panorama di Soragna arrivando da Fidenza
Panorama del paese giungendo da Fidenza

 

ingresso del parco della rocca da via Cavour

L'ingresso del parco della rocca in via Cavour

 

la rocca e la chiesa di S.Giacomo

la rocca e la chiesa di S. Giacomo

 

soragna4.jpg (19836 byte)

Il parco delle rimembranze

 

soragna5.jpg (14382 byte)

Veduta della rocca Meli Lupi dai portici del comune

 

soragna6.jpg (18892 byte)

Veduta di via Garibaldi

 

soragna8.jpg (23432 byte)

Stele dell'Addolorata

 

Soragna
"Signora della Bassa" così viene chiamata l'antica Soranea, oggi Soragna, adagiata nella fertile Pianura Parmense, nelle immediate vicinanze del Torrente Stirone, in quella fetta di territorio gia narrata da Guareschi, compresa tra Appenino e Po, dove hanno origine come d'incanto gli immortali cori Verdiani.
Ameno territorio abitato sin dal periodo Neolitico, subì il passaggio di antichi dominatori sino al medioevo, quando divenne Feudo Imperiale dei marchesi Lupi, poi Principato del Sacro Romano Impero dei Meli Lupi.
L'interessante maglia urbana di Soragna contiene rilevanze architettoniche dal XIV al XIX secolo, in gra parte realizzate grazie alla munificenza dei feudatari del luogo; celebre per la rocca costruita nel 1385 dai marchesi Lupi, appartiene tuttora ai discendenti divenuti principi Meli Lupi.
Il "maniero inespugnabile", come veniva definito allora è ricco di affreschi stucchi ed arredi opera di celebri artisti che qui si sono succeduti per oltre 600 anni, duranti i quali ha avuto origine  la suggestiva leggenda del fantasma di Donna Cenerina.
Nel circuito urbano si trova la chiesa della B.V. del Carmine con annesso convento fei P.Carmelitani; costruita nella seconda metà del '600 mostra una rara armoniosità architettonica scrigno di opere coeve.
Nella piazza principale sorge l'oratorio di S.Antonio da Padova, gioiello barocco realizzato su disegno del celebre arch. Francesco Galli detto "il Bibiena" sul finire del 1600.
Si erge poco oltre, verso la rocca, il monumentale Santuario della Sacra Famiglia, edificato nel 1755 mostra oggi un prezioso interno.
In memoria della fiorente comunità Ebraica instauratasi a Soragna fin dal XVI secolo, si conserva l splendida sinagoga neoclassica con annesso museo ebraico.
Tutto quanto detto è immerso tra lo storico parco Meli Lupi ed il rigoglioso giardino pubblico delle Rimembranze, i tipici viali alberati conducono al centro in un'atmosfera verdeggiante, alla ricerca del Parmigiano , del Culatello e di squisite prelibatezze locali.
 

La storia

Il territorio di Soragna come dimostrano ritrovamenti di resti di palafitte, fu abitato già nell' età del bronzo tra il 2000 e il 1000 a.c.
Le varie invasioni dei Galli, Etruschi e Romani determinarono importanti opere di bonifica sul territorio e di questo periodo sono rimaste testimonianze come monete, statuette di metallo, oggetti in bronzo e vasetti ora conservati nella Rocca.
Dopo la caduta dell'impero romano, i goti e poi i Longobardi ripresero il lavoro di bonifica e favorirono la formazione di villaggi; fu infatti con questi popoli con i Franchi che iniziò la storia documentata del paese, infatti, in un diploma di Liutprando re dei Longobardi datato 2 agosto 712 si trova menzionato per la prima volta il nome di Soragna.
Intorno al IX secolo nel territorio di Soragna esistevano delle corti e sul finire del XI secolo si affermò la potente famiglia dei Pallavicino, una parte delle cui terre passò probabilmente in seguito ad un matrimonio ai Marchesi Lupi famiglia di origine cremonese.
Di un Soranea quindi se ne fecero due, rimanendo ai Pallavicino quella detta Castelvecchio di S. Maria oggi Castellina, ed ai Lupi l'attuale Soragna.
Nel 1200 i Lupi possedevano a Soragna una corte che fecero fortificare per difendersi dai Pallavicino dando inizio a lunghi litigi terminati in epoca successiva.
Fu di questo periodo una nuova suddivisione di Soragna in quattro "quartieri" due appartenenti ai Lupi e due ai Pallavicino, tali quartieri furono probabilmente presi nell'800 a rappresentare il comune di Soragna nel suo stemma.
Con il consolidarsi delle grandi signorie, cessarono i combattimenti fra i grandi feudatari e di conseguenza anche le strutture della rocca assunsero un aspetto più pacifico che da castello si trasformò in palazzo.
Con l'entrata in vigore del Codice Napoleonico cadde l'istituto del feudo come entità giuridica ed amministrativa che passo al comune con a capo un sindaco di nomina governativa.

