YEMEN MERIDIONALE
© Roberto Breschi
Sommario. Lo Yemen Meridionale - vale a dire la regione dell’Arabia del sud costituita da una parte di Yemen propriamente detto, dall’Hadramaut, dal Mahra e dall’isola di Socotra - non fu mai completamente assoggettato dagli ottomani (che vi erano giunti nella prima metà del XVI secolo e avevano occupato il porto di Aden) ed era costituito da una moltitudine di signorie di tipo feudale e teocratico praticamente indipendenti. Nel 1839 i britannici occuparono Aden e gradualmente convinsero, o costrinsero, gli altri signorotti locali ad accettare il loro protettorato. Il tentativo, promosso dai britannici nel 1959, di riunire i vari stati in una federazione autonoma ebbe un limitato successo e nel 1967 la rivoluzione tendente a realizzare nella regione uno stato repubblicano unitario si concluse pacificamente con la costituzione della repubblica popolare dello Yemen Meridionale e la scomparsa delle signorie feudali. Nel 1990 tale repubblica si è unita con lo Yemen settentrionale.


Federazione dell'Arabia Meridionale, Al-Ittihad al-Yanubiya al-'Arabiya, 1959-1967



Bandiera federale adottata l'11 febbraio 1959 quando alcuni stati dell'Arabia sud-occidentale sotto protettorato britannico si unirono nella Federazione degli Emirati dell'Arabia Meridionale (dal 1962 semplicemente "Federazione dell'Arabia Meridionale"). Abolita il 30 novembre 1967 con lo scioglimento della federazione. Proporzioni 1/2. Colori dai significati naturalistici: il nero per le montagne, il giallo per la sabbia del deserto, il verde per le aree coltivate e azzurro per il mare. Il crescente e la stella alludevano alla religione islamica della popolazione. Ogni stato alzava la propria bandiera accanto a quella federale.


Repubblica Popolare dello Yemen Meridionale,
Al Jamhuriya al-Yaman al-Yanubiya ash-'Sha'biy
a, 1967-1970
Repubblica Democratica Popolare dello Yemen,
Al Jamhuriya al-Yaman al-Dimuqratiya ash-'Sha'biy
a, 1970-1990



Bandiera d'impiego generale adottata il 2 dicembre 1967. due giorni dopo la proclamazione della repubblica popolare unitaria. Soppressa il 22 maggio 1990 in seguito all'unificazione con lo Yemen settentrionale. Ai tre colori del panarabismo si sovrapponeva un triangolo azzurro, simboleggiante il popolo, con la stella rossa del fronte di liberazione.



ALTRE BANDIERE

Stendardo del presidente

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YEMEN

Stati.  Come spesso accadeva per i possedimenti britannici, l’assetto amministrativo dell’Arabia Meridionale era piuttosto intricato. Aden era una colonia (ufficialmente dal 1937) mentre la regione contigua e il vasto territorio dell’Hadramaut, divisi in principati di tipo feudale, erano sotto protettorato. Nel 1959 si cominciò a porre le basi per una federazione autonoma tra gli sceiccati, mentre Aden cercò separatamente di conseguire l’indipendenza e vi riuscì di fatto nel 1962. Le varie monarchie aderirono alla federazione araba gradualmente: nel 1959 i sultanati di Audhali, Fadhli, Basso Yafa, Alto Aulaqi e Lahegi e gli emirati di Beihan e Dhala; nel 1960 lo stato di Dathina, il sultanato del Basso Aulaqi e lo sceiccato di Aqrabi; nel 1963 i sultanati di Wahidi e Haushabi, lo sceiccato di Shaib e lo stato di Aden, nel 1965 gli sceiccati di Maflahi e Alawi. Quattro sultanati dell’ex-protettorato dell’Hadramaut, Mahra, Kathiri, Quaiti e Alto Yafa, non aderirono mai alla federazione e si organizzarono in stati formalmente indipendenti. Il processo di unificazione di tutta la regione si concluse solo nel 1967 allorché Aden, tutti i sultanati e i quattro stati non membri della federazione confluirono nella repubblica popolare dello Yemen del Sud. Dal punto di vista vessillologico, non si conoscono purtroppo le bandiere di alcuni principati, spazzate via, insieme alle dinastie feudali che rappresentavano, dalla rivoluzione socialista. Alcuni esemplari superstiti delle bandiere conosciute sono conservati nel museo di Seiyun, ex-capitale del Kathiri.

> ADEN
> ALTO YAFA
> BASSO AULAQI
> BASSO YAFA
> BEIHAN
> DHALA
> FADHLI
> KATHIRI
> LAHEGI
> MAHRA
> QUAITI
> WAHIDI


Bibliografia
Flag Bull., VII:1, 1968 - Archivio CISV, scheda 67/3 e 67/7


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