CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO
SERIE A
CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO SERIE A 2014 -2015
ITALIAN FOOTBALL CHAMPIONSHIP - PREMIERE LEAGUE 2014- 2015
JUVENTUS
FOOTBALL CLUB s.p.a. (1897)
Questo sito, esclusiva mondiale dello Shinano, comprende la descrizione, le classifiche, le curiosità, del campionato italiano di Calcio, serie A, del 2013 - 2014, in particolare comprende la classifica generale aggiornata ad oggi, la classifica delle partite giocate in casa, in trasferta, del girone di andata e del girone di ritorno. Inoltre comprende la classifica perpetua del campionato di calcio italiano serie A dal 1898 ad oggi, aggiornata giornata per giornata comprendendo la Juventus, l'Inter, il Milan, la Roma, la Fiorentina, il Napoli, il Torino, il Bologna e la Sampdoria. Comprende infine la classifica perpetua del campionato di calcio italiano serie A dal 1929 ad oggi (a girone unico) aggiornata giornata per giornata comprendendo la Juventus, l'Inter, il Milan, la Roma, la Fiorentina, il Napoli, il Torino, il Bologna e la Sampdoria.
CLASSIFICA E RISULTATI CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A 2014 - 2015 (38° GIORNATA)
SUPER CLASSIFICA CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A 1898 - 2014
SUPER CLASSIFICA CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A 1929 - 2014
SUPER CLASSIFICA CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A 1896 - 1929
RECORD CAMPIONATI DI CALCIO SERIE A 1929 - 2015
CLASSIFICA CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A 1898 - 2015
CLASSIFICA COPPA ITALIA DI CALCIO 1922 - 2015
CLASSIFICA SUPER COPPA ITALIANA DI CALCIO 1987 - 2015
CLASSIFICA TROFEI ITALIANI DI CALCIO DAL 1899 AL 2015
CLASSIFICA COPPA DEI CAMPIONI 1955 - 2015
CLASSIFICA COPPA U.E.F.A DAL 1957 - 2015
CLASSIFICA SUPER COPPA EUROPEA 1971 - 2015
CLASSIFICA COPPA INTERCONTINENTALE 1959 - 2015
CLASSIFICA COPPA LIBERTADORES 1959 - 2015
CLASSIFICA SUPERCOPPA SUDAMERICANA
CLASSIFICA COPPA INTERAMERICANA
CLASSIFICA RECOPA SUDAMERICANA 1989 - 2015
CLASSIFICA ASSOLUTA COPPE INTERNAZIONALI
Girone di andata (tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A_2014-2015)
Come da pronostici della vigilia, per la lotta al titolo si delinea fin dalle
prime giornate un replay del precedente torneo, ovvero un dualismo tra Juventus
e Roma. I campioni uscenti bianconeri – che superano presto le remore
estive[13][14] circa l'insediamento in panchina di Allegri[15] – e i giallorossi
camminano a braccetto e a punteggio pieno fino al sesto turno, quando nello
scontro diretto di Torino i padroni di casa superano 3-2 la formazione di Garcia
con un goal di Bonucci in un contestatissimo finale e vanno solitari in vetta.
A fine ottobre i capitolini si ricongiungono ai piemontesi al
primo posto,[ approfittando dell'unica sconfitta juventina nel girone d'andata,
maturata a Marassi col Genoa, salvo lasciare nuovamente la testa della
classifica ai bianconeri dopo una sola settimana. La Roma tallona la Juventus
per tutto il resto del girone d'andata, con un ritardo che si mantiene di poche
lunghezze sino al 18 gennaio quando, superando allo Stadium il Verona, la
Vecchia Signora è campione d'inverno mettendo cinque punti, sin qui massimo
vantaggio stagionale, tra se e i giallorossi[20] fermati sul pari al Barbera dal
Palermo.[21] I bianconeri fanno proprio per la quarta volta di fila il simbolico
titolo di metà stagione, grazie soprattutto alle reti di Tévez (che guida una
classifica marcatori, sin qui, tutta a tinte argentine con Dybala, Higuaín e
Icardi e alle prestazioni di un Pogba in costante crescita, mentre la compagine
romana, pur a fronte di un avvio di spessore, a partire dalla sconfitta per 1-7
con il Bayern Monaco in Champions League, maturata il 21 ottobre, sembra perdere
certezze conseguendo risultati meno brillanti.
