L'ORA FATIDICA
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La
Benedizione del Palio
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Nelle
prime ore del pomeriggio della seconda domenica di agosto, quando
incomincia a dondolare il campanone del comune per poi emettere
i primi festosi rintocchi che si propagano nelle contrade, allora
è giunto il momento atteso da un anno. Le quattro contrade, per
vie diverse, convergono a piazza alta, nella chiesa di Santa Maria,
dove la sera prima c'era stata la suggestiva cerimonia della benedizione
del Palio. Qui si organizza il corteo che poi scivola
giù giù per le strette vie medioevali con il fruscio delle seriche
vesti e poi si espande ai piedi del paese per diventare marea
nel campo dei giochi. Tutto questo in un tripudio di colori, di
suoni e di applausi del numerosissimo pubblico che fa ala al corteo.
In questa magnifica rievocazione storica le pietre e i mattoni
sembrano lievitare al passaggio della sfilata e man mano che i
figuranti avanzano esplode sempre più la folla addossata al muro,
si accendono i gerani alle finestre,garriscono le bandiere sulle
torri e lungo le vie.
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E
passano i tamburini, gli alfieri, gli armigeri, i capitani di
contrada il podestà, i priori, il capitano del popolo,
il maestro di campo, i consoli, le dame, i cavalieri, i popolani:
un verde prato colorato di gialle ginestre, di
rossi papaveri, di azzurri fiordalisi; i colori delle
quattro contrade. Finalmente nel campo dei giochi! I figuranti
prendono posto sul palco; il podestà dichiara aperta la
contesa; il maestro di campo prende in mano la situazione. Si
inizia con il tiro alla fune. A questo punto si infiammano i contradaioli
con travolgenti incitamenti sostenuti anche dai numerosissimi
forestieri presenti. Si inarcano, i concorrenti, in uno sforzo
immane; gli scarponi feriscono il terreno cercando disperatamente
un appoggio. Ora la fune, in massima tensione, vibra come una
corda di violino. Sotto l'incitamento e gli ordini dei capitani
di contrada ora trattengono, ora tentano uno strappo decisivo
e poi si fermano ancora.Lo sforzo diventa insopportabile; gli
avversari stanno cedendo; si raccolgono le estreme forze... è
la vittoria.
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La
sfilata
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Sfilata
a Santa Maria di Piazza |
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La
corsa con la brocca partita da poco. Le concorrenti filano via
decise con i colli tesi sotto il peso delle brocche che si reggono
sul capo con il solo ausilio della "sparra". Qualche
brocca ondeggia leggermente; il traguardo è sempre più vicino.
Ora stanno salendo alcuni gradini di una pedana di legno posta
lungo il percorso. I gradini stanno a simulare le scale di casa.
Le brocche sono sempre lì con i loro 15 chili di peso! Un ultimo
slancio ed ecco il traguardo. I concorrenti che partecipano alla
salita al palo sono giovani e molto bravi. Al via corrono verso
i pali e iniziano a salire con una agilità straordinaria.
Arrivati in cima al palo afferrano una bandierina e dall'alto
di sei metri scendono a tutta velocità abbracciati al palo come
se fosse una gradita amante.
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La
gara continua: sembra di vedere esotici raccoglitori di banane
e di noci di cocco. Una, due, tre, quattro bandierine. La gara
è finita. Ora i concorrenti giacciono stremati sotto i pali. Il
maestro di campo ha appena dato il via alla gara del taglio del
tronco e già i concorrenti affondano le accette nei duri tronchi
di quercia. Grosse "tacchie" volano nell'aria sotto
i colpi ben assestati. I tronco comincia ad oscillare; i contradaioli
sono già tutti in piedi con il fiato appeso ai tronchi. Guizzano
lampi di luce dalle accette affilate come rasoi. Ora il campo
dei giochi, nella luce che muore, si colora di abbracci e di gridi.
Il Podestà consegna il drappo al capitano della contrada che ha
vinto. Il corteo si ricompone a fatica, più chiassoso e meno ordinato
dell'andata, nel nuovo ordine di classifica. Si ritorna in cima
al paese, nella chiesa di Santa Maria. La salita diventa più dura
per le contrade che non hanno vinto. Il drappo del Serafino viene
appeso nella chiesa di Santa Maria sotto lo stemma della contrada
che ha conquistato la vittoria e vi rimarra per un anno.
Fabrizio
Fabrizi
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Piazza
Alta |
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