ALIMENTAZIONE DEI ROMANI

































alimentazione dei romani
L'acqua era importante nell'alimentazione e nell'igiene quotidiana; serviva inoltre per l'irrigazione dei giardini.
I romani la raffreddavano con la neve: così gli alimenti troppo caldi erano accompagnati da bevande molto fredde.
Serviva per le offerte agli dei, per il nutrimento, per la conservazione di alcuni alimenti, per preparare il vino e per impedire che l'olio diventasse spesso.
1 Romani lo mangiavano da solo con il pane.
Prima di conoscere il pane i Romani mangiavano la polta, cioè una zuppa di cereali.
I pistores dulciarii erano gli artigiani specializzati nella preparazione dei dolci.
I Romani, fin dai tempi più antichi, consumarono alimenti di origine animale.
I Romani mangiavano le uova per un loro equilibrio alimentare e questo spiega il loro rispetto per i volatili.
Il latte inizialmente era un alimento indispensabile per i Romani in tutti i pasti e veniva impiegato in vari prodotti.
La carne viene introdotta nella vita romana quando subentra l'urbanizzazione: i Romani la sostituirono ai vegetali, poiché, abitando in città, non coltivavano più l'orto..
La carne più utilizzata dai Romani era quella di suino, perché del suino si mangiava tutto.

cibo romano didattica
Quali tipi di frutta e di verdura mangiavano i Romani?.
Ogni squadra deve elencare, alternandosi con l’altra, 10 alimenti che c’erano e 10 alimenti che non c’erano al tempo dei Romani.
Attenzione! Perché la risposta sia valida, ogni squadra deve saper spiegare per quale motivo ha inserito l’alimento scelto tra quelli esistenti o tra quelli non esistenti al tempo dei Romani.

L'antica Roma - L'alimentazione al tempo dei romani
Poli Il Palazzo baronale di Poli fu proprietà dei Conti fino al 1808, anno in cui Michelangelo Conti...
L'alimentazione al tempo dei romani .
Quali erano gli alimenti che i romani mangiavano ?.
Il garum era il condimento principale dei romani.

L'alimentazione
L'alimentazione dei Romani era basata prevalentemente sui vegetali.
Il pane in origine non era lievitato, e anche in epoca più tarda la galletta rimase l'alimento dei ceti più modesti e dei militari..
L'abilità dei cuochi stava nel manipolare tutti questi sapori e soprattutto nel dare ai piatti un'apparenza diversa da quella che ci si poteva aspettare..
Veniva la carne dei volatili — da cortile e da voliera — prodotta intensivamente nelle ville rustiche.
Venendo alla carne macellata vera e propria, bisogna dire che la dieta dei Romani era molto più povera della nostra.
La carne forse più presente sulla tavola dei Romani era quella del maiale, del quale si era imparato a sfruttare tutte le parti.
Essendo uso dei Romani bere caldo e annacquare il vino — che veniva servito puro solo per le libazioni —, nel triclinio vi erano il recipiente del vino (oenophorus), quello dell'acqua calda (caldarium) e il cratere (creterra).
Triclinio, con parola di origine greca, si dissero questi locali dal nome dei tre divani su cui stavano sdraiati i convitati durante i banchetti..
I triclini comunemente erano locali piccoli, dove appena entravano tre letti, ciascuno dei quali era fatto per tre persone: nove era dunque il limite massimo dei presenti; se non che, più tardi, si allestirono sale più ampie con più di un apparato tricliniare o si usarono letti di diversa forma adatti per un maggior numero di convitati.

L'alimentazione dei romani
Curiosità dall'antico mondo romano L'alimentazione Le testimonianze di diversi scrittori dell'epoca romana hanno permesso di farci conoscere svariate notizie sull'alimentazione, il luogo dove si preparavano e si consumavano i pasti, il tipo di attrezzatura per la preparazione, gli alimenti conosciuti in quel tempo di qualsiasi tipo e genere.
A questo proposito è bene ricordare Marco Gavio Apicio, un gastronomo romano vissuto all'epoca di Augusto e Tiberio al quale viene attribuita la stesura dei De re Coquinaria , che alcuni vogliono invece scritto da vari cuochi della tarda romanità.
Riflettiamo sulle condizioni di vita della maggioranza dei romani che abitavano appartamentini che raggiungevano anche il quinto piano dei condomini semmai realizzati in legno sicuramente senza gabinetto, senza acqua corrente e senza cucina o, al massimo, un angolo cottura con uno sfiatatoio all'esterno.
L'importanza, quindi, dell'olio non era nell'alimentazione ma molto di più nell'illuminazione e, parallelamente, del sale che serviva per dare sapore alle vivande ma se ne consumava molto di più per la loro conservazione.

