MOLTIPLICAZIONE PER INNESTO
(di Giancarlo Sleiter, tratto dal suo libro "Piante Grasse")

 

L'innesto consiste nel far saldare una parte viva di una pianta (marza) destinata a formare la chioma del futuro individuo, su un'altra pianta di specie molto affine (portinnesto) a cui resta affidato il compito di assorbimento delle sostanze nutritive e di sostegno.
Diversi sono i motivi per i quali si innesta una succulenta su un'altra: per salvare una pianta parzialmente marcita di cui la porzione ancora non infetta è troppo piccola per poterla trattare come una talea; per fornire un apparato radicale robusto a piante le cui radici sono particolarmente soggette a marciumi o che, se franche, crescono male nei nostri climi; per moltiplicare piante le cui talee o non radicano o emettono radici con grande difficoltà; per sostituire ad un apparato radicale grosso e ingombrante (si pensi, ad esempio, alla radice napiforme di Peniocereus greggii, che può raggiungere un diametro di oltre mezzo metro ed un peso di alcune decine di chili!) un apparato radicale più maneggevole; per accelerare la crescita e stimolare la fioritura di specie che crescono lentamente e fioriscono solo dopo moltissimi anni dalla semina; per permettere ai mutanti privi di clorofilla di sopravvivere; per propagare esemplari di piante crestate o mostruose.
PORTINNESTO
La scelta del portinnesto va fatta tenendo conto dei seguenti criteri: compatibilità con la marza (vedi le marze adattabili); condizioni ambientali in cui vengono tenute le piante; età e dimensioni della marza.
Quali portinnesti per le cactacee si possono usare specie di Trichocereus, Echinopsis, Eriocereus, Cereus, Opuntia, Hylocereus e, per innestare giovani e giovanissimi esemplari, Selenicereus e Pereskiopsis. Per le Euforbiacee si impiegano correntemente Euphorbia mammillaris, E. canariensis, E. trigona e altre. Per le Asclepiadacee tuberi di Ceropegia woodii o rami di Stapelia gigantea. Per le Apocinacee ci si può servire di Pachypodium lamerei o anche del comune oleandro.
Per le Didiereacee si impiega Alluaudia procera, per le Portulacaee Portulacaria afra e, infine, per le Crassulacee Crassula portulacea o alcune specie di Kalanchoe.
QUANDO E COME INNESTARE
È preferibile che al momento dell'innesto la marza e il portinnesto si trovino in succo (cioè nella fase vegetativa); il periodo migliore è quello compreso fra l'inizio della primavera e il mese di agosto. Le ore migliori della giornata, soprattutto quando l'atmosfera è secca e la temperatura elevata, sono quelle del mattino.
Le lame da usare debbono essere sottili e molto affilate (per marze e portinnesti piccoli si possono impiegare lamette da barba sgrassate) e bisogna curare al massimo l'igiene durante le operazioni. I tagli debbono essere netti e le superfici dei tagli perfettamente lisce. E’ utile rastremare sia il portinnesto sia la marza per evitare che con la disidratazione si formino avvallamenti.
La tecnica più comune di innesto è quella per sovrapposizione: bisogna fare attenzione ad eliminare, strofinando alcune volte la marza sul portinnesto, bolle d'aria ed eccesso di liquidi o mucillagini (il lattice delle euforbie va allontanato prima di eseguire l'innesto lavando con acqua calda le superficie dei tagli) e a disporre la marza sul portinnesto in modo che i due fasci dei vasi conduttori coincidano in più punti che sia possibile. Infine, bisogna provvedere a far aderire perfettamente la marza al portinnesto applicando una opportuna pressione (evitare però di " schiacciare " la marza sul portinnesto!) per un periodo di tempo che può andare da qualche minuto (innesto di giovani semenzali su Pereskiopsis) fino ad un paio di settimane.
L 'attecchimento dell'innesto è constatabile dalla ripresa della crescita da parte della marza.
Altre tecniche di innesto sono quelle a spacco, a sella e con taglio obliquo, il cosiddetto innesto a spacco inglese (per aumentare l'area di contatto); per assicurare il contatto fra le superfici, in questi casi si può far uso di spine di cactus (mai di spilli; provocano marciumi anche se sono inossidabili) di lunghezza opportuna e di mollette.

Innesto su soggetto tipo Hylocereus: A, soggetto;
B, taglio del soggetto; C, posizionamento della marza sul soggetto.

Innesto a spacco su Pereskiopsis.

Innesti per approssimazione su cladodo di Opuntia.

Innesti per approssimazioni su Eriocereus.

Altri esempi di innesti per approssimazione su cladodi di Opuntia.

Diversi tipi di legatura dell'innesto.

 

 

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