LA BECCACCIA (regina del bosco).

Considerazioni sulla nidificazione della beccaccia nella provincia di Varese

 

La beccaccia è un uccello reale, unico e prestigioso. E' uno dei più carismatici abitatori dei nostri boschi, ed esercita sul cacciatore un irresistibile attrazione. La ricerca della beccaccia è un'avventura che offre sempre nuove sorprese e nuove emozioni: non avvengono mai due ferme del cane nelle stesse condizioni, quando spicca il volo sembra spuntare dal nulla, tutto il suo comportamento è un'autentica improvvisazione, nessuno è sicuro di poterla trovare dove la logica vorrebbe che fosse, è accertato che con lei nessun cacciatore, neppure il più esperto, rimane impassibile e non ne subisce il fascino, la sua difesa è imprevedibile ed efficacissima; oserei affermare (sicuro di non essere smentito) stupefacente.

Sono venuto casualmente in possesso di un raro lavoro di ricerca sulla nidificazione della beccaccia nella nostra provincia (Varese) relativo ad un periodo di tempo che va dal 1896 fino al 1963.

Mi associo, con stima e apprezzamento, sia al ricercatore Dr. EUGENIO BIANCHI che ha relazionato questa ricerca, sia a tutti coloro che ne sono stati collaboratori attivi (i nomi che sono qui sotto citati, a suo tempo sono stati pubblicati su: Rivista Italiana di Ornitologia – Anno XXXIII, Serie II). Definirei questo lavoro come "certosino", tanto è minuziosamente dettagliato sia nei luoghi che nelle date di ritrovamento. E' molto interessante anche la parte finale che descrive l'alimentazione della beccaccia in inverno, in condizioni precarie della provincia di VARESE ed in presenza di neve e gelo.

Credo che nel trascrivere questi dati io interpreti il pensiero sia dell' autore che di tutti coloro che ne sono stati preziosi collaboratori e intendo far partecipi tutti coloro che apprezzano questa tipologia di scolopacidi.

( La raccolta dati effettuata da Giuliano Ballan)

 

 

Estratto dalla rivista di Ornitologia anno XXXIII, Serie II

scritto dal Dr. EUGENIO BANCHI 1963.

Raccolta di osservazioni sulla nidificazione della beccaccia  nella provincia di Varese che partono dagli anni 1896 fino al 1963 (data di pubblicazione di quanto in sintesi segue).

"... altrettanto interessanti sono le osservazioni tratte da Il Punto Sulla Beccaccia di Silvio Spanò, riguardanti l'evoluzione nei tempi e nelle proporzioni dello sviluppo dei pulcini nei primi 40 giorni e riportate qui in calce.