Ritagli dall'Aruspice
Il nome è stato adottato in onore degli antichi etruschi e della loro arte divinatoria con cui tentavano di interpretare il volere degli Dei, di conoscere il loro tempo e quelli che sarebbero venuti, attraverso lo studio accurato dei segni che potevano essere letti nella natura delle cose.
Come gli aruspici antichi proveremo a contribuire con i nostri pareri allo sviluppo culturale delle città dove viviamo, studieremo la realtà delle cose e lo 'svisceramento dei fatti' antichi e moderni di cui ci occuperemo ci consentirà forse di capire meglio il nostro tempo.
Intervista a Pietro Tidei , di Barbara Civinini, agosto 2005.
Facciamo il punto sul sistema di valorizzazione dei beniculturali del comprensorio cerite , di Sergio Sallusti, febbraio 2003.
Il Castellaccio dei Monteroni: un'occasione perduta? , di Flavio Enei, maggio 2002.
Un bilancio dei primi due anni di attività del GATC , di Flavio Enei, giugno 2001.
Cerveteri: prosegue la 'ricostruzione' del Casale dei Guitti a San Paolo , febbraio 2001.
L'alimentazione dei romani , di Roberto Zoffoli, dicembre 2002.
Le acconciature dei Romani , di Roberto Zoffoli, giugno 2002.

L'alimentazione
Nelle umili dimore dei quartieri popolari la gente consumava i pasti stando seduti su rozzi sgabelli, intorno ad una tavola di legno comune, il vasellame era di coccio e la cena semplice e frugale: minestra di verdura e cereali, pesce, qualche volta carne, molti legumi, formaggio, frutta (specialmente quella secca).
Le carni più pregiate erano quelle del maiale, del cinghiale, del ghiro, fra la selvaggina in grande onore era il pavone, il fenicottero, la cicogna; ma il piatto preferito dai romani era il pesce, che compariva in tutte le mense.
Durante il banchetto si beveva in abbondanza: nel triclinio vi era un grande vaso detto "cratere" nel quale si versava il vino conservato nelle anfore e lo si mescolava con acqua calda o fredda a seconda dei casi, i Romani bevevano vino puro soltanto nelle libagioni rituali; i servi attingevano con un mestolo la miscela così ottenuta e riempivano coppe e bicchieri.
Poi, il mio modesto desinare non avrà che una portata: un capretto sottratto ai denti del feroce lupo, delle braciole di maiale che, essendo piccole, non hanno bisogno dello schiavo che le tagli a pezzi, delle fave e dei cavolini appena nati.
Nei primi tempi l’alimentazione dei Romani si basava su cereali, come il farro, il grano, l’orzo e il frumento, con i quali si preparavano minestre, zuppe e una farinata (plus) che rimase l’alimento principale, in epoca imperiale, dei meno abbienti.

Come mangiavano i romani
Fino a sera i Romani mangiavano solo poche cose, rapidamente.
Bastavano due assi per poter mangiare in ogni momento del giorno, oppure per portare a casa dei piatti preparati.
I Rromani non apprezzavano ciò che crocchiava sotto i denti.

Alimentazione dei Romani, la cucina romana, il banchetto a Roma
Come mangiavano e bevevano i Romani di Maurizio Vento.
Il prestigioso ruolo dei Romani, così come la loro conquista progressiva dei territori circostanti, si basava nella fase iniziale della loro storia su un elemento connaturato alla loro stessa indole: la virtus nel duplice significato di valore e coraggio, di dirittura morale e di frugalità.
In apposite piscinae, per le famiglie dei patrizi, nuotavano le triglie, le murene, gli storioni, da pescare e da cuocere al momento giusto.
Il vasellame era di coccio nelle case dei poveri; d’argento in quelle dei ricchi; le coppe (pocula), ornate di fregi, erano d’oro o di cristallo o di una tipica pietra opaca (murrina).

Massaciuccoli
La vita quotidiana dei Romani era scandita dai pasti.
Il mattino era il tempo della fatica, essendo dedicato al lavoro; la sera, a partire dal pranzo serale, era dedicata al riposo, al rilassamento, allo svago che era di natura diversa secondo la classe sociale d’appartenenza.Inoltre nella vita dei Romani era importante anche la cura del corpo nei bagni e nelle terme, momento d’incontro e di socialità.
La dieta fondamentale dei Romani poveri consisteva in impasti di cereali, in pane nero irto in una polenta di miglio e la bevanda abituale era l’acqua.
Il cibo dei ricchi era molto diverso; si poteva trattare di cibi semplici come un capretto, qualche asparago di campagna, uova e per finire uva, pere e mele.
La cena, l’unico vero pasto dei Romani, raduna nella sala da pranzo, il triclinio, tutta la famiglia libera, a cui si aggiungono a volte gli invitati.
Fagli dei tagli e versa del sugo nelle incisioni, in modo che l’assorba e quando sarà avvenuto l’assorbimento arrostiscilo e bagnalo bene con il suo stesso sugo.

