Scritto da Don Gaspare Caselli per ricordare Don Sebastiano Raineri in occasione della esumazione delle sue spoglie mortali avvenuta il 5 marzo 1997.
Ricordo di Don Sebastiano Raineri
- Arciprete di Casticciano -


Don Sebastiano Raineri

Carissimi,
   fino a un mese fa si poteva osservare, nel Camposanto di Casticciano, un piccolo cippo eretto 44 anni or sono sulla tomba dell'Arciprete Don Sebastiano Raineri deceduto il 25 agosto 1953.
   Nella lapide ricordo si leggeva:
"Qui - in mezzo ai suoi cari - e in mezzo ai suoi parrocchiani riposano le ossa - dell'Arciprete Raineri Sebastiano - che per 50 anni - visse di abnegazione e di sacrificio - amante dello studio - e delle verità eterne - n. 9 Marzo 1875 - m. 25 Agosto 1953"
   Per oltre quarant'anni quella tomba interrata, nella sua estrema semplicità, ha tenuto vivo il ricordo del degno sacerdote vissuto al servizio pastorale della sua gente per ben 50 anni.
   A seguito di una ordinanza del Comune di Bertinoro il 5 marzo scorso le spoglie mortali di Don Sebastiano sono state esumate e i resti ricuperati traslati nella tomba della famiglia Raineri nello stesso Cimitero.
   Ho ritenuto doveroso cogliere la circostanza per riservare al venerato Arciprete un ricordo nella preghiera unitamente a un breve cenno sulla sua vita espresso in queste pagine.

   Nella Santa Messa solenne delle ore 11 del Lunedì di Pasqua, celebrata in sua memoria, invocheremo la bontà del Padre celeste perchè si degni di avere nella pienezza della sua luce, partecipe della liturgia eterna, l'anima di Don Sebastiano fedele e saggio messaggero della sua Parola.

Don Gaspare Caselli  

Don Sebastiano Raineri, figlio di Giovanni e di Costa Anna, nacque nel podere di Varano a Montezoppo di Predappio Alta il 9 marzo 1875. Fu battezzato nella Chiesa Arcipretale del paese e gli fu imposto il nome di Sebastiano.

   Espletato il corso di scuola elementare passò al Seminario diocesano di Bertinoro retto, a quel tempo, dai Gesuiti della Provincia religiosa di Torino. Quivi compì lodevolmente gli studi ginnasiali e liceali. Avvertendo la chiamata al sacerdozio affrontò il corso di sacra Teologia che svolse e concluse egregiamente.

   Il 24 settembre 1898, sabato della Quattro Tempora di autunno, fu ordinato sacerdote a Cesena da S.E.Mons. Alfonso Maria Vespignani Vescovo di quella città, essendo la sede vescovile di Bertinoro vacante per la morte di S.E.Mons. Ludovico Leonardi.

   In un suo manoscritto intitolato "BAZAR" in data 26 settembre1922 Don Raineri così descrisse la data della sua ordinazione sacerdodate: "Sono stato ordinato sacerdote il 24 settembre 1898, festa della Madonna della Mercede, da Mons. Vespignani Vescovo di Cesena, insieme ad un certo don Rondoni di Forlimpopoli, ora defunto, e a don Giuseppe Barasi, attualmente parroco di San Paolo in Aquiliano.

   La prima messa la celebrai all'Altare Maggiore del Duomo di Bertinoro, dove era presente una Immagine della Madonna del Buon Consiglio. Erano presenti i miei genitori e pochissimi parenti, poi andammo a casa, a Varano (Predappio), dove era rimasto mio zio Giuseppe e la Maestra Rosa Maltoni Mussolini che ci cucinò qualche cosa per desinare".

   Tre anni più tardi, nell'ottobre del 1901, Don Raineri fu nominato Arciprete di Casticciano a seguito della rinuncia dell'allora parroco Don Giuseppe Grazioli nominato canonico della Cattedrale di Bertinoro.

