ME STESSO

di Cucciolo

Dover chiedere permesso,

sentirsi spesso deriso,

non poter essere libero,

di dire ciò che sento.

Chiedere perdono

se ogni giorno m’innamoro

di un viso, un sorriso oppure una canzone,

dover essere uguale per poter essere diverso.

 

Il vuoto ormai pervade

tutto quello che io faccio,

dal salire sopra un palco

o applaudire chi al posto mio canta.

Tutto è vano, senza senso,

anche per chi chiede il bis

di una vita dentro le righe,

di un dolore che sfonda il mio petto.

 

Voglio imparare a sorridere,

voglio essere libero di amare,

vorrei poter non avere rimorsi,

vorrei saper ritornare a volare.

 

Dover fare ridere per esser capito,

anche per la più piccola parte di me,

in una maschera che ormai mi sta stretta,

io: solo un buffone, senza mali e perché.

Capissero quanto ogni sera si soffre

tornando a casa, dopo ogni cosa,

sapessero quanto si piange pensando

che non sei niente, solo una farsa.

 

Voglio imparare a vivere ancora,

voglio essere libero di essere me,

vorrei poter non portare più coperture,

vorrei che qualcuno rispondesse ai perché.

 

Voglio sapere se qualcuno mi sente

o se sono solo, in cerca di aiuto,

mentre la notte non diventa più giorno,

ed io sono morto, sono già vuoto.