Ma è nato prima l'uovo o la gallina ?

di

M.Maestripieri

 ( Fonte: University of California Santa Cruz )

 

 

E' sicuramente un saggio ed antico quesito che stavolta si sono posti gli astronomi dell'Università di Santa Cruz, i quali, studiando accuratamente i dati e le immagini fornite da Hubble per un'indagine sul lontano Universo,  hanno scoperto buchi neri supermassicci in galassie molto piccole e ciò ha fatto loro pensare se questi cosidetti mostri si siano potuti formare già dai primi istanti di vita delle galassie stesse, o ancor più precisamente chi sia nato prima se il buco nero o la galassia ? Sappiamo che tutte le galassie di grande massa posseggono al loro centro un buco nero supermassiccio, e nel caso sia ancora attivo attira enormi masse di gas e polveri e prende il nome di AGN ( Nucleo Attivo Galattico ).

Nell'Universo a noi vicino non sono mai stati individuati buchi neri attivi all'interno di galassie nane, ma queste 28 piccole galassie oggetto di questo studio distano da noi la bellezza di 10 miliardi di A.L. e quindi ci mostrano quello che erano anticamente le galassie attuali quando avevano non più del 25% della loro età.

L'indagine in oggetto fa parte integrante del progetto CANDELS ( Cosmic Assembly Near-Infrared Deep Extragalactic Legacy Survey ) e le immagini scattate da Hubble sono state fatte a differenti lunghezze d'onda, riuscendo non solo ad ottenere maggiori dettagli, ma a separare la luce che giunge dal centro della galassia, cioè dal buco nero, da quella delle zone esterne e quindi ad analizzarla.

Ma quale è la storia e l'evoluzione di queste minigalassie ? Si ritiene che mentre alcune si siano poi sviluppate nelle galassie massicce attuali, altre abbiano mantenuto la loro piccola massa, ma tale ipotesi fa scaturire un'ulteriore interrogativo, infatti quelle che hanno acquisito grandi quantità di massa dovrebbero averlo fatto ad un tasso assai più veloce di ciò che i modelli di accrescimento prevedono, mentre al contrario quelle rimaste piccole dovrebbero aver mantenuto il loro buco nero centrale, ma finora nel nostro Universo vicino non ne abbiamo scoperta nemmeno una con questa conformazione !!

Altro dato interessante che fa pensare ad un legame stretto tra queste primordiali galassie nane e gli AGN è il fatto che esse hanno un tasso di formazione stellare che è addirittura 10 volte di più di quello della Via Lattea e da ciò ne deriva direttamente che il loro buco nero è assai attivo

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Il Getto di M87

di

M.Maestripieri

 ( Fonte: MEDIA INAF  )

 

 

Da quando ho iniziato ad interessarmi di astronomia sono sempre stato affascinato dai cosidetti " mostri galattici " come Centaurus A,Cygnus A, ma sopratutto la galassia principe del grande Ammasso della Vergine : M87.

E' un'enorme galassia ellittica, dista da noi più di 50 milioni di A.L., ha un diametro complessivo di ben 800.000 A.L., cioè 8 volte quello della nostra Via Lattea ed un diametro apparente di quasi ,doppio di quello della nostra vicina Luna !

Oltre che dalla sua massa e dal fatto che sta tuttora fagocitando tutte le piccole galassie che si trovano a lei prossime, è caratterizzata dal fatto di essere una delle radiosorgenti più intense che si conosca, con un'energia mostruosa di 1053 joule, pari all'esplosione di 100 miliardi di supernovae !

Ma le sue peculiarità non sono ancora finite, possiede infatti un getto di materia lungo 5.000 A.L., generato dal suo buco nero centrale che ha una massa 3 miliardi di volte di quella del nostro Sole.

Il megabuco nero attraendolo, fa girare come in un vortice il gas e le polveri che poi vengono sparate all'esterno, creando il getto visibile otticamente, mentre le stesse particelle producono un'emissione di radiazioni nella frequenza delle onde radio, che si evidenziano in lunghe scie dette " getti radio ".

La posizione della sorgente di questi getti è stata ora individuata da un gruppo di astrofisici giapponesi utilizzando la rete di radiotelescopi chiamata VLBA ( Very Long Baseline Array ) ed indagando la galassia in 6 diverse frequenze radio allo scopo di andare più in profondità.

Si trova ad una distanza circa 10 volte maggiore rispetto alla zona di confine del buco nero e delle 6 frequenze usate quella che ha consentito di trovare la posizione della sorgente dei getti è  quella a 43 GHz.