SCRITTI E PUBBLICAZIONI.

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ATTENZIONE: QUESTI ARTICOLI SONO PROTETTI DA COPYRIGHT.

In questa sezione sono presenti gli scritti che sono già stati pubblicati (in formato cartaceo e/o sul web). Essi possono dare una idea di quella che è l'attività di scrittore di Bruno Manzini e del campo in cui opera. Per eventuali altre informazioni si prega di utilizzare i recapiti riportati, possibilmente dando priorità all'indirizzo e-mail (mnzbrn@libero.it).

HO SCRITTO L’OPUSCOLO "IL CANE: ISTRUZIONI PER L’USO", con il patrocinio del Comune di Viadana, e che è stato distribuito alla riunione "MONDO CANE: RANDAGISMO, ANAGRAFE CANINA REGIONALE, TATUAGGI E PROTEZIONE DEGLI ANIMALI". Il testo non è ancora presente in questa pagina, dato che non intendo divulgarlo per il momento, comunque si trattava di un opuscolo di nove pagine con tutte le indicazioni più importanti di carattere soprattutto legale e sanitario per i proprietari di cani.

HO SCRITTO L'ARTICOLO "IL RANDAGISMO NEL MONDO", PUBBLICATO in due parti sul periodico trimestrale "ANIMALISTI ITALIANI", anno II, n. 5 (Primavera 2000) e n. 6 (Estate 2000), dell'Associazione Animalisti Italiani ONLUS. Tale articolo è reperibile anche sul web, alla pagina: http://digilander.iol.it/animalisti/randagismoineuropa.htm

HO SCRITTO L'ARTICOLO "ANAGRAFE CANINA", PUBBLICATO in due parti sul periodico trimestrale "ANIMALISTI ITALIANI", anno II, n. 7 (Autunno 2000), dell'Associazione Animalisti Italiani ONLUS. E' reperibile sul web (http://digilander.iol.it/animalisti-italiani/anagrafe.htm).

HO SCRITTO L'ARTICOLO "QUANDO IL CANE SALVA LA VITA", PUBBLICATO su "DOG, il mensile dalla parte del cane", n. 23, anno 2000, uscito in edicola il 6 ottobre 2000, ISSN 1590-4628. Sito internet del giornale: www.dognet.it.

HO SCRITTO L'ARTICOLO "QUANDO IL CANE E' UNA SCOMMESSA", PUBBLICATO su "DOG, il mensile dalla parte del cane", n. 25, anno 2001, ISSN 1590-4628. Sito internet del giornale: www.dognet.it.

HO SCRITTO L'ARTICOLO "COSA FARE SE VENIAMO MORSI DA UN CANE", PUBBLICATO su "DOG, il mensile dalla parte del cane", n. 26, anno 2001, ISSN 1590-4628, pag. 18-21. Sito internet del giornale: www.dognet.it.

Attualmente ho in preparazione altri articoli, alcuni di prossima pubblicazione, che verranno aggiunti in questa pagina una volta pubblicati.

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IL RANDAGISMO NEL MONDO.

 

"THE GREATNESS OF A NATION AND ITS MORAL PROGRESS CAN BE JUDGED BY THE WAY ITS ANIMALS ARE TREATED." - MAHATMA GANDHI

Che significa che la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si misurano dal modo in cui in essa vengono trattati gli animali.
Volevamo renderci conto di quale fosse la situazione del randagismo nel mondo, e lo abbiamo fatto, tramite l'invio di 930 e-mail ad altrettante associazioni per la protezione animali in tutto il mondo. Sono arrivate centinaia di risposte, alcune soddisfacenti, altre meno ed altre ancora decisamente negative. Anche la quantità di risposte è stata sinonimo di una coscienza zoofila e di interesse per il randagismo. Da alcune nazioni non ci saremmo aspettati tante risposte, come ad esempio per l'India e la Russia, che hanno problemi ben più gravi di quello della sovrappopolazione animale: da altre nazioni ci è arrivata una quantità tale di informazioni, anche per posta normale, da meritare un articolo a parte. Abbiamo cercato mezzi di soluzione efficaci e possibilmente nuovi per la risoluzione del problema del randagismo. Problema che coinvolge in varia misura tutto il mondo, e non riguarda quindi solo l'Italia.
Sono diverse, fra paese e paese, sia le forme che acquista il fenomeno, sia i mezzi usati per contrastarlo, ma una prima costante che emerge dappertutto è la fondamentale azione svolta dalle varie associazioni per la protezione animali, perciò è ad esse che ci siamo rivolti. In quasi tutte le nazioni il problema del randagismo viene affrontato con la cattura e l'uccisione dei cani e dei gatti randagi ("catch and kill"), con la sterilizzazione dei maschi e delle femmine ("spay/neuter"), alcune volte a basso costo, come succede negli Stati Uniti, con il trovare nuovi proprietari per gli animali catturati e tenuti nei canili ("re-homing"), programmi di educazione nelle scuole ecc. Il numero di cani e gatti uccisi ogni anno con vari sistemi (camera a gas, veleno, caccia vera e propria con i fucili, elettrocuzione ed altro) è alto, si parla addirittura di milioni di animali uccisi ogni anno. Riguardo ai canili, esitono due tipi: quelli dove i randagi vengono anche soppressi, e quelli dove non li si uccidono (no-kill shelters). Dal Giappone, il sig. Kumiko Kudo della associazione Neko-Dasuke di Tokyo, ci informa che è stata approvata di recente la legge per la protezione degli animali, in cui sono previste delle multe per chi li abbandona; una legge simile a quella italiana.
Esamineremo qui di seguito la situazione di alcune nazioni, tenendo presente che per motivi di spazio non ci è consentito esaminare dettagliatamente ogni paese, ma faremo una cernita, basandoci sulle situazioni che più ci hanno colpito. Nel fare questo diamo per scontato che la situazione delle nazioni che non sono state citate rientra in un criterio generale, oppure saranno oggetto di un successivo articolo. Abbiamo dovuto tralasciare, per il momento, di menzionare molte associazioni e persone che ci hanno inviato vario materiale e di questo ci scusiamo.

