CAPITOLO V

INQUINAMENTO INDOOR

 

 

 

 

5.1. La casa pericolosa

La casa rappresenta da sempre la sicurezza e la protezione dai rigori del clima e dalle minacce esterne, un luogo in cui ci si sente al riparo da pericoli e da occhi indiscreti, provvisto di tutte le comodità. Nel corso degli anni sono stati compiuti sforzi notevoli per migliorarne la vivibilità e per eliminare le possibili cause di incidenti in fase di costruzione e di utilizzo: incendi, crolli delle strutture, umidità, scarsa igiene, freddo, eventi traumatici e scosse elettriche. Un tempo la casa era soprattutto un luogo sicuro dove rifugiarsi, nascondersi e proteggersi dai predatori e dalle intemperie. Oggi però i pericoli maggiori per la nostra salute si annidano proprio all’interno delle nostre case.

La nostra salute è costantemente messa in pericolo da una forma insidiosa di inquinamento domestico, legata a un impiego sempre più massiccio di prodotti chimici e sintetici.

Solo da poco si è potuto conoscere il prezzo che l’umanità paga per l’uso di questi nuovi prodotti e materie plastiche, che hanno avuto enorme successo e diffusione negli ambienti domestici.

Per la maggior parte della giornata si vive in ambienti artificiali, forse addirittura a rischio, certamente fonti di tensione, essendo così estranei all’habitat naturale offerto dal territorio circostante.

Ma anche lo stesso territorio è in pericolo a causa di questo inquinamento che noi, con le nostre scelte e le attività domestiche quotidiane, non facciamo che accrescere.

Ogni volta che utilizziamo uno spray, laviamo i piatti, facciamo il bucato, ci laviamo, dipingiamo una stanza, compriamo prodotti a lunga conservazione o scegliamo tessuti in fibra sintetica, creiamo ulteriori difficoltà a noi stessi e all’ambiente.

Inoltre, le nostre case fanno un grande spreco di risorse preziose, come energia, materiali e acqua; contemporaneamente producono una quantità di rifiuti, in parte tossici, che finiscono per essere riversati nell’ambiente.

Da quando si è evoluto l’uomo conduce un’esistenza relativamente stabile: mangia lo stesso tipo di cibo, beve la stessa acqua, respira la stessa aria. Fino a poco tempo fa, tra l’uomo e la natura esisteva un certo equilibrio: se avvenivano dei mutamenti nell’ambiente o nel clima, tale equilibrio si ristabiliva in un processo evolutivo continuo.

Grazie alle doti di intelligenza e di abilità manuale, la specie umana ha sviluppato una particolare capacità di interferire nell’equilibrio naturale e di modificare l’ambiente.

La fabbricazione degli utensili, la scoperta del fuoco, la capacità di addomesticare gli animali per utilizzarli al proprio servizio, le nuove tecniche agricole e la costruzione di insediamenti abitativi stabili costituiscono i primi passi sulla via del progresso.

Ai primordi dell’esistenza, l’intervento umano nell’ambiente circostante influì in misura ridotta. Le popolazioni erano poco numerose e sparse sul territorio; l’ambiente aveva così tutto il tempo per recuperare e lo stesso accadeva agli uomini, il cui organismo poteva adattarsi gradualmente ai cambiamenti.

Ma, con la crescita della popolazione e l’inurbamento, l’interferenza sul territorio si è fatta intensa e permanente. Negli ultimi 50 anni, il ritmo dei cambiamenti operati dall’uomo sull’ambiente si è intensificato e oggi, dopo milioni di anni di graduale evoluzione, stiamo mettendo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza, quelle delle altre specie viventi e dell’intero ecosistema.

Durante il lunghissimo processo evolutivo, sulla terra si sono formati milioni di sostanze chimiche organiche e inorganiche, che tutte le specie devono utilizzare o selezionare per poter sopravvivere, alla cui presenza si devono comunque adattare: sono le sostanze chimiche naturali di cui noi siamo prodotto, produttori e consumatori.

L’interazione chimica dell’intero sistema si autoregola, purché le sostanze chimiche naturali siano presenti sempre con la medesima concentrazione e seguano lo stesso processo formativo, così come si è evoluto all’interno dell’ecosistema planetario, attraverso i cicli dell’aria, dell’acqua, della terra e delle varie catene alimentari.

Tuttavia dal momento in cui l’uomo ha scoperto il fuoco, la conoscenza della chimica è progredita: dalla semplice fusione e lavorazione dei metalli si è passati alla sintesi di sostanze completamente nuove, derivate soprattutto dal petrolio, dal carbone e dai gas.

Il maggior pericolo derivante dalle sostanze sintetiche è legato al fatto che non se ne conoscano con precisione gli effetti a lungo termine, è infatti possibile che gli effetti di una determinata sostanza non si manifestino per molti anni, come nel caso delle malattie prodotte dall’intossicazione d’amianto, le quali si possono manifestare dopo 10 o 20 anni dopo l’esposizione.

5.2. La casa malata

La minaccia crescente dell’inquinamento atmosferico è stata ampiamente dibattuta da tutti gli organi di informazione, ma pochi sanno che tale pericolo è in agguato anche all’interno della loro abitazione.