Guide of ALIMENTAZIONE DEI ROMANI



info: ALIMENTAZIONE DEI ROMANI


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cucina
INTRODUZIONE La tradizione colloca noi Italiani, fra i popoli di questo pianeta che più amano la cultura della buona cucina; ciò è confermato dal fatto che molti dei piatti classici del nostro paese hanno fatto il giro del mondo, conquistandosi una buona fetta della cucina internazionale.
Il nostro paese, come ogni altra nazione ha un suo proprio tipo di alimentazione, e di conseguenza il nostro palato è portato a recepire con preferenza determinati sapori rispetto ad altri.
Non ci deve stupire, sapere che presso alcuni popoli la carne dei serpenti è considerata un cibo prelibato, che mentre noi condiamo prevalentemente con olio di oliva, nei paesi del nord Europa il principale condimento è il grasso animale e che alcuni popoli si nutrono di insetti come ragni e cavallette.
Quanto sinora detto vale non solo da popolo a popolo ma anche da un tempo all'altro; gia agli inizi del nostro secolo l'alimentazione dei nostri nonni non era la stessa dei giorni d'oggi, sia per la mancanza di alcuni alimenti successivamente importati nel nostro paese sia per la recente creazione di alcuni piatti che corrispondono ad una sempre più crescente richiesta di sapori internazionali.

Appunti sulla Regola di S. Benedetto - Alimentazione dei monaci
Preliminari alla sezione RB.35-41 : L'alimentazione dei monaci.
Sette capitoli consecutivi, dal 35 al 41, hanno come denominatore comune la trattazione del tema dell'alimentazione dei monaci.
I padri del monachesimo antico danno all'alimentazione grande importanza: sia nel senso che tale necessita` corporale serviva loro come palestra per esercitarsi nella mortificazione e nella penitenza; sia nel senso che compresero il ruolo che una giusta alimentazione ha per le attivita` spirituali del monaco.
Cassiano, con la sua esperienza dei diversi ambienti monastici, riassume nelle sue Institutiones alcune norme; in un capitolo pone espressamente la questione: come debba essere il pasto del monaco.
E risponde che si deve scegliere una alimentazione: a) che mortifichi gli ardori della concupiscenza; b) che possa prepararsi facilmente; c) che sia la piu` economica...
(Inst.5, 23).Riassumendo il suo insegnamento, possiamo dire che il regime alimentare dei monaci deve avere tre obiettivi: a) dominare direttamente la passione della gola e, indirettamente, quella della lussuria, cosi` collegata con la gola; 2) essere in coerenza con la poverta` che si e` professata; 3) favorire l'orazione e in generale tutta l'attivita` spirituale del monaco..

Pompeii Ruins: L' Alimentazione a Pompei - Pompei Scavi
Dai reperti di cibo carbonizzato si comprende che l'alimentazione dei pompeiani era a base di verdura, frutta e di pane.
La frutta e la verdura venivano vendute in gran quantità nelle botteghe insieme all'olio, tanto che Plauto chiamava i romani "mangiatori di erbe"..
Tra le specialità dei pompeiani c'era un particolare tipo di cavolo.
Una delizia per il palato dei pompeiani era una salsa di pesce molto concentrata e dal sapore aspro.
L'hallec, ritenuta la salsa dei poveri, si preparava anche con le acciughe.
per quanto riguarda le abitudini alimentari, i romani solevano fare, all'alba, una prima colazione ricca e abbondante ( ientaculum ), a base di carne.
Dopo cena talvolta si beveva a volontà sotto la direzione di un arbiter bibendi , "re del convito", eletto con il lancio dei dadi, che sceglieva i vini e stabiliva la grandezza e il numero delle coppe..

L'alimentazione da un millennio all'altro
L'alimentazione da un millennio all'altro .
La storia dell'alimentazione e della gastronomia ha pari dignità di quella di molte scienze e scoperte: senza l'arrivo della patata in Europa, ad esempio, le carestie avrebbero decimato le popolazioni.
Le migrazioni dei popoli hanno portato con sé e diffuso civiltà e culture che sono filtrate, quasi sempre, attraverso il cibo.
Agli inizi della civiltà di Roma la cucina degli antichi romani era certamente frugale.
All'inizio erano soprattutto polente a base di cereali, primi tra tutti l'orzo, il miglio, e poi il farro, la base dell'alimentazione.
Dietologi veri e propri tra i Romani non esistevano, ma ben presto ci si rese conto che gli eccessi alimentari erano fonte di un gran numero di malattie.
Due le caratteristiche principali nelle preparazioni dei Romani: l'introduzione delle salse, che avevano il compito di "coprire" il gusto dei cibi mal conservati, ma che in seguito divennero elementi distintivi delle ricette, e la cottura dei pesci che venivano, infatti, bolliti prima di essere fritti o arrostiti.
Così anche tra i Greci e i Romani i tartufi e i funghi erano prelibatezza riservata ai ricchi.

