Riceviamo dall’amico Claudio Dettorre questa traduzione di una lettera di Jean-Pierre Voyer a un non meglio precisato Alphonse. Nemmeno della data di spedizione ci è dato sapere qualcosa. Negligenza del nostro amico o, forse, dello stesso Voyer, che probabilmente l’ha pubblicata così, senza ulteriori precisazioni (dai nostri collegamenti si accede in ogni caso alle pagine dell’autore e ci si può sbizzarrire a cercarne traccia). Il nostro amico ci ha comunque voluto dire che si è dedicato alla seguente traduzione “per quella storia del riduzionismo, e la passione insopportabile per Hegel di Voyer”. Ed ha aggiunto: “Marx no, Debord no, gli anarchici neanche a pensarci: alla fine rimane il buon Hegel, ma neanche Hegel - dentro la sua macchina di pensiero non la macchina, ma il principio che fa funzionare la macchina”.

Jean –Pierre Voyer

il mio scopo nella vita

Cher Alphonse

[...]

Benché in un certo modo non lo ignorassi, ho preso coscienza solamente ora che il mio unico scopo nella vita, dopo la mia lettura del Capitale nel 1962, era di screditare il riduzionismo di Marx. La parola riduzionismo non destava in me alcuna eco fino allora.  La conoscevo ma non ne sospettavo l’importanza. La tua lettera me l’ha rivelata.

Pienamente giustificato nelle scienze della natura, il riduzionismo non lo è quando si tratta di studiare l’umanità. Senza il riduzionismo, queste scienze non esisterebbero, non ci sarebbe nessuna applicazione di queste scienze, né l’elettricità, né la bomba atomica, nessun OGM etc. Si può dire che il riduzionismo è il principio di queste scienze. La replica di Laplace a Napoleone (Dio è un’ipotesi inutile) lo dimostra bene.  Ma non si può risparmiare Dio quando si pretende di studiare l’umanità stessa e non solamente la meccanica celeste. Il torto di Marx è di aver voluto risparmiarsi il pensiero per studiare l’umanità. Marx voleva ridurre lo studio dell’umanità a una sorta di meccanica celeste malgrado tutti i suoi richiami alla dialettica. Sartre direbbe: “Il materialismo è un riduzionismo”. Lo disse nel suo eroico (whisky + anfetamine) tentativo antiriduzionista Critica della ragione dialettica.

Essendo l’insieme degli esseri umani, tra tutti gli insiemi possibili, il solo che sia una cosa e non solamente un pensiero, non può essere trattato dal riduzionismo, giacché, se - contrariamente agli altri insiemi - è una cosa, lo è perché contiene il pensiero. L’insieme degli animali è solamente un pensiero e non potrebbe esistere prima dell’esistenza del pensiero. Contrariamente al genere degli animali, il genere umano è una cosa. L’animalità o l’equinità sono dei pensieri e solamente dei pensieri, l’umanità è una cosa. Prima dell’esistenza del pensiero, c’erano forse gli animali, ma certamente non le molteplicità.  C’erano forse i cavalli ma non il genere cavallo. Le molteplicità esistono solamente quando esiste il pensiero. Non sono che pensieri. L’unica molteplicità che non sia solamente un pensiero è giustamente l’umanità stessa e ciò perché essa contiene il pensiero. Questo essere collettivo è l’unico che non dipende da un pensiero esterno per esistere proprio perché contiene il pensiero. Non si deve confondere l’esistenza dei cavalli con l’esistenza delle molteplicità. Sarebbe come dire che i numeri esistono prima di essere inventati. Non si deve confondere l’esistenza dei cavalli con l’esistenza del numero dei cavalli, a meno che i cavalli non sappiano contare.  Swift lo pretendeva nei suoi celebri viaggi. I platonici pretendono che i numeri esistano prima, ma i loro numeri esistono nel cielo delle idee e noi non abbiamo, in questo caso, nessun contatto diretto con loro.

Non ho l’impressione che il pensiero sia il fondamento di ogni cosa ma solamente la certezza che non si possa studiare l’umanità facendo astrazione del ruolo del pensiero come ha avuto la pretesa di fare Marx.

Allo stesso modo il mio fine non consiste nel concepire le cose tali e quali sono prima che il pensiero esista, ma solamente nel non considerare l’umanità per mezzo del riduzionismo. Il mio programma è molto più limitato di quello che esponi alla fine della tua lettera. Prima di domandarmi se la logica esista prima che esista il pensiero, mi domando quale logica sia all’opera nell’umanità se non si risparmia il pensiero come ha fatto Marx. Per il momento, questa logica è totalmente sconosciuta. Nell’umanità, ci si imbatte così poco nel pensiero e nel movimento del pensiero che tutto il mondo lo ignora, tutto il mondo pensa come Locke. E Marx non ha aggiustato le cose.  Egli è più l’erede di Locke che di Hegel. Si può pensare che aveva fatto un’overdose di pensiero con Hegel e che per una violenta reazione sia partito in contropiede. Più seriamente, Marx viveva in un’epoca di furioso riduzionismo, quello che generalmente è chiamato scientismo. Il riduzionismo in fisica è salutare, comincia a divenire scientismo a partire dal momento in cui si vogliono tirare delle conclusioni al di fuori della fisica. Ciascuno vede l’ora con il proprio orologio, il ciabattino vuole spiegare il mondo con la calzoleria. Questo è il riduzionismo scientista. Ridurre tutto alla calzoleria! Il mondo contiene la fisica, la fisica non contiene il mondo.

Saluti sinceri.

JPV

Nota: Il riduzionismo è fallito nella metamatematica. Il progetto di Hilbert era di garantire la consistenza dell’aritmetica attraverso quella, considerata facile

da stabilire, di una “piccola aritmetica” semplificata, cioè garantire il complicato attraverso il semplice. E’ questo progetto che la dimostrazione del 1931 di Godel è giunta ad annullare. Dio non è semplice. J-V Girard in Le théorème de Godel, Seuil

 

riduzionismo: Tendenza che consiste nel derivare ciò che è superiore (il cosciente, il vitale) da ciò che è inferiore (lo psico-chimico) attribuendo realtà solamente ai costituenti più semplici e nel considerare questi ultimi come più fondamentali. Encyclopédie Hachette