Esaminando con attenzione la propria casa si possono trovare dappertutto possibili fonti di inquinamento: gli elementi di copertura del tetto possono essere stati trattati con sostanze tossiche o isolati con materiali potenzialmente nocivi, nei muri con intercapedine può essere stata iniettata schiuma isolante che emana vapori di formaldeide, le vernici sintetiche e le carte da parati viniliche emanano esalazioni pericolose quando sono nuove, i pavimenti di legno possono essere stati trattati con vernici protettive sintetiche che emanano formaldeide e creano polvere, i mobili vengono spesso riempiti con poliuretano espanso, un prodotto altamente infiammabile, divani e poltrone a volte sono imbottiti con tessuti sintetici, le cucine e i mobili del salotto e della camera da letto sono a volte costruiti con legni trattati con pesticidi. Il caratteristico odore di una casa nuova, come quello di una nuova auto, è un evidente segnale di questa miscela chimica.

Inoltre nelle abitazioni si può riscontrare anche l’esistenza di agenti inquinanti di origine meno recente: esalazioni e gas prodotti dalla cattiva combustione di fuochi, stufe, fornelli; il piombo delle condutture dell’acqua, muffe, batteri, organismi trasportati dall’aria.

A tutto questo vanno sommati i normali prodotti di largo consumo: detersivo per la casa, sostanze lucidanti, cosmetici, medicinali, prodotti alimentari trattati con conservanti e coloranti, pesticidi da giardino, materiali per hobby, bricolage e manutenzione dell’auto.

Anche i servizi essenziali, come l’acqua, il gas e l’elettricità, presentano non pochi rischi: l’acqua può essere inquinata, l’elettricità oltre al pericolo di scariche, può generare campi elettromagnetici che interferiscono con i ritmi naturali dell’organismo, il gas non solo è esplosivo, ma può essere causa di allergie.

Persino il terreno su cui è costruita l’abitazione può essere nocivo per la salute di chi vi abita: il gas radon radioattivo presente nelle rocce può entrare in casa e, se la casa sorge in zone dove confluiscono energie negative, ciò può influire sia sull’umore sia salute degli abitanti.

5.3. Syck building syndrome (la sindrome dell’edificio malato)

Chi lavora negli uffici, negli edifici pubblici e nelle scuole accusa talvolta sintomi ricorrenti come: emicranie, affaticamento, sonnolenza, irritazione agli occhi e al naso, gola secca, generale perdita di concentrazione e nausea.

Mediante controlli dell’aria effettuati all’interno di questi ambienti è stato riscontrato la presenza di svariate sostanze chimiche inquinanti: formaldeide, radon, ossido di carbonio, anidride solforosa, ozono e composti particellari come il fumo di tabacco.

Tuttavia, si pensa che questi sintomi siano attribuibili anche ad altri fattori, come la luce fluorescente, aria troppo calda e secca, un accumulo di ioni positivi e il disadattamento individuale all’ambiente.

La medicina si trova oggi costretta a collegare sempre più malattie non a virus e microbi, quanto a fenomeni ambientali, che possono chimici, biologici e fisici. Con il notevole aumento di sostanze chimiche tossiche nell’ambiente, la sensibilizzazione è diventata una dei fondamentali oggetti di studio della medicina ambientale.

La sensibilizzazione è una reazione alle sostanze chimiche tossiche presente nell’ambiente a livelli generalmente considerati non dannosi.

Il fenomeno è sicuramente legato a particolari sostanze chimiche, alla loro concentrazione e alla predisposizione individuale. Una persona sensibilizzata può diventare progressivamente sempre più vulnerabile, tanto da reagire anche a quantità minime o a bassi tempi d’esposizione.

Quando insorge la sensibilizzazione, l’organismo reagisce sulla base di quattro meccanismi fondamentali:

- Quantità globale assunta: ogni individuo ha una soglia che fissa la quantità limite di sostanza contaminanti che il suo organismo può tollerare. Questa soglia è variabile e può essere abbassata dallo stress, dalle infezioni, dalla mancanza di sonno e da scarso esercizio fisico.

- Adattamento: spesso si verifica una reazione fisiologica alla sostanza contaminante, ma ci si abitua a tal punto da non accorgersene più. Questo adattamento, si ripeterà a ogni nuova esposizione sino a raggiungere una fase di esaurimento delle capacità fisiche di adeguamento, in cui compare la malattia.

- Bipolarità: la reazione naturale dell’organismo a una sostanza contaminante è l’attivazione dei suoi sistemi immunitari e non immunitari di difesa. Dapprima si verifica un aumento del ritmo metabolico nel tentativo di espellere l’agente inquinante e poi, a lungo andare, un forte abbassamento del ritmo con conseguente depressione dei sistemi di difesa. Alla distanza questa reazione bipolare porta l’esaurimento delle sostanze nutritive essenziali del sistema immunitario: insorge la malattia.

- Biochimica individuale: ogni sistema immunitario è diverso dall’altro, quindi anche la sensibilità individuale varia. Si conoscono più di 1500 anomalie metaboliche congenite, che possono danneggiare le capacità naturali di difesa del corpo.

5.4. Agenti inquinanti e tossici

Gli agenti inquinanti sono molti, ma non tutti sono tossici. Il termine agente inquinante è usato per definire qualsiasi sostanza liberata nell’ambiente come sottoprodotti dell’attività umana: alcuni sono un surplus di sostanze già presenti in natura, come l’ozono, l’anidride carbonica o il radon, altri sono elementi chimici sintetici. Molti di questi vengono assorbiti e metabolizzati dall’uomo o dall’ambiente senza conseguenze, mentre altri non esistono concentrati in natura, e sono difficilmente scomponibili una volta entrati per un qualsiasi motivo nelle catene biologiche.