Architettura e Arti Decorative
Riesce anzi difficile pensare sia architettonicamente sia igienicamente una soluzione più estetica e razionale degli stabilimenti di bagno di quella che i Romani ci offrono con le loro terme.
Perchè, sebbene il principio delle terme risalga ai Greci furono i Romani a fare di esse monumenti di bellezza architettonica e di sapienza igienica..
Quando infatti il bisogno e il desiderio di bagnarsi, che certo non si può dire sia una caratteristica comune e diffusa sempre, anche tra i popoli civili, divenne invece costante e giornaliero assillo dei Romani; e d’altra parte divenne impossibile provvedere di bagno ogni abitazione quando queste crebbero smisuratamente nei centri urbani togliendo loro il carattere di villino privato per diventare case d’affitto; allora bisognò risolvere il problema dei bagni non più per singole famiglie signorili ma per una intera cittadinanza varia di ceto e di agiatezza sociale.
In modo mirabile l’architettura romana risolse i numerosi e difficili problemi connessi con i bagni: l’alimentazione e lo scarico dell’acqua, la distribuzione del calorico, la costruzione e la decorazione degli stabilimenti che divennero dei veri e propri monumenti d’arte.

La Cucina di Casa Buitoni
La Dieta Mediterranea è un metodo di alimentazione sano e gustoso di lunghissima data.
Quando i Greci lo introdussero in Italia venne aggiunta la pasta, la cui origine si fa risalire a Marco Polo, che l'avrebbe portata a Venezia dalla Cina (nonostante una seconda ipotesi sostenga che esistesse già all'epoca dei Romani)..
La Dieta Mediterranea è particolarmente salutare, dal momento che la combinazione dei suoi ingredienti principali ( verdure, cereali e olio extra vergine di oliva , ricchi di vitamine, minerali, antiossidanti, fibre e acidi grassi monoinsaturi) contribuisce ad evitare l'accumulo nell'organismo di sostanze nocive provenienti da diete a basso tenore in fibre e quindi ad alta densità calorica e con alti contenuti di oli facilmente degradabili..
Basata sul buon senso e le buone abitudini, la dieta mediterranea è un invito a godere dei valori più genuini, sani e gustosi della vita..
Oltre a indicare sulle confezioni le informazioni nutrizionali complete dei nostri prodotti, siamo sempre a disposizione dei nostri clienti che possono contattarci telefonicamente, via e-mail e attraverso il sito, permettendoci così di anticiparne al meglio le aspettative..

Vagabondo :: Il Vagaghiotto nei Castelli Romani
Scritto da: Federico Iavicoli Situati a sud-est della capitale, da cui distano solamente pochissimi chilometri, i Castelli Romani sono tradizionalmente ritenuti una tra le mete preferite per le gite fuori porta dei cittadini dell’Urbe..
Prima che dei Romani, fu terra dei Latini; da queste parti sbarcò Enea.
L’ambiente, condizionando le colture, ha sempre determinato l’alimentazione dei popoli..
La cultura gastronomica ed agro-alimentare dei Castelli Romani deve molto alla tradizione della cucina popolare romanesca.
Oggi infatti questa cucina popolare, tenuta pudicamente in disparte, prende la sua rivincita perché rispecchia in pieno i canoni dell’alimentazione mediterranea..
Probabilmente si sente ancora l’eco dell’antica tradizione, per la quale i bovini venivano adoperati solamente per i lavori dei campi..
Altro prodotto dell’ hinterland romano è il pecorino: fatto esclusivamente con latte di pecora (unico formaggio del genere a pasta cruda) è rimasto tale e quale come gusto e lavorazione a quello che facevano 2000 anni fa gli antichi romani.
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Alimentazione e diete
  Quando si pensa ai gladiatori romani, si immagina che la loro dieta fosse ricca di carne, affinché fossero più forti.
Ci sono varie fonti che raccontano dell’alimentazione dei gladiatori romani.
Nel “De bello gallico”, Giulio Cesare afferma che i soldati romani erano mangiatori di farro.
Pare inoltre che i soldati romani mangiassero grosse quantità di aglio (ma secondo altre fonti anche cipolla) prima dei combattimenti credendolo capace di trasmettere vigore.
Agli schiavi incatenati e ai soldati romani venivano distribuiti o 1 kg e 300 g di pane al giorno o fichi e 262 litri di vino all'anno; a tale nutrimento si aggiungevano bulbi di piante, cipolle, rape ed altre radici, leguminose e verdure fresche a seconda della stagione.
Il cimitero dei gladiatori presente in quella zona è l’unico al mondo, e gli scavi portano alla luce i resti di circa 70 uomini.
Gli esperti precisano che dalle ossa non e' facile intuire con precisione quanto pesassero davvero gli antichi gladiatori romani, ma e' abbastanza semplice, invece, ''stabilire le proporzioni tra le varie componenti della loro dieta''..
Il risultato dell’alimentazione era un’obesità, che era indice, per quei tempi, anche di benessere, ma che, in una certa misura, era funzionale alla battaglia, in quanto la massa grassa forniva una provvidenziale protezione dai colpi nella lotta''.

