MAROCCO
© Roberto Breschi
Sommario. Il Marocco fu il primo stato berbero della storia. Fondato nel 1062, mantenne l’indipendenza per otto secoli attraverso il succedersi di numerose dinastie e l’alternarsi di periodi di splendore e di decadenza. L’ultimo periodo di prosperità fu sotto l’illuminato sultano Muhammad III (1737-90), promotore di collaborazione e scambi commerciali con gli europei; al contrario, i suoi successori perseguirono una politica di netta chiusura verso l’Europa, provocando contrasti e scontri soprattutto con la Spagna (1860). La contemporanea penetrazione francese portò ad una sorta di spartizione del territorio tra le due potenze (1904); nel 1912 gran parte del paese diventò protettorato francese mentre la fascia settentrionale con il Rif e le regioni del sud verso il Sahara, restarono di pertinenza spagnola. Il disimpegno europeo facilitò nel 1956 il recupero dell’indipendenza; tra il 1956 e il 1958 si realizzò la riunificazione territoriale e nel 1957 il sultano assunse il titolo di re. Nel 1969 la Spagna restituì anche Ifni.


Sultanato del Marocco, Al Magrib, As-Saltanat al-Magribiya, sec. XVII-1915






Fin dal XVII secolo la bandiera del Marocco era rossa. Nel XIX secolo comparivano spesso sul drappo rosso elementi decorativi in bianco con al centro la sciabola di Alì (zulfikar), spesso erroneamente scambiata per un paio di forbici; la strana forma dell’arma deriva invece dalla leggenda secondo cui Alì, il genero di Maometto, avrebbe diviso in due per tutta la sua lunghezza la sciabola, nell’estrarla dal fodero su cui i nemici l’avevano inchiodata. Nel 1915 la bandiera cambiò assumendo un aspetto stabile con la comparsa del pentacolo verde.


Sultanato del Marocco, Marocco Francese,
Al-Magrib, As-Saltanat al-Magribiya, Maroc
, 1915-1956
Regno del Marocco, Al-Mamlaka al-Magribiya, dal 1956


Bandiera nazionale in uso adottata ufficialmente il 17 novembre 1915. Nel campo rosso delle vecchie bandiere fu aggiunto il sigillo di Salomone nella versione a pentacolo. Fino al 1956, anno dell’indipendenza e della trasformazione del sultanato in regno unitario, fu limitata all’uso locale. Dal 1956 diventò anche bandiera di stato e mercantile; ma per questo impiego risulta modificata verso il 1995.


Sultanato del Marocco, Marocco Francese,
Al-Magrib, As-Saltanat al-Magribiya, Maroc
, 1923-1956


Bandiera mercantile sotto protettorato francese entrata in uso nel 1923 e abolita nel 1956, con l’indipendenza del regno del Marocco.


Regno del Marocco, Al-Mamlaka al-Magribiya, 1972 (?)-c. 1995


Bandiera della marina da guerra adottata probabilmente con la nuova costituzione del 1972 (riportata da Smith nel 1975). In uso fino a circa il 1995 allorché,  con un disegno della corona più stilizzato e il pentacolo maggiorato, passò alla marina mercantile (v. avanti).


Regno del Marocco, Al-Mamlaka al-Magribiya, dal c. 1995





Insegne marittime in uso da circa il 1995 (prima di questa data gli annuari non le riportano). La bandiera mercantile si distingue dalla bandiera nazionale per la presenza di una corona stilizzata nel cantone. Quella della marina militare ha invece una corona in ogni cantone. Il pentacolo appare inoltre di maggiori dimensioni, circa metà dell’altezza del drappo, per una migliore visibilità in mare.



ALTRE BANDIERE

Stendardi reali
Bandiera di bompresso
Bandiere della capitale e delle città principali

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> RIF
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Bibliografia
Opere a carattere generale


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MAROCCO SPAGNOLO
© Roberto Breschi
Sommario. La spartizione del 1912 pose sotto il protettorato spagnolo il Marocco settentrionale che si aggiunse alle vecchie colonie (1884) Rio de Oro e Saguia El Hamra, desertiche regioni sahariane, e all’enclave di Ifni.


Protettorato spagnolo del Marocco
Protectorado español de Marruecos, Hamayat Isbaniya bi-l-Maghrib
, 1937-1957



Bandiera mercantile dei possedimenti spagnoli in Marocco, in uso dal 1937 e soppressa nel 1957, dopo l’unificazione del regno. Il pentacolo, in bianco, figura in un cantone verde, colore del profeta. (Vedi anche la bandiera del califfo)


> MAROCCO

Bibliografia
Flag Bull., 111, 1985 – Archivio personale (da A. Ziggioto)







RIF
© Roberto Breschi
Sommario. La popolazione del Rif, regione montuosa del Marocco settentrionale assegnata alla Spagna nel 1912, si oppose fieramente all’occupazione europea e arrivò a proclamare nel 1921 una repubblica indipendente. Solo nel 1926, quando il capo della resistenza Abd el-Krim si arrese, la conquista spagnola divenne effettiva.