Gli agenti inquinanti più pericolosi sono quelli che provocano mutamenti nelle strutture fondamentali dell’organismo: le cellule. Tra i primi vanno citati i cancerogeni, i mutageni: cioè che mutano la struttura genetica, i teratogeni: che producono tare o anomalie nello sviluppo del feto; seguono poi gli agenti tossici e subtossici, dagli aeropatogeni come i virus e i batteri, e gli allergeni i quali provocano reazioni allergiche.

5.5. Principali agenti inquinanti presenti nelle nostre case

5.5.1. I gas di combustione

I combustibili che si usano per cuocere e riscaldare sono tra le cause di inquinamento più rilevanti. Il metano, il cherosene, il petrolio, il carbone e il legno liberano tutti sotto prodotti nocivi, soprattutto se la combustione non è completa. In questo caso, il livello di inquinamento tra le pareti domestiche può essere elevato al punto da diventare pericoloso, soprattutto se le finestre sono chiuse, come accade durante le stagione fredda, o sono ermeticamente isolate.

- I fornelli e le caldaie a gas: essi producono una grande quantità di ossido di carbonio, di anidride carbonica, di ossido di azoto, di biossido d’azoto oltre a quantità minori di formaldeide, anidride solforosa e altri sottoprodotti. Gli apparecchi a gas guasti possono essere mortali, perciò è necessario verificarne il grado d’efficienza e sottoporli a manutenzione regolare, oltre a collocarli in ambienti ben aerati.

- Gli apparecchi portatili di riscaldamento a cherosene: questi non avendo sfoghi, sono particolarmente rischiosi poiché liberano gas nocivi e producono un alto tasso di umidità con conseguente condensazione sulle pareti o sui mobili più freddi. Costituiscono anche un grave rischio d’incendio, oltre che un pericolo per la salute, e non dovrebbero mai essere utilizzati in stanze chiuse, dove i gas possono accumularsi.

- Caldaie a nafta: anche loro inquinano pesantemente l’ambiente, inoltre le perdite intorno ai serbatoi emanano vapori difficili da eliminare, se il serbatoio è posto nel seminterrato i vapori sono destinati a salire in casa.

- Il fumo di legna e quello di carbone: essi contengono molte sostanze inquinanti tra le quali il micidiale ossido di carbonio. La maggior parte di queste sostanze dovrebbe essere eliminata attraverso il camino e limitarsi quindi a inquinare l’aria esterna; ma se le canne fumarie sono insufficienti o mal progettate o non pulite regolarmente possono impedire una combustione completa e far rientrare i gas tossici all’interno dell’abitazione. Il fumo di legna contiene inoltre talune sostanze ritenute cancerogene e si sospetta che nel fumo dei falò dove oltre al legno si brucia anche oggetti di plastica sia presente la diossina. Il fumo di carbone contiene livelli elevati di anidride solforosa, responsabile sia dello smog di città che delle piogge acide. Le stufe chiuse a combustione primaria e secondaria sono più efficienti, più sicure ed ecologicamente più pulite.

- Il fumo del tabacco: è uno dei pericoli più comuni. E’ stato accertato che, almeno 40 dei 2000 composti chimici che lo compongono sono cancerogeni. Il fumo espirato, inoltre inquina l’aria con sostanze ancor più nocive di quello ispirato dal fumatore, per questa ragione, il fumo passivo viene considerato un grave pericolo per la salute dei non fumatori.

5.5.1.1. Rischi per la salute

Durante i processi combustivi dei combustibili fossili, si sviluppano principalmente cinque composti chimici: l’ossido di carbonio, ossido e biossido di azoto, anidride solforosa e anidride carbonica, i quali producono effetti diversi sull’organismo umano:

- Ossido di carbonio: gas molto velenoso, incolore e inodore, prodotto da combustione incompleta del gas, dal fumo di legna, di carbone, di tabacco e dagli scappamenti delle auto. Sull’uomo riduce i livelli di assorbimento di ossigeno da parte del sangue, causa emicranie, vertigini, nausea e perdita dell’appetito, in concentrazioni anche basse e per brevi tempi di esposizione può essere mortale. I soggetti più a rischio sono i cardiopatici e gli asmatici.

- Ossido e biossido di azoto: gas tossici dal forte odore, prodotti dalla combustione incompleta del gas dei fornelli e caldaie. Sull'uomo produce gravi malattie del sistema respiratorio.

- Anidride solforosa: gas pungente presente nel fumo di carbone e di legna, emesso da apparecchi di riscaldamento a cherosene, è responsabile dello smog urbano ed è tra le cause delle piogge acide. E’ presente raramente a livelli pericolosi, ma può acutizzare le difficoltà respiratorie.

- Anidride carbonica: gas incolore e inodore, prodotto dalla combustione di gas in bombole per apparecchi di riscaldamento; è responsabile dell’aria viziata nelle stanze poco arieggiate. L’esposizione continua da parte dell’uomo può colpire il sistema nervoso centrale rallentando le reazioni. In forti concentrazioni e in tempi di esposizione lunghi può essere mortale.

