LETTERA AD UN FIGLIO SEDICENNE

di Cucciolo

Ciao figlio,

     Non mi conosci, non mi hai mai neppure visto, magari proprio non esisti, almeno così come t’immagino io. Sono tuo padre, quel padre di cui tante volte hai chiesto, hai sentito parlare. Non è tempo di farti tante raccomandazioni, non ne ho mai fatte e non ne ho mai ascoltate. So come stai, so che alla tua età ci si sente un po’ fuori posto, un po’ troppo maturi per i tuoi reali sedici anni. So che avere qualcosa di diverso, qualcosa di nascosto ti rende più esposto ai pettegolezzi delle persone, dei compagni che ogni giorno indagano, psicanalizzando il tuo modo di parlare, i tuoi capelli lunghi, i tuoi pensieri scuri e contorti che scrivi su carta, il tuo uso di sostanze proibite. So che significa tenere segreta una tua idea, che mai potrà realizzarsi, che nessuno accetta. Sei sempre solo nelle tue scelte, nessuno ti appoggerà mai, ma questo non vuol dire necessariamente che ciò che pensi sia sbagliato. Hai qualcosa, qualcosa che nessun altro ha: te stesso. Coltiva la fiducia nelle tue capacità, usa il tuo cervello, non quello degli altri, perché il tuo modo d’essere è unico ed incompatibile agli altri. Non sei strano, nessuno può dirti che lo sei, anche se tutti te lo dicono alle spalle. Non dare peso a quelle persone che ti dipingono come uno stravagante, non hanno capito un cazzo. Io so quanto sia difficile digerire un amore non corrisposto, so cosa significa parlare col cuore ad una persona che non può aprire a te il suo. Capisco che questo ti fa male, mentre piangi e dai pugni al muro per il nervosismo. Credimi, è tutto un gioco, un grande, difficile gioco. Non posso certo dirti che sia bello giocarci, ma le regole sono queste, è più bravo chi riesce a schivare o a superare i problemi. E’ tutta una prova, una sorpresa continua. Tua madre morirà, e tu sarai solo, ma questo è un gioco, lotterai, perderai e ti piegherai ad uno squallido compromesso, ma questo è un gioco, lavorerai, patirai la fame, ma questo è un gioco, avrai una famiglia che ti vuol bene, anche questo è un gioco, avrai sorrisi, sudore, avrai ponti da dover attraversare correndo, contro vento per non arrivare tardi al lavoro, ma è un gioco. Vedrai soffrire tuo figlio, vedrai allontanare pian piano tua figlia, cresceranno, tua moglie non ti soddisferà più, soffrirai la depressione, ma questo è un gioco. Figlio, io non so come ti chiami, non so chi sei, non so se esisti, ma, ti dirò la verità: la vita non è per nulla semplice e non tutti sono eroi, non tutti riescono a vincere. Se non ce la fai, ricorda che esiste sempre la morte, non importa se improvvisa, voluta o inattesa, tu vivi pensando che sconfitta, vittoria, disfatta o gloria, arriverà il momento di riposarti. Figlio, ricorda: è un gioco, puoi decidere di giocare, ma puoi anche arrenderti e non giocare più, nessuno ti dirà che sei vigliacco, nessuno dirà niente, nessuno si accorgerà della tua mancanza. E’ un gioco…