LA FINE DEL VIAGGIO

 

di Carlo Salvadorini

 

Finzioni di vite assurde
vissute pericolosamente
sull'orlo di un abisso.
Vite inutili
sprecate nell'arco di un baleno
o di uno sfarfallio.
Bizantinismi vaghi
inscenati in un gazebo
di fronte al mare.
Rumori di folla senza volto
in mezzo ad un binario
che corre dritto verso il nulla.

Niente.Solo un chiarore
o forse un mistico pallore
su di un volto che va verso la luce.
Viaggiatore peregrino
in una terra ostile
abbandono, in febbraio, la mia essenza.
Stagione propizia
verso una primavera,
lontana a venire,
di un paradiso agognato.