GERMANIA
Caso abbastanza anomalo è la Germania, in cui non esiste praticamente il randagismo canino, ed attualmente stiamo indagando sul perché di questa mancanza, di cui però siamo ovviamente contenti. Problematico risulta invece, sempre per la Germania, il randagismo dei gatti, nonostante gli sforzi che vengono fatti, sia tramite la sterilizzazione e la restituzione dei gatti alle loro colonie di appartenenza, sia tramite l'affido familiare, da parte di molte associazioni impegnate nel settore. La sig.ra Eva Maisel della Tierheim Bayreuth, ci informa che la sua associazione, oltreché sterilizzare i gatti, li tatua, prima di affidarli ad un nuovo proprietario o di rimetterli nelle colonie. Vengono uccisi solo gli animali pericolosi o malati incurabili. Ci informa inoltre di problemi con l'Est europeo, dopo l'apertura delle frontiere. Per quanto riguarda i cani, la associazione Tierschutzverein fur Berlin ha uno dei più grandi canili nel paese, ed è molto attiva sia come canile, sia nel re-homing. L'associazione Arche 2000 ha mandato una clinica mobile veterinaria in Serbia durante la guerra per prestare soccorso agli animali. Attualmente svolgono programmi di informazione in Germania e a Creta. Robert Liessmann accudisce nella sua casa 56 cani e 62 gatti randagi; non ha recinzioni, come avviene nei canili normali, ma riesce a formare dei gruppi omogenei, così gli animali non litigano fra loro.

RUSSIA
Ms. Ludmila Beloglozova, veterinaria dell'Ass.ne Ekatering Public Society for the Protection of Animals Rights, sta cercando di fare un ambulatorio per iniziare la sterilizzazione, promuovere nuove leggi, responsabilizzare i proprietari. Nella sua lettera ci accennava alla gravissima situazione in Russia nei confronti degli animali ed in particolare a situazioni di crudeltà. Oltretutto pare che non riesca a reperire i fondi per i suoi progetti e ci chiedeva un aiuto.

BELGIO
Vengono sterilizzati e tatuati anche i gatti come in Germania. L'associazione Les Chats Sauvages di Tournai ha impostato un programma di adozione delle gatte sterilizzate che prevede, come da contratto di adozione, controlli ripetuti da parte dell'associazione. La signora Isabelle Blanchemain dell'Ecole du chat, ci ha comunicato anche il moto di questa associazione: "chats stérilisés, chats protégés" (un gatto sterilizzato è un gatto protetto).

GIAPPONE

Deludente la situazione: secondo i dati fornitici dal Sig. Yukari Sugisaka, nel 1997 sono stati catturati ed uccisi nei canili 650.000 cani e gatti randagi, 500.000 sono stati riaffidati a nuovo proprietari, 17.000 sono stati restituiti ai loro vecchi proprietari, e 2.000 di questi randagi sono stati affidati a laboratori universitari e non, dove sono stati vivisezionati. Da dire che in alcuni distretti del Giappone questo non è permesso, e di conseguenza i randagi, per loro fortuna, vengono uccisi nei canili.
Il sig. Kudo scrive inoltre che la sua associazione, che si occupa principalmente di gatti randagi, esegue la sterilizzazione, il re-homing e rimette i gatti sterilizzati nelle colonie.
La situazione del Giappone ci è sembrata abbastanza grave, nonostante molte associazioni stiano prendendo piede.

INDIA

La situazione indiana ci ha notevolmente sorpreso. La sig.ra Susi Weisinger dell'Ass.ne AHIMSA ci scrive che dal 1994 a Mumbai non si uccidono più i cani ma li si sterilizza e tatua.
Il sig. Ziarir Bharucha della Compassion Unlimited Plus Action di Bangalore e il sig. Nilesh Bhanage (ha 20 anni, e da tre si occupa di protezione animali, con uno staff di due veterinari) ci informano, oltre che sui servizi forniti dalle loro associazioni, tipo ambulanza, sterilizzazioni, ecc. che la signora Maneka Gandhi, Ministro per le politiche sociali, ha fatto bloccare l'uccisione dei randagi dal 23 maggio '99, e sta cercando di ottenere finanziamenti dal Governo alle associazioni per un progetto di sterilizzazione di massa. Pare inoltre che un grosso problema in India sia dato dai morsi dei cani randagi. Le associazioni lottano giornalmente anche contro la sovrappopolazione di altri animali, quali mucche, cavalli, scimmie, serpenti ed asini.

BRASILE
Situazione catastrofica: molti randagi, pochi canili già saturi, moltissimi abbandoni, favoriti anche dalla situazione di povertà. La dott.ssa Sara Faraci, veterinaria di origine italiana, della ACRAPA ha cominciato a fare le sterilizzazioni (effettuate 300), e, a seguito di una corrispondenza in cui le spiegavamo che in Italia esistono le multe per l'abbandono, sta attualmente contattando gli organi di Governo per proporre l'istituzione delle multe anche in Brasile, seppur di difficile attuazione.

STATI UNITI D'AMERICA
Una mole impressionante di dati e notizie ci è giunta dagli USA. In America si procede, nella maggior parte dei casi, col sistema "cattura ed elimina". Sono comunque state fatte molte ricerche sul randagismo, con statistiche, e le associazioni sono molto attive con programmi di sterilizzazione a basso costo, programmi di educazione nelle scuole, collaborazione con veterinari, ecc. Interessantissimo uno studio del NCPPSP (National Cuoncil on Pet Population and Policy ) del 1998, condotto su 12 canili selezionati, per esaminare le cause di abbandono, e ad intervenire su queste. Ci ha particolarmente colpito la grande attività e abnegazione di Dottie Schira, del Pregnant Dogs Without Homes,
che ha anche un servizio di accoglienza per le cagne incinte; veramente lodevole ed utile, anche perchè ha molte altre attività di protezione e diversi siti internet in cui spiega ciò che fa per gli animali.


