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Fatti straordinari in Calabria
Natuzza Evolo, la mistica che parla con l'Aldilà
Non c'è essere umano che, almeno una volta, non si sia posta
la domanda: "Qual è il fine ultimo della vita?".
Intorno a questo punto fermo della nostra mortalità gravita
il pensiero del mondo contemporaneo, limite che ha
influenzato i vari popoli fin dall'epoca più remota.
La consapevolezza di "essere per la morte", secondo il
filosofo tedesco Martin Heidegger, può mutarsi in angoscia e
bloccare ogni tentativo di dare un senso all'esistenza,
oppure può rivelarsi determinante nella ricerca della nostra
autenticità.
La scienza ha dissolto ogni dubbio sui fenomeni fisici che
in passato preoccupavano l'uomo, ma non riuscirà mai a dare
una spiegazione sui tanti misteri che ci circondano. Saranno
le religioni a dettare i loro dogmi fondati non più sulla
ragione, ma sulla fede.
Anche gli individui dotati di particolari carismi hanno il
privilegio di farci addentrare nei poteri straordinari dello
spirito.
Fra costoro, senza dubbio, un posto di primo piano spetta
alla mistica di Paravati Natuzza Evolo, simbolo vivente
della Fede Cristiana, che da oltre 60 anni con amore e
sacrificio offre il suo servizio spontaneo al prossimo.
Abbiamo avuto modo di sperimentare la mitezza e le facoltà
paranormali della semplice donna calabrese in almeno tre
occasioni.
Ad ogni incontro non si può dimenticare il suo sguardo dolce
e penetrante che infonde un ineffabile senso di pace e di
certezza.
La prima volta, nel 1963, dopo aver esibito una foto di
nonna Annunziata - deceduta nel 1954, Natuzza ci ha riferito
di averla incontrata e di averle presentato le nostre
istanze. La congiunta, che si trova in luogo di beatitudine,
ci ha ringraziati dell'affettuoso pensiero. Una decina di
anni più tardi, per impellenti motivi familiari, siamo stati
da Natuzza per un consiglio. Ebbene, la sua magnanimità ci
ha salvati da un pericolo imminente, essendosi rivelate
esatte le favorevoli previsioni suggerite dal nostro Angelo
Custode.
L'ultimo episodio risale al luglio 1974. Recatici d'urgenza
per conoscere l'esito postoperatorio di una giovane cugina,
con grande amarezza apprendevamo che - purtroppo - le cose
si volgevano al peggio. L'Angelo appariva triste e la
parente da lì a poco cessava di vivere. Non ci è rimasto che
deporre nella bara la foto personale della mistica a noi
donata.
Natuzza Evolo, la veggente calabrese, ha la capacità di
consolare e di convertire il cuore di migliaia di persone.
Nata a Paravati (Vibo Valentia) nel 1924, dove risiede, fin
da giovane ha rivelato i segni di un'eccezionale medianità.
La sua vita, pertanto, ha dell'incredibile. A 14 anni, a
causa della povertà della famiglia, ha preso servizio in
casa dell'avvocato Silvio Colloca, dove hanno avuto inizio i
primi colloqui con i Santi e i defunti.
Pur essendo analfabeta, le sincere parole di Natuzza
rispecchiano sempre la verità evangelica.
"Non sono io a sapere", ella risponde a chi la interroga,
"ma è Gesù che mi suggerisce quello che devo dire".
Eppure, nonostante la sua missione a favore della gente,
"con l'aiuto del Signore" ha trovato il tempo di dedicarsi
anche alla famiglia, educando i cinque figli e servendo il
marito.
Per tanti anni si è alzata di buon mattino per accudire ai
lavori domestici ed è andata tardi a letto, affinché di
giorno - senza pretendere mai nulla da alcuno - la sua porta
rimanesse aperta a chi aveva perduto ogni speranza.
Dal 1939 sono iniziate le sue sudorazioni ematiche che,
nelle bende e nei fazzoletti, si trasformano in simboli
cristiani, nonché in testi sacri di lingue diverse.
Al fenomeno, durante la Quaresima, si aggiungono le
stigmate, particolarmente lancinanti il Venerdì Santo
allorquando si è compiuto l'estremo sacrificio divino.
Per due lunghe ore, come si può rilevare dai rapporti
particolareggiati del prof. Valerio Marinelli, la pia donna
ripercorre assieme al Cristo tutta la Via Crucis.
Le mani e i piedi appaiono piagati, il cuore oppresso; il
respiro diviene faticoso e la fronte dolorante. Tossisce, si
contorce, prega Gesù che viene umiliato e flagellato.
Piange, ha tremiti convulsi e spasimi di morte. Infine
emette un lungo respiro e poi non c'è che il silenzio.