   Sacerdote integerrimo e di vivo ingegno, Don Sebastiano fu stimato e ben voluto da chi ebbe la sorte di conoscerlo. Per vari anni tenne la cattedra di Teologia Dogmatica nel Seminario diocesano dove, nonostante la giovane età, si cattivò la stima degli alunni che lo ammirarono per la preparazione culturale e la vivacità dell'ingegno.

   Amante di storia locale si dedicò a numerose ricerche storiche frequentando biblioteche e consultando archivi. Annotò studi e appunti in diversi quaderni manoscritti dal titolo "BAZAR" custoditi nell'Archivio vescovile di Bertinoro.

   Fece studi su "La sedia di San Rufillo", su "La patria di Pasquale II", su "Predppio antica", su "San Vitale di Monte Casale". Inoltre scrisse commedie, annotò aneddoti. Tentò, infine, un commento all'Apocalisse.

   Amò molto la sua Chiesa che aveva ereditato in stato fatiscente. La carenza di mezzi economici gli impedì, contrariamente ai suoi desideri, di porre subito mano al restauro del sacro edificio che andava sempre più deteriorandosi. All'inizio degli anni trenta con un particolare e costoso intervento provvide a singolari restauri che preservarono la bella chiesa da una irreparabile rovina. Vi investì la considerevole somma di L. 35.000, una spesa talmente elevata che lo costrinse a contrarre gravosi debiti che poi estinse nel tempo con pesanti sacrifici.

   Nell'ottobre del 1945, durante il passaggio del fronte, vide la sua Chiesa, che tanti sacrifici gli era costata nei restauri di quindici anni prima, lacerata dall'esplosione di alcune mine fatte brillare nella strada antistante dalle truppe tedesche in fuga nel tentativo di ritardare l'avanzata delle truppe incalzanti anglo-americane.

   Le sofferenze e le ansie per la sua chiesa gravemente lesionata, la complessa situazione politico-sociale venutasi a creare nell'immediato dopoguerra fonte di divisioni in mezzo al suo popolo gli furono causa di gravi pene morali. Nel 1944 il Vescovo Mons. Gardini, considerato il suo stato di salute, ritenne opportuno affiancargli un sacerdote che lo coadiuvasse nel ministero. Si alternarono così, in capo a sei anni, tre sacerdoti che operarono a Casticciano al fianco di Don Raineri. Dall'aprile 1944 all'aprile 1946 vi fu Don Luigi Brighi novello sacerdote di Casticciano. Per altri due anni vi fu Don Michele Ronchi di Bertinoro e, per altri due anni ancora, Don Angelo Biagianti di Faenza sacerdote diocesano. Don Biagianti, deceduto nel 1958 in età di soli 41 anni, lasciò di sé, in mezzo al popolo, un indimenticabile ricordo per il suo zelo, la sua semplicità di vita, la sua pietà e il suo spirito di povertà.

   Il nome di Don Raineri resta in particolar modo legato ai suoi 50 anni di ministero sacerdotale a Casticciano e al radicale restauro della Chiesa che, per il suo stato pericolante, era stata interdetta al culto con ordinanza del Podestà di Bertinoro in data 28 dicembre 1928. In una nota ralativa al restauro Don Raineri così scrive:"...Se non avessi impegnato quel poco che avevo ed anche quel credito di cui allora godevo, i lavori non sarebbero proseguiti e completati ed ora i parrocchiani di Casticciano sarebbero senza chiesa e la Diocesi di Bertinoro avrebbe avuto la pocoinvidiabile sorte di avere, proprio nel subvicariato, due chiese parrocchiali in rovina... Ora la Chiesa della SS. Trinità in Bertinoro potrà essere in irreperabile rovina ma la Chiesa di Casticciano stà; e vogliamo sperare ancora per secoli; e con orgoglio, sia pure di vanesio, oso chiamarla la "mia Chiesa". Conclude sperando di non essere deriso o compatito per essersi compromesso in gravi spese e debiti per salvare la "sua Chiesa" che aveva corredato anche di un nuovo campanile.

   Don Raineri legò il suo nome anche a molteplici studi storici, in larga parte andati perduti, e alla istituzione della Cassa Rurale di Casticciano fondata il 2 gennaio 1902, legalmente registrata. All'atto di apertura contava 8 soci fondatori. Di questa Cassa Rurale fu primo Presidente il Sig. Giunchi Pasquale.