Repubblica del Rif
El Rif, República del Rif, Tagduda n Arif, Jamhuriya al-Rif
, 1921-1926



Bandiera nazionale e di stato della repubblica indipendente proclamata da Abd el-Krim il 19 settembre 1921. Ammainata il 27 maggio 1926. Era mantenuto il campo rosso, caratteristica costante delle bandiere marocchine. Il crescente è accompagnato da una stella a sei punte che ricorda il “sigillo di Salomone”, simbolo arabo diffuso nella regione. È noto anche lo stendardo personale di Abd el-Krim (vedi).


> MAROCCO

Bibliografia
Banderas 1/2, 1979 - Vexillinfo, 19, 1981 - Flag Bull., 111, 1985







TANGERI
© Roberto Breschi
Sommario. Il porto di Tangeri con il territorio circostante costituì a partire dal 1912 una zona internazionale dapprima con amministrazione congiunta anglo-franco-spagnola, formalizzata nel 1923 e in seguito estesa anche ai principali stati europei (1928) e agli USA (1945). Nel 1956 Tangeri tornò al Marocco.


Zona Internazionale di Tangeri, 1923-1940 e 1945-1956



Bandiera del territorio d’impiego generale a terra e in mare, in uso dal 1923 al 29 ottobre 1956, salvo una parentesi di occupazione spagnola dal 14 giugno 1940 all'11 ottobre 1945. Era la bandiera del Marocco, ma a differenza del Marocco, la versione mercantile non portava il tricolore francese nel cantone.


Zona Internazionale di Tangeri, 1953-1957





Bandiera per impiego mercantile introdotta il 20 giugno 1953 e definitivamente abolita l'11 marzo 1957. Negli ultimi anni di esistenza della zona internazionale apparve nel cantone della bandiera lo stemma civico di Tangeri, anche se si continuò ad impiegare di preferenza la versione che ne era priva. Lo stemma era coronato e mostrava una testa di fenicio in campo nero, in ricordo dei fondatori della città, e due spighe in campo azzurro. Ornavano lo scudo due rami di olivo legati con un nastro col nome latino della città, Tingis. Insolita la presenza di una figura umana sull'emblema di una città mussulmana. Tra il 1960 e il 1968 era in uso una bandiera della città di Tangeri riproducente lo stemma, stemma che fu ripreso nel 1968, con il nero e l'azzurro invertiti, per la provincia di Tangeri.


> MAROCCO

Bibliografia
Flaggenbuch OKM, 1939 - Flag Bull., X, 2-3, 1971 - Archivio personale (da Dubreuil)







SAHARA OCCIDENTALE
© Roberto Breschi
Sommario. Le coste atlantiche del Sahara, che erano in mano dei mercanti portoghesi fin dal XIV secolo, passarono nel XV secolo alla Spagna che penetrò verso l’interno per sfruttare i ricchi giacimenti minerari e fondò le due colonie del Rio de Oro e Saguia El Hamra, più tardi unite e denominate Sahara Occidentale Spagnolo. Le intenzioni spagnole di avviare il paese all’indipendenza mediante l’autodeterminazione furono frustrate nel 1975 dal Marocco che, appoggiato dalla Mauritania, occupò la regione. Il fronte di liberazione (Polisario) proclamò lo stesso l’indipendenza della Repubblica Araba Saharawi, oggi riconosciuta da molti paesi e sostenuta da un governo in esilio.


Repubblica Araba Saharawi, Al-Jamhuriya al-'Arabiya as-Saharawi, dal 1976



Bandiera nazionale e di stato della repubblica proclamatasi indipendente e riconosciuta da molti stati africani; alzata il 27 febbraio 1976 all’indomani del ritiro spagnolo dalle province coloniali di Saguia el Hamra e Rio de Oro. Proporzioni 1/2; il triangolo all’asta occupa 1/3 della lunghezza. Le misure relative dei vari elementi del drappo furono precisate solo nel giugno 1987. Colori della rivolta araba, o panarabi. Derivata direttamente dalla bandiera del Polisario (Fronte Popolare par la Liberazione del Saguia el Hamra e il Rio de Oro), il movimento che guidò il paese verso la contrastata indipendenza.


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Bibliografia
Flag Bull., XV:1, 1976 - Vexillinfo, 97, 1988


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