Nonostante il titolo di capocannoniere, i gol dell'argentino Mauro Icardi non
riescono a portare l'Inter in Europa.
Dietro al duo di testa, al giro di boa la lotta per il terzo posto vede
protagonisti il discontinuo Napoli, la nuova Lazio di Pioli e del giovane
talento Felipe Anderson, una Fiorentina pur indebolita in attacco dall'assenza
di Rossi e da un Gómez in appannamento, e quella che è la maggior rivelazione di
questa prima parte di campionato, la Sampdoria di Mihajlović e dell'istrionico
presidente Ferrero; il positivo momento del calcio ligure è sottolineato inoltre
dai risultati del Genoa, subito a ridosso delle posizioni di vertice.
Stenta invece Milano, che vede entrambe le sue rappresentanti
barcamenarsi a centro classifica come non accadeva, a questo punto dell'annata,
da oltre trent'anni: l'Inter affronta a metà novembre l'avvicendamento tecnico
fra Mazzarri e un Mancini di ritorno dopo sei anni al club nerazzurro, mentre il
Milan di Filippo Inzaghi, nonostante una partenza promettente, finisce presto in
una spirale negativa.
Le neopromosse Palermo ed Empoli sono tra le note più liete provenienti dalla
"provincia" calcistica. I siciliani di Iachini giovano della prolificità
sottorete del tandem argentino Dybala-Vazquez mentre i toscani di Sarri, pur se
nel pieno della lotta per non retrocedere, emergono tatticamente tra le migliori
formazioni del campionato mettendo al contempo in mostra una discreta nidiata di
giovani promesse, Rugani su tutti. A ciò si aggiunge la conferma del Sassuolo di
Di Francesco che, caso unico in massima serie, si schiera spesso in campo con
soli giocatori italiani – compreso l'attaccante Zaza, nel frattempo divenuto
punto fermo anche della Nazionale.
Rispetto al precedente torneo, più difficoltoso appare il cammino di Torino e Verona, le quali pagano un tasso tecnico non all'altezza dopo le cessioni estive.[24] Ben più complicata è invece la situazione sulla via Emilia, con Cesena e Parma che chiudono la classifica i ducali, in particolare, già preda di una difficile situazione societaria, sono protagonisti di una pesante involuzione che non permette loro di ripetere quanto di buono fatto nella stagione passata. Negativa anche la breve esperienza di Zeman sulla panchina del Cagliari, sostituito poco prima della sosta natalizia dal duo Zola-Casiraghi.
Girone di ritorno
Completamente agli antipodi si rivela la tornata conclusiva che vede la Juventus
allungare in vetta di giornata in giornata, approfittando di una crisi di
risultati che tra febbraio e marzo coglie la Roma, rallentata da una prolungata
serie di pareggi che la porta a perdere definitivamente contatto dalla
capolista.
Abbandonate le speranze di scudetto, i giallorossi si
ritrovano coinvolti nella bagarre della zona Champions League vedendo a rischio
quel secondo posto che, invece, nelle settimane precedenti pareva saldamente
nelle loro mani; gli uomini di Garcia vedono emergere come principali rivali
dapprima il Napoli, che sarà presto costretto ad abdicare causa risultati
altalenanti, e poi a sorpresa i concittadini della Lazio: questi, scivolati ai
primi di febbraio sino a -11 dai cugini dopo una sconfitta casalinga contro il
grifone, grazie a un filotto di otto vittorie consecutive tornano
prepotentemente in gioco, scavalcando in aprile gli stessi romanisti alla piazza
d'onore[33] e prefigurando, per la parte finale della stagione, un lungo derby a
distanza fra le due capitoline per il secondo posto.
Frattanto i bianconeri proseguono indisturbati il loro cammino solitario di
testa, non risentendo in aprile né dell'inattesa caduta sul campo del Parma
fanalino di coda,[34] né dell'esito della stracittadina che vede il Torino di
nuovo vincente dopo vent'anni, rassicurati da un vantaggio sulle inseguitrici
che in questa fase arriva a toccare un massimo stagionale di +15.