DIETA MEDITERRANEA - PRODOTTI TIPICI CAMPANI, LUCANI - PRODOTTI ITTICI
ALICI DI CETARA Cetara uno dei luoghi turistici della Costa Amalfitana famosa per i prodotti del suo mare e per la tradizione che essa conserva.
Il suggestivo borgo della costiera Amalfitana, entrato a far parte del patrimonio dell’Unesco, fu roccaforte dei saraceni nell’842 e nell’879.
La sua storia si legò alle vicissitudini della Repubblica Amalfitana e soprattutto a quella dei monaci benedettini dell’Abbazia di Cava dei Tirreni, grazie ai quali divenne uno dei più importanti scali per le navi.
Ma con l’avvento dei Saraceni nel 1500 fu totalmente distrutta e perse il suo ruolo nei traffici commerciali.
Cetara oggi rappresenta un posto ideale per le sue specialità gastronomiche in particolare per la “Colatura di Alici”, famosa dall’epoca dei Romani che la usavano per condire le carni e sulle verdure cotte con l’aggiunta di spezie ed aromi.
Accortisi che questo liquido aveva le caratteristiche migliori dell’antico “garum”, una salatissima e fortissima salsa ottenuta dalle interiora dei pesci iniziarono ad utilizzarla in molteplici modi.

Benefits


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DIETA MEDITERRANEA - PRODOTTI TIPICI CAMPANI, LUCANI - LA PASTA
Proprio in una tomba di Cerveteri, risalente al periodo etrusco, sono raffigurati coltelli, mattarello e una rotella simile a quella tuttora usata per la preparazione dei ravioli.
E' certo che i Romani, avvezzi all'imitazione e a far proprie usanze altrui, furono i primi a parlare di lagane.
Il termine deriva dal greco classico “macar” cioè felice, beato, una sorta di cibo dei beati.
La prima ricetta in cui il pomodoro è abbinato alla pasta è quella dei 'vermicelli con lo pommodoro' del 1839 e si trova nel manuale teorico-pratico di Ippolito Cavalcanti.
L'esaltazione popolaresca dei maccheroni si è innalzata come un totem grazie alla città di Napoli, che ha dato vita ad un genere letterario, quello 'maccheronico, diffusosi a cavallo tra cinquecento e seicento e che, successivamente, identificò tutto il popolo italiano sotto la sua egida.
Oggi, a differenza dei secoli scorsi, l'intervento umano è divenuto assolutamente irrilevante o se vogliamo, un diletto per chi ama fare la pasta a mano, perché la produzione di essa avviene mediante tecniche automatizzate, che vanno dal chicco al prodotto finito.

Curiosità categoria "Lazio" - GialloZafferano.it
(Cantico dei Cantici) Le cose più piacevoli della vita o sono proibite o fanno male o fanno ingrassare.
La cucina Laziale è una delle poche ad aver mantenuto intatte, fino ai giorni nostri, tutte le sue caratteristiche di semplicità e popolarità, senza farsi influenzare troppo dal cambiamento dell'alimentazione o dalle innovazioni apportate, in particolar modo, dal modello Americano..
Naturalmente anche la gastronomia capitolina ha delle origini molto antiche e molte popolazioni hanno contribuito alla creazione e allo sviluppo della tradizione culinaria della popolazione Laziale, che in passato è stata sicuramente quella più impegnata nella conquista di territori e nell'assimilare le tradizioni dei popoli conquistati..
Inizialmente il popolo Romano non era altro che un modesto gruppo di pastori che vivevano fondamentalmente dei prodotti dell' allevamento e della pastorizia : le carni ovine e bovine erano consumate dopo essere state cotte in modo rudimentale sulla brace e venivano accompagnate con formaggio di pecora e con poche verdure ..
Fu così che i Romani , che stavano già iniziando ad espandere il loro territorio conquistando le popolazioni vicine, dopo aver conquistato il popolo Etrusco iniziarono ad assumerne anche il modo di mangiare e cucinare..