[risulta inoltre che Don Sebastiano "sostenne il locale Circolo Cattolico corredato anche di una allegra fanfara che prestava servizi nelle feste parrocchiali dei dintorni e di una Filodrammatica a cui Don Raineri affidava sovente la rappresentazione delle sue Commedie]

   Don Raineri visse il suo sacerdozio nell'annuncio delle verità eterne traendo forza dall'Eucarestia quotidianamente celebrata e confortato da una sentita devozione alla Vergine Santissima. Ricordava, con senso di soddisfazione e di gioia, di essere stato ordinato sacerdote nel giorno della "Festa della Madonna della Mercede" e di aver celebrato la sua Prima Santa Messa nel Duomo di Bertinoro davanti a una "Immagine della Madonna del Buon Consiglio". Con enormi sacrifici salvaguardò la Chiesa di Casticciano dedicata alla Madonna delle Grazie. In una sua nota espresse un giorno la sua viva sofferenza per lo smarrimento di una Immagine della Vergine, a lui molto cara, nel Seminario al tempo della sua preparazione al sacerdozio e andata, chissà come, perduta.

   Dopo aver rinunciato alla parrocchia visse gli ultimi tre anni in una misera stanza a piano terra del complesso parrocchiale in povertà e umiltà come sempre. Era la stanza da lui adibita 50 anni prima a sede della Cassa Rurale e poi come luogo di incontri pastorali.

   Il 25 agosto 1953 le campane della "sua Chiesa", installate nel campanile da lui eretto, annunciarono tristemente la sua fine terrena. Per Don Sebastiano iniziava quel giorno il tempo del premio che Dio nella sua bontà e misericordia riserva ai suoi "servi buoni e fedeli".

   Il Bollettino Ufficiale della Diocesi di Bertinoro, annunciando la morte di Don Raineri, così scriveva:

"Il 25 del p.p. agosto nella Canonica di S.M. in Casticciano finiva la sua vita mortale a 78 anni di età e a 55 anni di Sacerdozio e a 50 di ministero parrochiale il M.R.D. Sebastiano Raineri, già arciprete di quella parrocchia, dopo lunga e penosa malattia di 5 anni sopportata con esemplare rassegnazione. Quanto il sacerdote integerrimo e di vivo ingegno fosse amato e stimato dai suoi parrocchiani, lo mostrò il grande concorso di essi che ai funerali affollavano la vasta e bella Chiesa"

   Nel giorno Trigesimo della morte i parenti espressero il loro cordoglio, nel ricordino funebre, con queste parole:

SPLENDA LA LUCE DEI BEATI ALL'ANIMA BENEDETTA
DI
D. SEBASTIANO RAINERI
CHE DOTATO DI INGEGNO VIVACE
DI AMORE ALLO STUDIO DI VASTO SAPERE
RESSE PER 50 ANNI LA PARROCCHIA DI S. MARIA IN CASTICCIANO
OVE LASCIA IN ESEMPIO LA SUA VITA DI ABNEGAZIONE
DI POVERTA' DI SACRIFICIO

Aprile 1997 - Don Gaspare Caselli   


50° della morte


Il giovane Don Sebastiano Raineri

Don Pietro Mario Casadei: "Alcuni ricordi di nove anni di parrocchia trascorsi a Casticciano, di cui uno e mezzo assieme al mio predecessore don Sebastiano Raineri

"Cenni storici sulla Chiesa Parrocchiale di Casticciano"



Don Sebastiano davanti alla canonica della Chiesa di S. Maria in Casticciano. In quella casa, abitarono i miei bisnonni all'inizio del 1900, mio padre dal 1927 e i miei genitori dal 1932 a circa il 1936.

   Questa pagina vuole essere un mio sentito e personale omaggio a Don Sebastiano, mio prozio. Morto quando avevo sette anni. Di lui conservo solo sfumati ricordi, di quando la domenica si andava a far visita allo "zio prete" gravemente malato.

