| 2 Destre, Zeru sinistre.
E la Lega fa il pieno
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Dopo 16 anni e mezzo finisce l'alleanza tra B. e Fini, i due coofondatori del Popolo delle Libertà.
E come spesso accade, un divorzio tra celebrità sfocia in una guerra che di civile ha davvero poco.
Da Mirabello, Fini ha ufficializzato la morte del PDL, almeno così come era fino a ieri. Adesso il PDL resta una Forza Italia-2.
Ma davvero ci si può stupire di questo epilogo ?
Davvero qualcuno pensava/sperava che l'alleanza sarebbe potuta durare?
Probabilmente tra chi pensava che alla resa dei conti Fini avrebbe desisito dallo strappo (strappo peraltro provocato dalla dirigenza del PDL che ha pesantemente censurato alcuni rappresentanti del partito vicini al Presidente della Camera) c'erano soprattutto i berluscones, gli adepti seguaci di B.
Lo si può capire dall'acredine con cui ad esempio Capezzone (ex-radicale e ora portavoce del Partito) chiede a gran voce che Fini lasci l'incarico istituzionale di Presidente di Montecitorio.
Lo si capisce dalla violenza inaudita con cui il quotidiano di proprietà della famiglia di B. sta da settimane quotidianamente linciando Fini, reo di non aver chiarito la faccenda dell'appartamento monegasco abitato dal fratello della sua compagna.
Un'inchiesta giornalistica giusta e doverosa.
Anche un altro quotidiano "d'assalto", Il Fatto Quotidiano, sta pubblicando gli aggiornamenti dell'inchiesta, però lo fa insieme agli innumerevoli scandali e scandaletti che in questi mesi hanno coinvolto B. e i membri del suo governo.
Poi, ciò che impressiona, è che la campagna del Giornale viaggia nel solco di quanto avvenuto in passato : Vittorio Feltri automaticamente scatta all'attacco contro chiunque minacci in alcun modo l'integrità di B.
A chi chiede le dimissioni di Fini dalla Presidenza della Camera (non implicato in alcuna inchiesta giudiziaria), l'On Bocchino ha candidamente risposto che sarebbe a questo punto prioritario che si dimettesse B. e i suoi ministri Fitto e Matteoli, loro si inquisiti o sotto processo.
In ogni caso, il divorzio tra B e Fini ha origini lontane, basti ricordare come nell'autunno del 2007, quando dal predellino dell'auto di servizio in Piazza San Babila a Milano B. lanciò il partito unico di centro-destra, il leader dell'allora A.N. gli rispose che si era "alle comiche finali".
Fini, preso in contropiede e con il rischio di restare out, accettò poi suo malgrado e ad inizio del 2009 nacque formalmente il PDL.
Ma alla base del divorzio, c'è in sostanza un modo diametralmente opposto di intendere la politica.
Negli ultimi anni Fini ha assunto posizioni da Destra laica, europea e ancorata ai valori della legalità, al contrario di B. fautore di una destra populista, provinciale, che ha messo in testa alle sue azioni il continuo contrasto con la magistratura e un garantismo che spesso sfocia nell'impunità.
La riforma della giustizia intesa da una parte (B.) come sua tutela nei confronti della magistratura, dall'altra (Fini) come efficienza e tutela dei più deboli.
La difesa dell'identità nazionale da una parte (Fini), dall'altra lo spazio all'identità padana che B. concede alla Lega.
Dall'atteggiamento ostile nei cofronti di chi arriva da fuori (B.), alla difesa dell'integrazione e degli stranieri onesti (Fini).
Dal pieno rispetto deli diversi poteri democratici,esecutivo, legislativo, giudiziario (Fini) al conflitto eterno con la magistratura e alla predominanza del potere esecutivo sugli altri (B.).
Fini ha un idea di partito strutturato (un partito tradizionale, pesante, con strutture e ramificazioni), mentre B., che fondò Forza Italia con i club, intende il partito come un movimento di persone, ha una concezione di partito leggero e soprattutto personalistica (vedi l'inno "meno male che Silvio c'è, o il sito forzasilvio.it).
Insomma due modi opposti, non solo di intendere la politica, ma anche lo stesso "essere di Destra" non conciliabili che hanno spaccato la maggioranza.
C'è sicuramente da parte di Fini anche l'impazienza di essere l'eterno secondo.
E poi il leader di Futuro e Libertà dovrebbe meglio spiegare il lungo appoggio che prima A.N. e poi i suoi uomini nel PDL hanno dato alla politica di B., demolita totalmente punto per punto nel discorso di Mirabello, tanto da far affermare a Di Pietro che Fini ha parlato come lui, solo che l'ex-magistrato lo fa da anni !
In questo contesto di coma del partito unico di centro-destra e di crepuscolo berlusconismo, fa davvero impressione e tristezza constatare la latitanza del Partito Democratico e della sinistra, in un momento dove in qualsiasi altro Paese l'opposizione farebbe fuoco e fiamme nel constatare il dissolvimento della maggioranza e si preparerebbe al meglio alla prossima competizione elettorale.
Non certo però con l'attuale dirigenza.
Sparta (PDL) piange, Atene (PD) non ride e la Lega si prepara pertanto al pieno di consensi.
......................................................... 5553 ....11/9/2010 |