e la classe politica (ricordiamocelo sempre, nostri dipendenti) a dirottare sempre più gli investimenti sulle nuove tecnologie e sulla banda larga per incrementare l'alfabetizzazione dell'Italia, Paese in ritardo rispetto alla media europea. Terzi vincitori, la Lega, Beppe Grillo e Di Pietro sono i tre movimenti che hanno ottenuto la vittoria in termini di consenso. Lo tsunami leghista ha travolto al nord tutti, a partire dal Partito di B. riequilibrando i rapporti nell'allenza di governo. Beppe Grillo e il suo Movimento a 5 stelle, senza pubblicità, utilizzando solo la rete ha ottenuto percentuali superiori a altri partiti storici. Di Pietro, rispetto alle elezioni regionali del 2005 ha moltiplicato i suoi voti confermandosi stabilmente nel panorama politico. Cosa accomuna Bossi, Grillo e Di Pietro ? Quando parlano al gente li capisce, esprimono concetti semplici e chiari, parlano terra-terra. Quei pochi giovani che seguono la politica, ascoltano loro. Non si intortano in strani discorsi come, ad esempio, il P.D., in cui si è all'opposizione "ma non troppo", si preferiscono i candidati dell'apparato a quelli del popolo (le primarie), ci si allea al centro, ma anche con la sinistra, si è stabilmente protagonista del teatrino insopportabile della partitocrazia. La gente spesso non capisce nemmeno di cosa stanno discutendo. Quando Grillo chiede che i delinquenti lascino i partiti, che si ritorni a indicare il nome del candidato sulla scheda elettorale, che dopo due mandati massimo si deve lasciare posto ad altri, che l'acqua deve restare pubblica, che occorre abolire le inutili provincie etc. la gente ha chiaro cosa sta dicendo. Così come la Lega, quando chiede che i soldi delle tasse restino dove si producono, che ci sia più autonomia amministrativa, che si salvaguardi le tradizioni locali, il popolo ascolta e capisce. Quando Di Pietro in TV dice che è ora di finirla con le leggi ad-personam per B. e che i giudici vanno rispettati, il cittadino capisce perfettamente. Bossi, Grillo e Di Pietro (diversissimi tra loro), quando esprimono le loro idee, il cittadino ha chiaro cosa stanno dicendo e quindi giudica se essere con o contro. Ma quando parlano Bersani, D'Alema e compagnia cantante, che messaggio trasmettono ? Non si rendono conto che non si può sempre parlare come nei comitati di partito ? |