Dal 15 gennaio è in edicola un nuovo trimestrale.. Si chiama “Il menabò” e lo dirige Alberto Rosselli. Fra i collaboratori c’è il nostro Carlo Romano. La testata, concepita e ideata grazie al sostegno e all’apporto di un gruppo di imprenditori delle Province di Genova e Savona, si presenta nella veste di un magazine di attualità, economia e cultura il cui campo di azione è rivolto alla realtà ligure - per il momento soprattutto quella genovese e del ponente - con “sconfinamenti” nelle aree vicine italiane e francesi. Ne pubblichiamo l’editoriale.

 

Alberto Rosselli

un nuovo trimestrale ligure: l’editoriale

 

Comunicare attraverso la carta stampata, cioè riportare e diffondere notizie ed eventi mediante l’utilizzo di un giornale o, come nel nostro caso, di un periodico, significa innanzitutto credere ancora nell’utilità e nelle potenzialità della parola scritta quale mezzo ancora attuale e proficuo nello stimolare una riflessione ragionata e profonda dei vari accadimenti. Come è noto, il giornalismo è quel “mestiere” che si avvale degli strumenti di scoperta, indagine e analisi utili ad evidenziare i fatti che avvengono in un determinato ambito territoriale e che non di rado determinano mutazioni, anche radicali, nella vita e nel tessuto economico, sociale e culturale di una comunità, compresa quella più circoscritta. Anche se, allo stato attuale delle cose, in Italia risultano essere proprio le cosiddette “aree territoriali minori” a racimolare, soprattutto sui quotidiani e sulle televisioni nazionali (media costretti, per la loro stessa natura, ad inseguire spasmodicamente la notizia o a resocontare, come si diceva una volta, solo i grandi eventi) spazi sempre più angusti, salvo ritrovare scampoli di improvvisa, ma non sempre esaltante attenzione e notorietà in occasione di fatti legati spesso alla cronaca nera. Bene, oggi ci troviamo qui a “comunicare” la nascita di una nuova iniziativa editoriale, il trimestrale “Menabò Magazine”, destinata ad operare e interagire nel “particolare”, e ad attribuire ad un’area, quella della Liguria e del suo Ponente, la giusta visibilità che ad essa compete e spetta di diritto. Teniamo infatti a precisare che tutti i nostri sforzi verranno riversati soprattutto in una direzione, quella dell’informazione regionale, con eventuali e funzionali puntate nelle aere limitrofe legate alla Liguria da antiche e mai sopite tradizioni ed interessi comuni, culturali ed economici, senza arrischiare velleitari ed inutili sconfinamenti in ambito nazionale. Si tratta di una politica editoriale che si è deciso di sposare a ragion veduta, sulla base di considerazioni di carattere e di ordine intellettuale e pratico, in quanto riteniamo che una precisa e dettagliata analisi dei problemi, ma anche delle risorse e delle potenzialità, di un territorio come quello che ci proponiamo di indagare, sia di per sé sufficientemente importante e rappresenti una necessità ineludibile, oltre che un’occasione giornalisticamente, imprenditorialmente ed eticamente giusta e ben motivata. In questi ultimi anni, infatti, la Liguria ha imboccato in molti settori la strada di una rinascita produttiva ed intellettuale che lascia ben sperare nel futuro, anche se sul tappeto rimangono ancora molti problemi da risolvere. Individuare i temi che stanno più a cuore alla cosiddetta “società civile”, discuterne concretamente, senza fare ricorso all’enfasi o al catastrofismo, e soprattutto senza reticenze, con chi lavora e produce e con i responsabili della gestione del territorio, è il nostro obiettivo. Come lo è nel contempo l’instaurazione di un dialogo serrato e diretto sulle modalità e sulle opportunità di una crescita economica, sociale e culturale che deve svilupparsi all’insegna della ragionevolezza, dell’armonia e del progresso, ma anche nel rispetto delle più svariate opinioni. Si tratta di una scommessa ardua, ma stimolante che ci siamo preposti nella convinzione - ci auguriamo non errata - che il pubblico dei lettori ai quali ci rivolgiamo la accolga ed apprezzi, comprendendone fino da subito le sue semplici e trasparenti finalità. Verifica alla quale siamo naturalmente disposti a non sottrarci già a partire da questo primo numero.