Grillo Parlante 60/2002

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Grillo Parlante 60/2002
Inviato a 1526 indirizzi email.

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DISCREZIONE
«La parola che esce dalla bocca scavalca ben presto le montagne» 
(nazione: Burundi)

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AUGURI A BANCA ETICA
Con questa lettera voglio rendere un affettuoso omaggio e fare gli auguri di compleanno alla Banca Etica, nata a Padova l'8 marzo 1999, festa della Donna. In tre anni ha fatto molta strada e raggiunto importantissimi traguardi in termini numerici e operativi, con oltre 18.000 soci in tutta Italia e circa 1000 finanziamenti per un totale di oltre 150 miliardi di lire al settore della cooperazione sociale, internazionale, ambiente e cultura, sostenendo associazioni, parrocchie, ONG, imprese sociali e quant'altro, ma anche instaurando importanti collaborazioni con enti, comuni, province e regioni. Banca Etica è la dimostrazione che la finanza etica è un'idea vincente, sia da un punto di vista economico che umano, di sviluppo sostenibile e di promozione dell'uomo, nella convinzione che "l'interesse più alto è quello di tutti". Perciò, cara Banca Etica, ti auguro un buon compleanno e lunga vita! (Luca Salvi, Marano - VR)

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Appuntamenti da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it

bullet11/03/2002 - Verona - I confini dell'acqua
Lunedì 11 marzo 2002 – ore 21.00, Presso il Cinema Teatro San Massimo -via Brigata Aosta n. 6 -San Massimo (VR) – tel. 045.8902596. Incontro sul tema: “ I confini dell’acqua” Serata informativa sullo stato dell’acqua a livello mondiale on la partecipazione di: Prof. Riccardo Petrella, Università di Lovanio – autore de Il Manifesto dell’acqua,Prof.essa Emanuela Gamberoni, docente di Geografia all’Università di Verona. Informazioni: http://utenti.tripod.it/gruppoproject - e-mail: gruppo.project@infinito.it
bullet11/03/2002 - S.Zeno di Colognola ai Colli (Vr) - Donne e uomini verso il nuovo Esodo
Invito ad un incontro di approfondimento su un lavoro di tesi Lunedì 11 marzo 2002 alle ore 20,30 presso la sala parrocchiale di San Zeno di Colognola ai Colli (VR). Tema: DONNE E UOMINI VERSO UN NUOVO ESODO Un percorso di liberazione nella teologia femminista di Mary Daly. L'incontro è tenuto da Letizia Tomassone, pastora della chiesa Valdese di Verona e teologa e Mario Ferrari, neolaureato in filosofia.
bullet11/03/2002 - Verona - Martin Luther King
Lunedì 11 marzo alla Casa per la Nonviolenza: "L'efficacia dell'azione". É questo il titolo del quarto incontro del ciclo "Elementi di Nonviolenza", organizzato dal Movimento Nonviolento di Verona, dedicato alla figura di Martin Luther King, leader nero americano del movimento per i diritti civili e pastore evangelico. L'incontro si svolge lunedì 11 marzo presso la Casa per la Nonviolenza in via Spagna 8 (vicino alla Basilica di San Zeno, tel. 045 8009803), con i seguenti orari: dalle ore 18 alle 19,30, lettura collettiva e proiezione di un filmato originale dalle ore 21 alle 23,00, incontro dibattito con il prof. Sergio Bergami del Mir di Padova. I prossimi incontri saranno dedicati ad Aldo Capitini (27 marzo), Don Lorenzo Milani (10 aprile) e Alexander Langer (22 aprile)
bullet11/03/2002 - Padova - «Israele-Palestina: le ragioni della Pace»
LUNEDI' 11 MARZO, ORE 17.30, Sala collegio Marianum (Via Giotto, 33 - PADOVA) - "LE RAGIONI DELLA PACE NEL CONFLITTO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI". Interviene: Claudette Habesch, Segretaria generale Caritas del Patriarcato latino di Gerusalemme. Promuovono: Consorzio Etimos - Microfinanza nei sud del mondo, Caritas diocesana Padova, Centro missionario diocesano, Associazione per la pace, ACS Ong Per ulteriori informazioni: 049 8755116
bullet11 e 18 /03/2002 - Nogara (Vr) - Libri infiniti 2002
Libri infiniti 2002… per amare la lettura. Anche quest’anno la Fondazione Aida, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Nogara, propone la rassegna denominata Libri Infiniti, rivolta principalmente agli insegnanti, operatori ed animatori sociali che vogliono approfondire l’uso di strumenti creativi nell’approccio educativo con bambini e ragazzi. L’iniziativa, patrocinata dall’ufficio scolastico regionale del Veneto e riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione come aggiornamento, è composta da ventuno incontri con autori di letteratura e teatro per ragazzi che si esibiranno in varie città del Veneto, tra cui Padova, Vicenza e Venezia. A Nogara si terranno due incontri, entrambi presso la Biblioteca Comunale, alle ore 16. Il primo, lunedì 11 marzo, avrà come protagonista Roberto Denti, che ha fondato a Milano la “Libreria dei Ragazzi”, la prima in Italia – e forse anche in Europa - di questo tipo. Lunedì 18 marzo, invece, sarà ospite Gaetano Bellorio, scrittore che ha pubblicato numerosi volumi per ragazzi. “Abbiamo voluto decentrare l’evento – spiega il vicesindaco Vittoria Di Biase – per agevolare la partecipazione dei genitori e degli insegnanti e di tutti coloro che fossero interessati. E’ estremamente importante trasmettere ai nostri bambini l’amore per la lettura ed incentivare la lettura critica e consapevole affinché essi possano esercitare in pieno il proprio diritto di cittadinanza; è stato visto che la lettura ad alta voce fatta da un adulto “contagia” i bambini per questa passione, stabilendo una relazione interpersonale che agisce direttamente sull’immaginario del bambino. La lettura – conclude Di Biase – deve quindi essere considerata come un diritto dei bambini e di tutti i cittadini e perciò come un antidoto alla cultura omologante”. L’iniziativa, aperta a tutti, fa parte del Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto Comprensivo di Nogara. Info: 0442/88377. Per il programma completo dell'evento consultare il sito della Biblioteca Comunale di Nogara (sez. Attività culturali) http://digilander.iol.it/biblionogara oppure quello della Fondazione AIDA di Verona www.fondazioneaida.it 
bullet15/03/2002 - Verona - Volti di Pace: David Maria Turoldo
Pax Christi di Verona e la Comunità cristiana di San Nicolò organizzano per il mese di marzo 2002 un ciclo di incontri su «VOLTI DI PACE, testimoni e profeti del nostro tempo». Venerdì 15 marzo: DAVID M.TUROLDO, La poesia come canto-profezia di pace Relatori: Luigi Adami, parroco di S.Zeno di Colognola ai Colli e Marco Campedelli, prete, uomo di teatro. Gli incontri si terranno alle ore 21 presso la sala "Pighi" della parrocchia di San Nicolò all'Arena, piazza S. Nicolò (dietro l'Arena), Verona, tel. 045 8000167, 045 565646.
bullet15/03/2002 - Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/2 - INCONTRO CON MARIA FALCONE E ANTONIO INGROIA
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" VENERDÌ 15 MARZO alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi, presentazione del libro di GIAN CARLO CASELLI e ANTONIO INGROIA "L'eredità scomoda. Da Falcone ad Andreotti sette anni a Palermo" (Feltrinelli). Interverranno: MARIA FALCONE (Presidente della "Fondazione Giovanni e Francesca Falcone"); ANTONIO INGROIA (Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo); AMEDEO TOSI (Giornalista, Direttore Responsabile del settimanale telematico "il GRILLO parlante"). Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara  ; biblionogara@libero.it
bullet16/03/2002 - San Donà di Piave - Convegno
«UN MONDO DIVERSO E' POSSIBILE? L'IMPATTO DELLA GLOBALIZZAZIONE SULLE SOCIETA' E LE CULTURE» è il titolo del CONVEGNO organizzato da Mani Tese presso il Centro Culturale "Leonardo Da Vinci" Piazza Indipendenza di San Donà di Piave il 16 MARZO 2002, ore 9.00-13.00 - Introduzione e coordinamento: Gianfranco Bettin, Sociologo. I MOLTEPLICI ASPETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE Cresce la ricchezza, aumentano le emergenze sociali e gli squilibri economici. Relatore: Manlio Dinucci - Saggista; UN MONDO DIVERSO E' POSSIBILE! Le proposte della società civile globale per un mondo più giusto e solidale. Relatore: Sabina Siniscalchi - Mani Tese e Social Watch Italia - INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA "TERRA" DI SEBASTIAO SALGADO, DEDICATA AL MOVIMENTO DEI CONTADINI SENZA TERRA DEL BRASILE.
bullet17/03/2002 - Pordenone - Via Crucis Pordenone-Aviano
Beati i Costruttori di Pace, Centro d’accoglienza E.Balducci, Pax Christi Italia organizzano per domenica 17 marzo 2002 la Via Crucis “Pordenone – Aviano”. Ritrovo a Pordenone, ore 12,30, piazzetta S.Marco. Ore 13,00: Partenza a piedi per Aviano, 12 Km. Durante il tragitto sono previsti 5 momenti di sosta per riflettere e pregare. Si intervalleranno varie Testimonianze. Ore 17.30: arrivo davanti ai cancelli della Base Usaf di Aviano. Testimonianze riflessioni - preghiera conclusiva.
bullet17/03/2002 - Soave (VR) - Per grandi e piccini: «PICCOLO GIALLO E PICCOLO BLU»
Con l'arrivo della primavera l'associazione culturale "il Cerchio Magico" di Soave (paolazin@tiscalinet.it) ritorna all'aperto sotto i cieli, a giocare con l'arte nel cuore della città. E proponendo: «Piccolo giallo e piccolo blu - emozioni e colori». Aspettiamo grandi e piccini domenica 17 marzo, dalle ore 14 alle 18 a Soave (VR), in piazza Antenna, accanto al mercatino degli Artisti a conoscere, inventare, accostare i colori. A pasticciare, con il pennello o con le dita, mescolandoli con la tua fantasia. I bambini potranno sperimentare alcune tecniche pittoriche e giocare a creare immagini e vivere emozioni. 
bullet18/03/2002 - San Giovanni Lupatoto - Max Gazzè in concerto per INTERSOS
«Ognuno fa quello che gli pare?», il tour teatrale di MAX GAZZE’, farà tappa LUNEDI’ 18 MARZO al Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto. Alla tournée è associata un’iniziativa che unisce una particolare scelta civile ad una piccola curiosità offerta al pubblico: sarà allestita, infatti, una mostra itinerante nella quale verranno esposti alcuni dipinti di Gazzè, appassionato pittore per diletto dalla sua adolescenza. Le opere sono donate da Gazzè ad «INTERSOS», organizzazione no-profit che interviene in qualsiasi parte del mondo dove si presenti un’emergenza umanitaria (della Intersos la campagna contro le mine anti-uomo). Gli incassi della mostra saranno appannaggio dell’associazione umanitaria, a testimonianza del costante impegno sociale dell’artista. Prevendite dei biglietti presso «Box Office» (tel. 045-8011154) via del Pontiere a Verona (am.t.)
bullet18/03/2002 - Verona - Il pensiero di René Girard
Lunedì 18 marzo, alle ore 21 presso la sede del Centro Missionario Diocesano di Verona, incontro di Pax Christi sul tema: «Violenza nelle religioni, nonviolenza nel Vangelo (Il pensiero di René Girard)». Relatore: Giulio Bonamini.
bullet22/03/2002 - Verona - Volti di Pace: Etty Hillesum
Pax Christi di Verona e la Comunità cristiana di San Nicolò organizzano per il mese di marzo 2002 un ciclo di incontri su «VOLTI DI PACE, testimoni e profeti del nostro tempo». Venerdì 22 marzo: ETTY HILLESUM, La pace come cuore pensante Relatrice: Letizia Tomassone, pastore della Chiesa valdese di Verona. Gli incontri si terranno alle ore 21 presso la sala "Pighi" della parrocchia di San Nicolò all'Arena, piazza S.Nicolò (dietro l'Arena), Verona, tel. 045 8000167, 045 565646.
bullet22/03/2002 - Verona - Commercio equo e solidale
La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE - Prof.ssa Maria Grazia Totola, Facolta' di Economia e Commercio, Università di Verona. Inizio ore 20,45.
bullet25/03/2002 - Verona - Non solo Ande
La Giovane Montagna di Verona organizza per il giorno Lunedì 25 marzo ore 21.00 presso l’auditorium della Cassa di Risparmio Verona via Garibaldi n.2 un incontro sul tema “NON SOLO ANDE”, con Giancarlo Sardini, responsabile della Scuola di Alta Montagna Don Bosco en los Andes. Tale progetto è parte dell’opera educativa dell’Operazione Mato Grosso voluta da Padre Hugo De Censi. Una scuola di andinismo che ha come obiettivo la formazione professionale e sociale di giovani, figli dei campesinos, potenzialmente dotati a divenire guide di alta montagna. I ragazzi della scuola sono scelti tra i più poveri e più bisognosi che appartengono alle parrocchie dove è presente l'Operazione Mato Grosso. A tale progetto lavorano anche giovani volontari di altri paesi. Con il loro aiuto sono stati costruiti due rifugi nella Cordillera Blanca. La Sezione di Verona della Giovane Montagna sostiene tale iniziativa e la propugna quale proposta concreta per il 2002 “Anno internazionale delle montagne”. (info: alzorzi@hotmail.com)
bullet26/03/2002 - Verona - Pensieri di pace dalle donne di Sarajevo e di Algeri
Martedì 26 marzo, ore 21, presso la chiesa di S.Domenico, via del Pontiere (Verona), si terrà uno spettacolo teatrale sul tema: "Pensieri di pace dalle donne di Sarajevo e di Algeri" con le Donne in Nero.
bullet28/03/2002 - Verona - Incontro con Igor Man e Alì Rashid
Giovedì 28 marzo alle ore 21, il Coordinamento per la pace in Medio Oriente organizza un incontro sulla pace Israele-Palestina con Igor Man e Alì Rashid. Il luogo è ancora da fissare (forse presso la sala Lucchi, stadio di Verona). Tenetevi liberi!
bullet02 - 05/04/2002 - Verona - «Vivere e condividere il Vangelo...» al CUM
"Vivere e condividere il Vangelo a partire dall’esperienza dell’incontro con il povero". È il tema del prossimo seminario di studio organizzato dal Centro Unitario Missionario di Verona e dalla rivista ‘Settimana’. L’iniziativa, che si volgerà nel capoluogo scaligero dal 2 al 5 aprile, rientra nello spirito dello scambio tra le Chiese italiane e Latino-americane. "L’intento degli organizzatori – ha spiegato monsignor Giuseppe Andreozzi, direttore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Cei – è quello di coniugare l’apporto di esperti con la presentazione di esperienze; quindi non solo relazioni dense di contenuto, ma anche testimonianze dirette e condivisione di tra i partecipanti". Per informazioni: missioni@chiesacattolica.it - http://www.fondazionecum.it/ (fonte: www.misna.org)
bullet06-07/04/2002 - Ferrara - Convegno di Teologia della Pace
IX CONVEGNO DI TEOLOGIA DELLA PACE 6-7 aprile 2002 Sala Conferenze "CeDoc - SFR" via XX Settembre 47 - FERRARA. Tema: SATYAGRAHA, FORZA DELLA VERITA' CHE OPERA GIUSTIZIA. I Convegni di Teologia della Pace sono promossi da Pax Christi, attraverso il Punto-Pace di Ferrara, con la collaborazione dell'Istituto di Scienze Religiose diocesano e della Chiesa Battista di Ferrara, unitamente al movimento di Rinascita cristiana, al Segretariato Attività Ecumeniche locali e all'Associazione Ferrara-Terzo Mondo, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara. Si tratta di un'occasione - che ci risulta essere unica in Italia nella sua sistematicità - per chiamare la teologia a confrontarsi sui temi della Pace e a scoprire come la Pace sia il vero volto di Dio. In questo IX incontro proseguiremo la riflessione intorno alla Verità e al suo rapporto con la Nonviolenza (Satyagraha, per Gandhi), declinandola rispetto al tema strettamente legato della Giustizia. Ancora una volta non possiamo non essere attenti all'ordine del giorno che la storia recente ci pone, dove Verità e Nonviolenza sembrano sempre più messe al margine.
P R O G R A M M A
SABATO 6 APRILE, ORE 18,30 - LITURGIA ECUMENICA presso la Chiesa Battista di via C. Mayr 110/a. Cena comunitaria - ORE 21,00 - (PRESSO IL TEATRO "CASA DI STELLA DELL'ASSASSINO", via Cammello) «GOLFO» tratto dall'omonimo libro di Robert Westall, riduzione teatrale a cura di: Marcello Brondi, Teresa Fregola, Luciano Giuriola. Regia di Luciano Giuriola
DOMENICA 7 APRILE (Sala Conferenze "CeDoc - SFR" via XX Settembre 47): ORE 9,15 - Accoglienza di Andrea Zerbini, direttore dell'Istituto di Scienze Religiose di Ferrara. Saluto di Carlo Caffarra, arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Saluto di Giorgio Dall'Acqua, presidente della Provincia di Ferrara. Saluto di Daniele Lugli, segretario nazionale del Movimento Nonviolento. Introduzione di Piero Stefani, direttore scientifico del convegno. Relazione di Lidia Maggi, pastora evangelica, Cinisello Balsamo (Milano): "Effetto della giustizia sarà la pace (Isaia 32,17)". Relazione di Raniero La Valle, giornalista e studioso di tematiche sulla pace, Roma: "La guerra giusta: nascita e storia di una triste leggenda". Discussione. Pranzo comunitario.
ORE 15,00 - Relazione di Cesare Frassineti, esperto di economia e globalizzazione, Roma: "Economia, giustizia e nonviolenza, un trio impossibile?"
Relazione di Giuseppe Stoppiglia, frate cappuccino, prete operaio e formatore sindacale, presidente dell'associazione Macondo, Vicenza: "Verità e giustizia nelle relazioni tra i popoli per crescere la nonviolenza".Discussione.
Conclusioni di Francesco Comina, giornalista, Pax Christi Bolzano. Per informazioni e iscrizioni (entro il 31 marzo): Pax Christi Punto-Pace Ferrara, c/oAlessandra Mambelli, tel.0532742260;
e-mail: relaxpxfe@libero.it
bullet12-14/04/2002 - Rimini - Rete Radié Resch: «Il sorriso di Pacha Mama» 
A Rimini, Convegno Nazionale di «Rete Radiè Resch» il 12 - 14 aprile 2002 dal titolo “Il sorriso di Pacha Mama” sottotitolo “la speranza degli esclusi”, con relatori Manlio Dinucci, Alì Raschid, Giulietto Chiesa, frei Gorgen, Marco Revelli, Guido Viale, Ettore Masina, Alex Zanotelli, … ed altri testimoni. Per informazioni: dinopoli@ferrarisvr.it
bullet17/04/2002 - Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/3 - INCONTRO CON MARCO TRAVAGLIO, ELIO VELTRI E PAOLO ANDREOLI 
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" MERCOLEDÌ 17 APRILE alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castoldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO. Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Nogara. Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
bullet19/04/2002 - Brescia - Scuola e Religioni
Convegno “E’ L’ORA DELLE RELIGIONI? LA SCUOLA E IL MOSAICO DELLE FEDI”, 19 aprile 2002 presso Cem Mondialità, Istituto Saveriano - Via Piamarta,9 – 25121 Brescia. Per informazioni e iscrizioni Tel. 030.377.2780 (dal lunedì al venerdì 9.30 –12.30) E-mail cemmondialita@saveriani.bs.it Web:www.saveriani.bs.it/cem

