le voci che corrono

Imperium

Christian Kracht: IMPERIUM. Neri Pozza, 2013

L’editore:

All’inizio del Ventesimo secolo, il Prinz Waldemar è un poderoso e moderno piroscafo da tremila tonnellate che, ogni dodici settimane, proveniente da Hong Kong, solca l’oceano Pacifico diretto a Sydney, toccando le terre del protettorato tedesco, la Nuova Pomerania. A differenza delle colonie africane, quelle terre sono, per l’Impero di Guglielmo II, assolutamente superflue. I proventi della copra, del guano e della madreperla non bastano a coprire i costi di mantenimento di un possedimento cosí vasto sperduto in Oceania. Ma nella lontana Berlino si parla di quelle isole come di preziose perle iridescenti infilate in una collana. Attratti perciò dal loro irresistibile richiamo paradisiaco, avventurieri e sognatori di tutti i tipi si imbarcano ogni dodici settimane sul Prinz Waldemar verso i mari del Sud. Tra questi, un giovane uomo di venticinque anni, con gli occhi malinconici di una salamandra, gracile, mingherlino, i capelli lunghi e la barba che sfiora irrequieta la casacca senza collo. Si chiama August Engelhardt. È vegetariano e nudista, e qualche tempo fa ha scritto un libro dall’affascinante titolo Eine sorgenfreie Zukunft, «Un futuro spensierato», e ora è in viaggio verso la Nuova Pomerania per acquistare della terra e avviare una piantagione di noci di cocco. Vuole diventare un piantatore, ma non per sete di profitto, bensí per un’intima, spirituale convinzione. Dopo un processo di eliminazione che lo ha indotto a ritenere impuri tutti gli altri alimenti, Engelhardt si è imbattuto nel frutto della palma da cocco. E ha ricavato una certezza assoluta: eleggere quel frutto, che cresce rivolto verso il sole e il fulgido Signore Iddio, a unico nutrimento non è soltanto una sana scelta alimentare, ma un modo per accostarsi a Dio e al segreto stesso dell’immortalità. Il desiderio piú grande di August Engelhardt, la sua vocazione, è perciò creare una colonia di coccovori, di mangiatori di cocco, nelle nuove terre dell’Impero. Ispirato a una figura realmente esistita, Imperium ci trascina in un surreale turbine narrativo, dove l’avventura di Engelhardt raffigura esemplarmente il naufragio stesso dell’anima tedesca agli albori del XX secolo, e mostra la vera natura di questo romanzo: una magnifica parabola letteraria sugli abissi, sugli smarrimenti e sui pericoli insiti nell’autoaffermazione del romanticismo tedesco a partire dal XIX secolo.

 

Christian Kracht è nato in Svizzera nel 1966. I suoi romanzi precedenti, Faserland (1995), 1979 (2001) e Ich werde hier sein im Sonnenschein und im Schatten (2008) sono stati tradotti in piú di venticinque lingue. Acclamato da critica e pubblico, al centro di accese dispute letterarie in Germania, Christian Kracht viene unanimemente considerato come uno dei piú importanti scrittori contemporanei di lingua tedesca. Imperium è stato il caso letterario e uno dei libri piú venduti del 2012 in Germania.

 

Vincitore del Premio letterario del Kanton Bern.

«Un romanzo che per tematiche e forza narrativa ricorda Cuore di tenebra di Joseph Conrad».
Uwe Timm
«La storia tedesca attraverso gli avventurieri che l’hanno edificata e fuggita, nell’istante in cui il destino malvagio ha concesso loro una pausa».
Elfriede Jelinek
«Una Germania che appare come un miraggio e contiene tutti gli ingredienti giusti: paura ed euforia, follia dolce e malvagia, angustia e vastità del pensiero. Soltanto un narratore eccellente può trasportarci cosí lontano e riportarci poi ogni volta nel cuore della nostra coscienza storica».
Alexander Fest
«Un capolavoro, indimenticabile in ogni sua singola scena».
Die Welt

 

A proposito del romanzo di Christian Kracht

Su “Sette”, il magazine del Corriere della Sera del 15 febbraio 2013, Mirella Serri ha scritto di Imperium di Christian Kracht, il romanzo rivelazione dell’ultima stagione letteraria in Germania che Neri Pozza pubblicherà ai primi di marzo. L'articolo, eccellente per chiarezza e completezza dell’informazione, ha ripreso l'accesa discussione tedesca attorno al libro, aperta da un articolo dello “Spiegel” in cui Georg Diez ha tacciato l’opera di razzismo e sostenuto che «essa mostra la prossimità dell'autore alle idee di estrema destra».
Questo articolo ci permette una precisazione, utile,  riteniamo, a sgombrare il campo da possibili errate interpretazioni di Imperium in Italia.
Neri Pozza è una casa editrice fondata da un partigiano che, nel corso della sua illustre attività editoriale, ha pubblicato numerosi volumi di storia della Resistenza. Questa tradizione della casa editrice è qualcosa di irrinunciabile per noi: noi siamo editori che ritengono l'antifascismo un'opzione eterna. Possiamo, nel corso della nostra attività editoriale, pubblicare grandi pensatori e autori che, prima della Shoah, hanno tragicamente avuto un atteggiamento ambiguo nei confronti del fascismo, come Ezra Pound, Martin Heidegger e Carl Schmitt, poiché ci interessa la critica della modernità che questi autori hanno elaborato in pagine dense di pensiero. Tuttavia, non pubblicheremmo mai un autore, pensatore o scrittore, che sia fascista o di estrema destra dopo la Shoah.
L'articolo di Georg Diez sullo “Spiegel”, che ha aperto la polemica in Germania e a cui fa riferimento Mirella Serri, è totalmente sbagliato ed estraneo allo spirito dell’opera. Christian Kracht è un grande scrittore che, con Imperium, fa un'operazione opposta a quella che gli attribuisce l'articolista dello Spiegel, incapace di cogliere l'ironia e l'intelligenza di un autore di talento. Descrivendo l’avventura di un bizzarro romantico e vegetariano tedesco degli inizi del Novecento, Kracht, come abbiamo scritto nel risvolto di copertina del libro "raffigura esemplarmente il naufragio stesso dell’anima tedesca agli albori del XX secolo, e mostra la vera natura di questo romanzo: una magnifica parabola letteraria sugli abissi, sugli smarrimenti e sui pericoli insiti nell’autoaffermazione del romanticismo tedesco a partire dal XIX secolo".