Carlo Romano

supercoscienza

Colin Wilson: SUPER COSCIENZA. Edizioni TLON, 2018

Mi imbattei in Colin Wilson giovanissimo. Capitò in casa Riti Notturni (Lerici, 1960), credo ceduto a mio fratello più grande dalla figlia di un'amica della mamma. Ero passato dalla lettura dei romanzi d'avventura a quelli polizieschi e un romanzo con delitto mi attirava. Il libro mi conquistò e passai a leggere gli altri romanzi con protagonista l'alter ego dell'autore, Gerard Sorme. Ciò che soprattutto mi incuriosì fu quello che l'autore ebbe a definire il suo "esistenzialismo positivo" col quale presi un più deciso contatto nell'Outsider (Lo Straniero, Lerici, 1959). In una certa misura vi ritrovavo quelle sagome di giovani più o meno letterati che all'epoca i ragazzini come me avevano imparato a individuare sulle pagine dei rotocalchi, dove erano trattati anche con pesante ironia. Poco dopo quelle stesse sagome sarebbero sembrate il prototipo di ciò che, col viatico dei Beat americani, avrebbe trovato un'imponente estensione .

Da allora lessi praticamente tutto ciò che di Colin Wilson veniva tradotto in italiano. Più avanti, nel corso delle mie disordinate letture di autodidatta, mi trovai a condividere - ingeneroso pure io - l'ingeneroso quanto sarcastico giudizio che, fra le sue ripartizioni di culture alte e basse, Dwight McDonald riservava a un servizio fotografico che all'epoca della sua prima notorietà - quando solo per la concomitanza veniva assimilato ai "giovani arrabbiati" inglesi - ritraeva Wilson in pose da vagabondo ritenute fraudolentemente pubblicitarie. Ciò non mi impedì di continuare a seguirlo e sconfissi questa provvisoria doppiezza reimparando ad apprezzarne l'onestà intellettuale, tanto che Wilson non aveva difficoltà ad ammettere di essersi dedicato ai temi dell'"occulto", che costituirono gran parte della sua fortuna dalla fine degli anni Sessanta in poi, spinto dalla proposta di un editore e dal bisogno di denaro.

Con Super Coscienza, del 2008 ma inspiegabilmente tradotto solo adesso, Wilson tornava all'impostazione, se vogliamo più teoretica, di The Outsider. Fra libri letti e personaggi comprovanti le sue tesi, Wilson riprendeva a definire il suo "ottimismo esistenzialista" confrontadosi soprattutto con quello pessimista di Samuel Beckett e l'idea dell'assurdità della vita. Alla base, come nei testi più vecchi, c'è la psicologia di Abraham Maslow che ipotizza una serie di gradini che vanno dai bisogni elementari all'autorealizzazione. Ma l'apporto dei temi metapsichici e occulti sposta quest'ultima dall'invocazione di una mente liberata anche attraverso le droghe per esprimere tutte le sue potenzialità - come auspicato dalla controcultura - a una linea (ottimisticamente) evoluzionista che produrrebbe la Super Coscienza in grado di sviluppare poteri metapsichici. Il "post-human" è dietro l'angolo e Wilson molto umanamente se ne è andato nel 2017.

“Fogli di Via”, luglio 2018