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IN AZIONE 

Petizione per una Commissione investigativa internazionale sui crimini contro l'umanità di Ariel Sharon 

Per firmare, andate su: http://www.petitiononline.com/warcrime e cliccate dove è scritto: "Click here to sign petition" indicando cognome, nome e indirizzo e-mail. La petizione aiuterà gli avvocati Belgi che stanno cercando di fare incriminare Ariel Sharon. Hanno bisogno di 1 milione di firme, e per ora ne sono state raccolte circa 270.000.

A Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. 
"La storia insegna che quanto più non è stata fatta giustizia, tanto più lo spettro della guerra può riemergere", Giudice Claude Jorda. Noi, sottoscritti, gente di questo pianeta, facciamo appello a Mary Robinson di costituire una commissione per investigare il coinvolgimento di Ariel Sharon nei crimini di guerra contro l'umanità secondo i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e le risoluzioni 260, 2391, 3074 dell'Assemblea Generale e la Risoluzione 1296 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in nome delle vittime del massacro del 1982 dei campi profughi di Sabra e Shatila in Libano. Le risoluzioni delle NU hanno chiarito che i colpevoli di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra debbono essere perseguiti e debitamente puniti. E' stato chiarito inoltre che la totale protezione dei civili in un paese occupato è nelle mani dell'esercito occupante. Nel 1982 l'esercito Israeliano era forza di occupazione a Beirut (Libano); in ottemperanza alle leggi internazionali essi avevano la responsabilità di protezione di tutti i civili sotto il loro controllo. A quel tempo l'esercito di Israele era sotto il totale controllo del Ministero della Difesa Israeliano e Ariel Sharon era il Ministro della Difesa.Egli visitò Beirut e promise pieno supporto alla Milizia Cristiano Libanese alleata di Israele. Ariel Sharon personalmente diede via libera alla Milizia Cristiano Libanese per entrare nei campi profughi di Sabra e Shatila a Beirut ovest, e ciò diede come risultato massacro, tortura e stupro di centinaia di civili inermi, soprattutto donne e bambini. L'esercito Israeliano non solo non controllò i campi e non fece nulla per fermare il massacro, ma, come è provato dai fatti, aprì la via ai Miliziani per entrare nei campi. Essi ebbero diretti e chiari ordini dal Ministero della Difesa Israeliano di non interferire e di dare mano libera e assistenza alla Milizia Cristiano Libanese. "C'era un chiaro obbligo per i leaders politici e militari, quello di fare ragionevoli passi per proteggere i civili quando diedero i loro ordini. In una situazione in cui la vita dei civili era chiaramente a rischio, la persona che dava gli ordini era persino più responsabile di quelli che li eseguivano". Giudice Richard Golstone. Con l'irrompere delle notizie del massacro nei campi profughi di Sabra e Shatila, il pubblico Israeliano fu scandalizzato e andò in manifestazione e chiese le dimissioni di Ariel Sharon e un'indagine nel merito. Il Parlamento Israeliano agì e costituì una commissione parlamentare per investigare il coinvolgimento di Ariel Sharon in questi atti disumani. Secondo il risultato dell'inchiesta Ariel Sharon fu trovato responsabile per le azioni della Milizia Cristiano Libanese e di conseguenza fu forzato a dimettersi da Ministro della Difesa. Ma ovviamente essendo egli un Israeliano ed essendo quei crimini stati commessi non contro cittadini Israeliani, egli non fu mai chiamato in giudizio né comparve in nessuna corte di giustizia in Israele. Ora il tempo è venuto, tutte le prove e i documenti sono stati raccolti e sono pronti per una commissione investigativa che consegni quei responsabili alla giustizia al di là del loro status sociale o politico. Possa la giustizia prevalere e guarire le ferite delle vittime sopravvissute.