5.5.2. Esalazioni dei prodotti domestici

Le abitazioni moderne nella struttura e nell’arredamento contengono molte sostanze chimiche organiche, inoltre se ne utilizzano molte altre per pulire, disinfettare, decorare la propria abitazione. La maggior parte di queste sostanze viene estratta o sintetizzata, da prodotti petrolchimici, liquidi o solidi a basso punto di fusione, di solito combustibili e insolubili in acqua.

La stragrande maggioranza di queste sostanze chimiche appartengono alla consistente categoria dei composti organici volatili (VOC), i quali liberano facilmente vapori, a temperatura ambiente, sia per evaporazione dei liquidi volatili sia per scarico di gas di solidi sintetici. I vapori accumulati sono spesso tossici e quasi tutti irritanti. Appartengono a questa categoria i seguenti composti chimici:

- La Formaldeide: dal punto di vista chimico la formaldeide è una sostanza organica composta da carbonio, idrogeno e ossigeno. All’aria aperta si decompone molto velocemente sotto l’azione dei raggi ultravioletti del sole; ma, negli ambienti chiusi, che, per via delle misure di isolamento termico in continuo aumento, sono soggetti a ricambi d’aria sempre più scarsi, essa richiede una particolare attenzione. A causa del suo effetto germicida, la formaldeide uccide microrganismi, batteri e funghi, ed il suo spettro d’azione è illimitato. La formaldeide è presente nei pannelli di masonite e in quelli multistrato. Altre importanti fonti di emissione sono i rivestimenti di soffitti e pareti, le scale, le porte, i pavimenti e le traverse di parquet. Inoltre sono state rilevate forti concentrazioni di formaldeide nelle schiume espanse che in quelle di urea-formaldeide, anche il sughero compresso può essere lavorato con colla sintetica e liberare questa sostanza tossica. La formaldeide è inoltre contenuta nelle moquette, nelle carte da parati, negli smalti, negli indumenti, nei cosmetici e in molte migliaia di prodotti per la casa.

- Bifenile policlorurato (PCB): deve essere classificato nella famiglia degli idrocarburi clorurati, cioè quelli nei quali uno o più atomi di idrogeno sono sostituiti da atomi di cloro. Per le sue proprietà elastiche, il PCB è utilizzato per collegare i giunti di dilatazione nelle costruzioni in calcestruzzo, per tamponare gli spazi intorno agli infissi esterni, per sigillare i sistemi chiusi come i circuiti refrigeranti o le lampade fluorescenti. Come emolliente, è impiegato nella costruzione di materiali sintetici, di mastici, di pavimenti in PVC, di colle e oli tecnici. Come additivo è utilizzato nella produzione di colori e lacche, che grazie ad esso, diventano più resistenti e perdono la loro infiammabilità.

Altri agenti inquinanti presenti nelle nostre abitazioni appartengono al gruppo dei pesticidi o antitarmici. Molte di tali sostanze vengono miscelate o solventi organici volatili; che inquinano l’aria, mentre le sostanze usate in giardino, possono nelle catene biologiche e penetrare nelle falde idriche. I trattamenti chimici a cui viene sottoposto il legname affinché non si alteri e non venga attaccato da muffe e insetti generalmente contengono due sostanze letali:

- Il Lindano: facente parte della gamma dei esaclorocicloexano, è l’insetticida di maggior impiego per la protezione del legno. Esso è un insetticida universale, il cui impiego va dall’agricoltura alla protezione di mobili e di edifici fino ai prodotti farmaceutici. E’ dotato di un ottima solubilità nei solventi organici e possiede un elevata volatilità. Si deposita in larga misura nella polvere di casa, sulle pareti, sui tessuti e sui mobili. E’ molto diffuso nell’ambiente e si trova in quasi tutti gli alimenti.

- Pentaclorofenolo (PCF): appartiene al gruppo dei biocidi, esso ha un forte effetto fungicida ed è impiegato per lo più nella preparazione di solventi per la protezione del legno. Il PCP viene impiegato anche per la conservazione del cuoio, soprattutto quelli di derivazione tropicale.

I Solventi sono presenti principalmente nei colori, nelle vernici, negli adesivi, negli sverniciatori, nei detersivi e anche nelle matite colorate. Essi comprendono il benzolo, lo xilolo, il toluolo, il perclorometano, il diclorometano, l’acetone e gli idrocarburi policiclici. Essi possono essere classificati in quattro gruppi principali:

- Idrocarburi alifatici: presenti nelle vernici, nei colori, nelle sostanze per la protezione del legno e nei diluenti per adesivi.

- Solventi a base di alcoli, glicoli, chetoni, esteri: sono presenti in diluenti e solventi per vernici e colori per tinteggiature, in smalti e lacche, in inchiostri tipografici.

- Solventi aromatici: di uso diffusissimo, sono presenti in smalti alla nitrocellulosa, in smalti per materie plastiche, in diluenti e adesivi.

- Idrocarburi clorurati: sono impiegati come solventi per lacche, vernici, catrame e grasso.

Le materie plastiche vengono usate quasi ovunque in casa. Le materie termoplastiche sono in teoria tra le più dannose, perché possono contaminare con gas o prodotti alimentari conservati. I PVC sono in assoluto i più nocivi, perché possono causare cancro, bronchiti croniche e malattie della pelle. Il polistirene può dare irritazioni agli occhi, al naso e alla gola e causare vertigini; mentre il poliuretano espanso può causare bronchiti, tosse e problemi dermatologici, oltre ad essere facilmente infiammabile. Molte materie plastiche, se prendono fuoco liberano gas fortemente tossici, inoltre bruciano a una velocità due volte superiori e sprigionando il doppio del calore ed esalazioni fino a 500 volte maggiori rispetto a materiali tradizionali.