CANADA
La sig.ra Valérie Charbonneau della SPA dell'Estrie (una regione del Québec) ci informa che il canile della sua società ha accolto 8000 animali, di cui 500 sono stati reclamati dai proprietari, 1500 sono stati fatti adottare e 5500 sono stati soppressi. Fanno anche la registrazione obbligatoria degli animali con il medaglione. La Calgary Humane Society (di Alberta, Canada) riferisce di 13000 animali catturati ogni anno, di cui 9000 gatti, 3000 cani e 1000 altri animali: adottati l'85% dei cani e il 55% dei gatti. Come negli U.S.A., anche qui si effettua la sterilizzazione precoce a cinque mesi di età (2400 l'anno). Beb Lewis dell'Akita Alumni, ci comunica che la situazione in Canada è meno grave che negli States, perchè il Canada è meno densamente popolato, ma negli ultimi anni la situazione sta peggiorando. Esiste un Codice Etico per la vendita dei cani di razza che devono essere sterilizzati prima della vendita, a meno che non siano destinati alla riproduzione.

EST EUROPEO
Da molte fonti ci giungono brutte notizie, sia per quanto riguarda gli animali randagi, sia per quanto riguarda allevamenti di cani di razza destinati all'esportazione nel resto d'Europa, spesso fatti entrare di contrabbando, soprattutto verso la Germania. Il giornale Zycie Warszawy, in un articolo sul canile di Paluch, parlava delle orribili condizioni sanitarie in cui erano tenuti gli animali randagi catturati, nonchè delle uccisioni di massa. Aniela Roehr e Anna Choda-Kowska del Comitato di difesa degli animali di Varsavia, hanno chiesto lo scorso 17 maggio l'aiuto della Comunità Internazionale per questa situazione.

ISRAELE
Ellen Moshenberg (Cat Welfare Society), ci dice della sterilizzazione troppo costosa in Israele, dei veterinari che non collaborano molto. Si usa sparare ai randagi, avvelenarli o, se catturati, soppressi nei canili. Ainat Margalit riferisce anche di canili "no-kill".

Concludiamo questa piccola rassegna dicendo che abbiamo visto come in tutto il mondo esistono migliaia di persone impegnate nella soluzione dei problemi animali: entriamo anche noi fra queste. Aiutiamole e aiutiamoci. Facciamo un nuovo millennio migliore, ma non da egoisti che pensano solo ai propri interessi: pensiamo anche agli animali, nostri compagni fedeli (e spasso mal ricompensati) di questa nostra vita.

Bruno Manzini e Annalisa Bertolin.

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ANAGRAFE CANINA

 