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MASSMEDIA e TAM TAM vari 

15 SITI DA VISITARE 

1) Agenzia di Stampa Missionaria www.misna.org
2) Pedagogisti on line: www.educare.it
3) Notiziario femminile www.femmis.org
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
5) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per L'energia e l'ambiente» www.paea.it
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione www.terrelibere.it
7) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org 
8) Il sito dello scrittore Gaetano Bellorio: www.gaetanobellorio.it
9) Il sito dei padri Bianchi http://www.missionaridafrica.org
10) Legnago Social Forum: www.vronline.it/LSF/
11) Informazioni, relazioni, riflessioni... crmvillage.it 
12) Giovani e missione... www.giovaniemissione.it
13) Sito sul nuovo pensiero socio-economico che fonda le sue radici in una cultura umanistico-spirituale www.prout.it 
14) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: WWW.PROMISELAND.IT

UN ANNO CON... www.FEMMIS.org
8 marzo: un traguardo ma anche un punto di nuova partenza... per www.femmis.org . E' stato un anno "pieno". Dall'Africa all'Estremo Oriente oltre duecento notizie dalla data del lancio del sito con un ritmo di otto notizie a settimana, concedendosi solo una pausa nei mesi estivi per rinnovare le pagine del sito. L'informazione ha voluto essere, fin dalle prime settimane, a tutto campo spaziando dalla condizione femminile in Europa, alla situazione africana, a quella in America latina, in Asia e nel medio oriente. L'attenzione si è concentrata in particolare sull'Africa (il 32% dei lanci) e sull'Europa (il 30 %), quest'ultima anche per le notizie riguardanti le iniziative avviate in Italia, vista la volontà di non perdere l'occhio la realtà nazionale. Seguono Medio oriente (12,5%), America latina (11%) e Asia (10%).

Le questioni più seguite - Tra le questione che Femmis ha seguito costantemente e fin dall'inizio c'è il caso di Safiya e Abok, due donne condannate alla lapidazione in Nigeria e in Sudan (l'agenzia delle missionarie comboniane è stata la prima a segnalare il caso di Abok). Anche alla condizione delle donne afgane Femmis ha dato subito grande rilievo segnalando le persecuzioni dei talebani fin dal giugno scorso e continuando a mantenere viva l'attenzione nei mesi successivi al conflitto.

I contenuti - Per quanto riguarda i contenuti, le notizie pubblicate raccontano in primo luogo le violenze alle quali vengono sottoposte le donne: il 17,5% delle notizie.Naturalmente parte delle notizie hanno riguardato fatti positivi come iniziative, progetti, prese di posizioni a questo proposito. Collegata alla questione delle violenze, quella dei conflitti: dalle notizie pubblicate (6,4%) risulta evidente come le prime a farne le spese in mille modi siano proprio le donne. Le discriminazioni subite e la lotta per combatterle hanno ricevuto grande spazio (10 %), così come si è tenuta d'occhio la battaglia per conquistare spazio in politica(10%), un match che si sta giocando ovunque non solo in Europa ma anche, in Africa, all'America latina. La questione della prostituzione, i problemi sanitari, la mancanza di formazione scolastica, sono gli altri temi emersi dalle notizie, assieme ai progetti e alle iniziative messi in atto per migliorare la condizione femminile.

Si riparte - Un bilancio timido se consideriamo le migliaia di dispacci che inondano giornalmente le agenzie mondiali. Ma la nostra preoccupazione è stata soprattutto curare e seguire la notizia, rendere visibile quelle notizie che altrimenti sarebbero state ignorate dai media più potenti. A noi pare che un primo traguardo sia stato raggiunto. Ora bisogna ripartire. (a cura della redazione di FEMMIS)

Visitate www.prout.it
Desidero portare alla vostra attenzione un sito sul quale abbiamo inserito alcune novità interessanti nel campo socio-economica alternativo per l'Italia. Il sito è www.prout.it in italiano (www.proutworld.org in inglese). In questo sito è sintetizzato un nuovo pensiero socio-economico che fonda le sue radici in una cultura umanistico-spirituale. Alcuni concetti di base ad esempio sono: "Garanzia delle minime necessità per tutti, attraverso un lavoro o un reddito" . Si ritiene, infatti, che sia un diritto naturale quello della sopravvivenza per tutti e che la natura in effetti non abbia assegnato a nessun individuo, stato, nazione, corporazione in particolare la proprietà delle risorse. Ne discende che le risorse sono a disposizione di tutti per il proprio sostentamento e per il proprio progresso intellettuale e spirituale. Un diritto da inserire secondo il Prout (Teoria della Utilizzazione PROgressiva) nella costituzione come diritto fondamentale. Il Prout, come visione, si oppone fondamentalmente al sistema capitalistico della concentrazione della ricchezza (pure a quello dove la ricchezza è concentrata nelle mani dello stato) e crede in una economia sociale in cui sia più equa la distribuzione della ricchezza. Si sa, il capitalismo ha bisogno del 5-10 % di disoccupazione fisiologica e quindi non può garantire a tutti queste minime necessità. Se il comunismo era forse in grado di garantirle, esso comunque creava situazioni di vita disumane e repressive (comunque contro le fondamentali esigenze della natura umana). Trasformando l'idea di 'garanzia delle minime necessità' in termini socio-economici il Prout prevede una struttura socio-economica tridimensionale in cui il sistema di cooperative ha la parte maggiore. In questo sistema cooperativo ogni individuo si prende sì la responsabilità del proprio destino economico, ma beneficia anche degli utili in modo adeguato. E questo sistema ha una triplice utilità:
* Partecipazione alle decisioni economiche dei singoli lavoratori (colletti blu e bianchi)
* Distribuzione della ricchezza in modo più razionale
* Eliminazione della possibilità di eccessiva accumulazione.
Non crediamo che il singolo imprenditore sia in grado di far crescere l'economia nazionale, dove la maggior parte dei lavoratori è 'dipendente'. Tutti siamo invitati ad essere invece protagonisti in prima persona per iniziare una nuova pagina nella storia della socio-economica. In soldoni la FIAT, Mediaset, per fare un esempio, potrebbero essere gestite in cooperativa da tutti i lavoratori addetti. Agnelli e Berlusconi sarebbero soci come tutti gli altri. Se così fosse Berlusconi e Agnelli, credo non avrebbero più il problema del conflitto di interessi!

SALVIAMO LA LEGGE 185/90
Per aderire alla difesa della Legge 185/90, che regolamenta il commercio delle armi, è possibile sottoscrivere il proprio consenso alla campagna: http://www.edizioni-achab.it/contatto/campa.html
La Legge 185/90 prescrive fra l'altro misure per la trasparenza ed il controllo degli scambi di armamenti. La revisione di questa legge prevede invece l'eliminazione di alcuni importanti criteri stabiliti per rendere visibile il commercio delle armi (ad esempio, venire a conoscenza di quali banche finanziano l'industria delle armi), permettendo quindi agli uomini del business più degenerato di alimentare violenza e guerra in modo da non essere visibili al pubblico e poter operare indisturbati nella loro azione. Grazie e buon lavoro. EDIZIONI ACHAB VIA CAROTO, 2/A - 37121 VERONA TEL. +39 045 8489196 - FAX +39 045 8403149 www.edizioni-achab.it

"LIBERI DI"... ESPRIMERCI. LA DIFESA DEL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE NELL'ITALIA DI BERLUSCONI
"Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". È questo il testo dell'articolo 21 della Costituzione Italiana che sancisce un diritto quanto mai attuale e in pericolo nell'Italia di Berlusconi, imbavagliata da un sistema radiotelevisivo in mano al patron di Mediaset e governata da un premier che si è ritagliato una legge ad hoc sul conflitto di interessi. A partire da queste constatazioni è nata l'"Associazione Articolo 21- Liberi di" su iniziativa di giornalisti, scrittori, edicolanti, giuristi, docenti e utenti della comunicazione che vogliono difendere il diritto alla libera espressione e al dissenso e l'operato della magistratura. Tra i firmatari dell'appello (che è possibile sottoscrivere via e-mail all'indirizzo art21liberidi@yahoo.it, per telefono allo 06.67602245 o via fax allo 06.67609651) vi sono numerosi giornalisti e personalità impegnate nella società civile come Federico Orlando, Miriam Mafai, don Vinicio Albanesi, Rosi Bindi, don Luigi Ciotti, Domenico Gallo, Paul Ginsborg. 
Nel manifesto fondativo dell'associazione, presentata alla stampa il 27 febbraio, si denuncia la politica della maggioranza di centro-destra tesa a usare il Parlamento e la legge per proteggere gli interessi privati di Silvio Berlusconi e della sua parte politica, i frequenti attacchi alla magistratura, continuamente dileggiata e delegittimata nella sua funzione super partes di difesa della legge e dell'uguaglianza dei cittadini. Dal punto di vista dell'informazione, i firmatari mostrano preoccupazione per il "rapidissimo allineamento di gruppi editoriali al potere politico", il progressivo restringimento degli spazi di diversità al di fuori del duopolio televisivo Rai-Mediaset, con il fallimento nei mesi scorsi del progetto di "terzo polo" (dopo l'acquisizione de "La 7" da parte di Tronchetti Provera, alleato d'affari di Berlusconi), l'omologazione - con le recenti nomine al Consiglio di Amministrazione della Rai - del servizio pubblico radiotelevisivo, nei contenuti e nello stile, alla televisione privata. L'impegno dell'associazione è dunque di vigilare su abusi, censure ed autocensure, e di costituirsi come un punto di riferimento per iniziative culturali, legislative e giuridiche per elevare la qualità dell'informazione nel Paese. (fonte: ADISTA)

ANCORA DEPORTAZIONI: QUESTA VOLTA TOCCA ALLE DONNE
L'associazione Senzaconfine e l'Asgi Sicilia denunciano che 2/3 delle donne nigeriane rastrellate in tutt'Italia (circa 60 spesso prese in casa e non sulla strada) in un'operazione contro la prostitizione e l'immigrazione clandestina, e successivamente rinchiuse al Centro di Detenzione Temporanea Serraino Vulpitta, da ieri sera sono state fatte salire su un pullman con tappa a Roma e destinazione Malpensa, da dove partiranno in serata per essere rispedite nel loro paese di provenienza. E' stato impedito loro di chiedere asilo, come le poche (meno di una ventina) rimaste al centro di detenzione; è stato impedito loro anche di poter avviare un percorso di reinserimento sociale per uscire dalla prostituzione, attraverso l'opera dei Vivian Wiwoloku, pastore evangelico nigeriano che a Palermo attraverso il suo lavoro ha recuperato 78 ragazze che ora lavorano. Il pastore Wiwoloku stesso denuncia che per queste ragazze la prossima tappa, una volta reimpatriate, sarà il carcere; la cauzione per ottenere la libertà raggiunge la cifra di un milione, cifrà inaccessabile per le loro famiglie,e il bisogno economico le repingerà nuovamente nel circolo della prostituzione; quelle di provenienza islamica rischiano anche la condanna alla lapidazione. Nessuna garanzia è stata data alla loro vita e alla loro libertà, poichè il console nigeriano, rappresentante dello Stato in Italia, ha dato il nulla osta per il loro reimpatrio dopo averle incontrate. Senzaconfine e l'Asgi dnunciano che ancora una volta questo rimpatrio viola la legalità, nazionale e internazionale: il divieto di deportazione, che in questi casi dovrebbe scattare automaticamente, come sancito dalla convenzione di Ginevra firmata anche dall'Italia; e il divieto di espulsione, sancito, oltre che dalla convenzione di Ginevra, dalla legge italiana stessa. Ci troviamo dunque di fronte a un nuovo atto di illegalità, in un crescendo sempre piu' incontrollabile se queste pratiche non avranno una risposta dal movimento che si è sviluppato in questi mesi contro la legge Bossi- Fini e per la difesa dei diritti di profughi e rifugiati. Per questo Senza Confine l'Asgi Sicilia fa appello al Social Forum di Milano e a tutto l'associazionismo impegnato sul terreno della solidarietà con gli immigrati a mobilitarsi entro la giornata per dare una risposta ferma e decisa a questo ennesimo atto di violazione della legalità e negazione dei diritti riconosciuti. Facciamo appello in particolare al movimento delle donne e alla rete che si è mobilitata in favore di Safiah perchè si rinnovi la mobilitazione per decine di donne deportate e a rischio di carcere e di maltrattamenti. (Associazione Senzaconfine - ASGI Sicilia - Info: Dino Frisullo 339 65 04 639; Fulvio Vassallo 348 33 63 054)

