Charles De Jacques

cortigiane e duchesse

Jean Chalon: LIANE DE POUGY. Cortigiana, principessa e santa.  Nutrimenti, 2012 | Francesco Rapazzini: LA DUCHESSA ROSSA. Élisabeth de Gramont da Proust a Marx. Edizioni Sylvestre Bonnard, 2007

La chiamavano “l’orizzontale”. Era, per dirla col diffuso eufemismo dei suoi tempi, una cortigiana, ovviamente di lusso. Ballerina alle Folies Bergère e amica di Proust, fu definita da Edmond, il Goncourt più anziano ma sopravvissuto, “la più bella donna del secolo”. Era nata Anne-Marie Chassaigne nel 1869 in un’ottima famiglia che la fece studiare dai gesuiti. Si sposò sedicenne con un uomo violento dal quale ebbe un figlio finito aviatore. Più tardi, ormai nota come Liane de Pougy, si risposò con un principe rumeno che la lasciò anni dopo per una ragazza. Ebbe diversi amanti e incantò il bel mondo. Lei si invaghì di Reynaldo Han, il musicista d’origine venezuelana – anch’egli amico di Proust - che scrisse Le Dieu Bleu per Nijinsky (vestito da Leon Bakst) e Diaghilev. Jean Lorrain – lo scrittore apertamente omosessuale che sfidò Proust a duello – la sollecitò alla scrittura, e fu un successo.

Nel bailamme della belle epoque - fra gli artisti, i mariti, gli amanti, gli amori mercenari, i balletti - Liane de Pougy non trascurò gli amori saffici. Decisivo fu l’incontro con la ricca e neo-pagana poetessa americana (ma emigrata pargoletta in Francia con la madre pittrice) Natalie Clifford Barney, “l’Amazzone” della quale scrissero Remy de Gourmont, Marina Cvetaeva, Colette, Djuna Barnes e altri. Fu un amore corrisposto che Liane descrisse nel suo romanzo Idylle Saphique. La Clifford Barney era tuttavia legata sentimentalmente alla poetessa inglese Pauline Mary Tarn, meglio nota come Renée Vivien, una tormentata relazione che durò fino alla prematura morte di quest’ultima. Si legò poi a lungo con Romaine Brooks (Jean Chalon, l’autore della biografia di Liane de Pougy, giornalista del “Figaro”, ha pubblicato alcuni volumi su donne eccentriche, e fra queste “l’Amazzone”).

Dopo la morte del figlio nel corso della prima guerra mondiale, Liane de Pougy entrò invece nell’ordine Domenicano come SœurAnne-Marie de la Pénitence e cercò inutilmente di convincere Colette a fare altrettanto.

In questo saffico contesto, non va dimenticata Élisabeth de Gramont, donna di nobilissime origini e matrimoni aristocratici (duchessa di Clermont-Tonerre da sposata) che insieme a quella del lesbismo (manifestatosi nel giro di Liane de Pougy e di Natalie Clifford Barney, alla quale fu legata tutta la vita, malgrado le altre reciproche relazioni) ebbe inclinazione per il proletariato, il “Front Populaire” e gli studi marxisti. Francesco Rapazzini ne scrisse la prima dettagliata biografia e la pubblicò da Fayard nel 2004. Qualche tempo dopo fu tradotta in italiano.

“Fogli di Via”, Novembre 2012