KIC 8462852, trovata la teoria: famiglia di comete

( a cura di Mauro Maestripieri )


KIC 8462852 è stata scoperta da Kepler Space Telescope nel 2009, è una stella situata tra Cigno e Lira e dista da noi 1500 A.L. è più calda, luminosa e massiva del nostro Sole.

Ha subito incuriosito gli astronomi a causa delle sue variazioni di luce, profondissime e totalmente casuali, normalmente variazioni di questo tipo sono provocate dalla presenza, e dal transito, di pianeti o stelle binarie ma in tal caso non esiste una regola orbitale in grado di spiegare questi "transiti".

Fatto ancora più bizzarro è che il calo di luce arriva anche al 22%, a fronte di un decimale, tipico di un esopianeta in transito, che produrrebbe una ripetizione ciclica di tali variazioni.

Sono state fatte ipotesi varie come un addensamento di comete generato dal passaggio di una stella ed un successivo dissolvimento indotto da un altro passaggio, ma quante comete occorrono per spiegare un calo di luce del 22%? L'astronomo Jason Wright ha ipotizzato perfino una costruzione creata da una civiltà aliena.

Il mistero che riguarda la stella KIC 8462852 è serio per gli astronomi, cali di luce inspiegabili per i modelli finora conosciuti hanno indotto gli scienziati NASA a studiare la radiazione della stella con il WISE Telescope e con Spitzer, nell'infrarosso.

Se la causa fosse dovuta ad impatti planetari o collisioni tra asteroidi, lo spettro dovrebbe evidenziare un eccesso di infrarosso dovuto al surriscaldamento dei materiali in oggetto, ma nulla di tutto ciò è stato rilevato, mentre è stata scoperta la presenza di una famiglia di comete, la cui capostipite sarebbe passata davanti alla stella nel 2011 seguita dalle altre nel 2013 e si troverebbe in un’orbita molto eccentrica intorno alla stella bloccandone la luce ad ogni passaggio.

Sono in realtà necessarie ulteriori informazioni, ma alla NASA sono convinti che la teoria cometaria sia quella giusta, quindi nessuna presenza aliena e nessuna sfera di Dyson di qualche civiltà !

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2015-357&rn=news.xml&rst=4777

http://www.sciencealert.com/scientists-can-t-explain-the-bizarre-mass-of-objects-orbiting-a-distant-star

25/11/2015

----------------------------------

Campi magnetici sull’orizzonte degli eventi

( a cura di Mauro Maestripieri )


Grazie alla rete di radiotelescopi che formano l’Event Horizon Telescope (EHT) in grado di rilevare immagini di ampiezza pari 15 microsecondi d’arco, gli astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) hanno rilevato per la prima volta la presenza di campi magnetici appena fuori l’orizzonte degli eventi del buco nero supermassicio Sgr A*quello che si trova al centro della nostra galassia, la Via Lattea.

Occorre avere una risoluzione così elevata per il fatto che un buco nero supermassiccio è uno degli oggetti più compatti dell’universo, il buco nero centrale della nostra galassia, Sgr A* (Sagittarius A-star), ha una massa di 4.000.000 di Masse Solari ( M☉ = 1,9891 × 10^30 kg ),

mentre il suo Orizzonte degli Eventi ha un diametro di soli 12 milioni di chilometri, minore dell’orbita di Mercurio, e poiché dista da noi circa 25.000 anni luce, corrisponde ad un’ampiezza piccolissima: 10 microsecondi d’arco.

L’intensa gravità del BH fa in modo che la luce sia trattenuta apparendo più grande nel cosmo, circa 50 microsecondi d’arco, l’EHT lo harisolto, effettuando osservazioni a lunghezza d’onda di 1,3 mm e misurando la percentuale di luce fosse polarizzata linearmente, emessa dal movimento a spirale degli elettroni attorno alle linee di campo magnetico, luce che descrive la struttura del campo magnetico

La survey è stata effettuata, utilizzando 2 telescopi distinti, posti in siti diversi: il Submillimeter Array ed il James Clerk Maxwell Telescope (Hawaii), il Submillimeter Telescope in Arizona ed il Combined Array for Research in Millimeter-wave Astronomy (CARMA) in California.

Nel prossimo futuro, aumentando il numero di postazioni telescopiche dell’array, l’EHT sarà in grado di raccogliere molti più dati, aumenterà di conseguenza la capacità di risoluzione, per arrivare a raccogliere per la prima volta immagini dirette dell’Ode di Sgr A* e finalmente comprendere appieno il motivo della grande luminosità di questi mostri cosmici ! https://www.cfa.harvard.edu/ 3 dicembre 2015

https://www.cfa.harvard.edu/

3 dicembre 2015