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INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI

La scelta della nonviolenza
di Sergio Paronetto

Cari amici, faccio parte del Consiglio nazionale di Pax Christi. Vorrei esprimere un parere sull' incontro bolognese dei "social forum" del 2-3 marzo scorso. L'appello di Alex Zanotelli riguardante la pluralità nonviolenta del "movimento dei movimenti" e del Forum Europeo costituisce, a mio parere, la prospettiva più adeguata sia dal punto di vista etico che da quello politico. Per me, è l'unica strada praticabile. Va certamente approfondita. A mio avviso, ad esempio, più che tematizzare la nonviolenza come dottrina o come tecnica, andrebbero studiate le nonviolenze come movimenti storici, come azioni popolari e come stili di vita. Cioè le esperienze concrete di nonviolenza del Novecento, i volti di pace, le testimonianze reali. Personalmente, cambierei anche la parola nonviolenza che, per quanto scritta come fosse una parola sola, esprime sempre una carica negativa e può prestarsi a equivoci. Preferisco "convivialità delle differenze" o azione conviviale. Dovremmo inventarci parole nuove. Dovrebbe nascere una nuova cultura. Secondo me, ogni azione per la pace deve basarsi sulla coerenza tra mezzi e fini e sull'etica della responsabilità. Non si può contrastare le guerre favorendo un clima di guerra. Non si può vincere le violenze tollerando le microviolenze. Esse possono operare anche in frange del "movimento dei movimenti", ora per scelta autonoma di pochi, ora per infiltrazione poliziesca, ora per provocazione esterna, ora per ambiguità di comportamento, ora per esibizionismo mediatico. Cedere alle violenze, siano pure piccole o motivate da nobili ideali, o solo minimizzarle, significa -scrive Tonio Dell'Olio- ridursi a "stupidi ingranaggi del sistema". "Scegliere profondamente la parola nuova della nonviolenza" è introdurre un'alternativa etica, una novità storica, un'innovazione politica. Penso sia la scelta più vera, più buona, più bella, più utile. Le violenze sono certamente diverse tra loro per motivazioni, per consistenza e per responsabilità. In ogni caso, le ritengo "reazionarie", clonate da quel sistema di violenze e di degrado che si vuole superare. Nelle manifestazioni pubbliche, in particolare, anche la violenza più piccola rovina il lavoro di anni, offende la dignità di chi lotta, blocca il desiderio di comunicare, paralizza lo spirito di festa, umilia il valore delle proposte, scredita il movimento e accredita la violenza dei potenti che si presentano come garanti di stabilità e salvatori del mondo. Il campo delle nonviolenze, invece, è aperto, inclusivo, compatibile con varie ispirazioni ideali, coerente con i fini auspicati, radicato nella limpida coscienza della personale responsabilità. E' credibile e liberante. Garantisce tutti gli operatori di pace permettendo una varietà di iniziative, una sperimentazione costante, reversibile, creativa. Fa corpo con l'idea di democrazia, con la sua espansione, con la sua profonda sostanza. E' un campo stupendo, poco conosciuto perché maltrattato o banalizzato da tanti opinionisti e da molti uomini politici di segno opposto. La dichiarazione di Casarini, riportata da "La Repubblica" il 3 marzo, "la nonviolenza di principio è un'ideologia", è subalterna all' ideologia diffusa e trasversale della violenza. La sento contraria non solo all'annuncio evangelico (per me radicale e rivoluzionario) della pace. La sento doppiamente sbagliata anche dal punto di vista "marxiano". Mi riferisco, in primo luogo, all'idea di ideologia come "falsa coscienza" (proiezione nella mente dei rapporti di sfruttamento) perché, in realtà, la scelta nonviolenta è una forma di lotta che si basa sulla valutazione realistica dei rapporti di forza e di una storia di conflitti gestiti secondo la logica delle armi. In secondo luogo, ho presente la definizione di "ideologia religiosa" come "sospiro della creatura oppressa", come astratta aspirazione alla giustizia e alla libertà; l'opzione nonviolenta, invece, intende dare corpo al "sogno diurno" di un mutamento reale e si propone come alternativa alle violenze del sistema e al sistema delle violenze.
'Non possiamo fare gli angeli se gli altri sono diavoli', dicono in sostanza alcuni esponenti dei centri sociali quando difendono metodologie forti di intervento come le occupazioni o le risposte decise agli assalti della polizia durante i cortei (a volte gli assalti sono auspicati o provocati ad arte tramite insulti o lancio di oggetti). Lo stesso concetto, con intenzioni diverse, esprimono coloro che vogliono giustificare le guerre o la lotta militare globale al terrorismo che sta eliminando diritti e snaturando la democrazia. 'La nonviolenza è scelta solo personale', dicono molti: 'quando bisogna "difendersi" dai nemici o dal terrorismo bisogna armarsi'. Da opposti versanti, la nonviolenza viene interpretata in maniera simile: o come aspirazione vaga e inefficace o come semplice rifiuto dell'atto violento; o come generosa passività, o come viltà, o come rifugio di anime belle. In molti opera la logica dualistica dei contrasti assoluti: bene o male, sconfitta o vittoria, vita o morte. Resiste l'immaginazione dell'assalto definitivo e della conquista decisiva legata al meccanismo del "capro espiatorio" (da eliminare). C'è sempre un male assoluto da distruggere per la vittoria del bene assoluto. Ognuno, ovviamente, si ritiene combattente del bene. Il guaio dell'ideologia della violenza è che ognuno può ritenere "giusta" la sua violenza. Ognuno rivendica per sé la migliore giustificazione della violenza. Questa logica si scontra con una "contraddizione irriducibile: lottare contro la violenza con la violenza non permette di eliminare la violenza. Le ideologie della violenza vogliono occultare questa contraddizione". Lo scrive Jean- Marie Muller, tradotto da Enrico Peyretti (Jean Marie Muller , Le principe de non-violence. Parcours philosophique, Paris 1995, in "Il foglio" 289, Torino, febbraio 2002): "Se la violenza è legittimata come un diritto dell'uomo, ciascuno potrà prendere a pretesto questo diritto per ricorrervi ogni volta che lo stimerà imposto dalla difesa dei suoi interessi. In realtà l'ideologia della violenza permette a ciascuno di giustificare la propria violenza. La storia si trova allora risucchiata in una spirale di violenze senza fine. Si crea una reazione a catena di violenze degli uni e degli altri, tutte legittimate.La violenza diventa fatalità. La nonviolenza intende spezzare questa fatalità". La scelta nonviolenta, infatti, è concreta, realista. La "Tavola della pace", prima della marcia Perugia-Assisi dell'ottobre scorso, scriveva ai parlamentari dell'Ulivo, sostenitori della guerra in Afghanistan, che la nonviolenza è "polvere della storia". Come sono belli i passi di quelli che la sollevano perché camminano sulle montagne per annunciare la pace! direbbe il profeta Isaia (52.7). Un saluto fraterno. Shalom. (Sergio Paronetto)

VIS: "BASTA, È L’ORA DELLA TOLLERANZA ZERO IN MEDIO ORIENTE" 
"Oggi, più che mai, rifiutiamo la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti e siamo fermamente convinti, ispirandoci alle parole del Cardinal Martini, che per il Medio Oriente sia giunta l’ora della tolleranza zero". Lo afferma il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo, Ong promossa dal Centro nazionale opere salesiane) in un comunicato diffuso l'8 marzo. Nel testo viene poi illustrato questo concetto di tolleranza zero. "Non siamo più disposti a tollerare – vi si legge - le troppe vittime che quotidianamente soccombono alla follia e ai disegni politici ed economici di coloro che governano per un mondo che non vogliamo. Non riusciamo più a tollerare l’idea di civiltà come alibi per giustificare ogni tipo di azione, per avvallare ogni tipo di comportamento, per legittimare il diritto di difesa di un sistema globale gestito da pochi per i molti, per legittimare il silenzio e il rifiuto delle voci del dissenso. Non possiamo più tollerare l’ignavia dei governi degli Stati Uniti, che appoggiano la politica di Sharon per giustificare la guerra al terrorismo internazionale, e dell’Europa, incapace di affrontare la colpa per il silenzio del passato. Non accettiamo più di tollerare il flebile e inconsistente appello alla Forza di difesa israeliana di ritirarsi dai campi e di intensificare la ricerca della pace del Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan e non possiamo più sopportare che questa Organizzazione Internazionale non abbia il ruolo di organismo super partes fuori dai confini delle scelte politiche ed economiche dei singoli Stati, con il ruolo originario di pacificare nelle dispute mondiali. Non dobbiamo più tollerare i raid degli elicotteri "Apache" su una popolazione inerme, il desiderio di immolarsi come kamikaze, l’esilio nella propria terra del Presidente di uno Stato eletto democraticamente, i proclami del fanatismo islamico, la politica di colonizzazione dei Territori, l’ipocrisia della diplomazia internazionale più attenta a non spostare gli equilibri mondiali che a concretizzare una soluzione decisiva. Non vogliamo più tollerare un’epoca di guerra permanente, di diritto di sopraffazione del più forte sul più debole ma vogliamo essere liberi di affermare che un altro mondo è possibile, che un’altra civiltà è auspicabile. Per questo, per il Medio Oriente sollecitiamo il riconoscimento di due popoli e due stati, il ritiro immediato dei militari e dei coloni da tutti i Territori occupati, il diritto di esistenza dello Stato Palestinese secondo i confini stabiliti dalla risoluzione 242 dell’ONU, l’individuazione di Gerusalemme come capitale di due stati e la sua proclamazione di città aperta. Siamo solidali con il crescente dissenso della popolazione israeliana, con le dichiarazioni di disubbidienza di tanti riservisti dell’esercito d’Israele, con le tante voci di protesta che in tante parti del mondo si sollevano e con tutti gli uomini di buona volontà che vogliono intraprendere un cammino di pace e che sono consapevoli che il sonno della ragione genera mostri". 

Halabja: Hiroshima del Kurdistan - 14° Anniversario del bombardamento con le armi chimiche sulla cittadina kurda di Halabja nel Kurdistan dell’Iraq 
di Shorsh Surme, Direttore del periodico kurdo Hetaw "Sole"
Venerdi 16 marzo di tredici anni fà veniva bombardata con le armi chimiche la cittadina kurda di Halabja provincia di Sulaimanya 260 km Nord Est di Baghdad; nel giro di mezz'ora morirono più di 10.000 persone. L'Occidente allora si limitò a una timida manifestazione nei confronti di Saddam, nonostante questi avesse palesemente agito contro i diritti umani usando un’arma bandita della convenzione di Genivra nel 1925. Alla fine di marzo del 1988 l’opinione pubblica internazionale viene a conoscenza, grazie a videocassette clandestinamente e fortunosamente giunte in occidente del massacro perpetrato attraverso le armi chimiche nella cittadina di Halabja: uomini, donne,bambini,vecchi morirono tra spasmi atroci a causa dei gas tossici. La città si svuotò, numerosi tra suoi abitanti trovarono rifugio in Iran: Halabja è ancora oggi una città ferita, come numerosi altri villaggi nei dintorni delle maggiori città kurde, kirkuk, Arbil, Sulaimaniya e Duhok. Dopo il massacro di Hiroshima Nakazaki si sperava che queste armi non venissero mai usate, invece, il problema delle armi chimiche rimane ancora una questione da risolvere, dato che molti paesi del terzo mondo possiedono questa arma micidiale anche grazie alle tecnologie dell’Occidente che riesce costituire. Oggi i kurdi preoccupati per il loro futuro, ricordano questa giornata e quei morti innocenti massacrati da un regime dittatoriale come quello di Saddam Hussien che tuttora è saldo al potere e continua a sottoporre tutta la popolazione irachena alla fame e miseria a causa della sua arroganza e mania di potere. Dopo la guerra del Golfo una parte del Kurdistan è stata liberata a prezzo altissimo del suo popolo, quel popolo che da millenni vive su quella terra, ma che soltanto per un brevissimo periodo, ha potuto godere di libertà e autodeterminazione. Il resto della sua storia è fatto di guerra , sangue, oppressione, ingiustizia e dolore. Chi è in Occidente è a conoscenza del fatto che i Kurdi , pur stremati da anni di guerre contro Saddam, hanno avuto la forza di organizzare in pochi mesi libere elezioni, che hanno portato alla formazione di un Parlamento democratico, e poi di un governo che legifera e amministra il diritto, e si sforza di gestire le poche risorse del paese? Chi sa che al suo interno si lotta per mantenere in efficienza un sistema sanitario dignitoso, una pubblica istruzione accessibile a tutti, una libertà e pluralità di opinioni che si confrontano all’interno di un contesto di stampa e mass- media aperto ad ogni contributo? Ma soprattutto, chi conosce le disperate condizioni economiche che questa nuova realtà politica deve affrontare, privato di ogni risorsa, come petrolio, le vie di comunicazione e di commercio, ostacolato da una parte dal tiranno di Baghdad, dall’altra dagli assurdi provvedimenti di embargo decretati nell’ignoranza della reale situazione della regione irachena? Per questo occorre andare al di là della semplice cronaca e della doverosa e necessaria informazione, per effettuare un'analisi storico-politica più approfondita del fenomeno Kurdistan. Domandarsi chi sono i Curdi e cercare una risposta è già di per sé un segno importante di rispetto, democrazia e civiltà da parte di un popolo come quello italiano che dolorosamente conquistato la propria libertà verso un’altro popolo che da secoli la agogna senza averla ancora ottenuta. 

