Sezione CAI San Vito al Tagliamento

 

 

Giovedì 25 Dicembre 2003
A Palcoda e Tamar
Dove la Natura pian piano riconquista tutti i suoi spazi
Valle del torrente Tarcenò - Tramonti di sotto

 
 


Nel periodo prenatalizio, infinite occasioni di incontri conviviali, cene, spuntini, ecc. ci avevano predisposto per il pranzone di Natale nel peggiore dei modi.
Non rimaneva che eclissarsi.
Bisognava trovare un posto adatto per sfuggire alla tradizionale esagerazione natalizia.

Pensiamo perciò a un'escursione in una sperduta valle di montagna
(che il giorno di natale sarà sicuramente più sperduta del solito).
Ci viene in mente la Val Tramontina.
 


Ruderi che riemergono
dal lago di Tramonti
(estate 2003)

 
 


Partiamo quindi e arrivati a Tramonti di Sotto svoltiamo verso est sulla strada della valle del torrente Tarcenò, superiamo l'abitato di Comesta e arrivati al segnale di divieto di transito, parcheggiamo l'auto.
Incamminati lungo la forestale, (segn. CAI n° 831a) in breve raggiungiamo, a quota 410 un guado sul torrente, che attrversiamo  guardinghi per via del ghiaccio che "intuba" l'esile ruscello d'acqua di questa stagione.
Subito dopo il guado, sulla dx notiamo un sentiero con segnalazione per Tamar, che però utilizzeremo al ritorno.
Proseguiamo quindi lungo la carrareccia per abbandonarla solo quando essa attraversa il torrente e prosegue per Tamar.
In questo punto un cartello indica la direzione per Palcoda sempre su sent. n° 831a, che prosegue a fianco del torrente nel quale si notano alcune belle vasche scavate nella roccia dove l'acqua scende a rivoli e piccole cascatelle.

 

 
 


Arrivati a quota 500 mt circa, in un punto in cui il sentiero svolta a dx guadando il torrente, notiamo, pochi metri più a monte, un cartello che senala un sentiero per Vuar. Incuriositi risaliamo il versante ed in breve arriviamo presso i ruderi di una abitazione di pregevole stile architettonico, purtroppo da molto tempo abbandonata a se stessa ma che comunque merita una visita.
Tornati sui nostri passi, continuiamo lungo il sentiero che sale ancora con pendenza moderata, passando accanto a rocce friabili dalle forme insolite, fino ad arrivare ad una forcelletta a quota 663, da dove puntiamo subito lo sguardo sui notevoli ruderi di Palcoda dai quali si innalza maestoso il campanile della chiesa.
Iniziamo ora a scendere per arrivare fino al greto del bellissimo torrente Chiarzò, lungo tutto il quale vi sono cascate vasche e una suggestiva forra, ma per vederlo bene si consiglia di risalirlo da Campone in un'altra occasione.
Risaliamo il torrente seguendo il segnavia sulla dx orogrfica fino ad attraversarlo un'ultima volta ed arrivare infine a Palcoda. 

 

 
 


L'abitato di Palcoda, sorse nella parte alta della valle del torrente Chiarzò e fu abbandonata ancor prima dell'ultima guerra, a causa della sua posizione molto isolata . Fra le numerose case, ridotte ormai a ruderi e invase da una vegetazione di piante domestiche (ciliegi, noci e noccioli), ma inselvatichite dopo l'abbandono, si conserva ancora bene il campanile.
Anche qui alcuni edifici erano stati costruiti con cura e stile architettonico apprezzabile.
Il luogo ha un chè di spettrale ma incuriosisce e merita una visita accurata ed anche una riflessione che ognuno farà a modo suo.
Dopo una congrua sosta riprendiamo il cammino a ritroso fino alla forcelletta di quota 663, da dove un sentierino svolta a sin (segnalzione per Tamar) e su esile traccia e ripido versante in 15' perveniamo su un ampio prativo che attraversiamo fino a ritrovre la carrareccia lasciata qualche ora prima, la seguiamo verso sinistra ed in breve si arriva a Tamar, alle pendici nord del Monte Celant.

 

 
 


Ancora abitazioni ridotte a ruderi e vegetazione lussureggiante che soppianta lentamente l'aspetto domestico che aveva il luogo molti anni anni addietro.
La strada di recente realizzazione costruita per lo sfruttamento del bosco ha  qui favorito i lavori di restauro che hanno, in piccola parte, recuperato qualche locale.

Dopo una seconda breve sosta passiamo in mezzo alle case dove si trova facilmente la vecchia mulattiera costeggiata da muretti a secco su entrambi i lati, che scende passando accando ad un secondo nucleo di case e più avanti con una serie di svolte si ritorna alla strada forestale e alle auto.

 

 
 


cartina

Dislivello mt. 600

Difficolta Escursionitica

Periodo consigliato tardo autunno inverno primavera

 

 
 


Lucia,  Jacopo  e  Diego

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