La Rocca

Notizie certe sull'origine della Rocca risalgono al secolo X, era a quei tempi una roccaforte munita di tutte le difese contro gli attacchi a cui era continuamente sottoposta, ora si presenta di forma quadrata con quattro torri ai lati più una quinta al centro della facciata principale rivolta a sud, in continuazione della torre di nord-ovest si prolunga una lunga galleria detta dei poeti che mette in comunicazione con l'oratorio S.Croce e con i fabbricati detti "agenzia".
Fra tutti i castelli della provincia è il più celebre per la sua imponenza, la ricchezza dell'arredamento e le opere d'arte.
La tradizione vuole che nella rocca si aggiri il fantasma di Donna Cenerina.
Le espressioni pittoriche presenti nella rocca di Soragna sono rappresentate dai seguenti artisti: Dell'Abate, Amadeo, Baglione Fratelli Galli Bibiena, Brescianino, Facchini, Bolla, Motta e altri.
La Rocca è visitabile tutto l'anno, per informazioni tel.0524597964.

Chiesa di San Giacomo

Fu costruita tra il 1755 e il 1769 per merito dell'arciprete Don Giuseppe Mazzieri, e nel 1939 fu elevata alla dignità di Santuario Diocesano della Sacra Famiglia.
La costruzione, esempio di sobria e grandiosa architettura, basata sulla pianta quasi centrale appare giocata spazialmente su quattro pilastri al centro che sorreggono la volta semisferica.
Nell'interno si trovano numerose opere, tra cui un gruppo statuario in marmo bianco raffigurante il Cristo morto di Alvise da Cà, una statua lignea della Madonna Addolorata di Lorenzo Aili, un'organo costruito dai fratelli Serassi, una via Crucis in scagliola policroma, un credenzone da sagrestia e l'altare di S.Giacomo in legno dorato.

Oratorio di San Rocco

Fu fondato dal Marchese Diofebo Meli Lupi nel 1661 e donata ai padri Carmelitani.
La chiesa, bella per l'assenza d'ornamenti d'epoca posteriore alla sua costruzione, si presenta al visitatore nel suo primitivo aspetto architettonico.
L'interno è composto da tre navate divise da pilastri, nella navata centrale si trova l'altare maggiore in stile barocco tutto intarsiato di marmi pregiati ornato di colonne recanti ai lati lo stemma dei Meli Lupi.
Ha la forma di un tempietto nel quale è custodita la statua della Madonna del Carmine con Bambino.
Alle pareti laterali si trovano quattro grandi tele del XVIII secolo.
Va ricordato inoltre l'organo a 3 registri e 4 mantici costruito da Frà Giuseppe Dotti e il mobile che lo ospita con cantoria opera del falegname soragnese Giambattista Galli.

Sant'Antonio

Realizzata nel 1696 su progetto di Francesco Galli Bibiena, sorge sulla piazza principale del paese, l'interno è a piante rettangolare con abside semicircolare e gioca stilisticamente sull'importante soluzione delle coppie di colonne che creano un interessante chiaroscuro spaziale.
Tutto l'apparato decorativo dell'oratorio è opera del cremonese Giovanni Mercoli.
Opere d'arte da segnalare: due ovati posti sugli altari laterali ancora in legno dorato di gusto tardo cinquecentesco, un organo a 7 registri con relativo mobile e la cantoria e l'altare maggiore sempre in legno opera dell'intagliatore Giulio Seletti.

La Sinagoga e Museo Ebraico "Fausto Levi"

Il tempio, realizzato nel 1855, ha forme neoclassiche con eleganti colonne e capitelli corinzi.
I soffitti presentano decorazioni a finto rilievo, con motivi floreali e rappresentazioni della simbologia biblica.
La sinagoga ospita un'interressante Museo Ebraico con arredi e documenti provenienti anche da altre comunità ebraiche dello scomparso Ducato di Parma e Piacenza.

INDIETRO