le voci che corrono

il peggio della diretta

Franco Bagnasco: Il peggio della diretta. I dietro le quinte dello spettacolo raccontati dai protagonisti. Mondadori, 2016

Che cos'è "Il peggio della diretta"? È l'imprevisto, l'impasse, il momento esilarante, imbarazzante, strano o a volte persino drammatico, che l'artista vive sul palco o dietro le quinte. Quegli aneddoti spesso inconfessabili che chi fa spettacolo consegna a qualche cauto off record nelle interviste, oppure li fa diventare la chicca segreta da raccontare alle cene tra amici e addetti ai lavori per strappare la risata

L’editore

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 Il colpaccio nel 2014 quando Al Bano accettò di cantare per i Beagles, ironica band rock pop oltrepadana, una cover di un classico di Frank Sinatra, “My Way”. Per registrare "Mai bei (la tersa gamba)" - in cui il cantante pugliese ha dimostrato di saper cantare anche in dialetto pavese – Franco Bagnasco, 47 anni, pavese, leader dei Beagles, è tornato a Cellino San Marco, a casa Carrisi.

E proprio lì, tra un piatto di orecchiette spadellate dall’ugola d’oro della musica italiana e due chiacchiere nei vigneti, è nata l’idea di scrivere un libro che raccogliesse “Il peggio della diretta”. Cento episodi raccolti nel corso degli anni da Franco Bagnasco, musicista per passione e giornalista di professione, in un libro appena sbarcato in libreria per Mondadori. E Bagnasco, firma storica di Tv Sorrisi e Canzoni, ora trasferito a Tu Style, di cose da raccontare ne avrebbe a bizzeffe. Ne ha selezionate 100, «a volte esilaranti, imbarazzanti altre volte tristi» dice l’autore, raccolte da cinquanta personaggi del mondo dello spettacolo.

La più imbarazzante?

«Sicuramente quella di Pupo che durante un concerto in Calabria ebbe un attacco di dissenteria sul palco. Aveva preso i fermenti lattici dopo una febbre estiva. Era vestito completamente di bianco e durante un acuto... Si è rifugiato in un negozio nella piazza in cui era allestito il palco e si è cambiato. Ma anche Red Canzian dei Pooh se l’è vista brutta».

Ci racconti.

«Durante una tournée si prese l’epatite ma non rinunciò a cantare. Così lo facevano scendere dal palco dopo ogni canzone e lo mettevano su una barella con la flebo»

La più divertente?

«Luca Giurato è stato ospite di Cristina Parodi alla “Vita in diretta”. Parlavano di Scozia e lei gli aveva chiesto di venire indossando il kilt. Lui ha obbedito ma sotto aveva dimenticato le mutande ed era nudo. Grande imbarazzo per tutto il tempo nel timore che le telecamere lo inquadrassero sotto e che la Parodi, sempre così bon ton, se ne accorgesse».

Qualche no?

«Mi ha rammaricato quello di Gerry Scotti, pavese come me. E’ schivo, si sa, ma una cosetta la poteva pur dire. Elegante e garbato, invece, il no di Andrea Bocelli: la sua signora ha declinato con una lettera in cui ringraziava del pensiero».

Trent’anni a raccontare il mondo dello spettacolo. Un ricordo personale?

«Erano gli anni in cui iniziavo questo mestiere, proprio alla Provincia Pavese. Alle Rotonde di Garlasco intervistai Moana Pozzi, che poi sparì e fu dichiarata morta nel 1994. Mi disse una cosa folgorante, sulla quale tornai a riflettere negli anni successivi. “Il giorno in cui mi accorgerò che la mia bellezza inizierà a sfiorire io sparirò». Lì per lì non ci feci caso ma in seguito mi è parsa una rivelazione inquietante. Un’altra sorpresa fu Faletti, una scoperta positiva».

Perché?

«Negli stessi anni di Moana, alla Foresta di Pozzol Groppo, dopo uno spettacolo lo incontrai. All’epoca era ancora Vito Catozzo ma ci vidi i germi di quello che sarebbe poi diventato il Faletti scrittore e artista più introspettivo. Quella sera lo rivalutai».

“la Provincia Pavese”, 7 novembre 2016

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"Il peggio della diretta", un titolo azzeccatissimo quello dell'ultimo libro di Franco Bagnasco, che racconta imprevisti e impasse degli artisti sul palco o dietro le quinte. Tra questi uno degli aneddoti più imbarazzanti è senza dubbio quello rivelato da Pupo, come anticipa il settimanale Oggi.

Durante un concerto a Zungri, paese in provincia di Vibo Valentia, il cantante aveva un disturbo intestinale, ma decise di esibirsi lo stesso. Il finale è stato drammatico, soprattutto perché vestito di bianco. "Avevo continuamente bisogno di andare in bagno, i fermenti lattici che stavo prendendo non avevano ancora dato i loro frutti - racconta Pupo nel libro - A causa dello sforzo per l'impegno vocale e per il movimento contemporaneo del corpo, spinsi più del solito e mollai quella che lì per lì pensai fosse una scorreggia e che invece si rivelò, purtroppo, il rubinetto di apertura di un autentico fiume di m...".

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