MORBIDA  RUGIADA

di Nicola Costantino

Lo spasmo primaverile della zagara

sul corpo diafano spruzzato

come idolo inebriato dall’ambra

iniziò il canto d’amore.

 

Nel remoto giardino delle Esperidi

si consumò la profanazione dell’Ade

quando la notte superò l’oscurità:

i baci mordevano l’anima.

 

Nel fondo dell’immobilità ridefinita

alla luce piana del mattino

spalmato di morbida rugiada

avanzò un pallido abbandono.