La natura divina
"I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo l'usanza; ma, trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri , mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: 'Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo'. Ed egli rispose: 'Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?'".
(Luca II, 41-49)
"Un giorno, aveva ormai nove anni, a Siddhartha fu concesso di partecipare alla prima aratura rituale dei campi. Il re presiedeva alla cerimonia. Quando i bramani conclusero gli inni, il re entrò nei campi e arò il primo solco mentre dalla folla si levavano gli evviva. Quindi tutti i contadini, seguendo l'esempio del re, si misero ad arare i propri campi. Siddhartha si fermò a osservare un bufalo tirare con sforzo un pesante aratro, seguito da un robusto contadino dalla pelle bruciata dal sole. Vide anche i corpi dei vermi e di altre minuscole creature che venivano tagliati in due dalla lama. E, mentre si contorcevano, i vermi venivano adocchiati dagli uccelli che li trafiggevano col becco. Poi un grande uccello scese in picchiata e artigliò un uccello più piccolo. Aveva assistito a molte cose strane e per lui sconosciute. Si rifugiò all'ombra di un albero di melarosa, s edette a gambe incrociate e chiuse gli occhi per riflettere su quanto aveva visto. Dimentico della festa attorno a lui, rimase a lungo assorbito nelle immagini del campo, contemplando la nascita e la morte delle creature. Lo invase una grande compassione per gli esseri viventi e il desiderio di sanare tutti i mali. Quando, più tardi, il re e la regina passarono lungo la strada, lo trovarono ancora immerso in profonda concentrazione. La vista di Siddhartha immobile come una piccola, splendida statua commosse Gotami fino alle lacrime. Ma il re Suddhodana fu invaso da un'improvvisa paura".
(Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha, cap. 6)