Anno Comune Località Altitud. Versante Grado di umidità normale Vegetazione Epoca di nidificazione o riempimento Uova Pullus Genitori sul nido o vicini
Bosco Sottobosco
1896 Tornavento -------- 150 a solatio ++++ -------- -------- -------- -------- ---- ----
1897 Turbigo -------- " " " -------- -------- -------- -------- ---- ----
1898 " -------- " " " -------- -------- -------- -------- ---- ----
1899 " -------- " " " -------- -------- -------- -------- ---- ----
1922 Ganna Sassi Rossi 650 a rovescio +++ faggio e castano arbustio-erboso luglio -------- 2 ----
1929 Brinzio -------- 670 " ++++ faggio " 1° quind. VI -------- 3 si
1931 Tradate -------- 295 a solatio ++ pinus silvestre erica -felci 27 aprile -------- 2 ----
1933 " -------- " " " "  rovere " 20/III-9/IV -------- 4 si
1934 " -------- " " " " " 20 aprile -------- 4 si
1934 Cadegliano Alpe Cognolo 800 a rovescio +++ faggio-ontoni paglia rivi fambus 19 agosto -------- 1 abb ----
1935 Castelnuovo -------- 380     no particolari -------- -------- -------- -------- -------- ---- ----
1936 Porto Valtrav. Pian Neve 850 a rovescio ++++ faggio-nocciolo arbusti rovi fambus 1 settembre -------- 4 abb ----
1936 Castelveccana Fronda de Caldé 650 " " " -------- -------- -------- ---- ----
1937 Origgio ------- 192 a solatio ++ pinus s. rubinia erica rovi 15/IV-2/V 4 3 si
1937 Marchirolo S.Paolo 840 a rovescio +++ faggio-nocciolo paglia rovi fine luglio -------- 2 si
1939 Cabiaglio Fenaci 580 " " " " 2° qundic. VI -------- 3 ----
1940 Tradate "" "" 295 a solato ++ pinus silvestris erica felci 17 marzo 4 ---- si
1940 " -------- " " " " " aprile -------- 4 ----
1940 Porto Valtrav. -------- 800 a rovescio ++++ faggio-nocciolo rovi-fambrus 1° quid VI 3 ---- si
1943-1944 Vararo Zùtase 780 " +++ " " fine luglio -------- 2 si
1947 Cermenaga Porsci-A.gròp 780 " ++++ " " 20/25 maggio ? ---- si
1949-1950 Cunardo -------- 470 " +++ robinia rovi-paglia fine V-primiVI ------- ---- si
1950 Abbiate Guazzone Rònchit 270 a solato ++ " arbusti-erboso 1°quind VI 4 ---- si
1954 Luvinate Zambella 430 " " castano-nocciolo erboso 6 maggio solo osservata ---- ----
1954 " Pianvigàn 550 " " " " 9 maggio dubbia ---- ----
1956 Cazzago Brabbia Punta 232 a solato ++++ ontani quercia arbusti- rovi 14 giugnio ? ? si
1956 Valle Olona Poscara 460 a rovescio +++ robinia rovi fambrus erboso 2à quind V ? ? si
1956 Varano Balla 650 a rovescio ++++ ontani-nocciolo paludoso rovi-paglia 2à decade luglio 2 ---- si
1958 Brinzio -------- 600 " " faggio rovi 10 maggio 4 ---- si
1958 Gaggiolo Ronco 480 a solatio ++ castano scoperto erica 1°quind VI 3 ---- si
1958 Cabiaglio Fontana Rossa 800 " ++++ faggio rovi lamponi 8-15 giugno -------- 3 si
1958 Vararo Monte Nudo 650 " +++ " rovi lamponi luglio -------- 3 si
1959 Cabiaglio Fontana Rossa 800 " ++++ " erboso rovi fambrus 1° qund giugno ? ? si
1960 " ""   "" " " " scoperto "" "" "" "" ? ---- si
1960 Brissago La Tomba 850 " " ontano-nocciolo erboso-paludoso 2° quind.V 2 ---- si
1960 Montegrino Passo Maggiore 800 " ++ nocciolo arbusti-rovi 1°qund V 4 ----- si
1960 Capolago -------- 238 a solato ++++ ontani-quercia paludoso 2° quind VI ? 2 si
1961 Albizzate -------- 334 " +++ "" "" rovi-fambrus 1°quind VI 4 ---- si
1961 Roggiano V.T. -------- 800 a rovescio ++++ ontani-nocciolo " ultimi di agosto -------- 4 genn.
1962 Cellina   230 a solatio +++ quercia arbusti-erboso 2°quind V -------- 2 si
1962 Porto V.T. S.Michele 850 a rovescio ++++ ontani-nocciolo erboso-paludoso 2°qund V 5 ---- si
1962 Monvalle Bozza 215 a solato " ontani-salici arbusteo-paludoso 2 settembre -------- juv ----
1962 Ganna Torbiera 550 a rovescio " ontani " 26 agosto -------- juv ----
1962 Marzio Prolunghe 700 a solato " " " prima di giugno -------- 4 ----
1962 Cstelveccana Niscòrèe 850 a rovescio " nocciolo rovi 7 settenbre -------- juv ----
1985 Tradate Pineta -------- -------- ++++ castano querce -------- giugno intenti a lombricare ---- ----
                       

Anno 1985, tratto ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI IN PROVINCIA DI VARESE (Lombardia ) 1983-1987 ).

 

Anni 1896-1897-1898-1899 - Il Dr. Iginio Radice ha potuto constatare la successiva nidificazione della beccaccia lungo il fiume Ticino fra Tornavento e Turbigo (citato dal Giglioli in Aviofauna Italiana, 1907 pag. Riv.It.Orni.1941

Anno 1922 - In un bosco folto e umido di faggi e di castagni in località Sassi Rossi, sul monte Martica, in direzione della baita ad una altitudine di circa 700 mt. il sig. Eugenio Perego rinvenne nel mese di luglio un nido in terra. Formato da pochi legnetti avvicinati disordinatamente, e con due pulcini poco più grossi di un passero. In quel momento non sono stati osservati i genitori.