Legge 185: non un appello, una pretesa
di VAURO 
Centottantacinque è il numero di una legge del 1990. Dietro quel numero il tentativo modesto, sicuramente insufficiente, di regolare con controlli e limitazioni la produzione e il commercio di armi nel nostro paese. Una legge che fosse veramente civile bandirebbe produzione e commercio di questi strumenti di morte. Un paese veramente civile si farebbe portavoce del valore della vita umana nella comunità internazionale. Così non è, la 185 è solo un appiglio legale per inserire delle regole in un mercato che regole non accetta, quello della guerra, e che cerca lo smantellamento anche di questa normativa. Con il decreto legge 1927, basato su un accordo soprannazionale sulla cooperazione nella produzione di armi, e che porta la firma anche di autorevoli esponenti del centro sinistra come Minniti, le poche, e per questo ancora più importanti, regole etiche sulla produzione di armi verrebbero a cadere. L'Italia è al quinto posto mondiale tra i paesi produttori di armi e potrebbe così ambire a scalare a più alti livelli in questa graduatoria della barbarie. E chissà, forse in Turchia, riprendere la produzione di quei simpatici oggettini che tanto hanno fatto apprezzare il made in Italy nel mondo, le mine antiuomo. Mi è capitato, anche recentemente, di vedere gli effetti delle armi sulla carne umana. E' come testimone delle mutilazioni, della morte, dell'orrore che voglio con queste poche righe non lanciare un appello, ma un grido che vuole essere una pretesa: pretendo che Minniti ritiri la sua firma dal ddl 1927, si scusi pubblicamente di avervela apposta e pubblicamente denunci gli effetti tremendi che la modifica della 185 comporterebbe; pretendo che chi fa i girotondi per la legalità metta al primo posto la legalità dei diritti dell'uomo difendendo la 185; pretendo che gli uomini e le donne di cultura, di arte, di spettacolo parlino, denuncino come un attentato terroristico alla civiltà la liberalizzazione della produzione e del mercato delle armi; pretendo che per i partiti, le organizzazioni sociali e politiche la difesa della 185 divenga una priorità discriminante. Lo pretendo perché ne ho diritto. Me lo ha dato un bambino di dodici anni, si chiama Massud, vive ad Hanaba in Afghanistan, nell'ospedale di Emergency, una mina gli ha portato via una gamba e un occhio, forse era italiana, come me, come noi.

Safiya

Vi proponiamo uno stralcio della lettera inviata da Ettore Mesina agli amici che si sono impegnati nella campagna di solidarietà per salvare dalla lapidazione Safiya.
Le notizie sembrano finalmente buone. Nel corso di una importante riunione internazionale, il presidente nigeriano Olosegun Obasanjo ha detto: “Safiya ha presentato appello e sulla base di questo appello ci aspettiamo che si farà giustizia; una giustizia che rallegrerà i cuori di quanti l’hanno chiesta per lei, ma rallegrerà tantissimo anche me”. “La società nigeriana è maschilista e sciovinista – ha aggiunto Obasanjo – e una società non si cambia in una notte. Ma dobbiamo cominciare a lavorare per cambiarla e rompere certe regole sociali”. E allora? Come ricorderete, il processo in appello a Safiya sarà celebrato il 18 marzo ed io credo che nonostante le parole del presidente nigeriano, il calvario di Safiya sarà più breve se continueremo la nostra pressione sull’ambasciata nigeriana, inviando ad essa (e non a me!) la nostra richiesta di salvezza per quella poverissima donna. Ricordo che le lettere in tal senso - anche brevissime (per esempio. “salvate Safiya!”) - vanno firmate con nome e cognome (comprensibili) e l’indirizzo del mittente. L’indirizzo dell’ambasciata nigeriana è: via Orazio 18, 00193 Roma. Queste nostre vigilanza e pressione sono tanto più importanti in quanto potrebbe esserci l’eventualità di una conversione della pena. E’ accaduto così nel caso di Abok Alfa, la ragazza sudanese condannata alla lapidazione per lo stesso “reato”: La condanna è stata cassata perché (ufficialmente) la sharya non si applica ai non-musulmani e Abok è cristiana, ma la giovane è stata processata per reati minori e condannata a 50 frustate: il che, temo, non è stata “giustizia” ma una specie di compromesso fra autorità nazionali e corte islamica. Abok è una ragazza e (forse) ha potuto sopportare senza danni gravissimi un supplizio del genere; se toccasse a Safiya (che ha fra i 30 e i 35 anni ma sembra una vecchia) quali sarebbero le conseguenze per lei? Dunque tornate a scrivere e fate scrivere all’ambasciata nigeriana. Il giornalista della RAI Leopoldo Innocenti è riuscito a intervistare Safyia: Safya gli ha detto, fra l’altro: “Io non so dove sia l’Europa e nemmeno l’Italia ma mi hanno detto che persone di quei posti mi hanno aiutato. Ringrazio tutti. Auguro a tutti prosperità perché grazie anche a loro forse avrò salva la vita”. Ha detto ancora: “ho subìto angherie e boicottaggi. Spero che questo non sia successo invano”. Inviandovi quello che penso sarà il mio ultimo messaggio su questo tema – penso che il 19 marzo tutti i mass-media daranno notizie dell’esito dell’appello - mi permetto di sottolineare la bellezza dell’esperienza che abbiamo vissuto insieme: non dobbiamo mai rassegnarci al senso di impotenza che talvolta ci coglie, se siamo capaci di stringere le mani di altre donne e altri uomini che come noi credono nella necessità della solidarietà, possiamo diventare una forza viva. (Ettore Masina)

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NO NEWS
(le non-notizie di Carta (www.carta.org), in edicola dal 7 al 13 marzo)

Movimenti multipli
La non notizia di questa settimana è che, mentre centinaia di migliaia di persone marciavano a Roma con le bandiere dell'Ulivo e dei Ds, a Bologna si teneva una grande assemblea nazionale dei forum sociali. Nel nuovo numero di Carta raccontiamo diffusamente discussione e prospettive del movimento antiliberiste, così come lo strano sciopero della cooperazione sociale napoletana, le prossime proteste della scuola contro Letizia Moratti...

Haiti, l'isola senza alberi
Questa, poi, è una Non Notizia con le maiuscole. Haiti, il paese più povero, disperato, senza democrazia dell'intera America, e oltre. Un grande fotografo, Danilo De Marco, ci è andato, ha scattato le sue splendide immagini e ha parlato con il leader della rete di organizzazioni contadine che resiste al terrore del nuovo dittatore, l'ex padre salesiano Aristide. Un reportage che non potreste leggere da nessuna altra parte, senza esagerazioni. In Carta settimanale in arrivo.

Come va Carta?
All'assemblea di Bologna e ovunque vadano redattori di Carta, si sentono rivolgere questa domanda, con una sollecitudine affettuosa. Noi rispondiamo: stiamo nuotando controcorrente e con vari pesi addosso, ma siamo ancora a galla. L'allarme sulla nostra situazione economica ha suscitato: un'ondata di lettere, molte delle quali pubblichiamo nel settimanale; un buon aumento degli abbonamenti, che per noi è essenziale, visto che si tratta di un flusso finanziario costante; segnali di miglioramento delle edicole, perché molti lettori cercano di essere più costanti nell'andare, giovedì e venerdì, in edicola; un discreto aumento di persone o associazioni [come Roba dell'altro mondo, centrale del commercio equo] che decidono di diventare soci della nostra cooperativa. Cominciamo a pensare di potercela fare, con il vostro aiuto. Scriveteci [carta@carta.org], diteci le vostre opinioni, dateci dei suggerimenti: Carta si fa insieme, o non si fa.

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ZOOM ASSOCIAZIONI

19^ Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia e...
L'Associazione "Cerchio magico" di Soave (VR) segnala: Le Immagini della Fantasia 19^ Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia. Treviso - Casa dei Carraresi - 2 marzo - 7 aprile In questa edizione si potranno fare... "Quattro passi nella storia di Pinocchio" e giocare, tutte le domeniche, in piazza dei Signori (ore 11-13 e 14.30 - 17) con spettacoli di teatro di strada. Tel. 0422 513150 La Mostra resterà chiusa nei giorni 31 marzo e 1 aprile. Inoltre: "Da Pinocchio a Harry Potter" a Brescia 19 e 20 aprile 2002. Tutte le notizie utili e piacevoli cliccando: http://web.tiscalinet.it/avisco

«C'è mondo fuor di queste mura...». Diapo-Rassegna dedicata a Walter Pedrotti
La VI Circoscrizione di Verona, il CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE PER L'ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE IN ETA' ADULTA, il DISTRETTO 29 - SCUOLA " G. CARDUCCI " VERONA, curato del circolo Legambiente Fagiani nel mondo, promuovono la Rassegna di diapo-racconti di viaggio per conoscere paesi e culture di altri mondi " C'è mondo fuor di queste mura…" (dedicato a Walter Pedrotti). 21 Marzo 2002 Pakistan: da Gilgit a Kashgar lungo la Karakorum Highway di Agostino Mondin e Cristiano Tedeschi; 28 Marzo 2002 Eritrea - Etiopia: le terre dei Negus di Andrea Semplici; 4 Aprile 2002 Palestina: viaggio in una terra troppo promessa di Stefano Chiarini; 11 aprile 2002 "Saharawi: un popolo dimenticato nel deserto algerino" di Susanna Ureni; 18 aprile 2002 - Nicaragua: dal lago Cocibolca al Rio San Juan… Viaggio nell'Acqua di Sandro Campagnola e Federico Carazzolo. Tutti gli incontri inizieranno alle ore 20.30 presso la scuola "G. Carducci" Via Betteloni, 21 Verona - tel. 045525551. Ingresso libero. 