Natuzza accetta come una croce la sofferenza che le ha
mandato il Signore, senza alcun segno di protagonismo, in
beneficio di tutte le persone afflitte per le quali nutre
un'autentica predilezione. Di altre facoltà straordinarie è
dotata ancora la nostra mistica. Numerosi infermi hanno
intrapreso una cura adeguata, grazie alle precognizioni
mediche che la donna ha loro diagnosticato. Ma è il suo
Angelo a svelare il male e suggerire i rimedi del caso:
"Non è che dico io, io sono un verme di terra, non è che
faccio miracoli, sono una poveraccia", sostiene Natuzza,
"questo non lo faccio io, ma lo fa il Signore. Io mi impegno
solo a pregare". Per quanto riguarda il fenomeno della
bilocazione, cioè di essere in posti diversi: "Sì, sì, mi
capita", sostiene, "ma non con la mia volontà. Mi trovo
assieme ad un angelo, ad un parente di dove mi vedono, mi
trasportano loro…Avverto proprio come uno sdoppiamento ma io
non ho alcun potere, è il Signore che vuole così".
Nel gennaio 1944, dopo essersi sposata, le è apparsa la
Santa Vergine per annunciarle che un giorno si sarebbero
realizzate grandi opere, come la Fondazione "Cuore
Immacolato di Maria Rifugio delle Anime" e altre benefiche
istituzioni per anziani ed ammalati, sorte effettivamente 40
anni più tardi.
"Ho imparato", afferma Natuzza, "che è necessario pregare
con umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di
tutti, vivi e morti".
Sono sorti per questo, dietro invito della Madonna, i
"Cenacoli di Preghiera".
Costituiti organicamente a Paravati il 15 settembre 1994 ed
approvati dal Vescovo di Mileto Mons. Domenico Cortese, essi
ormai si stanno diffondendo dovunque. L'arrivo della Madonna
Pellegrina dalla piccola località calabrese che a Natuzza ha
dato i natali, reca "pace e benedizione" nelle nostre
Parrocchie. Anche a S. Martino di Taurianova, di recente, i
fedeli hanno potuto manifestare la loro sincera fede
portando perfino nelle abitazioni la graziosa effigie
affinché si compia il desiderio della Madre Celeste: "Si
possono unire nella famiglia pure quattro o cinque persone,
purché preghino Io sono in mezzo a loro e Gesù è contento".
Con i Cenacoli pure i messaggi mariani raggiungono ogni
anima generosa e il nome di Natuzza ha già varcato i confini
regionali.
Del "caso Evolo", d'altronde, si sono interessati da sempre
i personaggi più autorevoli. Basta citare il prestigioso
scrittore dell'Ottanta Nino Salvaneschi, il quale nel suo
ultimo libro di pensieri: "Questa vita che tanto ci
innamora" - (Dall'Oglio ed. - Milano - 1969) - ci offre un
flash su "Natuzza dei morti". "La chiamavano così perché
cadendo in trance all'infuori della sua volontà, vedeva i
morti e parlava con loro. Talvolta sudava sangue e questo
scriveva sui fazzoletti parole religiose. L'emografia e i
colloqui con i morti della brava popolana analfabeta…furono
studiati da medici e teologi. Anche da Puca, direttore del
manicomio di Aversa, e da Padre Gemelli, rettore
dell'Università Cattolica di Milano. Nel paese di Paravati
accorrevano folle di curiosi dell'aldilà e si era aperto un
nuovo ufficio postale per la copiosissima corrispondenza.
Natuzza, sempre cordiale, rispondeva a tutti rifiutando ogni
compenso…".
Se tutto questo avveniva una volta, oggi la televisione -
con la storia di Natuzza - ha catalizzato l'interesse del
vasto pubblico, e non solo calabrese.
La mistica di Paravati, ormai all'attenzione della Chiesa,
con i suoi Cenacoli costituisce un'ancora di salvezza per il
nostro mondo pieno di scandali e di orrori.
Pubblicazioni di Domenico Caruso su Natuzza Evolo:
1) "Natuzza, la mistica calabrese che parla con l'Aldilà" -
"L'AURORA" - Organo ufficiale dell'Associazione "Studi
Metapsichici e Cultura Spirituale" - Camerino - Anno 51° n.
489 - gennaio 2002.
2) Tra misticismo & Fede - "Natuzza Evolo, la mistica di
Paravati simbolo vivente della fede cristiana…" -
"STORICITTA'" - Rivista d'altri tempi - Mensile illustrato
di storia locale, costumi, personaggi, ricordi. - Lamezia
Terme (CZ) - Anno XI n. 103 - Gennaio-Febbraio 2002.
3) Durante la Settimana Santa la mistica di Paravati, da
oltre sessanta anni al servizio del prossimo, prova le
stesse sofferenze del Cristo - "La Via Crucis di
Natuzza" - "ARIANOVA Metropolipiana" - Mensile di
informazione - Taurianova (R.C.) - Anno VII n. 37 -
Gennaio-Marzo 2002.
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