La squadra di Allegri vince agevolmente il suo trentunesimo
tricolore nonché quarto consecutivo – un filotto che, in casa juventina, non si
verificava dai tempi del Quinquennio d'oro – il 2 maggio, grazie a un 1-0 in
casa della Sampdoria firmato da Vidal: a riprova di una superiorità indiscussa,
i piemontesi mai prima d'ora avevano conquistato il campionato, nell'èra dei tre
punti a vittoria, con quattro giornate d'anticipo, divenendo inoltre i primi,
nella storia del calcio italiano, a mettere assieme un filotto di quattro
scudetti in due periodi distinti.[39] Per Madama arriverà in quest'annata anche
la doppietta con la Coppa Italia, vinta contro la Lazio, liberando così in Serie
A un ulteriore posto per la partecipazione all'Europa League.
Luca Toni chiude il secondo torneo consecutivo a Verona sopra le venti
marcature, e a nove anni dalla precedente affermazione rivince il titolo di
capocannoniere della Serie A: con trentotto primavere alle spalle diventa il
giocatore più anziano ad aver mai centrato tale risultato; è inoltre il primo
italiano a riuscirci con due club diversi, nonché il primo scaligero in
assoluto.
Dietro ai confermati campioni, la Roma riesce a ritrovarsi nelle giornate
finali, scavalcando i biancocelesti e assicurandosi la seconda posizione al
penultimo turno, battendo proprio la squadra di Pioli nel derby; da par suo,
all'ultimo turno la Lazio consolida il terzo posto e annessa qualificazione ai
play-off di Champions, un risultato insperato alla partenza del torneo, vincendo
lo scontro diretto del San Paolo con il Napoli e relegando proprio i partenopei,
quinti, all'Europa League.
Dietro agli azzurri si erano nel frattempo stabilizzate la Fiorentina, che in dirittura d'arrivo li scavalca chiudendo quarta, e le due genovesi: il Genoa di Gasperini, in crescita per tutto il campionato, si assesta definitivamente nella prima parte della gradatoria anche grazie alla valorizzazione di elementi quali Falque e Niang, seguito a stretto giro da una Sampdoria in lieve calo rispetto al buon girone d'andata: sul campo sono i rossoblù a ottenere la qualificazione all'Europa, cui tuttavia devono rinunciare, in favore dei blucerchiati, poiché sprovvisti della necessaria licenza UEFA; per il secondo anno consecutivo, la squadra piazzatasi sesta al termine della stagione non riesce a partecipare alle coppe continentali.
Rimangono esclusi anche i granata di Ventura, pur in risalita dopo l'opaca tornata iniziale, e soprattutto l'Inter, che anche agli ordini di Mancini non mostra significativi cambi di passo.
La negativa situazione del calcio meneghino è accentuata
dall'altra compagine cittadina, il Milan, impelagato in una delle peggiori
stagioni della sua storia e anch'esso, peraltro per il secondo anno di fila,
fuori dalle coppe continentali; per nerazzurri e rossoneri, a fine campionato
rispettivamente ottavi e decimi, è una débâcle che sotto la Madonnina non si
verificava dall'annata 1955-1956, ovvero per la prima volta da quando esistono
le moderne competizioni confederali.