FEVOSS di Verona: «C'è bisogno di te e del tuo volontario servizio»
Nel reparto di lungodegenza del presidio Ospedaliero di Marzana, c'è bisogno di te! C'è bisogno di te, per fare un piccolo grande gesto di umana solidarietà, come quello di imboccare un allettato o di aiutarlo a compiere semplici movimenti riabilitativi. Ascolta il tuo cuore e, se avverti il suo richiamo compassionevole, offri la tua personale disponibilità a chi ti sta cercando per una nuova e nobile missione. Telefona alla sede centrale della FEVOSS (Tel.045/8002511) per incontrarti con i volontari che risponderanno a ogni tua domanda. AGLI STUDENTI GIOVANI E STUDENTI IN ATTESA DEL SERVIZIO MILITARE SE AVETE DECISO DI SVOLGERE "SERVIZIO CIVILE" RIVOLGETEVI ALLA FEVOSS VI DARA' TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE. GENITORE HAI FIGLI CHE DEVONO SVOLGERE IL SERVIZIO MILITARE? SE HANNO DECISO PER IL "SERVIZIO CIVILE" RIVOLGITI ALLA FEVOSS. FEVOSS, FEDERAZIONE DEI SERVIZI DI VOLONTARIATO SOCIO SANITARIO, VIA SAN NAZARO, 73 – VERONA, TEL. 045/8002511

Anniversario della Liberazione
L’Associazione LAPIS - Associazione culturale e centro studi senza scopo di lucro - ha organizzato per il giorno Giovedì 14 marzo alle ore 20.30 una riunione organizzativa, presso la sezione DS di Verona, Borgo Roma in via Scuderlando 137, sul seguente tema: “Anniversario della Liberazione”. La nostra Associazione, il cui scopo consiste nel sensibilizzare, mediante iniziative culturali, le persone su problematiche di natura politico-sociale, vuole essere un punto di riferimento e di discussione per tutte quelle persone aventi una comune radice cattolica nonché per tutte quelle persone che pur non condividendo la nostra radice si rifanno a valori quali la solidarietà, la democrazia, il pluralismo. In particolare, l’intento dell’incontro di giovedì 14 marzo è quello di riscoprire e rivalutare la festa della Liberazione del 25 Aprile mediante la costituzione di un comitato civico tra tutte quelle associazioni che aderiranno all’iniziativa. L’idea è quella di organizzare per il giorno 20 Aprile un convegno avente ed oggetto la figura di Meneghetti e per il giorno 25 Aprile una festa popolare, da tenersi nel parco san Giacomo di B.go Roma, per riconfermare e rilanciare i valori sui quali si è costruita la nostra Repubblica. Nella speranza di una vostra partecipazione, vogliate gradire distinti saluti. Il Presidente, Prof. Patrizio Del Prete (65@patriziodelprete.it)

Pax Christi: dagli operai dell'industria bellica un monito da seguire
Tra le tante prese di posizione che in questi giorni la società civile va esprimendo contro l’ipotesi di modifica della legge italiana che regola il commercio delle armi (185/90), Pax Christi chiede di porre grande attenzione all’Appello firmato da alcune lavoratrici e lavoratori dell’industria bellica. Il testo si rivolge alle rappresentanze sindacali affinché assumano una linea coraggiosa e non ricada “di fatto e di nuovo, sui lavoratori dell’industria militare, la responsabilità di collaborare a traffici di morte. Essi venivano quanto meno parzialmente tutelati dalle limitazioni poste dalla 185/90”. Commentando la nota, Mons. Diego Bona, vescovo di Saluzzo e presidente di Pax Christi ha detto che “queste parole meritano un’attenzione tutta speciale perché provengono da persone che hanno pagato anche di persona e si confrontano coraggiosamente con la propria coscienza invitandoci a fare altrettanto”. L’appello chiede sostanzialmente ai sindacati contribuire “individuare le vie più opportune per la riduzione della spesa militare, della ricerca e della produzione bellica, per difendere e semmai estendere le limitazioni alle esportazioni di armi previste nella 185/90, per promuovere la riconversione al civile della produzione militare (a partire per esempio da quanto previsto proprio dalla L.185/90 e dalla rivitalizzazione dell’Agenzia per la riconversione dell’industria bellica lombarda istituita dalla L.R.6/94), per tutelare l’obiezione professionale alla produzione militare, per dare ai lavoratori gli strumenti per opporsi alla guerra, e a quella sua forma che oggi va sotto il nome di ‘guerra permanente’, ed agire per la prevenzione dei conflitti e la diffusione di una cultura di pace”.

Una proposta alla Comunità di sant'Egidio e... abbonati a «Mosaico di Pace»!
Le riviste Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia, promotrici della Campagna Banche armate e ora impegnate nella Campagna in difesa della legge 185/90, hanno diffuso un comunicato stampa a seguito della notizia, comparsa sul Corriere della Sera, che la Comunità di sant'Egidio ha lanciato una Fondazione per la Pace che vedrebbe tra i suoi sostenitori Finmeccanica - azienda specializzata nella produzione di armi che conta tra i suoi marchi Alenia e Agusta - e alcune banche tra cui la Cassa di Risparmio di Roma, l' IMI e la Compagnia San Paolo di Torino, entrambe presenti nell'elenco delle "banche armate".
Le riviste denunciano che - dopo la smentita, giunta da parte del portavoce della Comunità di sant'Egidio in merito alla presenza di Finmeccanica nell' elenco degli sponsor - tra questi compaiono comunque la Nestlè, Fincantieri, Monte dei Paschi di Siena e Banca nazionale del lavoro, tutt'altro che esenti da responsabilità etiche anche in materia di esportazione di armi. Pertanto il comunicato stampa rivolge il proprio benvenuto alla Comunità di Sant'Egidio nella Campagna contro la modifica della legge 185 a patto che anche i suoi sponsor vogliano ufficialmente aderire alla medesima Campagna. Il testo integrale della nota sarà pubblicato nel numero di marzo di Mosaico di pace e potrà essere richiesto alla segreteria nazionale di Pax Christi. Abbonati a «Mosaico di pace» (24 euro); Versamento su c.c.p. n. 16281503 intestato a Pax Christi Italia via Petronelli, 6 - 70052 Bisceglie (BA).

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DOSSIER
(Approfondimento segnalato da Paolo Veronese)

Baby gang e false coscienze 
di Gianfranco Bettin

Ecco una notizia che scomparirà presto dalle cronache del Nordest e, ancor prima, dalla memoria di troppi abitanti della regione. Due "baby gang" hanno a lungo spadroneggiato, soprattutto fra i propri coetanei, terrorizzando con estorsioni, rapine, minacce e violenze, fermate solo dai Carabinieri malgrado l'omertà e la paura che seminavano intorno. Con l'accusa di associazione a delinquere sono stati arrestati cinque giovanissimi e altri dodici sono stati denunciati, tutti minorenni tranne due. Le baby gang - come le chiamano i media - sono una di Legnano e l'altra di Bovolone, entrambe in provincia di Verona, ma il loro raggio d'azione comprendeva le province di Brescia, Como, Verona, Sondrio, Trento e Ferrara, e le vittime prescelte erano ragazzini ai quali sottraevano soldi, vestiti, cellulari, motorini eccetera.
Vale la pena di segnalare la notizia, e il suo prevedibile repentino oblio, per ricordare una volta ancora la deriva dei processi educativi e delle forme di socializzazione che in una delle regioni più ricche del mondo sta da tempo avvenendo nella semi-indifferenza generale. I ragazzi in questione - tutti di famiglie "normali" e "per bene" (qualunque cosa ciò significhi) - non sono infatti che gli ennesimi protagonisti di simili cronache, a conferma di una drammatica caduta della capacità di formazione dei giovani che l'insieme della società locale rivela ormai da anni, e di cui tuttavia si accorge solo in concomitanza di episodi eclatanti (anche peggiori di questo). Episodi che hanno per protagonisti, o per vittime, i più giovani (si tratti di comportamenti distruttivi o di altri, di solito passati sotto silenzio, di tipo autodistruttivo: suicidi, suicidi mascherati, derive esistenziali di diversa natura eccetera).
Di fronte a episodi come questi qualcuno dirà che si tratta di casi isolati e dunque trascurabili, oppure che vi si mostra una generica "crisi dei valori", impossibile da fronteggiare localmente e, dunque, senza precise responsabilità. Altri invece ricorderanno quanti giovani, nel Nordest, "fanno volontariato" e ne ricaveranno una consolazione e una mistificazione, e cioè penseranno che la virtù di alcuni riscatta le colpe di altri e l'indifferenza di tanti, specie degli adulti, senza vedere che l'accusa di incapacità educativa proviene spesso proprio dalla parte più consapevole e meno corriva di quel volontariato (anche se non è tutto oro ciò che riluce, in questo campo: proprio della controversa realtà del volontariato d'oggi si parlerà, con don Luigi Ciotti, a Thiene martedì sera alle ore 20.30 al padiglione di via Vanzetti). Anzi, questo approccio sincero e capace di fronteggiare lucidamente le drammatiche contraddizioni della società locale, viene quasi solo dalla quella parte. Intanto, una sinistra troppo spesso culturalmente pavida è ancora attardata a discolparsi di qualche parola un po' più radicale sfuggita a Rutelli (su certi "padroncini razzisti") o a prendere le distanze da analisi "troppo critiche" per non spaventare i "moderati" (cioè i veri responsabili - nella loro ipocrisia e nella snaturata scala di valori sostanzialmente professati - delle peggiori derive che, in ogni campo, segnano questa regione). 

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L'Arena - Sabato 9 Febbraio 2002
Sgominate due baby gang di Bovolone e Legnago
Un solo maggiorenne tra i 17 ragazzi nei guai per una ventina di estorsioni
Taglieggiavano i clienti di bar e discoteche per farsi consegnare cellulari, giubbotti e soldi

«Dateci quello che chiediamo, non ci fa paura andare in galera tanto quando usciamo ve la facciamo pagare». Frasi da delinquenti consumati, di quelle che si sentono nei film. Anche loro erano noti con il soprannome («er patata», «il milanese» e «zippo») e dettavano legge, anche usando coltelli a serramanico se doveva servire a convincere le vittime a consegnare denaro, cellulari, giubbotti e in un caso anche le scarpe, un paio di Nike nuove. 
Eppure solo uno dei diciassette componenti della banda di taglieggiatori sgominata è maggiorenne: gli altri sono tutti ragazzini tra i 15 e i 17 anni. Più o meno la stessa età delle loro vittime: almeno 25 quelle accertate dai carabinieri che l’altra notte hanno notificato una ventina di provvedimenti ad altrettanti baby-estorsori sparsi in varie province del nord, oltre che - ovviamente - nel Veronese. Per tre di loro c’è l’obbligo di permanenza in casa (misura restrittiva equivalente agli arresti domiciliari), uno è finito in comunità e un quinto, un extracomunitario, è in stato di arresto perchè si era allontanato dal Comune in cui risiedeva nonostante fosse sottoposto all’obbligo di dimora a Sondrio, ed è stato invece trovato a Casaleone. Per tutti gli altri l’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata a rapina, estorsione e tentata estorsione. 
Due bande, una a Legnago e una a Bovolone, e un bilancio pesante che potrebbe aggravarsi, soprattutto perchè non si esclude che il gruppo di bulli con testa rasata, cappellino da baseball e bomber griffato possa aver compiuto atti analoghi anche in altre province, con tutta probabilità in quelle in cui vivono alcuni di loro: Ferrara, Trento, Como, Brescia e Sondrio. Si chiama «Number One» l’operazione condotta dai carabinieri di Legnago e coordinata dal capitano Alessandro Manfredini. Prende il nome dalla discoteca che secondo le indagini risulta essere il luogo di ritrovo abituale dei «gaber»: giovani che stanno a mezza strada tra i punk e gli skinheads (uno dei baby estorsori è stato denunciato in passato per istigazione all’odio razziale) e che sono riconoscibili non solo per la testa lucida ma anche e soprattutto per il bomber. 
E proprio da un giubbotto e un cellulare rubati a Verona, in piazza Bra, in settembre è partita l’indagine. Un’indagine difficile, soprattutto per la paura da parte delle vittime a denunciare i soprusi, la diffidenza che affonda le radici nel timore di subire poi rappresaglie e ritorsioni per rapine di scarso valore: dieci, venti euro, il cellulare o il giubbotto. Non era l’entità del bottino, insomma, ad essere preoccupante ma piuttosto la sistematicità delle «richieste». Che in qualche caso sono state accompagnate da minacce con coltello alla mano. Una sorta di dipendenza psicologica che ha spinto una delle vittime - l’unico maggiorenne - a diventare l’autista, colui che in macchina portava gli estorsori in trasferta a Cerea e a Casaleone, fuori dai locali abitualmente frequentati dai coetanei: bar, paninoteche e discoteche dove entravano in azione. Strafottenti e sicuri di sé, al punto che non hanno esitato a impaurire con minacce pesanti chi si opponeva al taglieggiamento. 
Ma poi qualcosa ha ceduto, e alla paura si è sostituita la consapevolezza. Così in gennaio sono arrivate le prime denunce. Mancavano i nomi: le vittime sapevano solo i vari soprannomi, ma ai militari hanno raccontato come in alcune foto di gruppo appariva qualcuno degli estorsori. E quelle immagini facevano bella mostra di loro sul sito internet del «Number One». Quando l’altra notte i carabinieri hanno iniziato a notificare i provvedimenti, allo sguardo stupito dei genitori è seguito quello di sfida dei ragazzi indagati, la maggior parte dei quali finita la scuola dell’obbligo ha iniziato a lavorare come muratore o falegname. Ragazzi che appartengono a famiglie normali, senza particolari disagi. Ragazzi che guardando gli addebiti non sono riusciti a trattenere un sorriso di sfida. Da bulli. (di Fabiana Marcolin)

