le voci che corrono

Auberon Waugh*

Auberon Waugh, scrittore satirico e produttore che posava ad amico dei fumatori, di chi beve, dei poeti a rima baciata, avverso all'hamburger ed ad altre intrusioni americane, è morto poche sere fa all'età di 61 anni. Waugh, che aveva problemi al cuore, se ne è andato nel sonno. Lo ha annunciato mercoledì sua moglie, Teresa.

Secondo dei sette figli dello scrittore Evelyn Waugh, era un vecchio collaboratore del "Private eye magazine", aveva fondato la "Literary review" ed era stato per un decennio columnist al "Daily telegraph".

Come Jonathan Swift, si dilettava a prendere posizioni oltraggiose.

Quando un dietologo propose una tassa sull'hamburger per scoraggiare l'obesità nei bambini, Waugh sposò l'idea: "I soldi raccolti permetteranno di tenere più bambini in prigione", ebbe a scrivere.

Robert Barr, "The Associated Press" Friday, January 19, 2001

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… Era nato per far polemica, in particolare contro i tempi moderni: vestiva come mister Banks di Mary Poppins, parlava cockney, odiava gli americani, prendeva il tè alle cinque in punto. E scriveva col suo stile sarcastico e sardonico cose tipo: "E' il cinquantenario della perdita della verginità di Barbara Cartland". … Riuscì anche a candidarsi per il partito dei cinofili e a creare un premio letterario per il romanzo con la peggior scena di sesso. Morto 61enne di infarto nella sua casa nel Somerset, aveva rischiato la vita 40 anni fa quando, guardia a cavallo, si sparò cercando di disinceppare un fucile. Perse un polmone e la milza, e mentre aspettava i soccorsi disse al sergente: "Baciami, Claudleigh". Citazione di Romeo e Giulietta non compresa dal sottoufficiale che poi lo trattò con enorme cautela.

Luigi Bolognini, "Diario", 2 febbraio 2001

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Auberon Waugh è una persona difficile da difendere contro chi lo ha detestato. … Per loro, era "il razzista" e "lo snob sessista" evocato ieri nel coccodrillo radiofonico della BBC. Più precisamente, è stato visto come una versione minore del conservatorismo dispettoso di Evelyn Waugh, senza possederne tuttavia il talento.

La verità è che Bron non prestava attenzione a quel che pensava la gente. … Ma, come per suo padre, era spesso un problema capire dove iniziava lui e dove la presa in giro.

Il mio primo contatto con Bron avvenne durante un pranzo del "Privat eye" verso la fine degli anni settanta, quando stava facendo del suo meglio per infastidire tutti. … Bron mi sembrò una figura piuttosto spaventosa. … Successivamente, quando riuscii a famigliarizzare un po', commisi l'errore di chiedergli cosa pensasse di un libro che avevo appena scritto circa i difetti dei giornalisti inglesi. "Non l'ho gradito", mi disse. … Pensai fosse pieno di se.

Possedeva invece una delle menti più indipendenti della sua generazione di giornalisti ed era assolutamente coraggioso. Non badava alle divisioni di campo. Appena la stampa conservatrice decretò che la principessa Diana era completamente pazza, Bron divenne il suo campione, sostenendo che era la famiglia reale ad esser malata. Ed era assolutamente di destra.

Appena i suoi colleghi, come Christopher Booker, si convinsero della malvagità rappresentata dalle istituzioni dell'unione europea, Bron decise che fossero la nostra unica speranza. Credeva nell' Europa come in una civiltà superiore e mostrava viceversa sfiducia nella cultura americana.

Prese seriamente le più improbabili cause, ma non sarebbe stato così divertente e devastante com'era se non fosse stato essenzialmente sincero nei loro confronti. L'unica cosa che non prese mai sul serio fu se stesso. Poteva essere preso in giro e, mentre l'attacco più vizioso provoca in genere risentimento, lui non sembrava prendersela a cuore. Faceva parte del gioco.

Una volta gli giocai uno scherzo disastroso, finito in una disputa legale fra l'allora curatore letterario del "Sunday time", Claire Tomalin, e quello del "Privat eye". L'imbroglio iniziò con un romanzo lesbico che passai a Bron con una nota, che fingevo provenisse dalla Tomalin, nella quale si chiedeva di trattare in modo favorevole il libro poiché, concludeva l'apocrifa autrice, "sono a conoscenza della vostra compassione per il movimento gay ". … Se avesse chiamato la Tomalin avrebbe scoperto la burla. Ne venne fuori invece un articolo velenoso. Il punto era che Bron non aveva nulla da obiettare ai gay; odiava semplicemente che gli si dicesse cosa pensare e scrivere. … Il caso trascese e divenne amaro. Nel frattempo nessuno nei due giornali ebbe la minima idea di chi avesse scritto la lettera. … Quando confessai rise appena, a dispetto delle clamorose pubbliche scuse che dovetti fornire alle altre parti in causa.

"Con tutta la gente che ho insultato, sono leggermente sorpreso di essere ancora al mondo", diceva. … Era al di sopra di tutti, forse a causa dei suoi stessi difetti. Sorprendentemente però essi non includevano lo snobismo, il razzismo o il sessismo, come vuole la BBC.
Henry Porter, "The Guardian", January 18, 2001

*Dei suoi cinque romanzi in Italia è stato pubblicato soltanto Lady Curaro, tradotto per Feltrinelli nel 1964 da Bruno Oddera.