Charles de Jacques

Zak Sabbath porno

Zak Smith: WE DID PORN: Memoir and Drawings. Tin House Books, 2009

All’uscita di questo libro, nel 2009, John Bolster –già curatore dell’almanacco di “Sports Illustrated” e fresco redattore della rivista - scrisse su Penthouse” che “dopo il raffinato artista e la stella del porno si scopre in Zak Smith lo scrittore dotato e divertente”. Nato a Syracuse ma residente dall’altra parte degli USA, a Los Angeles, Smith ha esposto a Londra da Saatchi  e a New York da Fredericks & Freiser, oltre che in diversi musei. Conosciuto anche al pubblico dei film porno come Zak Sabbath, è un artista coccolato da quelle gallerie  che pensano utile convincere i collezionisti attraverso incanti giovanilistici e brividi di trasgressione, ancorché sia gli incanti sia i brividi arrivino sfibrati e fuori tempo massimo. Tuttavia è stato pure scritto che “inietta un po’ di vita in un genere moribondo”, e in questo senso Smith è da prendere sul serio.

La sua sembra essere un’arte della memoria. In particolare deve molto a quell’estetica punk che nacque giusto quando nacque lui e che dunque non ha potuto vivere direttamente nella sua esplosività. Le illustrazioni di Zak a un libro che nessuno dei suoi conoscenti aveva letto, Gravity's Rainbow di Thomas Pynchon, attirarono l’attenzione di un regista porno-piratesco, Osbie Feel. Il libro di Pynchon, complesso come tutti, ha come storia centrale quella di Tyrone Slothrop, un ufficiale americano che da bambino è stato sottoposto al lavaggio del cervello da parte di uno psicologo pavloviano e ora sembra essere all’origine di certe esplosioni missilistiche (l’epoca è quella delle V2 tedesche) nei luoghi dove poco prima ha fatto l’amore, e lo fa spesso. Le illustrazioni per il libro tengono poco conto dello sfondo pseudo-storico, sono stranianti al pari del racconto e sono costituite prevalentemente da disegni a china nera su carta.

Osbie, il nome del piratesco regista porno, è anche il nome di un ragazzo nel romanzo di Pynchon. Nel libro di Zak Smith la fa da protagonista. Zak assiste alla produzione e alla realizzazione dei film porno, rileva le consuete ingegnosità dell’attenzione sessuale e ne discute col regista. Siamo dalle parti di una riflessione non speciosa sulla pornografia e sulle leggi che vorrebbero contrastarla. Insieme a un certo qual tenero umorismo, Zak Smith rivela la tempra di un vero critico culturale. C’è perfino chi lo ha paragonato a David Foster Wallace e chi vi intravvisto l’influsso della fotografa Nan Goldin.

Anche nel caso di questo libro la maggior parte delle illustrazioni è costituita da disegni a china che tuttavia, qui e là, riportano dei riempimenti di colore: “I disegni sono realizzati a inchiostro su carta utilizzando qualsiasi penna che fosse in giro, di solito Uniball Vision Micro o Pigma Micron. I dipinti sono di vernice acrilica. Anche se non ci sono foto, ci sono due immagini modificate in camera oscura utilizzando la stampa a contatto”.

“Fogli di Via”, Novembre 2012