Dal 23 settembre è in edicola il nuovo giornale "Il Fatto Quotidiano", direttore Antonio Padellaro. Insieme all'ex direttore dell'Unità e per dieci anni una delle prime firma del Corriere della Sera, ci saranno Furio Colombo, Marco Travaglio, Peter Gomez, Luca Telese e una pattuglia di giovani cronisti, impegnati a sfornare per sei giorni a settimana (escluso il lunedì) le 16 pagine che costituiscono il Fatto. Ma quali sono le vere novità del nuovo quotidiano ? Intanto il tentativo di fare un quotidiano che sappia rappresentare una reazione civile dei giornalisti, tanto che la linea editoriale, secondo il direttore Padellaro, la darà proprio la Costituzione. Altro punto di rilievo che differenzia il neo-quotidiano, è la rinuncia ai contributi dello stato all'editoria, in modo da rendere veramente "libero" il giornale. Il giornale, quindi, sarà finanziato solo ed esclusivamente dai lettori che ne diventano, di fatto, i proprietari, affermando così la totale libertà da editori, "fabbricanti di auto" e "capi del governo...". Sembra di assistere alla ripetizione della vigilia della nascita de "Il Giornale" e de "La Voce", entrambi fondati e diretti dal maestro Montanelli. La rete ha supportato quasi totalmente il lancio del giornale, in particolare sul Blog di Marco Travaglio, all'nterno della rubrica "Passaparola", e su diversi altri siti. A tutt'oggi sono quasi 30.000 le persone che hanno sottoscritto l'abbonamento a "Il Fatto" e tenuto conto dell'assenza di pubblcità sui media è già questo un indicatore di successo. Il break-even è stato fissato a 10-15.000 copie il giorno. Vale la pena sottolineare che il giornale, che ovviamente farà una forte opposizione al berlusconismo, ha al proprio interno giornalisti come Luca Telese, firma fino a poco tempo fa de "Il Giornale" ed autore del libro "Cuori Neri", ovvero la storia dei ragazzi di destra uccisi negli anni di piombo. Ma sicuramente la prima firma del quotidiano sarà Marco Travaglio, cronista giudiziario d'assalto e figlio d'arte di Montanelli. Travaglio ha il pessimo vizio di fare una cosa che in Italia va sempre meno di moda : fornire le notizie arricchite di dettagli. Del resto, ecco cosa diceva proprio Montanelli di Travaglio: "Per un direttore di giornale, avere sottomano un Travaglio, che su qualsiasi protagonista, comprimario e figurante della vita politica italiana è pronto a fornirti su due piedi una istruttoria rifinita nel minimo dettaglio è un bel conforto. Ma anche una bella inquietudine. Il giorno in cui gli chiesi se in quel suo archivio, in cui non consente a nessuno di ficcare il naso, ci fosse anche un fascicolo intitolato al mio nome, Marco cambiò discorso
E ancora : "No, Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un'arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l'archivio."
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