- Poliuretano: i poliuretani sono prodotti sintetici che, per il loro impiego universale, sono diventati il gruppo quantitativamente più importante di prodotti chimici. Discussioni si sono accese sui problemi di tossicità del suo componente di partenza, l’isocianato, perché esso e gli additivi che spesso lo accompagnano sono già noti da lungo tempo come sostanze dannose per la salute di chi le lavora. I prodotti più diffusi che comportano l’uso di poliuretano sono i pannelli di masonite privi di formaldeide, i materiali di rivestimento, le vernici, i collanti, le colle, la gomma sintetica, le fibre, i materiali isolanti per cavi elettrici, le resine espanse per imbottiture, i materassi, i cuscini, l’isolante termico dell’abbigliamento invernale, i frigoriferi, le schiume per intercapedini, i pannelli isolanti sono solo alcuni prodotti contenenti poliuretano.

5.5.2.1. Rischi per la salute

- Formaldeide: la formaldeide è riconoscibile dal tipico odore pungente, irrita le mucose e gli occhi. Le sue esalazioni provocano inoltre cefalee, difficoltà di concentrazione, affaticamento, nervosismo, nausea, epistassi, sospetto cancerogeno. In caso di esposizione prolungata si instaura una certa tendenza alla depressione e all’ansia in rari casi sono stati osservati anche alcuni disturbi della volontà.

- Bifenile policlorurato (PCB): difficilmente si decompone si accumula nel tessuto adiposo del corpo umano. Indebolimento della vista, alterazioni epatiche, sterilità, indebolimento del sistema immunitario, nausea, senso di debolezza generale, caduta dei capelli e cloracne sono alcuni degli effetti prodotto dai PCB sul corpo umano. Si sospetta inoltre che il PCB oltre che epatolesivo e splenolesivo sia cancerogeno.

- Lindano: si assume attraverso la respirazione, la pelle e l’alimentazione. Nell’uomo si accumula principalmente nel tessuto adiposo, nel cervello, nel fegato e nel siero. Produce nausea, senso d’inquietudine, diaforesi e crampi.

- Pentaclorofenolo: è un potente veleno difficilmente biodegradabile, che inibisce il passaggio dell’ossigeno verso l’interno delle cellule. Esso viene assunto attraverso le vie respiratorie la pelle e l’alimentazione. Sintomi acuti di intossicazione sono crampi, svenimenti, disturbi a carico del fegato e del sistema nervoso.

- Solventi: il sintomo tipico dell’intossicazione acuta è costituito da svenimenti dovuti all’effetto narcotizzante, mentre in caso di esposizione prolungata subentrano disturbi epatici e renali.

- Materie plastiche: le principali patologie provocate dalle materie plastiche sono: tossicosi, irritazioni delle mucose bronchiali, cefalee, infiammazioni cutanee ipersensibilità specifica.

5.5.3. Fibre minerali e metalli

Una casa di città può accumulare fino a 20 chili di polvere in un anno. Questa polvere non è solo sporcizia, ma un amalgama molto vario, dai residui degli occupanti, degli animali domestici, di abiti, di materiali edili e prodotti alimentari. La polvere fine presenta il pericolo maggiore, perché sfugge ai filtri dell’apparato respiratorio e può penetrare nei polmoni. Nella polvere si possono trovare anche particelle tossiche e metalli pesanti.

- Amianto: le fibre di amianto di alcuni vecchi materiali edili come l’eternit, se respirate per lunghi periodi possono provocare il cancro ai polmoni, le fibre di vetro presenti nei materiali isolanti invece sono un rischio minore, ma irritano i polmoni.

- Metalli: questi penetrano nel corpo umano attraverso l’inalazione di polveri, l’acqua o i cibi. Il piombo delle tubature dell’acquedotto, dei residui dei gas di scarico delle auto è particolarmente dannoso ai bambini. Altrettanto pericoloso è il suo equivalente, l’ossido di titanio, che si trova oggi nelle vernici. L’alluminio delle pentole innesca reazioni a contatto con vari alimenti e il suo assorbimento può essere il fattore scatenante del morbo di Alzhaimer. Anche il cadmio, il mercurio e il rame sono tossici.

 

 

 

5.5.3.1. Rischi per la salute

- Amianto: fibra estratta dal silicato di calcio magnesio, usato come materiale isolante e antincendio, esse se portate dall’aria rappresentano un grave pericolo per la salute, perché provocano l’asbestosi e il cancro.

- Metalli: particelle di piombo, cadmio, alluminio e rame possono essere assorbite cumulativamente nel corpo fino a raggiungere livelli di tossicità. Il piombo è presente nelle vecchie tubature, il cadmio nelle vernici, il mercurio nel tonno in scatola, l’alluminio nelle pentole in cui viene assorbito dal cibo. Piombo e cadmio possono provocare danni al tessuto celebrale e nervoso. Il cadmio può danneggiare la vista, mentre l’intossicazione da metalli provoca emicranie e problemi respiratori.