Attività 2002-03
Alle attività del progetto hanno partecipato tutte le classi dei tre plessi di scuola elementare dell'istituto, le classi prime della scuola media "Don S.
Produzione di mosaici policromi su modelli romani.
Dossier con la descrizione dei mobili presenti abitualmente nelle case romane e le loro funzioni.
Mappe tematiche delle attività commerciali al tempo dei Romani.
Disegni e/o altre riproduzioni dei giocattoli romani.
Dossier dei giocattoli in uso ai tempi dei Romani con loro descrizione e uso.
Dossier degli alimenti dell’alimentazione romana.
Dossier riguardanti l’abbigliamento dei soldati, le armi, le tattiche.
Dossier con le differenze tra la dieta dei poveri e quella dei patrizi.
Ricerche di storia dei Romani nella propria regione e realizzazione delle mappe di conquista ed espansione romana.
Riproduzione in fumetti di opere di scrittori romani.

alimentazione
La rivoluzione neolitica consistette nel passaggio dall'alimentazione basata sui prodotti della caccia, della pesca e della raccolta a quella basata sull'agricoltura e sull'allevamento.
I sumeri conoscevano la birra e ne facevano largo uso: si calcola che il quaranta per cento dei cereali servisse per la produzione della bevanda.
La dieta base dei contadini dell'Egitto dinastico non divergeva da quella dei contadini mesopotamici ed era formata da pane, cipolla e birra.
Ben più ricca e varia era la mensa dei ricchi, che comprendeva carne bovina e d'antilope, uccelli (piccioni, quaglie, gazze), pesce, formaggio, dolci.
Un'importante risorsa, ampiamente esportata, era l'olio d'oliva, richiesto, oltre che per l'alimentazione, per l'illuminazione e la produzione di unguenti.
La dieta dei più si restringeva a pane e farinate d'orzo, formaggio, olive e fichi; si beveva latte di capra o vino diluito con acqua.
Il vitto dei romani di bassa condizione consisteva in pane nero e polenta di miglio, con ceci, olive e pesce salato.
La mensa dei più ricchi era straordinariamente assortita e opulenta; durante l'età imperiale imperversò la moda dei cibi esotici e stravaganti (cervella di pavone, lingue di fenicottero e lattigini di murena in una lista tramandata da Svetonio); nella cucina, altrettanto esuberante e artificiosa, dominavano le spezie e il garum , l'onnipresente salsa di pesce fermentato.

PBM STORIA
era consumato quotidianamente dai romani insieme a verdure cotte, erbe aromatiche, acciughe e lardo .
La farina usata dai romani era di farro e serviva per .
insieme agli ortaggi faceva parte della dieta quotidiana dei romani .
non era consumata dai romani prima del contatto con il mondo greco .
venivano considerati dai romani una inutile perdita di tempo e banditi anche dalle case patrizie .

Storia semiseria della cucina italiana
Abbiamo visto che pane vino ed olio sono tre merci e tre parti fondanti della gastronomia mediterranea, ma accanto a questi elementi abbiamo anche molti altri prodotti che erano alla base della alimentazione dei nostri stra-nonni..
L’atriplex o il rumex romani non si saprà mai cosa fossero, ed anche molte altre delle 97 varietà di verdure che sembra fossero usate nella cucina romana..
Nei film “romani” si vedono, durante i banchetti, solo cosciotti di agnello e maialini porchettati, ma non era così nelle case romane.
L’aglio era addirittura una divinità egiziana e le cipolle vengono citate come cibo prevalente nella dieta dei costruttori di piramidi..
I romani lo ereditarono dai greci e questo condimento, usatissimo in tanti piatti, resistette fino quasi al 1.600..
Il fatto che un ingrediente così “forte” fosse largamente usato ci dice qualcosa sul gusto dei piatti, ma vedremo più avanti..
Della cucina dei Greci, Egiziani o Etruschi sappiamo poco davvero..
Della cucina di tutti i giorni o anche dei giorni di festa sappiamo quasi nulla..
Bisogna aspettare l’apoteosi dei Romani per sapere meglio, per avere le ricette, ma anche qui si tratterà di piatti eccezionali, di banchetti sontuosi, oppure, e sono interessanti, delle prescrizioni mediche o dei libri contabili in cui si annotavano i cibi distribuiti agli schiavi o ai soldati..

