LA FESTA

di CrazyGroucho

 Lecco la possibilità di non perdere più tempo, di condensarlo in una palla pulsante e oleosa di assiomi

   Non ho più voglia di stare a guardare il mio cervello dal buco dell’orecchio, basta così

   Le scariche elettriche mi hanno bruciato gli occhi, non posso più leggere le grida delle matite passate, è solo dolore

   Le strade mi scottano i piedi nati poco fa, è troppo caldo, dovrò proprio ammaestrarli

   Mi sento solo, ma qualcuno si fa vedere e mi chiama

   Mi invita alla loro festa, ci dovrò andare con la mia testa pulita

   Una sera ci vado e sono lì con i miei piedi fasciati

   Loro mi guardano e si spostano, sorridenti. Mi amano o è la puzza delle ascelle?

   Io vedo i loro pensieri, il nulla è felice, non conosce dolore

   Qualcuno mi si avvicina, non sento i passi e i denti

   Sono gli attori della festa e mi tirano sul palco per farmi capire la cosa

   Lascio fare e si strusciano sulla mia carne arrossata

   Si fanno le risate e io rido con loro, i denti mi fanno male

   Il pubblico applaude eccitato nei genitali, si accalca sotto il palco per accarezzarci il pelo teatrale

   Io mi perdo le mie coscienze tutte le volte che voglio e ho sempre il mio sorriso ebete

   Siamo tutti che gridiamo e ridacchiamo, abbiamo le mutande umide e appiccicose

   Io allora devo respirare e scappo, mi metto a saltellare sulle lingue che mi sostengono

   Fuori comincio a pensare e non mi ricordo più niente del tendone tremante

   Mi è piaciuto

   Dovrei proprio rifarlo, una di queste sere