UN SOLDATO DI CROMWELL TRA GUERRA E RESISTENZA

 

 

 

Con un discorso di fine liceo il preside congedò tutti i ragazzi della propria scuola . Beppe dopo due anni di università nel 1943 lasciò Alba per entrare come  soldato nel regio esercito .

Dopo un periodo di addestramento venne assegnato a Roma , precisamente a Montesacro , nella fase dell’armistizio con lo sfascio dell’esercito , la fuga del re e di alcuni generali ; questa fase è descrita molto bene nella “primavera di bellezza “ dove Fenoglio afferma : “ la divisa li fasciò come una tenuta di vergogna e di morte , i fucili che ancora impugnavano non li sentivano più onorevoli armi nazionali ma individuali arnesi da caccia o banditismo “

Fenoglio nel periodo 1943-1945 visse anni duri . Negli ultimi mesi del 43 tornò a casa e nei primi mesi del 44, venendo a sapere delle prime formazioni partigiane, si arruolò. Tuttavia la sconfitta nella battaglia di Carrù lo spinse a ritornare a casa ;in settembre però si arruolò una seconda volta e rimasto alla macchia sulle Langhe anche dopo il proclama di Alexander vagò per le case del paese fino alla ripresa delle attività.

In questi anni Beppe aveva vissuto la stessa esperienza di tutti i giovani dell’Albese che tornando a casa nel 43 rifiutarono la chiamata della repubblica di Salò e accettarono quella delle formazioni partigiane che divennero operative nel 44 divise in reparti : “garibaldini” , “badogliani” (che erano militari fedeli al re) , “giustizia e libertà” (legati al partito d’azione , liberaldemocratici ) .

Le formazioni di questo periodo ebbero successo a differenza di quelle del 15-18 ed il motivo era molto semplice : i soldati del 15-18 vennero chiamati per andar a combattere in regioni lontane e per motivi ignoti , invece i partigiani di adesso vedevano chiaramente il pericolo che incombeva sulla loro terra e sulle loro popolazioni causato dai nemici nazifascisti .

Le popolazioni ebbero nei confronti dei partigiani un comportamento di protezione, pur sapendo il rischio a cui andavano in contro ;  ma causa della presenza all’interno delle formazioni partigiane di delinquenti (sia pure puniti dai comandanti) che li derubavano,  alcuni gruppi negavano il proprio aiuto .

Questi due anni di guerra partigiana per Fenoglio furono molto importanti al livello esistenziale Beppe percorse le colline con un senso nordico e protestante della fedeltà ai valori del proprio paese , inseguendo un modello cavalleresco della vita .

Per Fenoglio la resistenza è campo di lotta tra bene e male con il senso epico di un destino che incombe ,  come nella tradizione omerica , sui protagonisti . Inoltre  Beppe ha un rispetto profondo per le potenze del bene e del male che sono inesorabili nella vita . Uno dei temi fondamentali di tante narrative fenogliane è la morte ; la morte nei suoi infiniti modi di arrivare : violenta , capricciosa , fulminea . L’universo della guerra è l’universo in cui la morte più naturale diventa innaturale e viceversa .

C’è da sottolineare che Beppe la resistenza rappresenta per l’uomo l’incontro con la storia , la prova e la scommessa di sé di fronte al movimento d’ urto di forze grandiose , con la propria personale dignità da mettere in gioco , per vedere quanto può resistere davanti il fuoco degli avvenimenti.

La storia lo commuove nel suo compiersi , lo commuove per la sua dura grandezza .

La resistenza di Fenoglio nasce sulle colline , nelle selve del Piemonte e vive in uno spazio epico e in quel dilatato spazio grandioso e dissonate ha la forza di stringere nel suo abbraccio una disperata elegia . La stranezza di Fenoglio è che pur essendo vicino a noi si deve collocare con gli eroi classici perché la sua città , Alba , rientra , grazie ai suoi romanzi, nelle città epiche della sconfitta .

Ormai non può esistere l’idea di classificare Fenoglio come semplice cronista della resistenza la quale non è stato ricostruita semplicemente come memoria autobiografica ma è stata rielaborata narrativamente.

Per Beppe la guerra civile è come un giudizio universale e tutti gli uomini sono alla ricerca di una via uscita verso un luogo situato al di là degli eventi . Nella storia l’uomo  corre dietro un ideale assoluto e questa ricerca è destinata a tradursi in una sconfitta che va affrontata stoicamente.

 La conseguenza di questa ricerca è la solitudine e per i protagonisti fenogliani questa solitudine è vista come condizione esistenziale per affrontare le prove della vita.

La sola occasione di riscatto per Fengolio sta nell’accettare coraggiosamente il proprio destino, pur sapendo di essere in partenza destinato alla sconfitta.