Dopo i vergognosi scontri in Calabria, l'Italia è alle prese con l'ennesima figuraccia internazionale. Centinaia di clandestini neri (l'Alano-Feltri li ha educatamente e civilmente chiamati negri) sono stati allontanati dalle loro baracche fatiscienti. Certamente erano clandestini e certamente la situazione non era più tollerabile. Ma il tutto è stato brillantemente gestito dall 'ndrangheta (italianissima) che ha sfruttato gli schiavi del 2000 per lavorare nei campi. In queste situazioni incancrenite nel tempo (il sud è già una polveriera, con i clandestini la situazione è diventata a rischio esplosione) la ragione e il torto non albergano definitivamente da nessuna parte. L'impressione è che gli immigrati siano passati dalla parte del torto per le violenze compiute nella cittadina calabrese, ma che all'origine ci sia una situazione per cui molti di loro sfruttati per lavorare la terra degli italiani, non servissero più e quindi adesso non più desiderati. Dopo lo sgombero, l'Ambasciata egiziana ha protestato per il trattamento che le autorità italiane hanno riservato ai suoi connazionali, facenti parte degli stranieri allontanati. Al di là della legittima difesa sul nostro operato messa in campo dal Ministro per gli esteri Frattini e il giusto richiamo della Cei sui rischi di xenofobia, è stato Umberto Bossi che ancora una volta si è distinto per il suo commento. Parlando proprio dell'Egitto, Bossi ha affermato "Guardate come trattano i cristiani. Li fanno fuori tutti. " A sentire Bossi sembra che in Egitto i cristiani siano quotidianamente massacrati. Anche Feltri da parte sua ha ripreso sul fu-Giornale gli stessi concetti. A parte sottolineare il fatto che tra i paesi islamici l'Egitto è quello più laico, quello che risulta evidente è il concetto di "civiltà" che ha lo stesso Bossi. Il suo ragionamento è : visto che li i cristiani sono perseguitati, noi in Italia perseguitiamo gli islamici. Del resto anche molta gente comune ragiona dicendo "se vai nei loro paesi certe cose non sono ammesse, perchè qui no"? Ecco, qui sta la differenza tra un Paese compiutamente civile, democratico e laico e gli stati dove la religione è integrata alla forma di governance (detto appunto integralismo. ) Noi siamo fortunati e dobbiamo essere fieri di vivere in una nazione che (anche se a fatica) ha definito la separazione tra Stato e religione, dove non applichiamo punizioni barbare a chi sbaglia, dove trattiamo tutte le persone alla stessa stregua a prescindere dalla loro razza o religione. Dobbiamo difendere la nostra laicità e la nostra civiltà e non cadere nella tentazioni di regredire a forme di stato integralista a anti-democratico. Si può affermare per questi motivi che, nonostante le minchiate sparate da personaggi come Bossi, l'Italia nel 2010, a differenza di certe nazioni dove la religione è integrata nella forma dello Stato e dove il rispetto per le persone è molto basso, l'Iitalia è ancora un Paese molto più civile. Vediamo d farlo rimanere tale.
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