A far da contraltare agl'insuccessi delle milanesi ci sono i buoni tornei di
Palermo ed Empoli, capaci di raggiungere una tranquilla salvezza (la squadra
toscana, con 18 pareggi complessivi, eguaglia il record per i campionati a 20
squadre, stabilito in precedenza dall'Inter nel torneo 2004-2005), traguardo
ottenuto in dirittura d'arrivo anche dall'Atalanta, passata per l'avvicendamento
tecnico fra Colantuono e Reja, da un'Udinese al ribasso rispetto agli anni
recenti, e dalle due veronesi; l'Hellas, in particolare, giova delle reti di un
ancora competitivo Toni, capace all'età-record di trentotto anni di fregiarsi
del titolo di capocannoniere – il più anziano di sempre nella storia della Serie
A –, in coabitazione con l'interista Icardi, di sedici anni più giovane.[49] Sul
fondo della classifica si concludono invece con il ritorno fra i cadetti i
campionati di Cesena, Cagliari e Parma; per le prime due non sortiscono effetti
i cambi in panchina, rispettivamente fra Bisoli e Di Carlo per i bianconeri, e
Festa a traghettare i rossoblù dopo la bocciatura di Zola e un effimero ritorno
di Zeman, mentre ben più drammatica si rivela la stagione dei ducali, trascorsa
pressoché stabilmente sul fondo della graduatoria: già colpiti da vari punti di
penalizzazione che presto troncano ogni velleità di salvezza, gli uomini di
Donadoni retrocedono con cinque turni d'anticipo al termine di un torneo
disastroso, dovuto soprattutto alle gravi difficoltà finanziarie del club, e che
solamente grazie all'esercizio provvisorio garantito dalla Lega Serie A non
portano a un'esclusione dai calendari a stagione in corso; a fine torneo i
crociati, tra le squadre italiane più titolate dell'ultimo quarto di secolo,
andranno incontro al fallimento e a una ripartenza dai dilettanti.
Record squadre:
Maggior numero di vittorie: Juventus (26)
Maggior numero di vittorie in casa: Juventus (16)
Maggior numero di vittorie in trasferta: Juventus (10)
Minor numero di vittorie: Cesena (4)
Minor numero di vittorie in casa: Cesena (3)
Minor numero di vittorie in trasferta: Cesena e Parma (1)
Maggior numero di pareggi: Empoli (18)
Maggior numero di pareggi in casa: Sampdoria (10)
Maggior numero di pareggi in trasferta: Empoli (10)
Minor numero di pareggi: Lazio (6)
Minor numero di pareggi in casa: Lazio (1)
Minor numero di pareggi in trasferta: Chievo, Fiorentina, Napoli e Parma (4)
Maggior numero di sconfitte: Parma (24)
Maggior numero di sconfitte in casa: Cagliari (11)
Maggior numero di sconfitte in trasferta: Parma (14)
Minor numero di sconfitte: Juventus (3)
Minor numero di sconfitte in casa: Juventus (0)
Minor numero di sconfitte in trasferta: Juventus (3)
Miglior attacco: Juventus (72)
Peggior attacco: Chievo (28)
Miglior difesa: Juventus (24)
Peggior difesa: Parma (75)
Miglior differenza reti: Juventus (+48)
Peggior differenza reti: Parma (-42)
Maggior numero di giornate senza vittorie: Cesena (18, 2ª-19ª)
Maggior numero di giornate senza pareggi: Parma (14, 1ª-14ª)
Maggior numero di giornate senza sconfitte (miglior serie positiva): Juventus
(20, 10ª-29ª)
Miglior serie positiva in casa: Juventus (19)
Miglior serie positiva in trasferta: Roma (10)
Maggior numero di vittorie consecutive: Lazio (8, 23ª-30ª)
Maggior numero di vittorie consecutive in casa: Juventus (9)
Maggior numero di vittorie consecutive in trasferta: Lazio (4)
Maggior numero di pareggi consecutivi: Empoli (5, 13ª-17ª)
Maggior numero di pareggi consecutivi in casa: Roma (6)
Maggior numero di pareggi consecutivi in trasferta: Atalanta e Empoli (4)
Maggior numero di sconfitte consecutive: Parma (6, 4ª-9ª)
Maggior numero di sconfitte consecutive in casa: Cesena e Parma (4)
Maggior numero di sconfitte consecutive in trasferta: Parma (8)
Maggior numero di rigori a favore: Milan (11)
Minor numero di rigori a favore: Udinese (1)
Maggior numero di rigori contro: Cesena (10)
Minor numero di rigori contro: Napoli ed Empoli (2)
Maggior numero di calci d'angolo battuti: Napoli (182)
Maggior numero di fuorigioco: Chievo (93)
Maggior numero di ammonizioni: Sassuolo (82)
Maggior numero di espulsioni: Milan (10)
La stagione della squadra campione d'Italia: Juventus (tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Juventus_Football_Club_2014-2015)
L'avvio di stagione risulta abbastanza movimentato per i
colori bianconeri. Al culmine di settimane tormentate, a ritiro estivo iniziato
l'allenatore Antonio Conte – tra i maggiori artefici del recente triennio di
successi, ma sempre più in dissidio con la dirigenza – rescinde il suo contratto
divenendo, di lì a breve, commissario tecnico della nazionale italiana. A
sostituirlo sulla panchina juventina arriva Massimiliano Allegri, un nome
accolto a Torino dagli addetti ai lavori, dagli avversari e ancor più da frange
del tifo bianconero fra non troppo velate perplessità, ma che finirà invece per
essere protagonista di una positiva stagione d'esordio con la Vecchia Signora.
