gente di Liguria

Carlo Luigi Lagomarsino

il re delle "bionde"

"Era un uomo abbastanza unico nel suo genere: di certo era quello che si presentava meglio anche dal punto di vista umano. Le sue caratteristiche? Grandi capacità organizzative di tutta la logistica del contrabbando, tendenza a non formare attorno a sé una banda, ma a lavorare di volta in volta con gli uomini che gli servivano". Queste parole di Pietro Soggiu, nominato prefetto nel 1990 dopo una vita passata nella Guardia di Finanza, riguardano Luigi Dapueto, uno degli organizzatori del contrabbando di sigarette in Italia. La sua storia è stata raccontata ne il Re delle "bionde" (Einaudi, 1998) da un giornalista di "Repubblica", Massimo Razzi, che l’ha direttamente raccolta dall’interessato il quale, purtroppo, morendo nel marzo del 1997, non l’ha potuta veder pubblicata.

Nato nel 1927 a Pieve Ligure, sulla Riviera di levante prossima a Genova, il signore in questione era stato destinato dalla famiglia a continuare l’attività d'impresario edile avviata dal padre. Contrabbandiere lo divenne per caso non meno che per scelta. Nel dopoguerra erano frequenti i furti di cemento e di tondino di ferro. Dapueto si ferma la notte nei cantieri per scongiurarli. Gli capita così d'assistere ad un traffico sospetto fra un motoscafo avvicinatosi a riva e un camion: sono i contrabbandieri. Il giovane non fa in tempo ad intimare l’allontanamento dal cantiere che uno gli s'avvicina facendo scivolare la bellezza di venticinquemila lire nelle sue tasche: invece di strillare potrebbe fare altri soldi segnalando di volta in volta gli approdi sicuri. Non passa molto che Dapueto accetta di partecipare al traffico. Frequenta i locali dell’angiporto genovese, prende contatto con la mala. E’ una mala ancora radicata nei vecchi quartieri, fatta di gente che parla il dialetto e di giorno, magari, vende la frutta al mercato. A bordo di una grossa Alfa Romeo, Dapueto comincia a girare l’Italia in lungo e in largo. Una notte, in Toscana, trova rifugio in una casa dove il proprietario è assente. Scoprirà poi che la casa è quella dello scrittore Carlo Cassola! Fra i personaggi inconsueti che incontra c’è anche un sacerdote il quale, convinto da un congruo tornaconto, concede la sacrestia della chiesa ai contrabbandieri. Nella ricerca di nuovi magazzini, i contrabbandieri uniscono del resto con ammirabile frequenza l’uso della fantasia all’aspirazione della sicurezza. Quando viene costruito l’aeroporto di Genova, ad esempio. Dapueto non tarda a scoprire che la base è fatta di cubi di cemento riempiti di sabbia: capisce immediatamente che basta svuotarne qualcuno per ottenere dei vani capaci e asciutti. A questo punto però il nostro corriere delle "bionde" ha già conosciuto i docks dei grandi porti del nord Europa, gli scali del Mar Nero e gli approdi dell’Adriatico allora in territorio comunista. Ormai organizza direttamente i traffici, sceglie i capitani delle navi, apre conti in Svizzera e attira l’attenzione del più grande trafficante europeo. Tuttavia il mercato comincia ad illanguidire. Anche se non sempre direttamente, fa capolino la droga e con la droga fanno capolino le organizzazioni mafiose. Dapueto è troppo gentiluomo e indipendente per legarvisi veramente. Si trova in ogni caso costretto a "prestare" i propri conti svizzeri. Finirà incastrato nientemeno che da Giovanni Falcone, prima, e dalla magistratura piemontese, poi.

Una vicenda come questa non ha evidentemente bisogno d'alcun artificio per diventare interessante -non si può d’altronde pretendere, da chiunque s'occupi di malavita, d'uguagliare lo stile d’ un Giancarlo Fusco, benché per entrare in simpatia con certi personaggi giovi, in genere, una buona dose di spregiudicatezza. Quest'aspetto è invece continuamente rimosso da Massimo Razzi. Va detto che certi scrupoli potrebbero essere originati dal fatto che la moglie del giornalista ha un qualche rapporto con la famiglia di Dapueto. Resta il fatto che Razzi, nel giudicare, dà la sensazione di mettere troppo spesso le mani in avanti. Fra l’altro, in un libro dove si fanno il nome e il cognome di un’infinità di persone, che l’unica persona di cui non si facciano risulti essere il prete contrabbandiere desta ovvie perplessità. La preoccupazione di Razzi supera quel genere d'interdizione, fondato sull’eufemismo, che è invalso chiamare "politicamente corretto". Razzi vuol proprio costruire un libro "edificante" e cerca in tutti i modi di dare un senso diverso alla verità essenziale del suo personaggio, che è quella di essersi dato il piacere di scegliere liberamente un genere di vita. Per fortuna del lettore, la storia di Luigi Dapueto mal si presta a subire un qualsivoglia trattamento correttivo ed esplode continuamente in episodi che annullano l’impaccio di maldestri tentativi moralistici. Il libro possiede dunque, nonostante tutto, spiccate capacità di coinvolgimento. Il fumatore, in particolare, vi troverà sfatata la convinzione che vuole le sigarette di marca americana più buone se prodotte al paese d’origine piuttosto che nelle fabbriche europee.

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