Leonardo Facco editore ha pubblicato Io sparo che me la cavo a cura di Carlo Stagnaro. Troppi luoghi comuni, troppe falsificazioni sono date in pasto all'opinione pubblica in merito al possesso e all'uso delle armi. Spesso in Italia, quando vengono implicati gli Stati Uniti d'America, non si accenna che a sporadici casi di cronaca in cui qualche pazzo impugna la pistola e fa fuoco. Con questo libretto, piccolo ma dettagliato, si cerca di spiegare come stanno davvero le cose. Interessante il saggio di David B.Kopel sul famoso caso della "Colombine High Scholl" dove due studenti uccisero insegnanti e compagni di classe. Il testo da noi pubblicato è quello che fa da prefazione al tutto. L'autore è coordinatore delle ricerche presso l'Ufficio legislativo della National Rifle Association, il cui presidente è l'attore Charlton Heston.

Paul H. Blackman

la nostra prima libertà

James Madison, padre della Costituzione americana, difese tale documento nel corso della campagna per la sua ratifica in quelli che divennero noti come Federalist Papers. Madison spiegava che gli Americani non dovevano temere la tirannia del governo centrale perché il numero di cittadini armati sarebbe stato largamente superiore a quello dei militari. Egli distinse espressamente l'America dalle monarchie europee in base al fatto che nel Vecchio Continente "i governi hanno paura di mettere le armi in mano al popolo".

Lo stesso Madison, come Blackstone mise in evidenza, era un interprete della common law inglese, che difendeva il diritto di avere armi come "diritto ausiliario", essenziale alla difesa dei diritti fondamentali alla "sicurezza, libertà e proprietà privata". Secondo Blackstone quel diritto ausiliario a essere armati aveva lo scopo di "preservare il diritto naturale alla resistenza e all'auto-conservazione", in maniera tale che, qualora altri diritti venissero calpestati, i cittadini avessero "il diritto di possedere e usare arnu per la difesa personale e l'auto-conservazione".

La medesima opinione era stata espressa dal padre della criminologia, Cesare Beccaria, in un paragrafo che era tra le citazioni preferite di Thomas Jefferson: "Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l'acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere. Le leggi che proibiscono di portare armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati nè determinati ai delitti, mentre coloro che hanno il coraggio di poter violare le leggi più sacre della umanità e le più importanti del codice, come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali tanto facili ed impuni debbon essere le contravvenzioni, e l'esecuzione esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo, carissima all'illuminato legislatore. e sottopone gl'innocenti a tutte le vessazioni dovute ai rei? Queste peggiorano la condizione degli assaliti, migliorando quella degli assalitori, non scemano gli omicidii. ma li accrescono, perché è maggiore la confidenza nell'assalire i disarmati che gli armati. Queste si chiamano leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti e dei vantaggi di un decreto universale".

Poiché le garanzie che la Costituzione forniva a tutela dei diritti essenziali venivano da molti giudicate insufficienti, fu lo stesso Madison a collaborare alla stesura del Bili of Rights, emendando così la Costituzione allo scopo di riconoscere espressamente, tra gli altri, il "diritto a detenere e portare armi". Tutti i costituzionalisti dell'epoca e del XIX scolo erano concordi nel ritenerlo un diritto individuale.

Per esempio, il giudice della Suprema Corte di Giustizia Joseph Story, il più importante giurista del secolo, spiegava: "il diritto dei cittadini di detenere e portare armi è giustamente considerato il baluardo delle libertà di questa repubblica; esso costituisce infatti un forte contrappeso alle usurpazioni e ai poteri arbitrari dei governanti; e, se anche questi avranno in prima battuta la meglio, metterà il popolo nella condizione di resistere e vincere".

I cambiamenti che si sono verificati nei due secoli successivi all'entrata in vigore della Costituzione e del Bili of Rights hanno confermato le preoccupazioni dei nostri padri fondatori. La nostra madrepatria, l'Inghilterra, dove il diritto di essere armati era solo un privilegio che poteva essere limitato a piacere del governo, ha gradualmente disarmato i cittadini, rendendoli dipendenti dal governo per la protezione dai criminali. Così, mentre gli Americani utilizzano le pistole per proteggersi dai criminali più di due milioni di volte ogni anno, l'autodifesa - con qualunque mezzo, compresi gli ombrelli - o anche soltanto la "prevenzione" (grazie a coltelli o uncinetti) è stata messa fuori legge in Gran Bretagna. I rapinatori inglesi non hanno alcun timore di infiltrarsi in case con dentro i loro abitanti: questo genere di crimine è molto più frequente, fatta pari la popolazione, in Inghilterra che non negli Stati Uniti.

Mentre, in caso di invasione, l'America dipende dal proprio popolo in armi, l'inizio della Seconda Guerra Mondiale vide l'esercito inglese mal equipaggiato e, allo scopo di organizzare una sorta di guardia nazionale, esso fu costretto a chiedere le armi possedute privatamente dai cittadini americani - uno sforzo che, sul fronte non governativo, venne sostenuto negli USA dalla Nationai Rifle Association.

Di pari passo coi graduali tentativi di Europa e Asia di stabilire un monopolio sulle armi da fuoco nel corso degli ultimi due secoli, le guerre sono diventate sempre più mortali, causando la morte di meno di dieci milioni di persone nel XVIII secolo, ma di circa duecento milioni nel XX. In Europa le morti dovute agli scontri bellici tra governi diversi o tra un governo e le forze a lui ostili, di destra o di sinistra, hanno largamente superato le morti imputabili alla violenza interpersonale, mentre è in parte diminuito il numero di omicidi in Europa e in America durante il XIX e XX secolo.

Non è scontato che disarmare i cittadini rispettosi della legge porti alla tirannia, e spesso gli sforzi verso il disarmo sono stati promossi da quanti si opponevano all'arbitrarietà del governo. Ma il disarmo rende la tirannia un obiettivo più facile da conquistare. Chi teme la tirannia, limitando il diritto di essere armati rende più semplice la restrizione di altri diritti civili - i diritti di parola, di stampa, di religione e di privacy - e complica la difesa dagli individui e dai governi criminali. Al contrario, il diffuso possesso di armi da fuoco da parte dei civili ha probabilmente accelerato il crollo della più mortale tirannia europea del XX secolo, l'Unione Sovietica. Il possesso privato di armi ha permesso agli Afgani di resistere abbastanza a lungo da ottenere più potenti armi difensive dall'Occidente. Quella resistenza ha successivamente messo l'esercito sovietico a dura prova, contribuendo a spingere verso il collasso il comunismo e aiutando a dare una chance alla democrazia nell'Europa centrale e orientale. Solo gli uomini liberi hanno l'opportunità di scegliere se possedere o no armi.

E questa possibilità di scelta aiuta anche a garantire gli altri diritti. Senza accesso alle armi, tutti i diritti sono semplici privilegi, soggetti alle restrizioni stabilite a piacere dal governo. I privilegi possono essere concessi e, allo stesso modo, possono essere ritirati. Ma il governo sa bene di non poter porre in pratica nessuna restrizione agli altri diritti di fronte a una eventuale resistenza. D'altra parte, la stessa esistenza dell'opportunità di esercitare una forma di resistenza qui in America ha fatto sì che mai vi sia stata la necessità di farne uso.

La dipendenza di tutti i diritti da quello a essere armati spiega perché l'attuale presidente della National Rifle Association (NRA), Charlton Heston, parla della libertà di possedere armi (garantita dal Secondo Emendamento alla Costituzione americana) come della nostra "prima libertà".