…EPPUR SO CHE SI MUOVE

di Cucciolo

Il tempo è finito,

e l’orologio continua

a ticchettare sonnolento,

fino alla fine dell’esistenza.

Il telaio di secondi non può

non essere nebuloso,

ma la logica umana

detta i tempi bloccando

ogni rivolta temporale.

Il tempo è finito,

si chiude una parentesi,

il futuro anteriore

per sempre sarà

una terribile contraddizione.

Sarà per sempre

Un passato nel domani,

un mistero della fede

che l’uomo nella propria presunzione

accetta come vero.

Il malevolo Dio della razionalità

getta nel rogo della pazzia

ogni povero ribelle,

ogni tentativo di ragione

e di volontà di pensiero attivo.

Avete ragione ed io m’inginocchio,

lascio aperta ogni conclusione,

i futuri fogli rimarranno bianchi,

mai più imbrattati d’eresie.

Mi lascio dietro l’applauso

del compiaciuto Giove dell’umana logica,

vivrò per sempre dentro

l’umiliazione della vigliacca abiura.

L’unico errore, l’ammetto,

vivere il tempo come religione altra,

imporre ad altri irrazionali razionalità,

senza badare all’altrui libertà.

Allora vivete pure tranquilli

nel cantuccio vostro del conosciuto,

dimenticate in fretta ogni fugace deja vu,

risvegliatevi inconsapevoli

da ogni vostro dormiveglia,

guardate rivoltarsi il tempo

senza volerne capire il perché.

Da pazzo mi alieno

nel mio nebuloso fluire del tempo

nella mia convinzione che altri

milioni di altri me mi vivano paralleli,

nella speranza di essere infinito

nel punto d’incontro di ogni mio granello.

Continuate ad utilizzare gli specchi

per misurare la vanità,

senza volere capire

che della verità sono la porta.

Non proverete mai a capire

che succede tra due specchi

quando non guardate dentro

e resterete per sempre tranquilli

a contare i vostri regolari ticchettii.

Si conclude qui il diario

dei ricordi di un futuro anteriore,

del peccato di un giovane pazzo,

che ringhia nella sua rinuncia:

“eppur so che si muove”…