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L'Arena Sabato 9 Febbraio 2002
«Vogliono possedere di più»

Legnago. «Che nella Bassa possano esistere e svilupparsi fenomeni di questo tipo non mi meraviglia - commenta la psicologa Tiziana Martini - Perché anche qui, come nel resto d'Italia, per non dire del mondo intero, a prevalere tra i giovanissimi non è più il semplice desiderio di possedere l'oggetto , ma di possedere quell'oggetto , quel qualcosa in più che non tutti hanno e che una volta raggiunto è l'unico che fa sentire davvero importanti». A dominare perciò non è più, come accadeva fino a pochi anni fa, la logica della povertà e dell'emarginazione, ma quella del benessere, del possesso esasperato, dell'ottenere tutto e subito, senza fatica. «Non basta avere il cellulare - continua Martini - occorre avere quel cellulare , di quella determinata marca e naturalmente di ultimissima generazione. Meglio ancora se invece di uno solo i telefonini a disposizione sono tre o quattro, visto che ormai uno, bene o male, lo posseggono tutti. Lo stesso vale per i capi di abbigliamento, le automobili, i motorini, gli zaini e qualsiasi altro bene di consumo». Dello stesso parere anche Lucia Zardin, insegnante alle scuole medie di Casette che rilevando come «sia soprattutto lo spostamento dei valori ad aver provocato tutto questo - sottolinea l'esigenza di intervenire fin dalla pre-adoloscenza - con precisi programmi di prevenzione», mentre Giampietro Tiozzo, preside del liceo Cotta punta il dito contro «la cultura del branco e la scarsa consapevolezza da parte dei ragazzi del confine tra il lecito e l'illecito». «E' un fenomeno inquietante- commenta a caldo il sindaco Silvio Gandini- da tenere sotto controllo anche con l'attuazione di una rete coordinata di interventi preventivi». (e.p.)

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L'Arena - Sabato 9 Febbraio 2002
«Amareggiato, non sorpreso»

Bovolone. «Amareggiato ma non sorpreso». È questo lo stato d’animo che aveva ieri don Alessandro Bonetti, sacerdote che da tre anni lavora con i giovani di Bovolone . «Posso pensare addirittura quali siano i ragazzi coinvolti, visto che a quanto ne so le forze dell’ordine lavoravano da tempo a questo caso», spiegava il sacerdote, «Purtroppo già qualche mese fa si era avuto notizia di un pestaggio a scopo di rapina avvenuto in paese: questa non è che una nuova dimostrazione che qui la situazione è difficile. A Bovolone ci sono due tipi di giovani: quelli che frequentano la parrocchia e quelli che stanno dall’altra parte. Non ci sono vie di mezzo: e se si considera che il paese non offre molto, soprattutto dal lato culturale, allora è chiaro che si manifestano delle situazioni di disagio. Soprattutto da parte di ragazzi che vivono in famiglie che danno loro tutto senza fatica, magari senza avere molto tempo per seguirli; e che, se non vanno in parrocchia, in paese trovano solo bar. Quella di Bovolone resta comunque della buona gente e credo che se si riusciranno a coordinare le iniziative i problemi, compreso quello della tossicodipendenze, potranno essere affrontati con profitto». «Qui non ci sono precedenti in tema di criminalità giovanile, se non un caso unico avvenuto qualche anno fa. Questa storia della baby-gang, dunque, la ritengo un’anomalia rispetto alla situazione generale» dichiara invece il vicesindaco e assessore al sociale Giorgio Mantovani, «Negli ultimi dieci anni sono stati realizzati impianti e sostenute le attività sportive ed è stata fatta una forte prevenzione per quanto riguarda le dipendenze, pertanto secondo me si tratta di schegge impazzite di un mondo giovanile che è seguito e controllato». (lu.fi.)

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L'Arena Domenica 10 Febbraio 2002
Il pizzo era il prezzo della paura

Legnago. Le vittime erano più o meno le stesse. Settimanalmente versavano un tributo a chi, senza violenze particolarmente gravi ma con una determinatezza innaturale per un minore, garantiva una sorta di tranquillità. E il pizzo diventava così il berrettino piuttosto che il giubbotto, il cellulare - da cui estraevano la sim card per renderlo pulito - piuttosto che qualche decina di euro. Trapela poco dell’indagine conclusasi - per quanto riguarda il Basso veronese: ma che non si esclude abbia risvolti a Brescia, Trento, Ferrara, Como e Sondrio - sulle due babygang di Bovolone e Legnago, ma il quadro è comunque sconfortante. L’atteggiamento di prevaricazione psicologica su ragazzini in età scolare, in nome della superiorità garantita dalla prepotenza e sfociata nella violenza, arriva ad essere preoccupante se diventa un modus vivendi come quello dei 17 ragazzi individuati dai carabinieri. 
Ragazzi esuberanti ma nella norma, con famiglie normali alle spalle. Niente bravate di ragazzi viziati, insomma. E non siamo nemmeno di fronte a criminali incalliti (anche se alcuni di loro avevano precedenti per rapina e istigazione all’odio razziale). Per i baby-estorsori con cappellino da baseball, bomber e testa rasata pretendere qualcosa dai più deboli era normale. Così come era normale minacciare, promettere protezione in cambio di denaro. Poco, ma in maniera costante: una volta alla settimana. Erano arrivati perfino a sfidare le vittime, un modo per far capire loro che era meglio non fiatare, non dire, continuare a subire i «piccoli» furti. Una sorta di regolamento di conti che doveva avvenire nei pressi dell’ospedale di Legnago una sera di gennaio, e quando chi abita nelle vicinanze ha visto passare le macchine dei carabinieri a tutta velocità per «bloccare» quella che avrebbe potuto trasformarsi in una rissa non ha pensato di certo che un gruppo di giovani poco più che adolescenti stava ribadendo una sorta di «diritto», quello di spadroneggiare a danno di altri. 
Le voci giravano da tempo in realtà, solo che nei tre mesi di indagini è stata la sistematicità delle richieste violente a dare il tono a quella che sembrava una semplice bravata. Il tono di un fenomeno pericoloso perchè diffuso, esercitato quasi alla luce del sole perchè la paura di venire scoperti era talmente lontana da spingere gli estorsori a osare: «State attenti che se parlate sappiamo dove state e vi veniamo a trovare». Già, chi parla è un infame e va punito. 
Ma a partire dall’episodio di piazza Bra, quando due ragazzini della Bassa vennero avvicinati e rapinati da altri coetanei e fino a gennaio qualcosa era iniziato a trapelare, perchè le vittime tornavano a casa senza telefonino, senza giubbotto, uno addirittura senza scarpe. Brutto da dire ma nelle grandi città queste cose possono essere considerate all’ordine del giorno, in un paese no. Prima o poi si viene a sapere se qualcosa non va, ma non vuol dire che poi alla conoscenza segua un’azione deterrente perchè un conto è dire ai genitori di essere stato rapinato da un coetaneo un conto è raccontarlo ai carabinieri. 
Un’indagine blindata per l’età delle vittime e per quella degli estorsori che poi più o meno è la stessa a parte un caso, quello dell’unico maggiorenne invischiato in questa storia, uno di quelli che viene da fuori e che rappresenterebbe il punto di riferimento, quello chiamato «il milanese». Blindata inoltre per la difficoltà di movimento, per la diffidenza e l’omertà delle vittime che temevano rappresaglie. Conquistare la fiducia di chi si sente oppresso non è semplice ma le voci girano, le modalità stesse delle «richieste» non erano segrete, i ragazzini venivano avvicinati fuori dalle sale giochi e dai pub, dalle birrerie piuttosto che in discoteca. E anche i soprusi venivano fatti «pubblicamente», forse perchè dovevano servire da esempio, forse perchè così si garantivano una sorta di impunità: in una sera fuori da un bar della Bassa ne hanno rapinati 8. Ma il muro si è incrinato, per cinque il provvedimento è pesante: obbligo di permanenza in casa o in comunità. Per gli altri una denuncia per associazione a delinquere a scopo di estorsione. Pesante comunque. Non sono ancora maggiorenni. (di Fabiana Marcolini)

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L'Arena - Domenica 10 Febbraio 2002
«Il disagio esiste, basta non girare lo sguardo dall’altra parte»

Legnago. Indifferenza, incapacità di capire i messaggi. È possibile che papà e mamma non capiscano cosa accade ai figli? È possibile. È successo. È successo ai genitori dei 16 minorenni delle due bande di estorsori in erba e anche a quelli delle loro vittime. Indifferenza nei confronti di un’adolescenza che forse non può essere diversa da quello che è perché ai più grandi manca, o sarebbe meglio dire non interessa o si ritiene non serva, capire il codice con il quale entrare in contatto con loro per interpretare le richieste di aiuto, di pericolo, di avversione a regole imposte, ma troppe volte non rispettate da chi le impone. Una sorta di nonnismo parentale, quando il genitore impone al figlio determinati atteggiamenti perché a sua volta gli sono stati imposti, ma non è capace di rispettarli e scambia l’autoritarismo per autorevolezza. 
A Legnago, dal 1995 fra’ Tonino Pedrina sta facendo crescere una follia che ha coinvolto adolescenti e adulti, genitori, figli, imprenditori: persone. Corte Samuele, il centro di aggregazione giovanile a San Pietro dovrebbe aprire in giugno. «Aprirà in giugno», sottolinea il frate, «ma è già aperto oggi. Era già aperto nei mesi scorsi, quando abbiamo iniziato questo cammino per offrire ai ragazzi una possibilità di incontro che sia fatto da loro e non solo per loro dagli adulti». 
Una follia Corte Samuele. Una vecchia casa di campagna dove funzioneranno alloggi di accoglienza, biblioteca, bar pizzeria, campi di gioco, sale di incontri. Un’impresa in cui sono stati versate centinaia di migliaia di euro, senza contare le centinaia di ore di lavoro gratuite dei volontari. Follia lucida: «Un centro di aggregazione fornisce l’occasione a persone di incontrarsi», spiega il frate. «Incontrarsi vuol dire parlare, comunicare, trovare strumenti per capire, per capirsi, per imparare a capire». 
E una pizzeria, un pub, un computer collegato a Internet possono prendere il posto della famiglia? «No. Ma in un posto dove si ascolta e si parla. Dove ci si sforza di capire possono emergere problemi e nascere soluzioni. Corte Samuele è un laboratorio dentro il mondo, non fuori. La vita è un condominio complicato dove non si possono separare i problemi dei più piccoli e dei più deboli da quelli dei più grandi e dei più forti. Corte Samuele è un posto fatto di persone» sottolinea fra’ Tonino, «che prima di tutto vogliono incontrare altre persone per quello che sono e non per quello che la moda vorrebbe che fossero». (g.d’a.)

