Craxi e la coscienza sporca
della politica italiana
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Con le celebrazione ad Hammamet, dove il pregiudicato Craxi morì da latitante, si chiude la celebrazione per la commemorazione di quello che molti chiamano statista.
Dalla sua scomparsa sono passati 10 anni, esattamente la somma delle condanne definitive che lo "statista" ha ricevuto in nome del popolo italiano (5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai il 12 novembre 1996 e 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per lemazzette della metropolitana milanese il 20 aprile 1999) senza dimenticare le condanne in primo e secondo grado (non arrivate all'ultimo giudizio per la sua morte) che complessivamente arrivano a oltre 17 anni.
Davvero niente male, tanto che il Presidente Napolitano ha parlatodi un uomo "che ha lasciato un'impronta incancellabile".
L'impronta in effetti "incancellabile" è quella del sistema di governo imposto dal magico duo Craxi-De Mita negli anni '80, per cui, come dice Beppe Severgnini, un km della linea 3 della metropolitana milanese costò 192 miliardi contro i 45 di Amburgo e che sotto la loro guida politica fece schizzare il Debito pubblicodal 60% al 120% del Pil".
Ma il presunto-statista è bene ricordarlo, è colui che ha anche accolto Arafat nel nostro Parlamento con la pistola nel cinturone (... disse che Yasser era come Mazzini e Garibaldi), quello che ha mantenuto pubblica la SME (società di partecipazione statali) che perdeva migliaia di miliardi di lire, quello che ha permesso di fatto il monopolio nella tv privata di Berlusconi.
Molti si chiedono perchè si cerca adesso di riabilitare uno come Bettino Craxi, cioè colui che riceveva le mazzette di soldi incontanti nel suo ufficio al numero 19 di Piazza Duomo a Milano, la stessa città la cui l'attuale Sindachessa Moratti propone di intitolare una via del centro?
Il motivo (anzi il trucco) è molto semplice : riabilitando Craxi e ripulendone l'immagine si da addosso alla magistratura, si sterilizza la posizione dei processi in cui è coinvolto il Capo del governo attuale e si recupera la posizione di un'intera classe politica che ha portato l'Italia (cioè tutti noi) sull'orlo della banca rotta ed ha perciò la coscienza molto sporca.
Non è un caso che, proprio contestualmente all'operazione di ripulitura di Bettino, la maggioranza abbia approvato la legge del cosidetto"prcesso breve", che in realtà annulla migliaia di processi in corso,compresi (probabilmente, ma è un caso...) quelli di B.
Del resto ripulire Craxi, si diceva, significa recuperare l'immagine dell'intera classe politica e lo sa benissimo anche l'ex socialistaAmato che nel 1992 lanciò il prelievo furtivo sui nostri conti correnti del 6 per mille el'introduzione dell'Imposta sugli immobili.
Dopo l'allegra gestione degli anni '80 del pentapartito, di cui il CAF (Craxi Andreotti Forlani) era il comitato ristretto, il Paese stava fallendo per deficit.
Ma anche il Partito Comunista, che aveva contribuito a spolpare le finanze pubbliche co-partecipando alle tangenti ad esempio a Milano, svolse un ruolo decisivo in quel tragico periodo.
La sua non-opposizione (...anzi), provocò un sistema mostruoso senza controllo che si alimentava con i soldi delle tangenti rubati alle imprese e ai cittadini, tangenti utilizzate per finanziare sia i partiti ma anche (è proprio il caso di Craxi) i conti correnti personali.
Ecco spiegato il tentativo di "ripulire" Craxi fatto attivamente da una parte del PDL con il tacito consenso del P.D. e con la benedizione del Presidente Napolitano.
Riabilitiare Craxi significa anche annullare le tangenti della prima repubblica per giustificare quelle della seconda repubblica.
Gli statitsti in un Paese normale dovrebbero essere altri : gli Einaudi, i De Gasperi, i Pertini perfino Berlinguer che si accorse trent'anni fa del pericolo dell'invadenza dei partiti nella vita pubblica.
In un Paese normale si dovrebbero ricordare e celebrare gli onesti e chi si è sacrificato per lo Stato, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme a tutti gli altri servitori dello Stato uccisi dalla Mafia.
Invece qui si commemorano i furfanti, si definiscono eroi quelli che sono stati in galera per Mafia (sempre il nostro B. ha definito il mafioso Mangano un "eroe", roba da vergognarsi solo a guardarsi allo specchio), si mandano in Parlamento i pregiudicati e ci si inventa ogni giorno leggi ad-delinquem per eviatare i tribunali.
Questo non è davvero un paese per onesti.
23/1/2010