“Il Sebeto ad oriente, le acque minerali di Santa Lucia al Centro
e le fonti termali flegree ad occidente.
Acqua ovunque!
Fiumiciattoli, corsi d'acqua sotterranei, torrenti e sorgenti hanno
caratterizzato per secoli il paesaggio orientale di...Napoli, le
paludi, terre fertilissime dove si producevano broccoli,
friarielli e altre prelibatezze che allietavano la mensa dei
napoletani, trasportate dal carretto del parulano che
provvedeva a riempire i canestri calati dai balconi dalle
massaie. L'acqua di Santa Lucia di sapore ferroso-sulfureo, da
sempre appartenuta ai Napoletani, che veniva distribuita nella
caratteristiche mummarelle. La straordinaria ricchezza di acque
termali della zona flegrea, da Fuorigrotta a Miseno, acque dalle
qualità prodigiose, note e apprezzate dai Romani che elessero
questi luoghi quale dimora privilegiata per le loro ville, luoghi
che fino agli inizi del 1900 erano ancora meta turistica
ambita per il clima, il mare e le terme.
Tanta acqua, tanta letteratura, tanti sogni disillusi. Eppure è
strana questa avversione, questo accanimento a tappare, interrare,
deviare, prosciugare, avvelenare, occultare l'acqua. L'acqua è
l'origine della vita, senz'acqua non si vive. Quando gli antichi
sceglievano un luogo per stabilirsi e fondare le loro città,
badavano a due fattori principali: la difendibilità e la
sicurezza dai pericoli della natura e dai nemici e la vicinanza di
un corso d'acqua. Siamo stati allontanati dalla nostra
acqua così come dalla terra, i nostri sensi erano stati
programmati per udire, odorare, respirare e toccare altro che
cemento e lamiere.”
Tratto dal ibro “ Sora Aqua” di Bruno Brillante ( Rce Multimedia
2011)