In quest'articolo vorrei dare qualche accenno a quello che può essere fatto a livello di comune, contro il randagismo, basandomi sulla mia passata esperienza, e magari lanciare qualche idea per migliorare le cose. Ricordo a tutti che spesso sono previste forme di collaborazione, sia da parte d'associazioni, sia da parte dei cittadini, nella vita dei comuni, e quindi credo che vi possano essere delle possibilità anche nella prevenzione del randagismo. Qualche anno fa, esattamente fra il 1993 e il 1994, mentre stavo scrivendo la tesi sul randagismo e l'anagrafe canina, ho avuto modo di vedere da vicino com'era gestita l'anagrafe canina regionale ed il canile in un comune della provincia di Mantova, precisamente al Comune di Viadana, e sono rimasto favorevolmente impressionato.
L'anagrafe canina regionale è stata istituita con la Legge 14/8/1981 n. 281, "Legge quadro in materia d'animali d'affezione e prevenzione del randagismo", proprio allo scopo di prevenire il randagismo. I sistemi per fare questo sono diversi, ma il problema è costituito spesso dalla loro APPLICABILITA': infatti, per prevenire il fenomeno dell'abbandono basterebbe evitare di abbandonare animali, ma per fare questo bisognerebbe educare i proprietari, cosa non facile, poiché il randagismo sussiste nonostante diverse campagne pubblicitarie contro l'abbandono. Si è pensato quindi di intervenire su un altro fronte: è stato infatti ipotizzato, e non a torto, che un sistema per impedire l'abbandono dei cani da parte dei loro proprietari, sia quello di vincolare legalmente il proprietario al possesso del cane, tramite l'iscrizione gratuita all'anagrafe, ed inoltre di sancire con delle multe sia l'abbandono, sia l'omessa iscrizione. Il fatto che siano previste delle sanzioni per chi abbandona dovrebbe scoraggiare questo comportamento da parte dei proprietari: l'applicabilità delle sanzioni risulta operativa nel momento in cui il cane riconosciuto abbandonato è ricollegato al suo proprietario, tramite il numero di tatuaggio. Il sistema così creato funziona a condizione che tutti i proprietari iscrivano i loro cani, che questi siano tatuati, e che il sistema di controllo funzioni (quindi anche l'applicazione delle multe, sia per l'abbandono, che per l'omessa iscrizione o l'omesso tatuaggio). Se viene a mancare anche una sola di queste condizioni, il sistema "anagrafe canina" non funziona più. Il fatto che nella stessa 281 siano previsti dei canili dove accogliere i cani randagi, a mio avviso, non deve essere interpretato come una sfiducia in partenza nei confronti della sua efficacia nella prevenzione del randagismo, ma come una necessità di avere la possibilità di accogliere i randagi e di effettuare il loro rehoming fino al momento in cui l'anagrafe canina funzionerà a pieno regime; inoltre bisogna tenere presente che i cani randagi si riproducono, generando nuovi randagi, che rimarranno sul territorio fino al momento della cattura o della loro morte.
Dall'uscita della 281, come sempre avviene, è intercorso un certo tempo prima che ci si organizzasse, a livello di comuni, o d'U.S.S.L. per far funzionare l'anagrafe canina (la 281 prevede che siano i comuni o le U.S.S.L. a gestire l'anagrafe canina, ma io in seguito mi riferirò al comune, in quest'articolo). Si sono dovuti risolvere diversi problemi, creare, ad esempio, dei modelli dei certificati, stabilire chi dovesse fare le diverse cose previste, ecc. Adesso si discute anche la possibilità di farla funzionare anche su Internet (PROGETTO DI LEGGE N. 6310, On. Taradash).
L'anagrafe canina funziona nel seguente modo:
1) Il comune organizza e gestisce l'iscrizione dei cani di proprietà, creando una vera e propria anagrafe
2) Organizza le operazioni di tatuaggio, insieme ai veterinari della locale U.S.S.L.
3) Gestisce i canili e le operazioni di cattura dei randagi.
Per gestire l'anagrafe canina bisogna disporre innanzi tutto dei modelli d'iscrizione all'anagrafe, di quelli di tatuaggio e di quelli per le variazioni, quali morte dell'animale, cambio di proprietario, ecc..
Il modello di certificato d'iscrizione deve comprendere i dati anagrafici del proprietario (nome, data e luogo di nascita, indirizzo, n. di tel.), ed i dati dei cani posseduti, con indicazione, per ogni cane, del nome, della data di nascita, del sesso, della razza, del n. di tatuaggio (già apposto sul modello), della taglia, del colore del mantello, del tipo di pelo, e della presenza d'eventuali segni particolari (compresa la presenza di un eventuale tatuaggio di tipo diverso, precedentemente effettuato). Tale modello deve essere di tipo cartaceo e deve prevedere anche una copia per il proprietario. I dati inseriti manualmente vanno poi registrati su computer, su un programma apposito, che si può creare modificando appositamente un comune database quale ad esempio Works della Microsoft, creando delle schede che riportino, per ogni proprietario, tutti i dati contenuti nel certificato d'iscrizione, ed inoltre la data d'effettuazione del tatuaggio, per ogni cane. Ogni scheda sarà riferita ad un proprietario, e conterrà fino ad un massimo di sei cani, dato che da mie statistiche riferite ad una popolazione di oltre 1.000 proprietari, risulta che difficilmente, escludendo i canili, si trovano proprietari con più di sei cani posseduti. La raccomandazione, dal punto di vista della compilazione dei certificati d'iscrizione, è quella di controllare sempre i nominativi dei proprietari che si presentano, allo scopo di evitare di iscrivere due volte un cane che sia già iscritto. Se si dispone quindi di un database aggiornato, nel momento in cui si presenta un proprietario, si controlla se ha già fatto l'iscrizione: se così non fosse si esegue l'iscrizione del nuovo cane sul certificato, e, se si ha tempo, si registra subito in computer, altrimenti si fa alla fine della giornata. Capita spesso infatti che si presentino persone che vogliono iscrivere un cane che è già iscritto, magari perché hanno perso il certificato, o perché hanno ricevuto il cane in regalo e non sanno se è già iscritto: in questi casi è facile sbagliare un'iscrizione. Sarebbe meglio delimitare nel tempo, fissando un orario di ricevimento, le operazioni d'iscrizione, in maniera di avere il tempo di gestire anche il database senza essere interrotti dall'arrivo di nuove iscrizioni: questo è importante per evitare errori. Se si parte da zero, perché non è mai stata fatta l'anagrafe canina, si può, una volta pronti sia i modelli, sia il database, fare dei manifesti di convocazione per i proprietari, invitandoli a presentarsi in comune per effettuare l'iscrizione. Tali manifesti dovranno avvisare i possessori di cani che si sono aperte le iscrizioni, che sono obbligatorie, gratuite, e che l'omissione è sanzionata. Si dovranno dare gli orari, l'indicazione dell'ufficio preposto e possibilmente un numero di telefono diretto al quale richiedere informazioni. Si avviseranno anche i proprietari che verranno in seguito convocati dal comune per fare effettuare il tatuaggio dal veterinario dell'U.S.S.L.. Quando sono apposti tali manifesti si ha in genere un flusso elevato di proprietari, ma poi questo decresce spontaneamente, man mano che aumenta la percentuale di cani iscritti sul totale dei cani di proprietà presenti sul territorio del comune. Quando si sarà raggiunto un buon numero di cani iscritti in una determinata località (frazione, quartiere), si può organizzare, di concerto con il veterinario dell'U.S.S.L., l'operazione di tatuaggio. A questa ultima precede la convocazione dei proprietari, in genere con lettera: si dovrà avvisare i convocati che possono fare eseguire il tatuaggio anche da un veterinario privato, se così preferiscono, che dovranno recare con sé il certificato d'iscrizione rilasciato dal comune, in quanto è su questo che figura il numero da imprimere, ed inoltre che il cane dovrà essere condotto al guinzaglio, con museruola e a digiuno.
Vi è da tenere presente che, anche se l'operazione di tatuaggio di un cane, di per se stessa non richiede che alcuni minuti, soprattutto se è disponibile un aiuto per il veterinario, le operazioni di trascrizione del certificato di tatuaggio possono richiedere più tempo. Quindi bisogna, anche sulla base del tempo che si ha a disposizione per effettuare i tatuaggi, organizzarsi in maniera da convocare per ogni operazione di tatuaggio un certo numero di proprietari, tenendo anche presente che capita spesso che qualcuno non si presenti, vuoi perché hanno già fatto eseguire il tatuaggio privatamente e non lo hanno ancora notificato al comune, vuoi per altri motivi.
Se, come capita spesso, si dovessero presentare alle operazioni di tatuaggio, proprietari senza certificato d'iscrizione, essi vanno inviati presso il comune per eseguire l'iscrizione, salvo che non si disponga della possibilità di consultare il database dell'anagrafe e poter quindi eseguire sul posto le operazioni d'iscrizione e tatuaggio contemporaneamente.
Il certificato di tatuaggio dovrà contenere, oltre i dati del proprietario, anche i dati d'identificazione del cane, e quindi nome, data di nascita, sesso, razza, n. di tatuaggio (che stavolta NON sarà già prestampato sul modello), taglia, colore del mantello, tipo di pelo, e della presenza d'eventuali segni particolari (compresa la presenza di un eventuale tatuaggio di tipo diverso, precedentemente effettuato): sarebbe utile anche la presenza di uno spazio per indicare l'impossibilità eventuale di eseguire il tatuaggio (ad esempio per particolari patologie). Una copia dovrà essere rilasciata al proprietario, che avrà cura di conservarlo insieme al certificato d'iscrizione, per eventuali controlli. Nel database dell'anagrafe, finite le operazioni di tatuaggio di una giornata, dovranno essere aggiornate le schede dei cani che sono stati tatuati; così facendo si convocheranno in seguito solo i cani che non sono stati tatuati. E' importante anche avvisare i proprietari che devono notificare in comune se hanno fatto tatuare il cane da un veterinario libero professionista, evitando così di riconvocarli per le operazioni di tatuaggio. Eseguite le operazioni d'iscrizione e tatuaggio dei cani di proprietà presenti sul territorio, il compito maggiore dell'anagrafe canina può dirsi concluso; restano sempre da fare le iscrizioni dei cani che nascono, le variazioni relative alle morti, ai cambi di proprietà, ecc.
Ma non ci si deve fermare a questo, perché l'anagrafe deve essere solo il primo passo per consentire i controlli contro gli abbandoni. Tali controlli sono fatti richiedendo l'esibizione del certificato di tatuaggio al proprietario di un cane, oppure verificando direttamente se il cane è tatuato. In caso d'inadempienze bisogna procedere con le sanzioni. Se questi controlli non sono fatti, e le sanzioni non sono applicate, non si riuscirà mai a debellare il randagismo.
Anche i randagi catturati e portati nei canili vanno controllati per vedere se sono stati tatuati; nel caso in cui non lo siano vanno tatuati, si compila il certificato di tatuaggio e d'iscrizione indicando come proprietario il comune; nel caso in cui il cane sia invece tatuato, esistono due possibilità. La prima è che sia stato abbandonato, ed in tal caso il cane deve essere affidato al canile e il proprietario dovrà andare incontro alle sanzioni previste, la seconda è che si sia smarrito, ed in tal caso sarà riaffidato al proprietario; nel caso in cui il cane sia stato smarrito, il proprietario, se vuole dimostrare di non averlo abbandonato, avrà dovuto comunicare lo smarrimento al comune, sia per poterlo ritrovare, sia per non incorrere nelle sanzioni previste per l'abbandono. Per quanto riguarda la gestione dei canili, affidata ai comuni in collaborazione con le U.S.S.L. e/o le associazioni zoofile, bisognerebbe che i comuni si attivassero anche per favorire il rehoming dei cani ospitati, ad esempio pubblicando annunci sugli appositi giornali, o intervenendo tramite i mass-media, come le radio locali, che spesso trasmettono programmi di annunci gratuiti. Sempre tramite gli stessi mezzi sono possibili programmi d'informazione sulla prevenzione del randagismo. Si possono attuare anche forme di collaborazione con associazioni per la protezione degli animali, non solo per la gestione dei canili, ma anche per tutto il campo della prevenzione del randagismo: inoltre è da ricordare la possibilità di organizzare corsi per le guardie zoofile, che possono collaborare per il controllo del randagismo. Dato che ai comuni e alle U.S.S.L. sono assegnati degli obiettori di coscienza, destinati ad operare per gli uffici assistenti sociali, sarebbe interessante presentare la proposta di permettere, in seguito a loro richiesta, che parte del tempo che passano a svolgere il servizio civile, sia destinata alla gestione dell'anagrafe canina, magari nei tempi morti. Spesso basta un poco di buona volontà da parte dei nostri amministratori per avere dei risultati tanto migliori. Se vedete che questa manca, richiedetela con insistenza, vedrete che prima o poi la perseveranza è premiata. Troppo spesso crediamo che il comune o gli altri uffici amministrativi siano "al di sopra" delle esigenze delle nostre comunità: invece loro devono lavorare per noi, per il benessere della nostra comunità. E questo significa anche risolvere il problema del randagismo, con i mezzi a nostra disposizione, come ad esempio l'anagrafe canina.
Bruno Manzini

