LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

PERSONAGGI

 

L'ESPERIENZA DI CESARE PAGLIERO, GIOVANE RESTAURATORE

Si riporta un intervento scritto da Luigi Botta su Cesare Pagliero

Sovente siamo a scrivere di cose banali, sovente siamo a ricordare fatti ed avvenimenti che potrebbero benissimo passare in second'ordine ed ai quali diamo invece valori e significati di gran lunga superiori al reale. È forse naturale che le valutazioni non siano sempre obiettive e che sovente ci sfuggano di vista, con lo sguardo che è obbligato a spaziare su un campo particolarmente vasto, anche fatti e personaggi importanti.

Tutto ciò per segnalarti un saviglianese del quale le cronache nostrane non si sono ancora occupate ma che, a livello nazionale ed internazionale, pur nella sua estrema umiltà, ha ormai raggiunto l'apice della notorietà. Si tratta di Cesare Pagliero, un giovane residente in borgo San Giovanni, che da anni, ormai, non abita più nella nostra città perché chiamato altrove a svolgere una professione delicatissima ed importantissima. È conosciuto tra i coetanei del borgo, è stimato tra coloro che lo hanno frequentato (anche presso la Casa di riposo, ove ha prestato Servizio civile) e che ne hanno apprezzato la serietà, la modestia, l'intelligenza e, come direbbero gli «illuminati» di un tempo, la buona educazione. A suo tempo ebbe anche ad essere mio allievo a Saluzzo, uno tra i più seri, tra i più diligenti.

È per questo motivo che, conclusi gli studi, abbiamo continuato di tanto in tanto a frequentarci e che, con vivo interesse, ho seguito passo dopo passo la sua attività di studente, prima, e di studioso e professionista, poi. Cesare si occupa di restauri. Sono anni, ormai, che vive a Firenze e che ci onora della sua presenza in qualche raro fine settimana o nei giorni di straordinario riposo lontano dal lavoro. Nel capoluogo toscano è stato dapprima studente presso l'Istituto di Palazzo Spinelli e poi, unico ad aver superato l'esame di ammissione tra centinaia di partecipanti, tra i fortunati allievi dell'Opificio delle Pietre Dure, l'istituto di restauro che tutti i paesi del mondo ci invidiano.

In tali ambienti ed a tali livelli non è difficile incontrarsi con le personalità del settore più importanti, con i critici che operano a livello internazionale ed avere a che fare con opere d'arte che soltanto il citarle fa accapponare la pelle. Cesare, nonostante eviti categoricamente di parlarne e sorvoli sulla sua attività, si è già trovato impegnato in interventi di restauro importantissimi, realizzati per enti pubblici e privati, finalizzati alla conservazione di collezioni o alla preparazione di esposizioni. Non vi è opera, su tavola o tela, che gli riservi segreto. Conosce le tecniche e gli strumenti di studio e lavoro che gli studi recenti più appropriati hanno proposto quali soluzioni per il restauro conservativo e, oltre ad usarli quotidianamente, si è già trovato impegnato nell'insegnamento delle tecniche stesse in alcune scuole di specializzazione superiore.

I suoi interventi di restauro hanno spaziato in un arco molto vasto, che va dalla pittura senese del Duecento alle opere dell'Ottocento (da ricordare anche un dipinto attribuito al Claret o al Molineri appartenente alla collezione Longhi ed esposto in una recente mostra a Madrid). Un caso risulta particolarmente significativo e merita di essere ricordato. Le cronache dei mesi scorsi, a più riprese, hanno insistentemente fatto rilevare l'importanza del restauro del dipinto della Decollazione del Battista, opera fondamentale del Caravaggio realizzata per l'isola di Malta. Ebbene, nell'equipe dei sei specialisti che si sono occupati dell'intervento appare anche il nominativo di Cesare Pagliero, al quale è toccato il difficile compito del restauro pittorico. I ritocchi definitivi delle aree mancanti o distrutte sono stati realizzati dal suo pennello. A lui si deve anche, con la collaborazione dei suoi colleghi, l'intervento scritto pubblicato sul catalogo della mostra «Caravaggio al Carmine» (Skira edizioni, 1999) tenutasi da marzo a maggio di quest'anno in Firenze.

Altri suoi saggi hanno visto la luce su pubblicazioni specialistiche, mentre ha tenuto relazioni a più convegni, compreso quello annuale sul restauro, importantissimo, di Ferrara.

Attualmante sta lavorando sul celebre crocifisso di Giotto di Santa Maria Novella in Firenze, una delle opere più importanti che il grande artista toscano ha realizzato e che abbisogna di impellenti lavori di conservazione.

È giusto che si sappia.

luigi botta

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