Anno 1929 - A metà di giugna fu vista una beccaccia con tre pullus di pochi giorni a Brinzio in un bosco di faggi, ad una altitudine di 670 mt..

Anno 1931 - Il 27 aprile  vennero trovati, dal sig. Giuseppe Crosti, in una foltissima pineta della riserva di TRADATE due nidiacei di beccaccia incapaci di volare, ma grossi come una cesena adulta, e molto vispi. Dopo l'osservazione sparirono pedinando nel folto del bosco (riportato da << il Cacciatore Italiano >> - anno 1931  pag. 482).

Anno 1933 - Il 20  marzo, il sig. Crosti Giuseppe rinvenne un nido con quattro uova nella stessa  riserva di TRADATE. Queste uva si sarebbero schiuse entro l'otto di aprile, infatti il 9 aprile  quattro piccoli appena nati sono stati anellati con la madre  - (da  << Venatoria >> 1931 pag 11 del 24 maggio e da << Rassegna Faunistica >> 1935 pag 25).

Anno 1934 - Il 20 aprile, il sig. Crosti, prese e inanello quattro pulcini, grossi quanto un beccaccino e non ancora atti al volo, a soli 100 metri dall'ubicazione del nido dell'anno precedente. Fortunatamente catturò anche l'adulto che venne richiamato dai piccoli, fatti prigionieri e racchiusi in un minuscolo recinto fatto con dei bastoncini conficcati nel terreno e posti molto vicini tra loro, ebbe così la conferma che si trattava della stessa beccaccia inanellata l'anno prima. E' interessante notare che uno di questi pulcini inanellati il 20 aprile 1934 fu ucciso il 23 gennaio 1936 in località San Felice di Albenga in provincia di Savona - (dalla stessa fonte del 1933).

Anno 1935 - A Castelnuovo, al confine tra la provincia di Como e il comune di Tradate, venne segnalata dal sig. Cosimo Rossi la nidificazione di una coppia di beccacce (Riv. It. Orm. 1941 N1 ) e ripresi recentemente su IL PUNTO SULLA BECCACCIA di Silvio Spanò edito. Editoriale Olimpia.

E' interessante riportare l'esperimento compiuto quell'anno dal vecchio cacciatore Sig. Quaglia Carlo di Besozzo, esperimento che in quel periodo destò un vivo interesse nella zona e ricordato per anni dai cacciatori. Costui riuscì a catturare la beccaccia in un bosco fra Bogno e la Bozza di Monvalle con l'aiuto di alcuni colleghi cacciatori e di una rete. Mise quindi un rudimentale anello con dei particolari segni di riconoscimento. Due anni dopo, e sempre nello stesso posto, e con l'aiuto delle stesse persone (sembra anche nello stesso periodo), riprese la stessa beccaccia. Poiché tutti coloro che vi hanno partecipato sono deceduti il Dot. E. Bianchi non poté sapere con sicurezza se tale beccaccia abbia nidificato in zona o se fosse solo di passaggio.

Anno 1936 - Il primo settembre il Sig. Vigezzi Carlo Valtravaglia ha ucciso una giovane beccaccia nel vallone tra S. Michele ed il pian della neve a circa 850 mt.

Il 16 agosto, apertura della caccia, il Sig. Ferrari Edmundo di Laveno uccise  ben cinque beccacce nella località <<Fronda di Caldè>>, non molto distante dal vallone sopra citato. Quattro di queste erano giovani sufficientemente sviluppati ed una era un adulto.  Anche qui il bosco presentava la caratteristica associazione faggio/nocciolo con il tipico sottobosco arbusteo già altrove considerato.

Anno 1937 - Il Sig. Andrea Serassi portò al Prof. Molteni tre pulcini di beccaccia per il museo di Milano, due femmine ed un maschio di circa due settimane, da lui presi nei boschi della riserva dei conti Borromeo il 2 maggio 1937 ad Origio, comunicandogli nel contempo che quindici giorni prima, nei medesimi boschi, abeba trovato un nido di questa specie con quattro uova sul quale un adulto era in cova e che volo via al suo avvicinarsi. Questo nido  non era nella stessa zana dove furono catturati i pullus, e perciò appartenevano (forse) ad un'altra coppia (Rvi. It. Orn. - 1941 - N. 1)

Anno 1939 - Nella seconda metà di giugno, nelle prime ore del pomeriggio,  il guardiacaccia Barbieri Carlo e il sig. Saccomani Patrizzio di Azzio poterono osservare, a lungo appostati, due beccacce con tre pullus in cerca di cibo in un bosco di faggio e noccioli in località <<Fornaci>> di Cabiaglio a circa 580 mt..