5.5.4. Concentrazione di gas pericolosi

Questo tipo di problema è meno generalizzato e si manifesta localmente, di solito per elevate esposizioni contingenti all’ozono, che produce effetti di disagio immediato, oppure al radon, che rappresenta un pericolo più grave e protratto nel tempo.

L’Ozono è un gas velenoso, instabile, dall’odore pungente, presente nell’aria in piccole quantità, ed elemento costitutivo dello strato atmosferico di protezione che ripara la terra dalle radiazioni ultraviolette. Si genera ozono anche quando gli UV agiscono sugli idrocarburi e sugli ossidi d’azoto dell’aria inquinata o quando vengono prodotte scariche elettriche da apparecchi con motori a spazzole e da fotocopiatrici. Alte concentrazioni di ozono incrementano la formazione dello smog e possono essere rischiose per chi soffre di disturbi respiratori.

Il Radon è un gas radioattivo inodore e incolore, prodotto soprattutto dal decadimento dell’uranio 238, si trova in natura e nelle rocce vulcaniche (porfido, tufo, pomice), nelle falde idriche e nel suolo, e può entrare in casa attraverso certi materiali edili, come la pietra, i mattoni, l’intonaco e il cemento preparato con componenti ricchi di radon, oppure attraverso l’acqua dei rubinetti e il gas ad uso domestico. A volte è lo stesso terreno sul quale si costruisce che registra alte concentrazioni di radon, la fonte di maggior pericolo. Il gas filtra in casa attraverso fessure, tubi di scarico e persino il cemento. Nelle case sigillate ed ermeticamente isolate delle zone nelle quali è presente il radon la concentrazione può essere centinaia, o persino migliaia di volte superiore a quella esterna. Il radon decade in sostanze radioattive, la più dannosa delle quali è rappresentata dagli isotopi del polonio, che, quando sono inalati, emettono particelle alfa nel corpo, intaccando il sistema respiratorio, e diventando cancerogeni dopo lunga esposizione.

5.5.4.1. Rischi per la salute

L’Ozono, quale gas irritante e aggressivo, ha effetti sull’uomo anche a concentrazioni minime e può provocare reazioni variabili da individuo ad individuo. La sensibilità all’ozono si manifesta con stanchezza, mal di testa, limitazione delle capacità respiratorie e, a concentrazioni più elevate con tosse ed irritazioni della mucosa. Sono stati anche osservati oltre agli effetti negativi sull’uomo, danni alle foreste e perdite nei raccolti, soprattutto alberi delicati come il Pino, ed il Faggio o piante coltivate reagiscono sfavorevolmente all’ozono anche in basse concentrazioni.

Il Radon quando viene inalato danneggia i tessuti polmonari e l’esposizione prolungata è legata all’insorgenza di alcune forme tumorali.

5.5.5. Allergeni e microrganismi

Oltre ad alcuni componenti chimici dei materiali da costruzione o da arredamento, anche gli aspergilli e gli acari di casa vanno giocando un ruolo sempre più importante nella valutazione delle forme allergiche. Per lo più, essi si trovano insieme, nella polvere di casa, perché vivono in simbiosi, dato che gli acari dipendono dagli aspergilli nell’assimilazione dei microframmenti di pelle umana di cui si nutrono. Gli acari appartengono all’ordine degli areneidi e si annidano soprattutto nei materassi e nelle lenzuola, sulle federe dei cuscini e delle imbottiture, sui tappeti e sulle moquette. Gli aspergilli sono invece funghi. Essi costituiscono una fonte di allergeni sia diretta che indiretta perché, come già detto vivono in simbiosi con gli acari. L’isolamento termico degli edifici di nuova costruzione o anche nei locali con aria condizionata, impedendo sempre più l’afflusso di aria esterna, favorisce l’aumento dell’umidità interna fino alla formazione di condensa, creando così condizioni di vita favorevoli sia per gli aspergilli che per gli acari.

 

5.5.6. Campi elettromagnetici

A partire dall’invenzione della prima lampadina, al campo magnetico terreste sono stai vieppiù sovrapposti campi elettromagnetici artificiali, mai esistiti prima, che ne hanno modificato radicalmente le caratteristiche. Recenti studi hanno dimostrato senza ombra di dubbio le gravi conseguenze di queste alterazioni su tutte le forme di vita del pianeta. L’OMS avverte che condizioni ambientali più o meno disturbate sono causa o concausa del 90% di tutte le malattie e che, in questo, l’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog è in prima linea. Nonostante ciò, la rete pubblica di distribuzione e produzione di elettricità diviene sempre più fitta, il consumo di elettricità a casa e sul posto di lavoro diviene sempre più alto, le antenne di radio e televisioni sempre più numerose.

E’ impossibile ormai immaginarsi un mondo senza elettricità e che nessuno vorrebbe o potrebbe rinunciarvi più. Ma, se se ne conoscono i rischi e si adottano adeguate misure di protezione, se ne possono tuttavia evitare o almeno ridurne gli effetti negativi. Molte persone sono elettrosensibili senza saperlo: ma disturbi ricorrenti come anomalie cardiache, squilibri ormonali, emicrania, insonnia, spossatezza, nervosismo e variabilità d’umore, leucemia, alcuni tipi di cancro possono provenire da elettrostress.

