CATANZARO

 

Bandiera di Catanzaro, capoluogo della Calabria, giallo-rossa con lo stemma, riconosciuto il 30 maggio 1940. Lo scudo, di campo rosso, mostra i tre colli verdi sui quali si adagia la città, sormontati da una corona comitale; esso è posto in petto a una grande aquila imperiale, simbolo che Carlo V concesse a Catanzaro per la strenua difesa dei cittadini opposta all'assedio dei francesi del 1528. L'aquila tiene nel becco un nastro azzurro recante il motto Sanguinis effusione, "con spargimento di sangue", evidente riferimento alla cruenta battaglia sostenuta. I colori del drappo sono di origine aragonese.


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POTENZA



Bandiera di Potenza, capoluogo della Basilicata, gialla con lo stemma al centro. Lo stemma, riconosciuto con decreto del 22 agosto 1942, è "d'azzurro al leone coronato d’oro, sostenuto da una banda abbassata e cucita di rosso e sormontato nel capo da tre stelle d’argento". Il significato dei colori e delle figure araldiche è incerto; probabilmente riunisce elementi tratti dalle armi di feudatari e famiglie storiche della città. Il giallo è ripreso dal gonfalone. (Sito del comune)


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CAMPOBASSO






Bandiera del capoluogo del Molise, Campobasso, rosso-azzurra divisa diagonalmente in banda. I colori risalirebbero a quelli delle antiche confraternite politico-religiose che governavano la città (XV-XVI sec.). La bandiera esiste anche con lo stemma al centro. Quest'ultimo consiste in uno scudo ovale rosso con sei torri merlate (una è coronata) che simboleggiano le sei porte dell'antica città fortificata. Lo scudo è inserito in una elaborata cornice e sormontato da corona marchionale.


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L'AQUILA



vecchio modello


in uso
Bandiera della città dell'Aquila, capoluogo dell'Abruzzo, verde-nera con stemma. Nome e simbolo della città risalgono alla sua fondazione avvenuta nel 1254 per privilegio imperiale. In origine l'aquila dello stemma era bianca in campo rosso, ma col tempo si mutò in nero in campo d'argento. Sullo stemma attuale, riconosciuto con decreto del 14 luglio 1937, l'aquila è sormontata da una corona e dalla sigla PHS, dal significato incerto - forse una errata scrittura del trigramma di Cristo IHS (Iesus Hominum Salvator) - e accompagnata dal motto virgiliano Immota manet. Il verde e il nero sono i colori tradizionali della città, che rappresenterebbero dal 1703 la speranza e il lutto dopo il terremoto di quell'anno. La bandiera era un tempo divisa orizzontalmente con la striscia nera alla base larga 1/4 dell'altezza del drappo e con lo stemma sulla parte verde; la versione in uso è divisa verticalmente in parti uguali con lo stemma al centro. (Vexilla Italica 2 (34), 1992 e 56, 2003)


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ANCONA



Bandiera della città di Ancona, capoluogo delle Marche, rossa con croce greca gialla. Colori bizantini. L'origine della bandiera è tanto antica quanto controversa. Forse ottenuta per concessione di Manuele Comneno nel XII secolo quando Ancona era libero comune e repubblica marinara; era probabilmente la bandiera del popolo mentre quella del comune era "d'oro" (gialla). Eclissatasi in epoca incerta, fu sostituita da un bicolore giallo su rosso fino almeno al XIX secolo ed è stata ripresa in tempi moderni. (Vexilla Italica 57, 2004)


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