Anno 1940 - il 17 marzo, nella pineta di TRADATE, fu trovata una beccaccia in cova su un nido contenente quattro uova (da << IL Cacciatore Italiano>> - 1933 - N. 20).  In data 12 febbraio il Sig. Crosti comunicava: <<Nel gennaio scorso, e malgrado il forte gelo...>>, di aver visto per ben due vote in una settimana  due beccacce (una grossa ed una più piccola) sempre unite che si posavano dopo un brevissimo volo: é una coppia? Notò che si trovavano nella stessa località dove nel 1933 aveva trovato il nido. Nel mese di aprile una contadina trovò quattro pullus già ben sviluppati e ne fece un gustoso piatto per il marito (da Rvi. It. Orn. 1941 - N. 1 ).

Nella prima quindicina di giugno il Sig. Lazzarini Mario scoprì una beccaccia in cova in un  bosco di faggio e nocciolo nascosto in un macchione di rovi e lamponi selvatici ( Rubus Ideus), nello stesso vallone dello scorso 1936, ma leggermente più in basso, e cioè a circa 800 mt. . Avvicinatosi al nido questa si involò e lasciò scoperte le tre uova contenute. Successivamente poté seguire l'incubazione fino al regolare compimento, ed i piccoli abbandonarono il nido.

Anni 1943 e 1944 - in uno di questi due anni, negli ultimi giorni del mese di luglio, il Sig. Lodo Giovanni ha visto una beccaccia, con due piccoli dalla grossezza di un tordo, lombricare tra le foglie marcescenti di un bosco di faggio e nocciolo, in località << Zùtase>> di Vararo ad una altitudine di circa 780 mt.

Anno 1947 - Nei giorni compresi tra il 20 ed il 25 magio fu vista una femmina intenta alla cova nella località detta << Porscì >> all'Alpe Grop a quota 780 mt. sul versante rivolto verso Cremenaga dei Monti Bedeloni. Non risulta che sia stato controllato se, dopo tale data, la nidificazione sia stata portata a compimento.

Anno 1949 e 1950 - A Cunardo a circa 470 mt. fu vista una beccaccia in cova nascosta in un roveto in un bosco di robinie. Non è stato possibile determinare con esattezza l'anno tuttavia è avvenuto alla fine di maggio di uno di questi due anni.

Anno 1950 - Sempre nella prima quindicina di giugno una beccaccia ha deposto quattro uova nella zona denominata << Rònchit >> tra le riserve di caccia di Abbiate Guazzone (Tradate) e Locate Varesino (270 mt. circa). L'incubazione è stata regolare e con esito felice. Il nido tondeggiante, profondo circa 5 cm e largo 13 cm., era costituito da un ammasso di foglie secche in un ceduo di robinia con sottobosco di arbusti erbacei.

Anno 1954 - Il 6 maggio 1954, si poté osservare una beccaccia mentre lombricava tra le foglie marce del sottobosco di castano e noccioli nel parco di una villa periferica a Luvinate.  Il 9 giugno dello stesso, nelle prime ore del mattino, una beccaccia di media grossezza, attraversò in volo il piccolo spazio libero ed si infilò nella macchia di in un piccolo praticello di montagna sopra Luvinate (a 530 mt. circa). Probabilmente era intenta a lombricare ai bordi del praticello. Non si trovò il nido nelle vicinanze ed era improbabile che ci fosse poiché il sottobosco non presentava le solite  caratteristiche. Non sì seppe dire se si trattasse dello stesso esemplare visto il 6 maggio.

Anno 1956 - Nella seconda quindicina di maggio, i fratelli Frattini di Venajo trvarono una beccaccia in cova in località detta <<Poscara>> di Valle Olona, a 460 mt.. Il nido era posto in un rubineto ai bordi di un praticello ed accomodato in una rudimentale depressione alla base di un grosso ceppo di sambuco. Tutto attorno era protetto da una fitta cortina di lamponi selvatici. Nella stessa conca (Poscara), anni addietro, le beccacce avevano già nidificato altre volte.