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Quando il cane salva la vita.

 

Un esempio di come il migliore amico dell'uomo ci soccorre nei momenti di bisogno.

Di Bruno Manzini. (Pubblicato su "Dog, il mensile dalla parte del cane", n. 23, anno 2000, ISSN 1590-4628, pag. 22-23.)

Dopo tanti episodi in cui i cani sono stati protagonisti al negativo - vuoi per aggressioni da parte di cani di grossa taglia nei confronti delle persone, vuoi per problemi causati dal randagismo - finalmente abbiamo una notizia che ci fa vedere come in realtà il cane sia sempre il migliore amico dell'uomo. E' nata da poco più di un mese, una nuova associazione, la "Unità cinofila di Soccorso San Marco", composta di 18 persone che, armate della voglia di aiutare il prossimo e da una gran passione per i cani, hanno deciso di impegnarsi nel sociale, aiutando chi dovesse trovarsi in difficoltà. Il direttore, Giorgio Pancera, racconta a Dog che l'associazione è sorta spontaneamente dall'idea dei primi quattro soci, forse anche perché uno di loro fa parte dei Vigili del Fuoco ed un altro del SUEM, e quindi vi era già una forte predisposizione all'altruismo nel gruppo originario. In seguito si sono aggiunti altri soci, chi con il cane e chi senza, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui l'Associazione vanta l'apporto di diciotto persone, di cui dieci accompagnati dal loro cane, e altri otto che partecipano alle attività organizzative dell'Associazione stessa. Adesso il gruppo si sta organizzando in primo luogo per avere il riconoscimento ministeriale a livello nazionale, e poter così operare nel soccorso con la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco su tutto il territorio nazionale. Presto ci sarà anche una sede stabile. Gli uffici saranno a Marghera (Mestre - Venezia) e sarà attivata una pagina WEB sulle attività dell'unità cinofila. Per il momento i soci si trovano due volte la settimana in un campo attrezzato per l'addestramento dei cani, dove sono svolti gli allenamenti e i corsi di addestramento. Inoltre, una volta al mese, si parte per degli stage in montagna, con il Corpo Forestale dello Stato, dove vengono simulate situazioni d'emergenza, quali la ricerca e il salvataggio di feriti o di persone disperse. Presto saranno anche attivi dei corsi di topografia, quello sull'uso della bussola, il corso di pronto soccorso (anche veterinario), quello sui nodi (importanti in quest'attività di soccorso in montagna o in caso di terremoti), il tutto in collaborazione con il 118 ed il C.A.I. Franco Zanello, che è l'addestratore dei cani dell'associazione, ci ha spiegato che qualsiasi cane potrebbe fare parte di un gruppo della Protezione Civile, purché abbia la naturale predisposizione per questo tipo di lavoro, ed abbia seguito un corso d'addestramento apposito, che può durare fino a tre anni, a seconda del carattere e della velocità di apprendimento del quattrozampe e della disponibilità di tempo del padrone, che ovviamente deve avere parte attiva al corso. Il corso per cani da ricerca e soccorso si svolge attraverso varie tappe, un poco come fanno i nostri figli a scuola, affrontando man mano difficoltà maggiori, fino ad arrivare al saggio finale. Il periodo migliore per far cominciare l'attività ai cani è sui tre mesi d'età. Ma la caratteristica più rilevante di questi corsi, come ci ha più volte detto Zanello, è la qualità, che deve essere mantenuta ad un livello alto, per poter affrontare con serenità e competenza le situazioni di pericolo che, purtroppo, alcune volte si presentano. Quindi il cane viene preparato al suo lavoro futuro attraverso varie tappe che prevedono l'obbedienza, l'agility, ed infine le simulazioni di ricerca e soccorso. Chi volesse contattare l'Unità di Soccorso può telefonare al numero 0360/386608, oppure allo 041-988589, in orario ufficio.