Grecia - Coreografia dei banchetti.
Anche se in esso tutto è forzato e caricaturato per poter far ridere il lettore, il tipo di presentazione dei cibi doveva comunque esser simile a quello descritto da Petronio, e queste portate dovevano far parte di molti banchetti compreso quello imperiale.
Ma questo era da prevedersi, in quanto ai banchetti romani, a differenza di quelli greci, partecipavano spesso mogli e figlie dei convitati e quindi bisognava comportarsi bene.
I Romani potevano permetterselo perchè erano senza discussione i padroni del mondo.
Li elencano i poeti quando descrivono i lunghi dopo cena romani.
Anche a Roma come ad Atene si eleggeva uno dei convitati che dirigesse il simposio: in latino egli veniva chiamato magister bibendi, ossia 'direttore del bere' e dava disposizioni sul come si dovesse preparare la mistura di vino ed acqua decidendo poi a chi bisognasse brindare..
Ciò voleva anche dire che egli finiva con lo stabilire quanto si dovesse bere: infatti quando i Romani brindavano alla salute di qualcuno tracannavano tante coppette quante erano le lettere che componevano il nome del festeggiato ed i nomi romani era particolarmente lunghi.
D'inverno come abbiamo visto si aggiungeva acqua bollente e, a volte, per averla sempre pronta si usavano interessanti bollitori che funzionavano con lo stesso sistema dei samovar russi: uno molto bello si trova nell'Antiquarium di Pompei.

ALIMENTAZIONE DEI ROMANI ?