Per quanto concerne la rosa, l'attacco vede la partenza di buona parte dei
passati elementi, Vučinić, Quagliarella e Osvaldo, sostituiti dai giovani Coman
e Morata prelevati, rispettivamente, da Paris Saint-Germain e Real Madrid; lo
spagnolo Morata, in particolare, dopo un avvio in sordina riesce a scalzare
nelle gerarchie il connazionale Llorente guadagnandosi, nella seconda parte
della stagione, un posto da titolare a fianco di Tévez.
Il resto dell'organico juventino, che vede le seconde linee Peluso, Isla e De Ceglie (quest'ultimo, per lo spazio del solo girone d'andata) lasciare Torino, si rinforza con gli arrivi del difensore Evra, ex Manchester United, e dei centrocampisti Rômulo e Pereyra, da Verona e Udinese; torna inoltre alla base Marrone dopo l'anno trascorso a Sassuolo, mentre dal settore giovanile è promosso in prima squadra Mattiello. Nella sessione invernale, a fronte delle partenze dello stesso Mattiello (in prestito) e dello svincolato Giovinco, c'è il ritorno in bianconero di Matri e il debutto del giovane Sturaro. Sul piano tattico, Allegri sceglie nei primi mesi di continuare a puntare sul collaudato 3-5-2, modulo che ha contraddistinto gli ultimi tre scudetti di marca contiana, decidendo solo nel vivo della stagione di affidarsi maggiormente a un più offensivo 4-3-1-2 in cui, caso particolare, il ruolo di trequartista è ricoperto da centrocampisti "muscolari" e lontani dal canonico regista, quali Vidal o il neoacquisto Pereyra.
In campionato si delinea inizialmente, sulla falsariga della stagione
precedente, un duello al vertice con la Roma. Bianconeri e giallorossi rimangono
appaiati in vetta sino allo scontro diretto di Torino del 5 ottobre 2014, vinto
dai padroni di casa per 3-2, che permette loro di prendere la testa solitaria
della classifica ma non di staccare i capitolini, che nel proseguo del girone
d'andata rimangono a una manciata di lunghezze dai piemontesi creando, di fatto,
un solco tra il tandem di testa, che ambisce al titolo, e il resto delle
compagini. Con il successo 3-1 in casa del Napoli, campo che non espugnava da
quattordici anni, l'11 gennaio 2015 la Juventus fa proprio con una giornata
d'anticipo il simbolico titolo di campione d'inverno, rivalendosi in qualche
modo sui partenopei che, il 22 dicembre addietro, avevano sconfitto i bianconeri
ai rigori nella finale di Supercoppa italiana giocata a Doha.[23] In questa
prima parte del torneo, col pareggio 1-1 contro la Sampdoria allo Stadium, il 14
dicembre i torinesi mettono fine a una striscia-record di 25 successi
interni:[24] un percorso netto che durava dal 4-1 alla Lazio del 31 agosto 2013
e che, dopo ben sessantasei anni, manda in soffitta il precedente primato (21)
stabilito a suo tempo dal Grande Torino sul finire degli anni quaranta. Quattro
giorni dopo, con la vittoria 3-1 nella trasferta di Cagliari, la squadra chiude
l'anno solare con 95 punti conquistati in 37 partite, superando i vecchi record
di punti per gara (92 su 37) conseguito dall'Inter nel 2007, e di punti assoluti
(94 in 40 match) che lo stesso club bianconero aveva realizzato nel 2012.