Bruno Manzini.

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Si parla molto di scommesse clandestine che hanno come oggetto i cani. Facciamo il punto sull'argomento...

QUANDO IL CANE E' UNA SCOMMESSA

di Bruno Manzini.

Si è molto parlato delle scommesse sui cani, evidenziando l'aspetto del maltrattamento cui questi poveri animali vengono sottoposti, al solo scopo di far guadagnare denaro a persone senza scrupoli. Ma in quest'articolo vorremmo cercare di tracciare un profilo della persona che scommette sui combattimenti, partendo dal presupposto che tale individuo ha evidentemente dei seri problemi a livello comportamentale. Infatti, non mi pare concepibile che chi è sano di mente vada a scommettere assistendo ad uno spettacolo in cui due cani si sbranano, alcune volte fino alla morte. Anche perché esistono metodi molto meno violenti per cercare di perdere il proprio denaro! Quindi, evidentemente, queste persone cercano anche la violenza, lo spettacolo truculento, il sangue, la sofferenza e l'aggressività . E ben venga se al centro di tutto questo ci sia il nostro amico cane... Non diremo niente su chi organizza questi incontri, alleva (torturandoli di continuo) i cani da combattimento, fino a renderli pazzi assetati di sangue e di vendetta per il trattamento subito, vendetta che possono sfogare azzannando un loro simile più debole. Ci basterà dire solo che questi organizzatori guadagnano dalle scommesse sui cani perché trovano persone disposte a giocarsi il loro denaro pur di assistere ad uno spettacolo violento. Quindi non sfruttano solo gli animali, ma anche gli scommettitori che perdono il loro denaro. Rifletteteci, se v'invitano ad uno di questi incontri.

Il parere di un esperto.

Comunque sia, dato che il nostro è un giornale "dalla parte del cane", abbiamo deciso di intervistare un esperto in materia. Ci siamo recati perciò al Poliambulatorio "Carl Rogers" Associazione Puntosalute, di San Donà di Piave (VE), che è certamente uno dei più grandi centri in Italia in cui la psicologia è praticata anche per la cura degli scommettitori incalliti: qui abbiamo intervistato il Dottor Marafon, direttore sanitario della struttura.

Dog: Dottor Marafon, da cosa origina il comportamento degli scommettitori?

Marafon: "La nostra società, purtroppo, crea spesso delle problematiche di questo tipo, che dal punto di vista psicologico sfociano in disagio, aggressività e nevrosi. Vi è una sostanziale mancanza di punti di riferimento: la crisi della famiglia, la mancanza di una fede (politica o religiosa che sia), la confusione dei ruoli, vedasi come esempio il fatto che lo Stato riconosca come nocivo il consu mo del tabacco e poi gestisca esso stesso il monopolio della sua vendita. La società è giornalmente aggredita nei suoi capisaldi valoriali. Tutto ciò porta a conseguenze dannose sulla psiche, a "modi di fare" errati, alla confusione e si scatena l'aggressività. Quest'ultima può sfociare in comportamenti che vengono considerati accettabili o in altri che non sono considerati tali dalla società . Un modo di reagire a questo stato di mancanza di valori è l\rquote azzardo e la scommessa.

Dog: E come si concretizza tutto ciò?

Marafon: "Anche le scommesse possono essere considerate accettabili o no, dato che esse sono di diversi tipi: abbiamo quelle relativamente innocue, come ad esempio il "gratta e vinci", ed altre che, man mano, cominciano ad essere fonte di sopraffazio ne e violenza, come le corse dei cavalli o il pugilato, fino ad arrivare alle scommesse sui combattimenti dei cani, inaccettabili da una società civile. Paradossale è il fatto che alcuni comportamenti aggressivi vengano accettati e visti come socialmente c orretti: basti pensare agli incontri di pugilato, in cui due esseri umani si percuotono, alcune volte fino alla morte di uno dei due concorrenti. Qui si vede chiaramente un comportamento aggressivo fra due persone: nelle scommesse sui combattimenti dei ca ni avviene un po\rquote la stessa cosa, solo che qui sono protagonisti gli animali."

Dog: Ma anche le scommesse considerate "accettabili" possono portare a dei problemi?

Marafon: "Certamente. Le scommesse più innocue, come il "gratta e vinci" o le lotterie possono diventare pericolose nel momento in cui non si esercita più un controllo su di loro: ci troviamo allora di fronte ad una situazione d'assuefazione al gioco (non si riesce a più fermarsi) e ad un comportamento compulsivo degli scommettitori."

Dog: Che cosa è un "comportamento compulsivo"?

Marafon: "In pratica, per dirla in termini semplici, chi manifesta un comportamento compulsivo, sa di fare qualcosa che non dovrebbe fare, ma ne sente comunque il bisogno. E' come la casalinga che rubacchia le 10.000 lire al bilancio familiare per giocare al "gratta e vinci": lei sa che quelle 10.000 lire sarebbero destinate al bilancio della famiglia, magari per l'acquisto di alimenti, vestiti, ecc., ma comunque non può trattenersi dallo spenderle in questo modo."

Dog: Si può fare qualcosa per evitare questi comportamenti?

Marafon: "In questi casi, la terapia è psicologica e vengono attuate delle tecniche di disassuefazione normali, generalmente di psicoterapia breve."

Dog: Cosa pensa delle scommesse sugli animali?

Marafon: "Un altro tipo di scommesse è rappresentato da quelle che vedono coinvolti gli animali. Ci si potrebbe chiedere se sia lecito utilizzare animali per delle competizioni o se sia lecito, ad esempio, per favorirne le prestazioni, inibire il ciclo sessuale di una cavalla. Certamente dal punto di vista dell'animale questo rappresenta una forma di sfruttamento."