   Molti ricordi legano la mia famiglia a Don Sebastiano e alla Chiesa di Casticciano. Quando nel gennaio 1927 i miei nonni paterni e tutti i miei zii si trasferirono a Colleferro (Roma), mio padre, allora quindicenne, fu affidato alle cure dello zio Don Sebastiano. Settimo di dieci fratelli, fu l'unico a rimanere in terra di Romagna. Mio padre da Forlì si trasferì a Casticciano dove iniziò la sua vita al fianco dello "zio prete". In quegli anni conobbe una ragazzina di nome Cristina Zecchi, mia madre, che abitava proprio nella casa colonica di fronte alla chiesa. I miei genitori hanno vissuto i primi anni della loro vita coniugale proprio nella canonica della Chiesa di Casticciano, assieme allo zio. In Casticciano sono stati celebrati i matrimoni dei miei genitori il 25 agosto 1932, di mio fratello Orazio il 28 novembre 1963, e il mio, l'11 novembre 1972. Lì sono nati mia sorella Delia e mio fratello Orazio. In quella Chiesa sono stati battezzati i miei fratelli. Nel piccolo Camposanto di Casticciano è sepolta mia sorella Bruna morta all'età di sei anni, nel 1942, quattro anni prima della mia nascita. Nello stesso Cimitero trova riposo, nella tomba di famiglia, mio fratello Orazio morto il 1 maggio 1996.

Chiesa di Casticciano
L'alto cipresso fu piantato da Don Sebastiano nel mese di maggio 1936 per ricordare la proclamazione dell'Impero.
Foto estate 1994
Chiesa vista dalla strada che conduce al Cimitero
Foto estate 1994
Il piccolo Cimitero di Casticciano. Sul fondo a detra si intravede la tomba di Don Sebastiano, allora ancora esistente.
Foto estate 1994

Tomba di Don Sebastiano Raineri.
Foto dicembre 1953
La lapide

»»» Ciò che mi lega allo "zio prete": un albero genealogico e una catasta di libri vecchi, molto vecchi, in parte mangiati dai topi.

   Alla morte dello zio deve essere seguita un'opera di ripulisti della canonica. Manoscritti e libri ritenuti di interesse e valore furono dati all''Archivio vescovile di Bertinoro, quelli ritenuti di scarsa importanza e pregio a mio padre e da lui accatastati nella soffitta della nostra casa di Forlì, dove tuttora abitano i miei genitori. Fin da ragazzino sono stato incuriosito ed attratto da quel mucchio di vecchi libri, in gran parte mangiati dai topi ancora al tempo di Casticciano. Fu così che un giorno, ricordo all'età di circa quindici anni, decisi di ripulirli, di catalogarli e di riporli tutti in una cassa di legno. In mezzo a quella catasta trovai gli originali dell'albero genelogico della famiglia Raineri e di quello dei discendenti del ramo nobile dei Raineri-Biscia, alberi genealogici che lo "zio prete" fece redigere nel 1921 dal Collegio Araldico di Roma e di Francia (sono visibili in questa foto della mia famiglia, incorniciati ed appesi alla parte della sala). Da quel giorno mi sono "trascinato" questa cassa di libri vecchi in tutti i miei spostamenti e traslochi fatti. Quelli meglio conservati sono sistemati ed esposti nella sala della mia abitazione. Trattasi di volumi che vanno da circa metà del 1500 alla fine del 1800: un corso completo in 28 volumi di teologia, scritti in latino, del 1861-1863, alcuni volumi del periodico "La civiltà cattolica" degli anni 1853-1855, la Sacra Bibbia in tre volumi del 1851, alcuni dizionari, libri di novelle, una grammatica di greco, manoscritti di scarso interesse ed altri piccoli volumi eclesiatici. Appunti trovati in mezzo ai libri e lettere rinvute, testimoniano che gli interessi di Don Sebatiano erano rivolti anche alla rabdomanzia, alla archeologia, alla geologia e paleontologia.

[concordo con il cugino Riccardo quando scive: "Questo illustre personaggio, è stato il primo, dopo più di un secolo, a riportare in alto, il livello culturale della famiglia, dimostrando così, che la vera eredità dei Raineri, non era stata perduta"]

Maggio 2002 - Bruno Raineri   


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