Sarah, Federica e noi.
Relativamente all’orrore prodotto dall’assassinio di Sarah Scazzi, la ragazza pugliese di 15 anni prima uccisa, stuprata dallo zio e poi gettata in una vasca, in questi giorni se ne sono dette di ogni.
Soprattutto per la spettacolarizzazione che ne è stata fatta, visto che proprio mentre iniziava ad affiorare la verità dallo zio sotto interrogatorio dai carabinieri, le telecamere di “Chi l’ha visto ?" mandavano in diretta le immagini della mamma di Sarah e di altri parenti proprio dall’abitazione dell’assassino.
Una tragica e mostruosa fatalità o forse il prodotto cercato e trovato forse con un po’ di aiuto del caso ? Non lo sappiamo.
Sappiamo solo che tra i commentatori le tesi sono due.
Ci sono coloro che gridano alla vergogna, alla trasmissione in diretta della tragedia, alla spettacolarizzazione dell’orrore famigliare senza nessun rispetto per la mamma, per Sarah e per la stessa morale.
Ci sono però anche coloro che giustificano, seppure a denti stretti, il nuovo modo di fare televisione, il bello/brutto della diretta.
Questi ultimi hanno difeso l’operato della giornalista conduttrice del programma, la brava Federica Sciarelli .
I primi, invece, l’hanno condannata per eccesso di cinismo.
Pochi, pochissimi coloro che invece hanno evidenziato il ruolo di un altro soggetto importantissimo : i telespettatori, noi.
Al di là del comportamento giusto o sbagliato di Federica Sciarelli, sarebbe bastato per il telespettatore cambiare canale o compiere l’estremo gesto eretico nell’Italia del 2010, una Repubblica fondata sulla televisione : premere il tasto “off” e spegnere lo schermo.
Gli indici di ascolto ci raccontano che tra chi stava vedendo il programma nessuno ha avuto il coraggio di “staccare la spina della tele-dipendenza” e anzi, il livello di partecipazione all’orrore in diretta si è impennato verticalmente.
Del resto siamo ormai abituati da anni ai reality TV più finti che reali”, agli scontri in diretta dagli studi televisivi, all’occhio delle telecamere che ormai arriva dovunque e che nella maggioranza dei casi, al di là del falso moralismo, è nella realtà il benvenuto portatore di celebrità.
......................................................... 5553 .................................................10/10/2010