Dog: E per quanto riguarda chi scommette sui combattimenti dei cani, dal punto di vista psicologico, cosa possiamo dire?

Marafon: "Nelle scommesse sui cani si identifica una componente importante che è la facile, infantile dimostrazione di aggressività nei confronti del più debole. Questa componente rende particolarmente grave la condizione degli scommettitori, ed è la stessa che si riscontra anche in altri ambiti ben più importanti quali la violenza sui minori e la pedofilia. Paragonerei il comportamento degli adulti che assistono ai combattimenti sui cani a quello dei bambini che catturano una lucertola e le amputano la coda, o catturano una rana e la uccidono. Ciò è reso ancora più evidente se si considera che queste scommesse vengono fatte in maniera clandestina, essendo fuori legge: quindi c'è anche tutta un'atmosfera di segretezza e di trasgressione che eccita le mentalità di tipo infantile. Tutti no i abbiamo dentro una componente infantile, guai se non ci fosse, ma essa deve sempre essere sotto controllo, deve essere indirizzata verso un comportamento adulto: la differenza è che il bambino non ha alcun controllo morale e cognitivo, mentre l'uomo maturo dovrebbe averlo.

Dog: E in questi casi vi è una terapia psicologica?

Marafon: "I casi di scommettitori quali coloro che scommettono sui combattimenti dei cani necessitano di terapie più radicali, dato che non esiste solo la componente legata al gioco, m a anche quella della violenza e del sangue. Quindi queste persone devono essere trattate con psicoterapie importanti, impegnative e/o psicofarmaci. Noi, nel nostro centro, eseguiamo prima di tutto una visita di "valutazione psicologica", volta ad individuare il problema. In seguito indirizziamo il paziente verso il terapista più adatto, dal momento che oggi anche la psicologia, come tutte le altre branche della medicina, si è enormemente specializzata. Così abbiamo psicologi specifici per la terapia dei diversi casi. Molto spesso non basta rivolgersi ad uno psicologo generico, ma bisogna essere indirizzati in maniera più precisa."

Un'ultima considerazione: se non ci fossero scommettitori non ci sarebbero neanche scommesse sui cani. Aiutiamo queste persone f ornendo loro un indirizzo a cui rivolgersi per uscire da questo giro di scommesse clandestine. Il Poliambulatorio "Carl Rogers" si trova presso il centro Puntosalute a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, e risponde al n° telefonico 0421-22.22.21, l'e-mail è: info@puntosalute.it. Se conoscete qualcuno che scommette sui cani e vuole guarire... informatelo che qui potrà ricevere un aiuto e una costante assistenza psicologica.

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COSA FARE SE VENIAMO MORSI DA UNA CANE.

Di Bruno Manzini.

Recentemente abbiamo riportato la notizia che era stata emessa una sentenza storica riguardante un caso di "risarcimento danni" provocati dal morso di un cane randagio.

Prendendo spunto da questa notizia cerchiamo di dare qualche consiglio a chi avesse la disavventura di essere morso da un cane e non sapesse bene che "pesci pigliare" per affrontare le conseguenze giuridiche e no di tale avvenimento.

Vogliamo tuttavia fare presente che - come ci conferma il dottor Giuseppe Carrara, veterinario dirigente del servizio Sanità della ASL 12 Venezia, intervistato per la nostra rivista - le denunce di morsicatura non rappresentano un numero eccessivo. Anzi. Si possono definire sporadiche: per quest'anno, nel territorio veneziano sono state una quindicina. Purtroppo però alcune volte le cronache ci riferiscono di casi che hanno comportato gravi conseguenze per le persone coinvolte, specie quando si tratta di bambini. Questo spiega il risalto dato dai mass-media a tali notizie.

L'etologia insegna...

Il cane fornisce sempre degli avvisi prima di mordere: molto spesso siamo noi a non saperli interpretare. In America i vari stati hanno pubblicato delle guide per i postini e per le persone che debbono, per il loro lavoro, entrare nelle case altrui, anche alla presenza di cani: in queste guide è spiegato come evitare di essere morsi e quali sono gli atteggiamenti aggressivi dei quattrozampe che dovrebbero metterci in guardia. Diffidiamo quindi e teniamoci alla larga dai cani che ringhiano, che abbaiano tenendo le orecchie rivolte all'indietro, appiattite vicino alla testa, e che hanno il pelo ritto come una spazzola sulla groppa. Inoltre, salvo che non siate esperti, evitate di cercare di prendere cani che tentano di scappare, a meno che non siano i vostri. Evitiamo di avvicinare quattrozampe che non si conoscono, e soprattutto quelli che sono al guinzaglio o all'interno di una proprietà privata. Se proprio dovete avvicinare un cane che non conoscete, cercate di farlo molto lentamente, evitando di forzarlo. Dategli tempo, magari offritegli del cibo, cercate insomma di fare amicizia con lui e di fargli capire che può fidarsi. Anche se può apparire strano, molto spesso i cani che mordono di più sono quelli che sono al guinzaglio, per una serie di ragioni strettamente comportamentali e che traggono origine dalla natura stessa dei canidi. Se il soggettoè al guinzaglio cerca, infatti, di difendere il padrone dagli sconosciuti, mentre se è libero, può scegliere l'alternativa della fuga, se non ha intenzione i essere avvicinato. Inoltre un cane al guinzaglio si ritiene più forte perché "sente" il contatto col padrone: diventa perciò più aggressivo anche se tendenzialmente timido (e ciò può essere confermato da ogni buon addestratore). Lo stesso discorso vale ovviamente per il quattrozampe che si trova all'interno di una proprietà, perché in questo caso difende la sua abitazione da quello che considera un intruso. Particolare attenzione andrà fatta ai bambini, che molto spesso allungano le mani oltre le recinzioni per accarezzare gli esemplari che possono in un primo momento sembrare buoni: comportamento questo ovviamente sbagliato perché il cane può vedere in questo un tentativo di intrusione e reagire di conseguenza. Da non dimenticare: mai mettersi a correre per fuggire davanti a un cane. In tutti i casi, salvo che voi non siate un campione di corsa ad ostacoli, il cane sarà sempre più veloce di voi. Inoltre, il quattrozampe ragiona in maniera molto elementare e semplice: se vi date alla fuga, sarà portato ad inseguirvi, o per gioco, o perché vedendovi fuggire penserà che avete fatto qualcosa di male e che quindi è suo dovere prendervi al più presto...