- I campi elettrici alternati a bassa frequenza promanano da tutte le linee, cavi o fili, indipendentemente dal fatto che la corrente vi circoli o no. I loro effetti possono essere prevenuti con un impianto elettrico correttamente strutturato, che sia dotato di messa a terra e faccia uso di cavi schermati ben posati. Scientificamente sono proprie le basse frequenze, cioè quelle di 50 Hz delle reti di distribuzione elettrica, quelle che possono disturbare quotidianamente i nostri processi bioelettrici, in particolare durante il riposo notturno.

- I campi magnetici alternati a bassa frequenza sono generati per induzione da corrente elettrica alternata a bassa frequenza effettivamente circolante nelle linee e negli elettrodomestici in funzione. Sotto questo profilo sono critici molti apparecchi di uso comune, come i televisori, gli impianti Hi-Fi, i registratori a cassette, le radiosveglie, vari apparecchi dotati di trasformatori e così via.

- Le onde elettromagnetiche ad alta frequenza comprendono le onde radio, le microonde, la radiazione infrarossa, la luce visibile, la radiazione UV, i raggi X e quelli gamma. Le onde ad alta frequenza si generano essenzialmente attraverso emittenti di vario tipo e sistemi elettrificati ad alta frequenza. Radiazioni ad alta frequenza si generano nelle vicinanze degli schermi televisivi, dei monitor dei computer, dei telefonini cellulari, dei satelliti e degli impianti radar civili e militari. Molti processi biochimici dell’organismo, in particolare nel cervello, nelle cellule e nelle loro membrane, sono governati da segnali elettromagnetici ultra fini. Quando un sistema biologico viene influenzato dall’esterno con segnali artificiali, c’è sempre un effetto negativo. Le cellule sono in continua comunicazione fra loro, lo scambio avviene con segnali elettrici e mediante lo scambio di ioni attraverso le membrane cellulari. In Europa, sono attualmente attive due reti di telefonia cellulare, una a tecnica analogica, l’altra il cosiddetto sistema D, a tecnica digitale. La rete D lavora con onde elettromagnetiche ad alta frequenza, nell’intervallo 900-950 MHz. Sebbene la potenza massima delle emittenti delle reti D sia solo di 50 W, sono state scoperte nette modificazioni delle correnti cellulari, al punto di far comparire nell’elettroencefalogramma punte di forma mai riscontrate prima, ciò non può essere non preso in considerazione da chi abiti nelle vicinanze di emittenti della rete D o da chi usi telefonini che della rete D si servono. La Telecom e la Mannesmann aspirano ad una rete superficiale di tipo D. Inoltre fino a non tanto tempo fa, i telefoni senza fili, cioè i cordless, funzionavano ad impulsi analogici, che venivano diffusi solamente durante l’uso dell’apparecchio e perciò non creavano dei problemi seri. Le più recenti installazioni di questo tipo, invece, inviano segnali digitali, per lo più a 100 Hz, in continuità, cioè anche quando il telefono non è in uso; con ciò si genera una sorte di elettrosmog digitale, che è presente in ogni momento in tutta l’abitazione e persino nell’appartamento del vicino.

- Polarizzazioni magnetiche. Ogni magnete ha due poli, per cui si suole chiamarlo anche dipolo magnetico. Tali poli sono detti polo sud e polo nord, per analogia con quelli del globo terreste, che è forse, il dipolo più conosciuto. Il magnetismo terreste pare sia causato a correnti elettriche legate al moto del magma ionizzato e da una loro interazione con il campo solare. Tutte le modificazioni del campo hanno effetti biologici, in quanto quasi tutte le molecole coinvolte nei processi cellulari hanno un dipolo magnetico e perciò tendono ad assumere una certa orientazione privilegiata nell’inteso campo magnetico terreste in cui l’uomo vive da sempre. Medici e ricercatori riconoscono un nesso causale fra i campi magnetici artificiali cui si è esposti per lungo tempo ed alcuni disturbi della salute, fra i quali i disturbi del sonno. E’ per questo che molti esperti di bioedilizia avvertono pertanto di fare attenzione all’uso di materiali paramagnetici nel letto o nelle sue vicinanze, in particolare nella struttura stessa del letto, della rete e del materasso a molle. Nell’uomo è stato osservato che si produce un maggior numero di globuli rossi e si ottimizza la profondità del sonno quando si dorme in posizione nord-sud, con la testa rivolta verso nord. Questo effetto viene spiegato in termini di interazioni tra le direzioni del dipolo delle molecole del corpo e del campo terrestre, che porterebbe ad una attrazione fisiologicamente positiva e non ad una repulsione come nella posizione contraria.

- Polarizzazioni elettriche. Il campo magnetico è sempre generato da un dipolo, mentre il campo elettrico invece può essere generato da una carica singola. Nelle strutture artificiali, i dipoli nascono da cariche statiche. L’impiego di materiali plastici e di stoffe sintetiche ha completamente modificato il clima naturale degli interni. I tappeti, i mobili laccati o plastificati, gli schermi televisivi o dei computer generano cariche elettrostatiche che agiscono direttamente sul corpo. Persone che si muovono in una stanza, non solo producono campi elettrostatici attraverso il contatto e lo sfregamento delle suole delle scarpe con il pavimento, ma per certe combinazioni di materiali, determinano anche un accumulo di cariche nel corpo stesso. L’entità di tali tensioni dipende dall’umidità dell’aria e dalle proprietà isolanti del materiale del pavimento e delle calzature. Gli effetti più forti si hanno quando si cammina su pavimenti in PVC o in legno laccato o impregnato con potenziali elettrici fino a 7.000 V e campi elettrici di 10.000 V/m, i quali hanno delle ripercussioni sull’organismo. Ne segue quindi una modificazione del microclima degli interni, con aumento della ionizzazione dell’aria e relativo squilibrio dell’ambiente.

