Carlo Luigi Lagomarsino

il sindacato: bianco, rosso o grigio?

 

 

Leggo sul “Panorama” datato 18 luglio 2002 una serie di brevi dichiarazioni rilasciate da alcuni famosi personaggi a proposito del capo della CGIL Cofferati. C’è chi, senza mezzi termini, come Gianni Vattimo, Aldo Busi, Margherita Hack ed Helietta Caracciolo, lo vedrebbe volentieri a guidare la compagine della sinistra (“sarebbe splendido…”). C’è chi si mostra preoccupato, come Erri De Luca, per l’eccesso di carisma (“è già il leader della sinistra… il problema, semmai” è che “rischia di offuscare l’attuale direzione”). C’è chi per molti versi lo stima, come Oliviero Toscani, ma lo giudica superato (“mi piace, è un rompiscatole … è una persona onesta. Ma … mi sa troppo di vetero”). C’è infine chi, come Marina Salamon e Sandra Verusio  lo apprezza nelle vesti del sindacalista ma non ritiene che debba andare a sostituire l’attuale leadership dei DS (“il tandem Fassino-D’Alema è di assoluta affidabilità”). Leggo inoltre che un foglio che gli è di sicuro avverso come “Il giornale” gli dedica – a quanto apprendo da un breve e ironico tamburo del “24 ore” di domenica 11 agosto -  un ritratto stranamente cedevole, di quelli che in un contesto appropriato sarebbero presi per pura agiografia. Cofferati piace inoltre ai giovani di quella massa confusa - comprese le sue frange più chiassose legate al “centrosocialismo reale” - alla quale si affibbiano etichette varie tipo “no-global” o “nuovi movimenti”.

Anche negli anni settanta gli allora soliti personaggi di spicco modaiolo e intellettuale mostravano una certa venerazione per i capi sindacali, benchè la direzione del partito comunista, salda attorno a quella figura mezzo ieratica e mezzo catastale di Enrico Berlinguer, non fosse disputata come oggi può esserlo quella diessina. C’era tuttavia chi vedeva in Luciano Lama della CGIL, comunista, una possibile ed affidabile guida politica, ed anche gli avversari ne apprezzavano l’irruvidita eloquenza. Chi non lesinava sarcasmo ai comandanti in carica dei sindacati e ne prendeva volentieri le distanze, erano invece i giovani ribelli del tempo, propensi a considerarli inveterati burocrati del parastato piuttosto che paladini dei derelitti. Dell’accoglienza che riservarono proprio a Luciano Lama durante un incontro all’Università di Roma se ne parlò a lungo,  e non fu per benevoli schiamazzi di simpatia in quanto quello che si urlò fu: “scemooo … sceeeemooo!”. E’ dunque strano - e mette pure tristezza - vedere fra quei giovani che sembrano avere oggi per massima aspirazione quella di apparire perlomeno come le fotocopie dei giovani di allora, una condiscendenza che sfiora il gregarismo. Il loro ragionamento non deve andare più in là di questo: Cofferati e la CGIL contestano certe misure del governo Berlusconi, dunque Cofferati e la CGIL sono dei nostri.

Trovo che sia soprattutto a questi giovani che andrebbe raccomandata la lettura di un libro recente che raccoglie i saggi di Giorgio Bianco, Guglielmo Piombini e Carlo Stagnaro su “origini e anatomia dell’oppressione corporativa”. Il titolo del libro mi sembra particolarmente indovinato: “il libro grigio del sindacato”. E’ pubblicato a Bologna (2002) dalle edizioni Il Fenicottero, le stesse che pubblicano una bella rivista di orientamento federalista. In particolare penso che da raccomandare sia la lettura del saggio più lungo e stringente, quello di Giorgio Bianco, dal momento che riguarda l’analisi della struttura e dell’azione sindacale contemporanea. Ma non meno interessanti sono il saggio storico di Piombini (nel quale è opportunamente ricordato che già alle origini nel movimento operaio si erano delineate grosso modo due tendenze, quella libertaria e quella reazionario-corporativa) e quello finale di Stagnaro (che abbozzando una specie di sintesi fra i precedenti azzarda “ipotesi per l’avvenire”). E dunque, alfine, liberi di contrattare!

 

Giorgio Bianco – Guglielmo Piombini –  Carlo Stagnaro

IL LIBRO GRIGIO DEL SINDACATO

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chi incontrasse difficoltà a rintracciare il volume in libreria, può ordinarlo al seguente indirizzo:

Edizioni Il Fenicottero srl

Via Farini 6

40124 Bologna

tel.: 051 239969 – fax 051 227465