Nella seconda decade di luglio, il Sig. de Taddeo Giulio di Vararo rinvenne una beccaccia in cova in un  nudo alla base di una ceppaia di ontano in un bosco paludoso con tali alberi misti a noccioli. Questo nido era quasi invisibile sotto una specie di cupola formata da arbusti di lamponi selvatici tenuti legati tra loro da liane di vitalba, rovi e paglie cespugliose. Poté in seguito osservare che in esso vi erano deposte tre uova le quali furono regolarmente incubate e schiuse. Questo caso avvenne sulle pendici del Monte S: Michele in località <<Bolla>> a circa 650 mt. di altitudine.

Anno 1958 - Nella prima quindicina di giugno venne scoperto dal Sig. Bianchi Antonio un particolare caso in località <<Ronco>> di Gaggiolo a 480 mt. interessante sopratutto per la sua ubicazione non comune. Il nido, che conteneva tre uova, é stato posto su un piano brullo in mezzo a del brugo (calluna culgaris) completamente allo scoperto e totalmente esposto ai raggi solari. Nonostante esso e la beccaccia covante fossero estremamente visibili ed in un luogo di intensa luminosità e aridità, non subirono alcuna molestia da predatori o altri nocivi e l'incubazione fu portata a compimento fino alla schiusa dei tre pulcini. E' incomprensibile il motivo per cui quella beccaccia abbia preferito quello strano posto trascurando il vicino castagneto più accogliente e, non molto distante, un ambiente di gran lunga più umido e assai più confortevole.

Il Sig. Barbieri Alberto di Azzio, esperto uccellatore molto apprezzato in zona, fece alcune osservazioni nel versante nord del Monte Campo dei Fiori. Costui, che per la sua esperienza più che quarantennale conosce alla perfezione tutti i boschi e le zone predilette per la nidificazione  di ogni specie di uccelli, afferma di avere trovato nidi di beccaccia ogni anno a partire dal 1958 al 1960 compresi. Prima di tale data non aveva posto molta attenzione alla beccaccia, né vi era mai incappato accidentalmente durante il suo girovagare nei boschi alla ricerca dei nidi e dei nidiacei da allevare ed istruire come richiami per la sua uccellanda, perché la specie non gli interessava e sopratutto perché la sua ricerca e la sua attenzione si concentravano a livelli assai più alti di quello del sottobosco. Tutti i nidi compresi tra il 1958 e il 1960, sono sempre stati trovati solo in una zona ben determinata e relativamente estesa nonostante il versante sia molto ampio  e ricoperto da centinaia di ettari di bosco umidi che all'apparenza sembrano presentare quasi ovunque le stesse identiche  caratteristiche. La zona è chiamata <<Fontana Rossa>> e sta tra i 729 e 895 mt.. Ha una vegetazione prevalentemente costituita da faggio e nocciolo. Tutte le osservazioni sono state fatte nel periodo tra l'8 ed il 15 di giugno.

Sempre in quell'anno, un'ultima nidiata fu scoperta a Vararo, sul versante posteriore del Monte Nudo dal Sig. Ferrari Edmundo di laveno. Nella seconda metà di luglio egli vide una beccaccia accanto al nido con tre pullus di pochi giorni in un bosco di faggi a 750 mt.

Anno 1959 - Sempre il Sig. Barbieri ha ritrovato nell'identico posto dell'anno precedente una femmina di beccaccia con tre pulcini, probabilmente dischiusi da poco tempo.

Anno 1960 - Il nido <<Fontana Rossa>> fu trovato esternamente al bosco solito, in zona aperta e nascosto tra paglie, rovi e lamponi selvatici con la femmina in cova che al rumore si accucciò sempre più sulle uova dimostrando; palesemente di non volersi assolutamente allontanare. Il comportamento di queste covatrici che, nonostante l'avvicinarsi di un probabile pericolo, non abbandonino il nido, fa pensare che la schiusa delle uova fosse imminente, per cui penso non sia errato ritenere che da noi la nascita dei piccoli di beccaccia avvenga generalmente attorno la metà di giugno.