In precedenza, in campo europeo, la Juventus aveva cominciato il cammino in
Champions League direttamente dalla fase a gironi, inserita in un equilibrato
raggruppamento che annovera esclusivamente campioni nazionali: gli spagnoli
dell'Atlético Madrid, peraltro finalisti nell'ultima edizione della coppa, i
greci dell'Olympiakos e gli svedesi del Malmö. Con tre vittorie, un pareggio e
due sconfitte, all'ultima giornata i bianconeri accedono alla fase a
eliminazione diretta come secondi classificati del gruppo, dietro ai Colchoneros.
I giocatori bianconeri, sul palco d'onore dell'Olimpico di Roma, festeggiano il
decimo trionfo in Coppa Italia, conseguito ai supplementari nella finale contro
la Lazio, stabilendo il nuovo record di titoli vinti nella competizione.
Con l'inizio del nuovo anno, tra i confini nazionali, completamente agli
antipodi dell'andata si rivela invece la tornata di ritorno della Serie A dove,
approfittando degl'incostanti risultati delle più vicine inseguitrici, la
succitata Roma, un altalenante Napoli nonché una Lazio in risalita, Madama
riesce a incrementare settimana dopo settimana il vantaggio in classifica sul
tandem capitolino – che in aprile arriva a toccare un distacco massimo di +15 –,
riuscendo a condurre in porto piuttosto agevolmente la conferma dello scudetto,
il quarto consecutivo – una striscia vincente che, in casa bianconera, non si
verificava dai tempi del Quinquennio d'oro –, arrivato matematicamente il 2
maggio, a corollario di un torneo percorso sempre in testa, battendo di misura a
Marassi i blucerchiati grazie a un gol di Vidal;[28] il club piemontese, che mai
prima d'ora aveva conquistato il campionato, nell'èra dei 3 punti a vittoria,
con quattro giornate d'anticipo,[29] diventa inoltre il primo, nella storia del
calcio italiano, a mettere assieme un filotto di quattro scudetti in due periodi
distinti.
Con lo scudetto ormai archiviato, nel mese di maggio la Juventus è l'unica
squadra del continente, assieme al Barcellona, a essere ancora in corsa su tre
fronti, ciò grazie ai positivi cammini di cui è artefice nelle coppe.
Con l'avvio della knockout phase di Champions, le Zebre hanno
infatti la meglio dapprima agli ottavi dei tedeschi del Borussia Dortmund, con
un doppio successo (2-1 a Torino e 3-0 in Germania), ai quarti dei monegaschi
del Monaco, superati di misura (1-0 in Piemonte e 0-0 nel Principato), e poi in
semifinale degl'iberici del Real Madrid, uscendo imbattute dal doppio confronto
coi detentori del trofeo (2-1 allo Stadium e 1-1 al Bernabéu) e raggiungendo
così la finale della massima competizione europea per club – un traguardo che
sfuggiva da dodici anni –; il 6 giugno, all'Olympiastadion di Berlino, la
squadra non riesce tuttavia a sollevare il trofeo, cedendo 1-3 ai catalani del
Barça.
I torinesi ben si comportano anche in Coppa Italia dove, dopo vent'anni esatti,
tornano a sollevare il trofeo. Entrata in tabellone agli ottavi, la squadra ha
la meglio nei primi turni a eliminazione diretta del Verona, superato in
goleada, e, con più fatica, di un Parma non destabilizzato dai suoi problemi
societari e finanziari.
Nella doppia semifinale contro la Fiorentina, i bianconeri superano 3-0 i viola nel retour match di Firenze, rimontando l'1-2 subìto in precedenza a Torino; per la prima volta la Juventus riesce a passare il turno nella principale coppa nazionale dopo aver perso la sfida d'andata, approdando alla sua quindicesima finale nella manifestazione.
Nell'atto conclusivo del 20 maggio, all'Olimpico di Roma, l'undici di Allegri supera la Lazio 2-1 in una partita risolta ai supplementari, con la decisiva marcatura di Matri: per i piemontesi è la decima affermazione nel torneo – facendone i primi a conquistare la simbolica stella d'argento –, nonché il terzo double nazionale della loro storia[39] dopo i precedenti del 1959-60 e 1994-95.
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