Le risse fra cani.

Altra causa di morsi, spesso nota ai proprietari di cani, sono le liti che si svolgono tra i nostri quattrozampe: nel tentativo di separarli si corre il rischio di essere azzannati per sbaglio. In questi casi è fondamentale avere il cane al guinzaglio piuttosto che libero, evitare contatti ravvicinati con animali che non si conoscono, anche se questi sono al guinzaglio e il proprietario ci assicura circa la bontà del proprio esemplare. Se poi invece si arriva alla zuffa, la migliore cosa da fare è separare i cani afferrandoli per la coda o per le zampe posteriori e allontanandoli uno dall'altro. Non fate mai l'errore di cercare di afferrarli per il collare: rischiate di prendervi un morso. Il miglior sistema per evitare morsi e ferite rimane comunque affidato agli stessi proprietari: essi devono condurre sempre il cane al guinzaglio, alcune volte con la museruola, se è il caso, o se prescritto dalle leggi e dai regolamenti (per Venezia, per esempio, esiste un'ordinanza comunale che impone anche la museruola e particolari norme per cani di grossa taglia). Ricordiamo che il proprietario deve sempre aver cura di evitare che il suo cane esca dalla proprietà o che fugga al suo controllo. Inoltre è bene evitare di affidare i cani, soprattutto se di grossa mole, a persone che non abbiano la capacità di controllarli, come ad esempio ai bambini. Ricordate, inoltre, che alcune compagnie assicuratrici offrono anche polizze per i danni cagionati da animali di proprietà.E, infine, evitare morsicature, bisognerebbe anche evitare l'abbandono; come evidenziato da una ricerca sul randagismo,è evidente che nei paesi in cui ci sono molti randagi cresce di conseguenza anche il numero delle denunce per morsi.

Prontuario in caso di morsi.

Ma vediamo adesso cosa bisogna fare se invece si è morsi da un cane. In genere questi incidenti sono fonte di notevole paura per chi è aggredito: non è mai una bella esperienza, neanche quando non si riportano gravi conseguenze. Comunque non bisogna farsi prendere dal panico, ma cercare di conservare l'autocontrollo.Se c'è perdita di sangue è bene cercare di tamponarla con ciò che si ha a disposizione, purché sia pulito: un fazzoletto può essere un'ottima soluzione. Bisogna cercare anche di procurarsi dei testimoni, chiedendo a chi ha assistito al "fattaccio" se è disponibile ad un'eventuale testimonianza presso l'autorità giudiziaria. Poi è necessario rivolgersi al Pronto Soccorso: questo ci permette, nei casi previsti, di ottenere il risarcimento dei danni. Infatti, sarà proprio il Pronto Soccorso a certificare quanto avvenuto e a provvedere ad avvisare i Servizi Veterinari della Asl per gli adempimenti necessari. Per ottenere il risarcimento del danno subito bisogna stabilire per prima cosa se il cane che aggredisce appartiene a qualcuno o se è randagio.Se il soggetto è al guinzaglio o all'interno di una proprietà non ci sono problemi. Se invece il cane fosse randagio o vagante, il discorso diviene più complesso. In questi casi bisogna fare delle vere e proprie indagini per accertare se il quattrozampe che ha aggreditoè vagante, cioè appartiene a qualcuno che lo lascia incautamente incustodito, oppure se è un randagio vero e proprio. La miglior cosa da fare è chiedere alle persone che abitano o frequentano la zona. In seguito anche i servizi veterinari dell'Asl cercheranno di rintracciare il cane morsicatore (e di conseguenza l'eventuale proprietario), in base alla nostra descrizione: è importante quindi cercare di fare un identikit del "colpevole". Dal punto di vista legale, le basi legislative che possono interessare questo tipo di "disgrazie", sia nei confronti di persone sia di animali, sono principalmente l'articolo 2052 del Codice Civile, intitolato "Danni da animali", l'articolo 638 del Codice Penale, "Uccisione o danneggiamento di animali altrui", e l'articolo 672 del Codice Penale, "Omessa cu stodia e malgoveno di animali". Inoltre è necessario fare riferimento alla Legge 281 per quanto concerne le competenze dei comuni e delle Asl relativamente ai cani randagi, come evidenziato dalla sentenza del Giudice di Pace del Comune di Santa Maria Capua Vetere (vedi Dog n. 23). Da tenere presente anche quanto stabilito in materia di competenze del giudice di pace, con il Decreto Legislativo 28 Agosto 2000, che stabilisce che dal 4 Aprile prossimo il reato di cui all'articolo 638 del Codice penale diverrà competenza del Giudice di pace, perciò ci si dovrà rivolgere a lui nel caso in cui si abbia uccisione o danneggiamento di un animale, anche da parte di un altro animale. Se c'é un proprietario, esso è responsabile dei danni provocati dal suo animale (Art. 2052 C.C. "Danni da animali"), anche nel caso in cui lo avesse temporaneamente affidato ad altra persona e nel caso in cui fosse sfuggito al suo controllo (Art. 672 C.P.: Omessa custodia). Unica esimente del proprietario è la dimostrazione del caso fortuito, che comunque spetta al proprietario e che si applica solo in determinati casi. Per quanto riguarda i randagi, spetta al giudice stabilire se il comune competente per territorio, come anche l'Asl, sono inadempienti nella applicazione di quanto previsto dalla 281: se in pratica il Comune e l'Asl non hanno adempiuto il controllo al randagismo, allora sono tenuti a rifondere i danni da questi provocati alle persone e alle cose, in base alla sentenza di cui sopra. Fare la denuncia è abbastanza facile, basta recarsi al posto di polizia o dai Carabinieri con la certificazione rilasciata dal Pronto Soccorso, con i nominativi degli eventuali testimoni e spiegare l'accaduto cercando di riferire i fatti con la maggior accuratezza possibile. Se il proprietario del cane che ha morso è stato identificato basterà fornire le sue generalità, se invece il quattrozampe era vagante o randagio, bisognerà darne una descrizione quanto più accurata possibile, in modo che i servizi veterinari possano procedere alla sua cattura ed eventualmente a rintracciarne il proprietario.

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