Nella prima decade di giugno fu vista e fatta volare  una beccaccia che era in cova sui Monti Badelloni a circa 800 mt. non molto distante dalla <<Pineta alta>> al Passo Maggiore. Nel nido vi erano quattro uova che si schiusero regolarmente, era posto fra sterpaglie e rovi , abbastanza soleggiato e aperto, non molto ricco di vegetazione di noccioli.

nella seconda meta di maggio furono trovati ben due nidi di beccaccia poco distanti tra loro nella valle denominata <<la Tomba del Diavolo o Valle del Diavolo>> che da Brissago Valtravaglia conduce al Monte S. Michele, a 850 mt. Uno conteneva due uova e l'altro quattro. Non si sa se la schiusa delle uova fosse avvenuta nello stesso momento.

Nella seconda quindicina di giugno, in un bosco di ontani e querce A Capolago, a 238 mt. , avvenne un caso analogo a quello descritto per Casciago Brabbia nel 1956. Furono osservati due beccacciotti accompagnati da un adulto.

Anno 1961 - Nella prima quindicina di giugno Sig. Marcolli Carlo trovò una beccaccia in cova in un macchione di rovi e lamponi selvatici nella riserva di Abizzate a circa 334 mt. Nel nido erano contenute quattro uova. Il Sig. Malnati Emilio e il Sig. Mescheri Gino di Varese, che intendo qui ringraziare vivamente, riuscirono a fotografarla e mi mandarono una copia  per la pubblicazione.

Negli ultimi giorni di agosto un cacciatore di Roggiano uccise all' aspetto quattro giovani beccacce non ancora completamente sviluppate. Dall' apprezzamento esteriore  si ebbe l'impressione che esse facessero parte di una stessa nidiata cresciuta non molto distante dal luogo della cattura, in una valletta discendente dal Monte S. Michele.

Anno 1962 - Il primo caso di quest' anno fu scoperto dal Sig. Boldini Domenico di Castelveccana, e visto in seguito da altre persone, sul Monte S. Michele a 850 mt. Il nido posto in una leggera depressione del terreno e costruito in forma tondeggiante con ramoscelli e qualche radichetta per imbottitura, era nascosto sotto delle piante abbattute  e lasciate in disordine in un lotto tagliato durante l'inverno. La zona con una vegetazione prevalente di ontani e noccioli ha un sottobosco molto paludoso e ricco di erbe. Nella prima decade di maggio sono state trovate ben cinque uova nel nido, che furono regolarmente incubate nonostante il tempo piovoso di quel periodo. Nacquero nei primi giorni di giugno. Da osservazioni successive si poté constatare  che sopravissero tutti e si svilupparono bene.

Il secondo nido fu invece trovato casualmente a Celina in un bosco prevalentemente di querce dal Sig. Piero Fauser di Nasca, il quale essendosi recato il 27 maggio per una passeggiata  domenicale  in quella località del lago Maggiore osservò una beccaccia seguita da due piccoli ancora implumi dalla grossezza di un passero. Incuriosito li inseguì per un breve tratto e mentre la beccaccia adulta incalzata da vicino si involo riuscì a catturarne uno, lo osservò e vide che era ancora ricoperto di peluria, lo libero subito e si nascose. Poté quindi osservare  come la beccaccia adulta dopo qualche minuto, da un cespuglio nelle vicinanze emetteva a richiamo del piccolo nascosto ed accovacciato sotto le frasche, una specie di sibilo molto debole finché il piccolo si mosse in direzione del suono. Successivamente, all'apertura della caccia al 26 agosto, avvenne che il Sig. Aricocchi Mario di Cittigli trovatosi a caccia in un bosco paludoso di ontani nei pressi della Bozza di Monvalle a pochi metri dalla riva del lago Maggiore, uccise una giovane beccaccia. Pur non potendo escludere a priori che si trattasse di un altro individuo, sarei tuttavia propenso a pensare che il soggetto ucciso sia stato uno di quelli cresciuti nel bosco di Cellina. Questo perché la beccaccia uccisa era evidentemente una giovane e non ancora del tutto sviluppata e perché la distanza fra Cellina e la Bozza di Monvalle non è molto grande. Considerando anche l'andamento climatico straordinariamente siccitoso alla fine della primavera e dell'estate che ha reso ovunque arido e secco il suolo del sottobosco, é possibile che l'esistenza bella famigliola di beccacce sia diventata successivamente precaria nel bosco di origine, che questa sia stata costretta  a trasferirsi nei pochi posti acquitrinosi e paludosi  del circondario. Tra questi posti c'è il bosco di ontani della Bozza in riva al lago che presenta il vantaggia di essere relativamente poco disturbato e quindi ideale per il soggiorno di una beccaccia.