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PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous
(vincenzo.andraous@cdg.it- Tel. 0382 3814417)

Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di tutta la penisola, Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli; “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia.

LA TRASGRESSIONE
Quante volte ho sentito parlare di questo termine, di questo concetto, di questa parola che fa paura e ci confonde. "Trasgressione", "diversità", "disagio","devianza", ognuna di queste parole ha un significato particolare, eppure tutte hanno un comune denominatore; sono l'esatto opposto di conformità. Se ritorno indietro con la mente, all'adolescenza che forse non é mai stata mia. mi rivedo per il paese a strappare manifesti, a imbrattare falci e martelli ad affiggere fiamme tricolori senza nulla capire di ciò che facevo. Eppure dovevo farlo perché mi rendevo conto che in molti si arrabbiavano. Quei molti che mi chiamavano "terrone", quei molti che mi trattavano con distacco, quei molti che stavano innanzi e io dietro. Così “trasgredire” ha illuso il cerbiatto di poter liberarsi dalle fauci del lupo. Diverso a scuola, diverso dai compagni, diverso in paese, fino a diventare diverso in famiglia. Diverso nell'osservare, nel capire, nel non accettare.Un disagio strisciante nell'esser ugualmente solo tra mille, ostacolo insormontabile l'iindiffrenza più ancora della violenza. Una difficoltà estrema a conoscere, elaborare e sapere. Ricordo ancora e mi fa male, l'abbandono della scuola, la rabbia per le offese, per le umiliazioni, la ribellione e la dissacrante unione dei cattivi, dei monelli, dei bambini banditi, fino alla formazione della banda di minorenni. Le scorrerie e gli affronti risolti in fretta. I soldi guadagnati sul ciglio della strada, nell’incosciente spazio di uno sparo. E mia madre piegata dal dolore e dalle tante ore a lavorare. L'età è scomparsa nel buio profondo della pancia della balena, nel mondo sommerso delle colpe, nella follia lucida che tutto ha distrutto, persino l'ultima volontà di un perdono. Oggi sono un uomo che scrive e pensa, che cammina sulle ginocchia, distante da quel mondo nemico e da Dio alla finestra, consapevole finalmente d'esser stato io l'unico vero problema. Da qualche tempo in questa mia ricerca, parlo e ascolto i giovani della Comunità, percepisco con una tale empatia il disegno inconscio dell'esame ultimo per ottenere quella speciale patente per vincere la solitudine. Nel silenzio di questa cella mi chiedo come possa straripare tanta sofferenza in ragazzi di età vicina al sole, Una sofferenza sorda che grida forte, e inutilmente li proietta verso uscite d'emergenza per molti versi introvabili, e comunque disseminate in questi labirinti esistenziali del disagio, a cui nessuno presta attenzione. L'ombra lunga di questa nuova e antichissima generazione è parte viva di quel reale attuale basato sui valori dell’effimero, e bisogna infine farci i conti se non vogliamo, a nostra volta, rimanere spezzati dentro. Io so bene di non poter proteggere i giovani, di non poter sottrarli a ciò che li attende, ma ripeterò all'infinito - dapprima a me stesso e poi a loro - che la trasgressione nei rischi estremi è l'anticamera di quella devianza che chiude il cerchio. Più in là ragazzi, più in là del nostro naso ci sono tracce, orme e coordinate, affinché l'istinto non prenda il sopravvento e si riesca a essere forti, assai di più di quella maledetta catena che ci costringe. (11-2-1998)

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SORRISI E CEFFONI

SanRemo tutto da ridere
Inizia SanRemo... il festival della canzone italiana... e noi non potevamo essere da meno, perciò che inizi il "Festivalon della canson". La prima canzone, "i savoiardi", testo di Rosa Pia Bonomi, rosapia.bonomi@libero.it, e musiche di Nazareno Baltimora, un famoso cantautore che ha collaborato con artisti del calibro di Mogol e Battiato; canta Mario Polenta (parente del Renga che partecipa a SanRemo, una volta cantavano insieme, li chiamavano i "polenta e renga"). Venghino siore e siori, è su http://www.bruscocartoons.com/

CANTASTORIE
di FRANCESCO MERLO

Ad Assago, al congresso della Lega, ha proclamato la propria invincibilità, ma in piazza del Duomo a Milano il presidente del Consiglio teme l’insolenza di un cantastorie di strada che lo dileggia in versi sciolti e ne canta la vita fin da quando, «col vagito di neonato / già assoldava un avvocato», e la illustra pure con grandi tavole a fumetti, i famosi retablo degli artisti ambulanti. Ed è davvero una sorpresa involontariamente burlesca, un accidentale ma significativo capolavoro satirico, trovare, in coda alla richiesta di trasferire il processo Sme lontano dall’ostile Milano, il nome di un cantastorie siciliano, Franco Trincale, che ha composto 13 ballate su «don Silvio Berlusconi / il padrone dei padroni». Eppure, è proprio firmata dal presidente del Consiglio la descrizione di «tale Trincale Francesco che si porta presso la piazza del Duomo ogni fine settimana per vendere materiale diffamatorio, altresì arringando i numerosi presenti con ulteriori diffamatorie prospettazioni». Ecco: le chiama «prospettazioni». Invincibile ad Assago, Silvio Berlusconi è terrorizzato dalle prospettazioni che Trincale esegue alla chitarra in piazza Duomo. A tal punto che, nell’elenco dei soggetti politicamente pericolosi che lo costringono, proprio nella sua città, a sentirsi in terra barbara come Ovidio tra gli Sciti, accanto a Saverio Borrelli e ai manifestanti del Palavobis, Berlusconi ha inserito appunto questo menestrello di strada, Franco Trincale, 67 anni, nato a Militello, lo stesso paese di Pippo Baudo. Da oltre vent’anni Trincale si esibisce in piazza Duomo, ai piedi del sagrato, di tutto cantando e su ogni cosa moraleggiando, in mezzo a un popolo che gesticola e grida con lui e più forte di lui, una piccola folla di eterni fannulloni che si accende e si accapiglia sotto lo sguardo giustamente tollerante dei vigili urbani e qualche volta della Digos. 
Ovviamente ogni tanto finisce pure a spallate, e una volta sono persino arrivate la polizia e l’ambulanza: «Si deve altresì osservare - prosegue l’istanza firmata da Berlusconi - che, come risulta dalla nota allegata in data 10-2-2002, in stretta e diretta correlazione con le esternazioni della magistratura milanese, sono accaduti in Milano in piazza del Duomo fatti estremamente significativi per lumeggiare la situazione dell’ordine pubblico». 
E’ vero che il cantastorie sentenzia e sdottoreggia di politica e giustizia, e dileggia, come ogni cantastorie, il potente di turno. Lo aveva fatto anche con «Massimo, lo stanco navigatore / che alla sinistra ha devastato il cuore». E prima ancora ha cantato Prodi, e Andreotti, e Craxi... Ma Trincale ha cantato pure principesse e briganti, le Torri gemelle e il matrimonio di Milingo, e anche Maria Grazia «la picciotta catanisa/ che mannava storia vera / o corriere della sera / pubblicava la primizia / e fu l’ultima notizia». E, guardando scorrere i suoi sessantasette anni nello specchietto retrovisore, si arriva alla sua canzone più famosa, quella «Ballata del Pinelli», che gli costò pure un processo. Difeso, nientemeno, da Umberto Terracini, Trincale fu assolto, e non perché la sua canzone raccontasse la verità sulla morte di Pinelli, figuriamoci. Le canzoni - spiegò Terracini - non devono raccontare la verità. Obbediscono ad altre regole e possono essere condannate solo da un critico, da un filologo, dagli Aldo Grasso e dalle Natalia Aspesi, o dalla giuria di Sanremo. Invece l’invincibile presidente del Consiglio tratta le canzoni di strada come fossero nemici politici: «Se io fossi un potente - dice Trincale - prenderei un cantacronache come me, e lo pagherei per farmi sbeffeggiare in piazza, per farmi prendere in giro». Insomma mai Trincale aveva vissuto un’avventura così eccitante, e dunque adesso si sente anche lui come Moretti, come la Ferilli e la Parietti, come Benigni a Sanremo, anzi di più: «Un problema - e ride - di ordine pubblico, come Che Guevara». 
Si legge ancora nell’istanza di Berlusconi: «Si segnala altresì che alle ore 14,30 circa, in una pausa dello spettacolo, una persona iniziava a discutere animatamente con il Trincale. L’alterco degenerava in una violenta lite che vedeva coinvolte altre persone del pubblico. La rissa veniva poco dopo interrotta grazie all’intervento di tre volanti della polizia di Stato. Una persona riportava lesioni tali da rendere necessario l’arrivo di un’ambulanza che si allontanava successivamente con il ferito a bordo». Aggiunge Trincale: «Non dice però che quell’unico ferito ero io, e che non mi ero fatto nulla. E chissà se sarò ricordato come il cantastorie che con uno spettacolo mise in fuga da Milano Silvio Berlusconi, l’uomo cioè che ha inventato la televisione commerciale, la politica-spettacolo, e tollera Striscia la notizia ... Beh, non so se ringraziarlo o preoccuparmi. Non vorrei che invece di andare via lui da Milano, alla fine fossi costretto ad andare via io. Perciò vorrei dirgli alla mia maniera che "se lei non ha fiducia in Milano / che pure dovrebbe ringraziare / io che invece sono siciliano/ amo Milano e qui voglio cantare"». 
E’ tutta la vita che Trincale sogna di essere eversivo. Non che insegua l’eversione da comizio, ma quella dell’artista che mette sottosopra le anime e i linguaggi, che propone la deflagrazione del mondo con una risata o con un pianto: «Gli devo, almeno, quest’illusione... E dunque non smetterò mai più di cantarlo: "O signore, presidente e padrone / la piazza non è la sua televisione./ Lei può farmi non cantare alla tivù / al Costanzo Show o al Marameobubù / ma se non mi fa cantar più nella via / allora uccide la democrazia"». 

P .S. A tarda sera Franco Trincale ci ha mandato il lungo testo della sua ultima ballata che ha intitolato «Girotondo degli avvocati». Eccone i primi versi: «E’ così sconclusionato / questo testo che ha firmato / che l’ha scritto un invasato / o piuttosto un avvocato». Ed ecco gli ultimi due: «Cavaliere rinsavisca / chieda scusa e la finisca

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Pensieri @ltri 

... prima che sia troppo tardi

Se sei arrabbiato con qualcuno, e nessuno dei due fa nulla per sistemare le cose... fallo tu. Può darsi che oggi questa persona voglia ancora essere tua amica e se non fai qualcosa, forse domani potrebbe essere troppo tardi.
Se sei innamorato di qualcuno, però questa persona non lo sa... diglielo. Magari oggi anche questa persona è innamorata di te e, se non glielo dici oggi, può darsi che domani sia troppo tardi
Se muori dalla voglia di dare un bacio a qualcuno... daglielo. Forse anche questa persona vorrebbe avere un tuo bacio, e se non glielo dai oggi, può darsi che domani sia troppo tardi.
Se ami ancora una persona che credi ti abbia dimenticato... diglielo. Forse questa persona ha sempre continuato ad amarti, e se non glielo dici oggi, forse domani sarà troppo tardi. Se hai bisogno dell'abbraccio di un amico... chiediglielo. Magari lui ne ha bisogno ancora più di te, e se non glielo chiedi oggi, forse domani sarà troppo tardi.
Se hai degli amici che apprezzi veramente... diglielo. Forse anche loro ti apprezzano, e se lasci che se ne vadano, o che si allontanino da te, forse domani sarà troppo tardi. Se vuoi bene ai tuoi, e non hai mai avuto l'opportunità di dimostrarglielo... fallo. Oggi sono lì con te, e puoi ancora dimostrarglielo, ma se se ne andassero... domani potrebbe essere troppo tardi.

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