- Ioni. La qualità del clima negli ambienti interni è direttamente correlata con i tipi di ioni presenti nell’aria. Quelli piccoli a carica negativa, con i quali l’organismo, attraverso la respirazione, è sempre in contatto, sono necessari per la vita e rendono qualitativamente buona e gradevole l’aria e sano il clima. Al contrario, gli ioni a carica positiva, che tendono a depositarsi in particelle più grandi, come polvere, fuliggine, microrganismi e smog, peggiorano la qualità dell’aria perché troppo pesanti e troppo longevi. In caso di mancanza di ioni negativi, i grandi ioni positivi arrivano nelle vie respiratorie determinando una maggiore predisposizione verso malattie infettive da raffreddamento. Dai lavori di ricerca è risultato che densità elevate di ioni negativi inducono, nella maggior parte delle persone un aumento del tenore d’ossigeno nel sangue e una diminuzione della pressione parziale dell’anidride carbonica, assieme ad una riduzione delle pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

- Radiazioni della terra. Gli esseri viventi, sono esposti dovunque a radiazioni. Tutti gli atomi e tutte le molecole, secondo la meccanica quantistica, sono soggetti a transizioni di stato che implicano irraggiamento di quanti di energia. Nel passato, è stata dedicata una grande attenzione agli effetti dei disturbi del campo di radiazione naturale sui vegetali sugli animali e sull’uomo. In epoca moderna, medici come Palm, Hartmann ed altri, hanno condotto ricerche circa gli effetti sull’uomo delle radiazioni terresti, in particolare di quelle in corrispondenza delle fondazioni degli edifici e di quelle derivate da materiali edili ed impianti. La radiazione terrestre normale può essere molto disturbata da discontinuità geologiche come faglie, crepe, fessure nel terreno o da corsi d’acqua in pressione sotterranei. Il termine radioestesia è stato coniato dal prete cattolico Abbe Bouly per indicare quella particolare sensibilità che quasi tutte le persone possiedono chi più o chi meno accentuata, attraverso l’oscillazione di un pendolo tenuto in mano, possono rilevare radiazioni invisibili. Un tempo le chiese, le abitazioni venivano costruite con l’ausilio della radioestesia per non avere zone di disturbo della radiazione terrestre all’interno degli edifici. Oggi, invece, l’uomo, come microcosmo, con il suo definitivo distacco dal macrocosmo, sorride di questi mezzi, anche grazie ai numerosi ciarlatani, sedicenti rabdomanti, che, negli ultimi anni, per pura speculazione hanno screditato una tradizione millenaria ed una esperienza antichissima. La presenza di effetti geopatogeni può essere facilmente riconosciuto in natura: esperimenti condotti dal medico tedesco Hartmann hanno confermato che in certe zone soggette a fenomeni geopatogeni si hanno riduzioni fino al 50% della crescita delle piante ed un aumento della frequenze delle malattie. Sia nel regno animale che in quello vegetale, si possono riconoscere specie radiofobe e radiofile: le prime crescono e si moltiplicano più favorevolmente in zone non disturbate da radiazioni, le seconde in quelle disturbate. Appartengono alla prima categoria il faggio, il tiglio, il platano, il pino, la betulla, il melo, il pesco e gli alberi da frutta in generale, la begonia, l’azalea, la primula, il garofano, il cactus la rosa e in genere le piante coltivate. Appartengono alla seconda categoria la quercia, il salice, il ciliegio, il susino, il vischio, i funghi, la felce, l’ortica, il ginepro, il biancospino, il sambuco, la menta. Mentre tra gli animali sono radiofobi il cane, il cavallo, il bue, la pecora, il pollo, la capra, il maiale, la volpe, i pesci e tutte le specie non acquatiche di uccelli. Sono radiofili invece il gatto, il serpente, il coniglio, il gufo, ed alcuni insetti come le api, le formiche, le termiti. I risultati di numerose esperienze mediche disponibili in letteratura, mostrano che anche l’uomo, in quanto soggetto radiofobo, soggiace agli effetti negativi delle zone disturbate da radiazione, effetti che si concretizzano in malattie croniche. Tra gli effetti delle radiazioni del terreno osservati sugli esseri umani sono da annoverare aumento della frequenza cardiaca variazione della velocità di eritro-sedimentazione e dell’emocromo, alterazioni elettroencefalografiche e del sitsema neuroendocrino, variazioni del PH del sangue, disturbi di polarizzazione delle membrane cellulari, aumento del tempo di reazione, aumento della velocità di crescita delle cellule tumorali, minore resistenza allo sviluppo di germi patogeni, stress, variazioni del potenziale corporeo e delle correnti muscolari. Le zone disturbate da radiazione si possono individuare con l’ausilio di apparecchiature moderne, i principali indicatori fisicamente misurabili sono l’aumento della conducibilità elettrica del terreno, variazioni di ionizzazioni dell’aria in corrispondenza di sorgenti d’acqua, aumento della polarizzazione elettrica dell’aria, anomalie nella ricezione televisiva.

 

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