Anno 1963 - Per quest'anno  non ho ancora notizie di nidificazioni. Tuttavia mi sembra interessante osservare ugualmente uno strano ed a dir poco evento eccezionale nel comportamento di due beccacce osservato dal Sig. Mazzuchelli Paolo di Valmonte di Valle Olona, e poi condiviso anche da altre persone da questi richiamate all'inconsueto spettacolo.  Negli ultimi giorni dello scorso marzo, si é vista una coppia di questi scolopacidi posarsi su un ramo di una grossa robinia, dal quale planavano, senza battuta d'ali, sul limitare  di un prato confinante  con un bosco di castagni. Esse si sono posate per circa sette otto giorni sempre nello stesso identico posto e sullo stesso ramo della stessa pianta, ponendosi assai vicine tra loro, quasi a toccarsi. Nello stesso prato si mettevano a lombricare. Furono osservate ogni mattina per più di una settimana. Poi scomparvero. ..."

Osservazioni importanti sulla nutrizione invernale in presenza di gelo:

Nel periodo del gelo e di abbondanti nevicate le beccacce si raccolgono ai margini di ruscelli e rovistano con il becco nell'acqua bassa e corrente. Oltre ai soliti vermi rossi, lombrichi, chioccioline ecc., la beccaccia si nutre delle bacche arbustive del Solanum dulcamara e delle bacche rosse ed avvizzite dello SMILAX (Smilax aspera ), uno sterpo invadente e rampicante del sottobosco, talora. L'osservazione di queste abitudini mi  fu spontaneamente riferita Sia in Valcuvia che nei boschi lungo il Ticino da parte di osservatori di beccacce svernanti, assolutamente ignari del rilievo compiuto nella riserva di Ispra e di cui solo io (Eugenio Bianchi) ero a conoscenza.  Lo Smilax è noto tra la nostra gente sotto il nome dialettale di <<Sazaparija di bòsch>>. Tuttavia questa dizione ha diverse varianti a seconda delle zone e delle valli anche se il nome più riccorrente è <<Sazaparija di bòsch>>.  Il Solanum dulcamara invece è chiamato comunemente <<la Dulzacamala>>. E'  interessante notare come  l' organismo della beccaccia sia insensibile alla alta tossicità  di queste bacche riconosciute dalla medicina famigliare, ed anche della ricerca farmaceutica, come provocatrici di irritazioni locali, vomiti, diminuzione o paralisi della frequenza respiratoria conseguenti all'azione dei loro veleni ad effetto protoplasmatico.  Tuttavia Le beccacce sono state viste cibarsi di questi frutti solo in tardo autunno ed in inverno, quando le bacche sono macerate a causa dell'elevato grado di umidità e di gelo del sottobosco, e cadono al suolo bagnato o gelato una volta giunte al massimo della maturazione . Per cui si può pensare che la predetta velenosità, sia una condizione variabile in funzione dello stato di maturazione, che si sia ulteriormente degradata e per il contatto prolungato con il terreno bagnato o ghiacciato.

 

OSSERVAZIONI SULLA CRESCITA NEI PRIMI 40 GIORNI

La crescita del pulcino è molto veloce nei primi 40 giorni, raggiunge il peso adulto e l'emancipazione, arrivando alla soglia dell'etto a 9 - 12 giorni e i 2 etti e mezzo a 28 giorni, con una crescita giornaliera ottimale di 8 grammi. In poco più di due mesi diventano indipendenti.

E' stato osservato che il pulcino di 4 giorni prende il primo nutrimento da terra, a 11 giorni raggiunge i 100 gr. e a 28 giorni i  200 gr. A 5 giorni si vedono le guaine delle prime piume delle ali, a 9 giorni sondano il suolo con il becco, a 11 compaiono le prime piume sulle ali e sul dorso, a 16 giorni sono completamente coperti di piume, a 20 compiono i primi voli, a 27 giorni hanno aspetto adulto, a 30 giorni possono effettuare voli sostenuti. Questa crescita veloce è in relazione alla notevole quantità di vermi assunta: a 12 giorni è pari al proprio peso (circa un etto), a 40 giorni fino a 3 volte il proprio peso.

E' stato osservato che se si dovesse rende necessario, nei primi giorni dopo la nascita dei pulcini la beccaccia può trasportarli in volo in altro posto, tenendoli stretti tra le zampe .

  

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