| LifeGate | alimentazione | Erbe e spezie
Za’faran o jafaran in arabo, ed in persiano 'sahafaran', diretta derivazione di quella parola, 'asfar', che significa giallo, lo zafferano ha sempre affascinato l’uomo, sin dall’epoca egizia e poi dai tempi dei greci e dei romani.
Delicatissimo nella lavorazione, ma forte nel gusto, nell'aroma e nella benefica azione dei suoi antiossidanti naturali.
COMUNE DI PANICALE (PERUGIA) - LA CUCINA TIPICA UMBRA
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare l'alimentazione dei primi uomini non si limitava alla carne degli animali che di volta in volta riuscivano a cacciare; è ormai certo che si cibassero soprattutto di vegetali.
Piano piano si elaborò il sistema di cottura: le prede venivano gettate dentro grandi buche rivestite di pelli e riempite di acqua dove, precedentemente, erano stati posti dei sassi arroventati.
La mortalità dei cacciatori era assai alta non solo a causa degli animali feroci ma anche per la pericolosità dei crepacci e delle paludi: più di un terzo di loro non superava i 20 anni, mentre coloro che superavano tali pericoli arrivavano a malapena a 50 anni.
La pesca veniva fatta con dei ramponi di osso di renna, a forma cilindrica, sui cui lati erano fissati denti ricurvi che fungevano da ami.
Per quanto riguarda l'alimentazione dei Greci, i testi micenei ci consentono di risalire fino al 2000 a.C., quando, per fare il pane si servivano più dell'orzo che del grano.
Per le pietanze liquide si usavano i cucchiai, mentre per pulire la bocca non vi erano tivaglioli, ma ci si serviva della mollica del pane che, una volta unta, veniva appallottolata per gettarla ai cani legati ai letti dei convivianti.
:: INTERNET ITALIANO :: Alimentazione - Storia e preistoria degli usi alimentari
Sezione dedicata alla storia dell'alimentazione con abitudini alimentari dei popoli e civiltà antiche .
L'agricoltura non era certo come la concepiamo oggi ma era costituita da una primitiva lavorazione della terra che iniziava con la semina, senza una preventiva “pulitura” del terreno, e terminava con la raccolta dei frutti.
La preparazione degli alimenti si modifica e, per la cottura dei cibi, si comincia l'uso della terraglia che dà inizio all'arte della ceramica.
La cottura dei cereali rese necessario l'uso del cucchiaio che fa la sua prima apparizione proprio in quest'epoca dapprima l'uomo usa conchiglie e ossa cave, senza manico, poi usa il legno e la terracotta e il cucchiaio ha la forma che anche noi conosciamo.
In Grecia, alle mense dei ricchi, veniva fatto grande uso di selvaggina e volatili serviti con salse agrodolci o con il “garum”, la prelibata e costosa salsa spagnola, dal sapore piccante.
La “maza” di orzo ricopri una funzione di primo piano nell'alimentazione degli Ebrei, consumata insieme a pietanze più o meno prelibate, a seconda delle possibilità economiche.
Educazione alimentare - Guida di Dada.net
Storia dell'alimentazione 24 Argomenti Prossimi 20 » Aspettando Ferragosto Bonas ferias augustales! Buon ferragosto! Il piatto ideale per l'occasione, secondo il celeberrimo Pellegrino Artusi, consiste in spiedini di prosciutto, fichi e melone accompagnati da vino generoso e genuino.
Il vino, re delle mense romane Il vino nella tavola dei Romani aveva un significato sacro ed era molto diffuso e ricercato.
L'alimentazione Un'opera di grande spessore culturale, che ritiene la storia dell'alimentazione una prospettiva d'indagine utile a cogliere, dall'angolatura specifica delle sue variabili, i mutamenti profondi della società italiana.
Atlante dell'Alimentazione e della Gastronomia Un'esauriente enciclopedia della cultura dell'alimentazione e del gusto, riccamente illustrata.
Evoluzione e alimentazione Attualmente, alla luce di chiarificanti acquisizioni scientifiche e di imperiose valenze etiche, una parte della popolazione mondiale effettua scelte alimentari più consapevoli e rispettose per il pianeta.
Le ricette e i cibi nell'antica Pompei - restaurant in pompeii - Ristorante il Principe Pompei
il pane aveva da tempo soppiantato altri cibi e pietanze sulla tavola dei Romani e costituiva il principale apporto di carboidrati della loro dieta.
Contrariamente alle abitudini primordiali delle popolazioni italiche, in età imperiale l'alimentazione dei Romani non era più a base vegetariana ma il benessere aveva incrementato il consumo di cibi ricchi di proteine, assunte in particolare con la carne.
Fra le specie animali ricercate dai buongustai romani figuravano anche il pavone, l'asino, il cane, il fenicottero, lo struzzo, la cicogna, il ghiro, allevato in apposite gabbie fittili, i gliraria.
I Romani si nutrivano anche di pesce, crostacei e molluschi.
Una campionatura dei principali cereali, legumi, ortaggi e frutta rinvenuti nell'area vesuviana è esposta nell Antiquarium.
Il miele era estratto dai favi degli alveari e l'apicoltura era una delle forme di 'allevamento' conosciute e ampiamente praticate dai Romani.
SanRemoGuide, la guida turistica della città di SanRemo
Esperti di nutrizione e dietologi sostengono che la dieta mediterranea sia un sistema di alimentazione molto sano, come anche rilevato dagli studi condotti negli anni '50 dal professor A.
Keys che per primo paragonò l'alimentazione dei paesi mediterranei con quella dei paesi del Nord Europa.
In Liguria dai tempi dei romani in poi la coltivazione dell'olivo e la produzione di olio diventarono una delle risorse economiche più importanti.
Con il passare dei secoli la richiesta di olio continuò a crescere e i liguri si affidarono all'abilità dei monaci benedettini di Taggia.
Vediamo quindi le caratteristiche organolettiche dell'olio extra vergine della Riviera dei Fiori, prodotto con le olive Taggiasche.
La severa normativa che regola questo olio extra vergine di oliva attribuisce la denominazione di origine e la menzione geografica, 'Riviera dei Fiori', solo ed esclusivamente a quell'olio extra vergine di oliva ottenuto dalle olive Taggiasche presente negli uliveti per almeno il 90%.
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Viaggio nella Storia:La vita al tempo dei Romani .
Una lezione della durata di due ore in cui verranno esposte alcune caratteristiche della vita quotidiana al tempo dei Romani, nei suoi aspetti più concreti.
A) La vita privata: la casa (domus, insula e villa), l'abbigliamento, l'alimentazione, i giochi dei bambini.
valle d'aosta: ricette ricetta gastronomia cucina della valdostana
La diversità è molto accentuata nelle zone di confine dove l'influenza culturale dei paesi vicini incide vistosamente sulla gastronomia del territorio che spesso - come è il caso della Valle d'Aosta - si può dividere al suo interno in varie zone con caratteristiche proprie dovute alla diversa altitudine del terreno e alla conseguente diversa produzione agricola e tradizione alimentare.
Dominata nell'antichità dal popolo dei Salassi, venne successivamente colonizzata dai Romani che costruirono strade, ponti ed acquedotti e fondarono la città di Aosta.
CUCINA VALLE D'AOSTA Gli antichi menù che si possono reperire negli archivi appartenevano alla gastronomia dei ceti più alti e non rispecchiano quindi le abitudini del popolo legate agli ortaggi, al cavolo soprattutto, al pane di segale, alle castagne, e, in misura molto contenuta, al latte, alla caccia e agli animali da cortile di cui i meno abbienti si riservavano le parti non commerciabili, così come fra essi molto diffuso era il Seras, ultimo prodotto della lunga lavorazione del latte..
La cucina dei ricchi è sempre stata invero molto varia, avendo accolto elementi di popoli diversi.
Da quelli dei Romani a quelli dei Francesi e degli Svizzeri (basti pensare alla famosa FONDUTA, un primo piatto a base di fontina e uova) molte sono le influenze sulla cucina valdostana legate alla storia di questa terra che si intrecciano con la grande novità rappresentata dall'introduzione delle spezie dovuta ai traffici commerciali che fiorirono durante il Medio Evo..


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